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dÉfilage Rosa Spina a cura di Iaschi Antonella impaginazione e grafica: Giorgio Giliberti fotografie: Giorgio Giliberti, Epifanio Spina, Rosa Spina poesie: Antonella Iaschi Rosa Spina Nelle mie creazioni tessili convivono lo studio e le esperienze di molti anni della mia vita; esse rappresentano l’ideale interpretativo e tecnico che ho sviluppato, modificato e perfezionato in un intenso e meraviglioso confronto con le esigenze della tessitura. I quadri che nascono dall’intreccio fra trama, ordito e colori vogliono sfidare l’eternità ed il mistero, con i loro motivi decorativi rigidamente esatti. La mia esperienza pro- fessionale di creatrice di tessili, si fonde con la ricerca del significato del trascorrere del tempo sui tessuti e con la volontà di proiettare la tessitura contemporanea nel futuro. Dalla mia bisnonna ho ereditato la passione per la tessitura e la sua abilità, dal mondo dell’Arte il tentativo di interpretare la tessitura dal punto di vista dell’immaginario. L’esercizio della tessitura, con i suoi gesti misurati, i ritmi semplici, i colori e le forme mi hanno insegnato fin da ragazza, a coltivare doti umane importanti come la riflessione, la perseveranza e la concentrazione. Dopo un periodo di necessaria sperimentazione, in cui ho approfondito le principali armature di base, ho iniziato ad approfondire la tradizionale tessitura italiana, anche dal punto di vista storico ed antropologico. Mi sono, quindi, avventurata in un viaggio nel tempo e nella memoria, ricco di rimandi a sensazioni e vissuti, attraversando l’arco temporale che la storia della tessitura italiana abbraccia. (X - XVIII secolo). La fortuna di vivere a Catanzaro, conosciuta anche come la “Capitale della Seta”, mi ha A mio marito che da sempre accompagna e sostiene con amore e pazienza il mio percorso artistico. Rosa dato la possibilità di approfondire la conoscenza della tessitura serica. Ho visitato archivi, biblioteche pubbliche e private, collezionando preziose testimonianze della tradizione serica catanzarese, per avvicinarmi a una più precisa verità storica della professione cui dedico la mia vita. Lavorando sulla tradizione e sulle fibre, ho costruito un’intesa estrema tra me e il telaio che mi permette di reinterpretare le creazioni tessili, trasformandole in opere che abbracciano la Fiber Art (corrente artistica contemporanea, nata alla fine degli anni Sessanta in Nord Europa e negli Stati Uniti). Questa forma d’arte caratterizzata dall’utilizzo del tessuto, del filo, della fibra mi ha visto in Italia fra i suoi pionieri regalandomi anni ricchi d’incontri, tutti importanti, tutti capaci di ripagarmi degli sforzi profusi in questa attività. dÉfilage Antonella Iaschi Nell’omologazione emozionale che questo nuovo millennio sembra avere nelle vene, tessere quadri è indubbiamente la forma espressiva migliore che Rosa Spi- na, artista siciliana saldamente ancorata alla realtà e alla tradizione della sua terra adottiva: la Calabria, potesse scegliere per trasmettere il suo messaggio positivo di passione, tenacia, creatività e continua ricerca di nuove espressioni nutrite da antiche radici. In Sardegna, fino a qualche tempo fa la nascita di una bambina veniva salutata con la frase “Hamus una filonzana!”, ossia: “Abbiamo una filatrice”…come Arianna, Rosa ha seguito il suo filo oltre il labirinto dei luoghi comuni dando a “quel” filare la magia e il piacere dell’arte. Ha preso per i capelli una tradizione che sta sparendo usando il telaio come pennello. L’arte del tessere è simbolo carico di significati per tutte le culture, da quella Maya che adorava Ixchel divinità legata alla luna e alla figura del ragno che tesse la tela in attesa della gioia del cielo, a quella nordica che con tre fate, Urd che fila e rappresenta il passato, Verdandi che arrotola il filo ed è il presente, e Skuld che recide il filo ed è il futuro, raffigura le donne che decidono il fato di ogni persona. Per Rosa Spina (coincidenza del destino in un nome che riporta alla fiaba dei Fratelli Grimm, dove la bella addormentata si punge con un fuso e dorme cent’anni per un incantesimo) il tessere è da sempre motivo di studio, ricerca ed espressione e il tratto pittorico completa il progetto visivo di ogni sua opera con un elegante fusione tra filo e segno che creano un intreccio inconsueto di colori e forme, diventando terreno fertile per tutti coloro che vogliono scoprire la magia del vedere, al di là dello sguardo. Questo vedere alimenta fantasie che nutrono l’anima di volta in volta con le fragranze, le tinte, i suoni di una terra alla quale la natura ha offerto il meglio di se stessa. …e Penelope ha preso in mano il proprio destino…come Rosa Spina fin dagli anni sessanta ha abbracciato la Fiber-art , manipolando, dipingendo e de- tessendo ogni opera fino ad arrivare al messaggio che con quell’opera vuole trasmettere. La realtà, semplice amnesia di meditazione” (S. Dalì) L’alfabeto senza fine nei Défilage di Rosa Spina Antonio Falbo La particolare importanza che Rosa Spina dà agli aspetti irrazionali e deco- rativi nelle sue opere, trasporta lo spettatore verso una reazione espressivoemotivo connessa alla fruizione dell’oggetto. Tali esperienze possono apparire, talvolta, non del tutto assimilabili, ma con- feriscono una rilevanza notevole all’aspetto estetico. Prelevati dalla loro reale funzione quotidiana e liberamente associati, materiali diversi come lana, seta, carta e pigmenti vari assumono un’armoniosa vitalità. Brandelli di stoffa, di filati che un tempo erano finalizzati a uno scopo decorativo, o elettivo ???, ora acquistano una funzione e una dignità del tutto inedita. Dignità che apparentemente coinvolge lo spettatore ma che, in realtà, cela un valore più importante se si confrontano tali realizzazioni con altre della storia dell’arte novecentesca. Agli inizi del secolo fu Ricasso a ideare la tecnica del papiers-collés, utilizzata dal cubismo e in seguito dal futurismo. Rosa Spina esprime un linguaggio artistico rinnovato rispetto al collage: la resa nei materiali è tale da comunicare allo spettatore strutture nuove, dando libero spazio all’immaginazione. Questi esperimenti giungono così a compiersi nella nuova tecnica del défilage. Le composizioni si trasformano in “ready made” e cioè creazioni pronte all’uso e all’elevazione al rango di opere d’arte. Nelle ultime realizzazioni, ho potuto constatare con interesse come l’artista abbia saputo affinare la sua tecnica, sviluppando un linguaggio interattivo che si modifica in relazione all’interesse dello spettatore. I fili fluttuano sulle superfici assumendo ogni volta, occasionalmente, variazioni cromatiche nuove che consentono all’artista, di interloquire con il fruitore in modo coinvolgente e suggestivo. In questo contesto, Rosa Spina riesce a creare quella tensione percettiva che ci per- mette di sentire la vitalità dell’immagine. Il linguaggio creativo in questa sua recente produzione, come ho potuto ammirare lo scorso autunno, si è evoluto notevolmente soprattutto nei rapporti cromatici dove l’equilibrio compositi- vo è molto più profondo rispetto alla precedente produzione. L’aumento del contrasto nella semplice fruizione visiva, accentua l’impatto dei colori durante l’osservazione delle opere e crea, nell’occhio attento dell’osservatore, una visione d’insieme che nasce, in alcune composizioni, dal centro della tavola defilata in modo spontaneo (libera da convenzioni) per poi spostarsi verso gli estremi appena accennati da sfilacciature originali e creative. Le temati- che seguono schemi precisi, desunti da una naturale maturità di donna e di artista. Il suo bagaglio culturale e tecnico le consente di palesare il suo talento nella produzione e creazione di forme e strutture, originando caleidoscopiche deformazioni delle superfici, da cui hanno origine campiture complesse che interagiscono in un colto e raffinato equilibrio tridimensionale. Spesso, gli assi portanti di queste composizioni si innestano ortogonalmente rispetto alla verticale, formando interessanti e ritmiche geometrie. I due assi reggono una struttura che non sconvolge lo sguardo ma lo invita ad arrestarsi di fronte all’opera. Così, in un dinamico divenire, le opere fanno emergere, al di là di ogni apprensione estetico-morale, il materiale morbido e filamentoso con cui sono realizzate. Le cifre cromatiche fanno affiorare strani geroglifici che, però non esigono decifrazioni, poiché l’artista intende celarli. Potremmo quasi definirli “matasse di segni” o meglio “alfabeto senza fine”; un linguaggio che a parere dell’artista non poteva manifestarsi in un contesto differente. “La fortuna di vivere a Catanzaro, conosciuta anche come la Capitale della Seta”dice Rosa Spina. Un talento capace di esprimersi in una terra nella quale può manifestarsi in modo ampio il lavoro dell’artigiano, un mestiere destinato all’oblio del pro- gresso occidentale delle arti. A lei dunque il merito di un linguaggio nuovo, originale, che non possiede archetipi nella storia. Parole Intrecciate Le parole sono foglie d’autunno capaci d’indossare il rosso e di cadere nel fango con la stessa eleganza. Io le taccio e le scrivo perché i silenzi hanno colori che la voce cancella. L’alfabeto senza fine Fili alchemici tridimensionale défilage, rete colore su tela, 2008 cm 50 x 30 x 10 L’alfabeto senza fine Libertà di movimento tridimensionale, défilage, rete e colore su tela di juta cm 120 x 50 x 28 L’alfabeto senza fine Parole intrecciate 2 dittico, défilage e colore su tela cm 100x70 L’alfabeto senza fine Parole intrecciate 3 défilage, colore su tela, 2008, cm 50x70 L’alfabeto senza fine La chiave del tempo défilage, colore su tela, cm 40x30 L’alfabeto senza fine Lupo guerriero défilage su tela cm 40x30 L’alfabeto senza fine I rivoli del cuore défilage su tela cm 70x50 SCAMPOLI DI VITA Antonella Iaschi Accade a volte di aver bisogno di colori. Colori forti che parlano di sole, di terra, di gioia, di paura. Accade anche di essere attratti dal ticchettio di un orologio e di accorgersi che il presente non esiste, perché quel rumore nello stesso istante in cui lo percepiamo è già passato. Accade soprattutto nelle giornate d’autunno, in cui anche le distrazioni sono attutite dalla nebbia. Ho davanti frammenti di emozioni, la facoltà di scrivere per raccontarle e lo spazio infinito di tutte le possibilità di parola, eppure in questo oceano di offerte le parole giuste faticano a venire a galla. Cerco un foglio di carta e una matita, come se questa tastiera non fosse in grado di bastarmi, e scendo a un compromesso fra la tecnologia e l’antico: la possibilità di vedere tele che non posso toccare semplicemente schiacciando un tasto e il desiderio di scrivere sentendomi padrona dell’atto, dando forma alle lettere, sottolineandole, e accarezzando il foglio se necessario, per sentire la complicità della carta. Con la matita in mano, l’apparire dei quadri di Rosa Spina, che sfilano sul video offrendomi le loro fragranze come cesti di fiori freschi, sembra essere sufficiente a innescare le frasi che voglio. Volere, ecco la chiave. Voler esternare un’emozione, (non una critica, non ho le competenze per poterlo fare) e volerlo fare nel più reale dei modi. Il pensiero corre ai colori, poi ai titoli, poi al vissuto e riporta le parole di Rosa Spina che racconta e si racconta. Sono parole d’amore per il filo, per il telaio e per le proprie mani che danno forma all’idea come se un quadro fosse un feto che, minuto dopo minuto, si nutre succhiando arte dal cordone ombelicale e matura, fino ad essere pronto...e le acque si rompono mentre ancora le mani aiutano i pensieri a preparare la culla dove adagiare la materia. Materia che non è più il singolo filo, la stoffa di sfondo, il colore o la colla, ma è già opera nella sua complessità fatta di storia e d’intreccio, di nodo e di passione. Tutto diventa prezioso, dalla seta alla iuta, dal broccato al sacco. Proprio come in un figlio, niente è lì per caso e quello che guardo è frutto di un preciso, necessario, immodificabile progetto. Scorrono i titoli e cerco oltre, il non detto e le leggende sono un cassetto dal quale Rosa Spina estrae la sua capacità di stupirmi. Sarebbe scontato parlare di forme e di colori. Invece basta la traccia giusta e un quadrato di 38 centimetri si trasforma in un libro che narra di Persefone e mi riporta sua madre Demetra che crea le stagioni affidando al freddo la ter- ra, nel periodo in cui lei stessa ha il gelo dentro per la lontananza della figlia, costretta a tornare nell’Ade. Sarebbe facile pensare alle Sirene collegandole a qualcosa di blu o di nero, a qualcosa che introduca l’ acqua. Invece è il giallo il colore predominante del dittico che parla di loro: il giallo é il colore del terzo Chakra, il colore del Plesso del Sole dal quale nasce la voglia di prendersi cura di sé e tutti ,come le Sirene, lo facciamo anche attraverso le nostre illusioni. I quadri di Rosa Spina? Emozioni che diventano tele e tele che catturano parole. Come fossero scampoli lasciati in un cassetto in attesa della giusta possibilità di utilizzo sanno aspettare l’attimo giusto, il momento in cui guardandoli li vedi. In quel momento ti offrono la possibilità di leggerli. E leggere è una grande magia. Scampoli di vita avvolgono ricordi e silenzi e fermano nel presente quello che il tempo inghiotte. Sogni antichi e neonati si affidano agli intrecci come Calipso invoca il ritorno di Ulisse e le sirene tacciono ingannando se stesse. Scampoli di vita e fotogrammi immobili da appendere al silenzio come fossero note. SCAMPOLI DI VITA Attesa nella notte stellata 2007 défilage e colore su broccato cm 37x37 SCAMPOLI DI VITA Il filo spezzato 2007 défilage e colore su broccato cm 37x37 SCAMPOLI DI VITA Nuove albe 2005 défilage e colore su broccato cm 37x37 SCAMPOLI DI VITA tessere i desideri 2007 défilage e colore su broccato cm 37x37 SCAMPOLI DI VITA Nuove albe 2005 défilage e colore su broccato cm 37x37 SCAMPOLI DI VITA Tracce di qualcosa già stato 2007 défilage e colore su broccato cm 37x37 prima 2007 dopo 2007 défilage e colore su broccato cm 37x37 défilage e colore su broccato cm 37x37 SCAMPOLI DI VITA SCAMPOLI DI VITA prima dopo SCAMPOLI DI VITA Astrazione concettuale défilage e colore su sacco cm 50x60 SCAMPOLI DI VITA Chicchi di melograno défilage e colore su broccato cm 37x37 SCAMPOLI DI VITA Deposito del passato défilage e colore su sacco, 2007 cm 50x36 SCAMPOLI DI VITA Frutto etereo défilage e colore su broccato cm 37x37 SCAMPOLI DI VITA Geometrie e volute défilage e colore su damascato cm 44x44 SCAMPOLI DI VITA Libertà di relazione défilage e colore su broccato cm 37x37 SCAMPOLI DI VITA Persefone défilage e colore su broccato cm 37x37 SCAMPOLI DI VITA Sulle righe défilage e colore su damascato cm 44x44 SCAMPOLI DI VITA Tulipani défilage e colore su broccato cm 37x37 Armonie fluttuanti Francesca Londino Un feeling antico perso nel tempo legato a reminiscenze contemporanee è il fil rouge che collega le opere di Rosa Spina, artista e pioniera della Fiber Art. Frammenti ancestrali e al contempo futuribili, sospensioni temporali tra intrichi di trame, archetipi imprigionati tra fili di seta si combinano in un gioco ammaliante che si trasforma continuamente. La straordinaria capacità di progettare attraverso il telaio, trasformando successivamente il filo in Arte, ha reso il lavoro della Spina elaborato, colto, sofisticato, aperto anche alle più attuali istanze dei linguaggi artistici in atto. L’attitudine dell’artista è quella di misurarsi tenacemente con l’incommensurabile, con l’immateriale, con la volontà di riallacciare i fili di memorie femminili disperse per accompagnare lo spettatore in una sorta di territorio onirico dove sfumano i contorni e prendono consistenza armonie nostalgiche e voli fantastici. Nelle forme pensate ed elaborate dalla Spina cascate di fili reinterpretate e trasformate si fanno coscienza di antiche tradizioni, producono contatti impensabili, allargano nuovi orizzonti mentali e visivi. Profonda conoscitrice dei metodi di lavorazione e delle valenze effettuali del medium espressivo adottato, l’artista ne arricchisce i contenuti lessicali con elaborazioni astratto-informali animate da sognanti e intense accensioni cromatiche. La sua opera necessita di una lettura in tempi lunghi, scavata negli intrecci di una tessitura coloristica e compositiva densa di sensazioni tattili, emozioni creative e bagliori evocativi che illuminano il presente. Attraverso la fusione conFusione di trame tessili e pittoriche, l’astrazione iconografica, intesa come dipanarsi d’immagini avvolte in una calda sontuosità, nell’arte della Spina si fa linguaggio. Tessuti, manipolati, detessuti e lacerati i suoi lavori richiamano pulsioni, sogni, desideri, lontananze infinite e scenari inafferrabili:una raffinata “dialet- tica” tra la bellezza di un oggetto creato artigianalmente e il sublime artificio dell’arte. Ripetendo gesti antichi e cullanti, l’artista raccoglie le spoglie del tempo per tradurre fili e colori in anima. Quella della Spina è una ricerca senza stridori né contraddizioni, densa di suggestioni sedimentate, miscelate, vive, palpabili, che suggerisce un senso di perdita ma anche il desiderio di ricostruire un’identità da quella perdita. Tra trama e ordito, tra andata e ritorno, in un gioco di destrutturazione prima e di ristrutturazione della materia, poi tutto mentale, le materie tessili si cari- cano di valenze altamente simboliche, mentre l’idea, il pensiero e la sensibilità si fanno “gesto”, collocandosi al di là del tempo e di qualsiasi condiziona- Fluttuazioni temporali La Spina imposta il suo lavoro attraverso un codice di simboli proiettati Mentre affidi al telaio parole mento spazio-forma. dall’inconscio e dal legame indescrivibile tra visibile e invisibile, tra fuori e dentro, tra spazio e tempo, tra energia e materia, tra finito e infinito. E, più in intrecciando pensieri e colori, generale, tra soggetto e oggetto, tra spirito e materia. nodi come racconto e come sogno sione. Caratteristica principale delle opere è un’energia pulsante nata da io guardo nel silenzio della notte E la visione della donna e dell’artista trova, in ciò, la sua massima espresun sapiente intreccio di fili e nodi alchemici che si cristallizzano in sculture coscienti. Esse rivelano il segreto delle impenetrabili e causali connessioni che stanno all’origine del Divenire e dell’Essere. Si tratta di un lavoro, frutto di alcuni elementi concatenati e concatenanti gli uni agli altri, che l’artista ha filtrato e fatto suoi:il gesto creatore, il senso dello spazio, la poetica del fram- narrato per non perderne l’essenza, per raccogliere il tempo dei tuoi fili e lascio tracce nere sulla carta per renderti le storie che già sai. mento, la concretezza dell’immagine usata come messaggio. Coincidenze di un viaggio senza strade accuratamente esibite: è come se in queste tessiture cromatiche di sfilaccia- guidate da un destino che accomuna È dunque profonda ed enigmatica l’apparente semplicità di queste opere così ta luminosità l’artista avesse recuperato i fili sommersi del proprio destino, come se le variazioni non fossero altro che l’esca di arcaiche rievocazioni. Attimi. Inattese armonie fluttuanti e codici memoriali di un passato che torna a essere vivo nel presente come immagine visibile dell’anima. che ha percorsi diversi e uguali mete offrendo le emozioni come stelle. I pennelli e il tessuto come pane, l’inchiostro e i fogli bianchi come vino, il corpo e il sangue del mondo degli artisti servito su vassoi di impressioni. Quello che resterà sarà futuro e nuovi approdi per sguardi d’altri occhi meglio d’ogni medaglia e d’ogni premio perché l’anima vede e il cuore ascolta. Quello che fiorirà sarà amicizia suonata a quattro mani in un giardino dove tutto è possibile e i sentieri hanno tracce di nuovo da seguire. Armonie fluttuanti Il ritorno di Ulisse défilage e colori su tela, cm 60x50 Armonie fluttuanti filo e materia défilage e colori su tela, 2007 cm 70x70 Armonie fluttuanti Frammenti défilage e colori su tela, 2007 cm 148x90 Armonie fluttuanti Frammenti ancestrali défilage e colori su tela di juta, 2007 cm 105x69 Armonie fluttuanti Insediamenti temporali défilage e colori su tela di juta, 2007 cm 145x74 Armonie fluttuanti Le visioni di Arianna défilage e olio su tela, cm 150x90 Armonie fluttuanti Memoria e contemporaneità défilage e colori su tela di juta, 2007 cm 145x74 Armonie fluttuanti La Danza dei fili défilage e colori su tela, cm 146x110 Armonie fluttuanti Rete crescente e vertiginosa défilage e colori su tela di juta, 2007 cm 184x46 Armonie fluttuanti Agglomerati metropolitani défilage e colori su tela, cm 50x70 Armonie fluttuanti Sogno e realtà défilage e colori su tela, cm 70x70 Armonie fluttuanti Trame nello spazio Trame nello spazio riportano giovani illusioni nate con sole e vento e abbandonate in fretta per seguire la ragione verso copioni già scritti. Questa nuova primavera ritrova il coraggio del sogno e ancora il cielo racconta la filiera del tempo quando di notte il silenzio vive del tuo respiro. défilage e colori su tela di juta, cm 118x70 Armonie fluttuanti Vecchie e nuove armonie défilage e colori su tela di juta, 2005 cm 135x65 Armonie fluttuanti Andata e ritorno particolare, cm 195x40 Armonie fluttuanti Cantico dei ritmi arcaici défilage e colori su tela di juta, 2006 cm 118x68 Armonie fluttuanti Filo e segno 2 Dittico, défilage e colori su tela, cm 100x70 Armonie fluttuanti Filare il tempo Filare il tempo Le dita sfiorano l’attesa e sfilano pazienti le trame per creare il non tempo che allontana le scelte Nel limbo dei pensieri ricordo incanti di colore aggiungono gocce di vita alla nostalgia che si perde fra le linee del segno Tracce di qualcosa già stato partoriscono nuovi orizzonti mentre dalla fonte del giorno zampilla acqua perenne Altri soli rischiarano la tela e la clessidra si svuota lasciando che le dita frughino nel non tempo che forgia il destino. hanno tracce di nuovo da seguire. défilage e colori su tela, cm 50x70 Armonie fluttuanti Le trame dell’esistenza Dittico, défilage e colori su tela, cm 60x40 Armonie fluttuanti SKULD RECIDE IL FILO défilage e colori su tela, cm 80x60 Armonie fluttuanti URD FILA IL PASSATO défilage e colori su tela, cm 80x60 Le vie della seta Lara Caccia Il titolo di questa opera ci riporta alla mente quelle rotte commerciali, quei percorsi carovanieri che partivano dal mediterraneo verso la Cina e l’India. “Le vie della seta” sono oramai divenute, infatti, nell’immaginario collettivo, sinonimo di viaggi avventurosi verso spazi sconfinati e sconosciuti: vie che simboleggiano quel filo sottile dell’incontro tra due mondi, quello occidentale e quello orientale. Anche nelle opere di Rosa Spina veniamo introdotti in un viaggio dove lo spazio che attraversiamo è invaso da “fili” che ripercorrono vie immateriali, vie di ancestrale memoria. Tra le vie più familiari possiamo ricordare quelle storiche che vedono Catanzaro, città in cui vive l’artista, protagonista, tra l’ XI e il XVIII secolo, delle rotte commerciali “attraverso le quali i ‘cathasariti’ (così venivano chiamati i tessuti catanzaresi) divennero famosi e apprezzati in tutta Italia e in parte dell’Europa per la loro alta qualità, per la raffinatezza dei disegni nonché per la bellezza e la lucentezza dei colori natura¬li” . Così la tradizione tessile è stata alla base dell’economia artigianale della città di Catanzaro, e la lavorazione era demandata esclusivamente alle donne, le quali oltre a contri- buire all’economia familiare potevano, attraverso la tessitura e la produzione raffinata dei damaschi, esprimere la propria creatività. Allora perché non pensare a Rosa Spina come una moderna “tessitrice d’arte” che esterna la sua creatività realizzando opere materiche? La tela diventa un pretesto dove appoggiare lembi di coperte tessute a vecchi telai di legno: trame di colori su letti dipinti a larghe pennellate. La materia in questo caso non è più l’elemento dirompente dell’opera, ma diviene essa stessa retaggio del passato. Le opere sono state definite come “dèfilages”: dal gesto che l’artista compie dopo aver ottenuto un frammento di tessuto, sottraendo gradualmente cioè alcuni fili da esso. Anche queste “rimanenze” vengono poi inserite sulla tela, come residui di un passaggio obbligato, caro all’arte contemporanea, che porta dalla costruzione di un oggetto (in questo caso di un tessuto) alla deco- struzione di esso, quasi ad arrivare all’origine da cui si era partiti: ai fili liberi. Gesto questo che ricorda lo strappo dei “décollages” del maestro Mimmo Rotella, amico della nostra artista e con cui si è incontrata molte volte per dialogare d’arte. In Rosa Spina, però, l’opera non è più un’“icona” della contemporaneità come poteva essere il manifesto pubblicitario, ma diviene un’icona della tradizione raccontata attraverso un linguaggio “moderno”; inoltre lo scarto (i fili sfilati) sono parte fondamentale dell’opera, che rimane come ultima testimonianza di tutto il procedimento de-costruttivo compiuto dall’artista. Le quattro tavole del polittico formano una successione di mappe in cui osserviamo intrecci di “vie di seta” che portano alla conoscenza di strade più remote, individuabili ormai solo nella nostra memoria, ma che affiorano in quel gioco tra ordito e trama e si perdono di nuovo nello sfilacciarsi della materia al di fuori della composizione: fino a fuoriuscire, a volte, dallo spazio assegnato dei bordi della tela. Tra seta e ginestre i colori del tempo hanno clessidre di luna. Si perdono negli occhi della notte le storie tessute o sospirate che profumano di miele e di sole. All’alba quando le idee nuotano nella quiete rosa-azzurra resta un sonno leggero ad aspettare il naufrago O. Sergi, Catanzaro: Gli antichi mestieri. L’arte della seta, in Enciclopedia dei Comuni della e un mantello da re Calabria, vol. I, a cura di D. Guido, Ed. Chelone, Cosenza per avvolgerne i sogni. 1 Le vie della seta Richiamo alle illusioni delle sirene dittico, défilage e colori su tela, cm 60x40 Le vie della seta Ricordi ancestrali dittico, défilage e colori su tela, cm 60x40 Le vie della seta Frammenti t’ essere tr’amando dittico, défilage e colori su tela, cm 60x40 Le vie della seta Le vie della seta polittico, défilage e colori su tela, cm 60x60 Le vie della seta Spighe dorate tridimensionale, tecnica mista, cm 110x40x30 Le vie della seta I sogni di Iippocrate tridimensionale, tecnica mista, cm 31x21x18 Le vie della seta Colori mediterranei tridimensionale, tecnica mista, cm 49x21x16 Le vie della seta Fluttuazioni temporali tridimensionale, tecnica mista, cm 20x20x20 Le vie della seta l’albero della seta Sulle labbra la dolcezza del frutto il bianco e il rosso del gusto maturo, a ricordo del sole e del sogno speso aspettando l’attimo fuggente. Sulle spose il liscio della seta la pazienza sapiente della vita che germoglia dal lavoro caparbio nutrimento e speranza del domani. Il tempo accarezzato dagli sguardi ha freschezze trascorse in altri giorni rimaste come oro fra le rughe tesoro di esperienza e tradizione. Aspetto il passare degli istanti allungando i pensieri fino a te e ritornano immagini dolci avvolte in bozzoli che saranno luce. Scorre la notte su possibili incanti mentre fioriscono rami di speranze figli di un gelso che sussurra di noi e io, ancora, mi sorprendo ad amare. Installazione, 2007 dÈfilage Rosa Spina Des restes de vie Enrobent souvenirs et silences Et consacrent au présent Ce que le temps avale. Des rêves anciens et nouveaux Se fient aux trames Comme Calypso invoque Le retour d’Ulysse, Et les Sirènes se taisent Se trompant elles-mêmes. Des restes de vie, Photogrammes immobiles Qu’on accroche au silence Comme s’ils étaient des notes. Remnants of life wrap up memory and silence and freeze in the present the moments swallowed up by time. Ancient and newborn dreams trust in the weavings while Calypso implores Ulysses to come back and Sirens fall silent deceiving themselves. Remnants of life and still frames to be hung on the silence as if they were notes. Francese Luna Malaguti Inglese Luca Lampacrescia Restes de vie Antonella Iaschi REMNANTS OF LIFE Antonella Iaschi Il arrive parfois qu’on ait envie de couleurs. Des couleurs vives qui évoquent le soleil, la terre, la joie, la peur. Il arrive aussi qu’en Sometimes it happens that you need colours. Strong colours that speak of the sun, of the earth, of joy, of fear. It also happens that you are attrac- passé. Cela arrive surtout en automne, quand tout est estompé par le brouillard. away. This usually happens on autumn days, when even distractions are muffled by the fog. remarquant le tic-tac d’une horloge on s’aperçoive que le présent n’existe pas, car dès le moment où on l’entend, ce bruit est déjà J’ai devant moi des fragments d’émotions, et en moi les infinies ressources du langage pour les décrire, et pourtant les bons mots restent perdus dans cet océan de possibilités. Comme si ce clavier ne me suffisait pas, je cherche une feuille et un crayon et je trouve un compromis entre la technologie et les vieux temps : en un clic j’accède à des toiles que je ne peux pas toucher, et je peux en écrire en maîtrisant mon geste, donner forme aux lettres, les souligner et même caresser le papier pour m’assurer de notre complicité. Le crayon à la main, la seule apparition des tableaux de Rosa Spina qui défilent sur l’écran en m’offrant leurs fragrances de panier de fleurs fraîches, suffit à déclencher les phrases que je veux. Vouloir, voilà la clé. Vouloir exprimer une émotion (et non pas rédiger une critique, je n’ai pas les compétences nécessaires), et vouloir le faire de la plus réelle des façons. En pensant aux couleurs, aux titres, puis au vécu, ce sont les mots racontés par Rosa Spina qui me viennent à l’esprit. Il s’agit de mots d’amour pour le fil, pour le métier et pour ses propres mains qui façonnent les idées comme si chaque tableau était un fœtus qui se nourrit d’art à travers le cordon et grandit jusqu’à être prêt… et tu perds tes eaux alors que tes mains et ton esprit préparent le berceau qui accueillera la matière. Et à ce moment-là, la matière n’est plus juste fil, tissu, couleur ou colle, elle est déjà l’œuvre dans toute sa complexité, faite d’histoire et de trames, de nœuds et de passion. Tout devient précieux, de la soie au jute, du brocart au chanvre. C’est comme un être humain à qui on donne la vie : en lui, rien n’est laissé au hasard, tout se fait selon un projet précis, nécessaire et inchangeable. Les titres des œuvres de Rosa Spina défilent devant moi et j’essaie d’aller plus en profondeur, d’atteindre les non-dits et les légendes que cette artiste sait exploiter pour me surprendre. Il serait restrictif de s’arrêter aux formes et aux couleurs. Il s’agit plutôt de chercher la bonne piste qui transforme un carré de 38 centimètres de côté en un livre qui retrace l’histoire de Perséphone et sa mère Déméter, qui laissa l’hiver s’abattre sur la Terre pour partir à la recherche de la fille captive au royaume des morts, donnant ainsi naissance aux saisons. Il serait facile d’associer les Sirènes au bleu ou bien au noir, couleurs qui rappellent l’eau. Toutefois, dans le diptyque consacré a ces créatures, la couleur dominante est le jaune : la couleur du troisième Chakra et du plexus solaire d’où naît l’envie de prendre soin de soi-même, tout comme les Sirènes, même à travers les illusions. Les oeuvres de Rosa Spina? Des émotions qui deviennent toiles et des toiles qui contiennent paroles. Elles sont comme les restes de tissus laissés au fond d’un tiroir avant d’être employés, sachant attendre le bon moment pour attirer notre attention. À ce moment-là, ils s’offrent à la lecture. Et il n’y a rien de plus magique que la lecture. ted by the ticking of a clock, and then you realize that the present does not exist, because in the same moment that we perceive it, it has passed In front of me: fragments of emotions, the power of speech to write them down, and the infinite space of all the possible words. Still, in this ocean of suggestions, the right words struggle to surface. I look for a paper and a pencil, as if this keyboard could not be enough for me, and I reach a compromise between technology and tradition: the possibility of seeing paintings that I cannot touch by simply pressing a button, and the desire of mastering the act of writing, giving shape to the letters underlying them, and caressing the paper, when necessary, to feel its complicity. The pencil in hand, those Rosa Spina’s pictures appear and pass on the screen, and offer the scent of bouquets of fresh flowers: this seems enough to prompt the sentences that I want. To want---that’s the clue. Wanting to express an emotion (not a criticism, I would not be capable of doing that) and wanting to do it in the realest way possible. My thoughts run through the colours, through the titles, then to the experience and eventually relate Rosa Spina’s tales and words. These words are words of love for the thread, for the loom and for her own hands that give shape to her ideas, as if the picture were an unborn child who, moment after moment, feeds itself by sucking Art through the umbilical cord, and grows, until it is ready… and then the waters break, while the hands are still helping the thoughts to prepare the cradle where the matter will be laid. That is no longer the single thread, the fabric of the background, the colour or the glue, but it has already become an artwork in its complexity, made of history and weaving, of knots and passion. Everything becomes precious, from silk to jute, from brocade to sackcloth. Exactly as for a child, nothing is there by chance, and what I see is the result of a precise, necessary, not modifiable project. Titles pass on the screen and I look further on, the unsaid and legends are like a magician’s hat from which Rosa Spina pulls out her ability to astonish me. It would be predictable to speak about shapes and colours. Instead, she just needs the right idea and a 15-inch square becomes a book that tells of Persephone and reminds me of her mother Demeter who created seasons by freezing earth, when also her heart was frozen with despair because her daughter had been forced to go back to the underworld with Hades. It would be easy to think about Sirens by introducing something blue or black, something that recalls water. Nonetheless, yellow is the predo- minant colour in the diptych about Sirens: yellow is the colour of the Third Chakra, the colour of the Solar Plexus, from which originates the will to care about ourselves, and everybody, like Sirens, who do this through illusions as well. What about Rosa Spina’s compositions? Emotions that become pictures and pictures that catch words. As if they were remnants put in cold storage waiting for the right opportunity to be used, they are able to wait for the right moment, when you see them by looking at them. At that moment they will give you the opportunity to be read. And reading is sheer magic. L’alphabet infini des défilages de Rosa Spina Antonio Falbo The “never-ending alphabet” of Rosa Spina’s fraying technique Antonio Falbo La grande importance qu’accorde Rosa Spina aux côtés irrationnels et décoratifs de ses oeuvres déclenche, chez l’observateur, une The particular importance that Rosa Spina gives to the irrational and decorative aspects in her works leads the viewer to expres- Il n’est pas toujours facile d’assimiler complètement de telles expériences, mais ces dernières accroissent l’importance du côté Sometimes, such experiences may not seem entirely alike, but they attach considerable significance to the aesthetical side. Taken réaction expressive/émotive liée à la réception de l’objet. esthétique de l’œuvre. Détournés de leur réelle fonction quotidienne et librement associés, des matériaux variés tels que laine, soie, papier et pigments se chargent d’une harmonieuse vitalité. Des lambeaux de tissus anciennement employés de façon décora- tive gagnent de nouvelles fonctions et une dignité absolument inédite. Une dignité qui, en apparence, touche l’observateur, mais qui prend plus de valeur si l’on compare les créations de Rosa Spina à d’autres exemples tirés de l’histoire de l’art du 20e siècle. Au début du siècle, Pablo Picasso inventa la technique des papiers collés, qui fut par la suite une des signatures du cubisme et du futurisme. Aujourd’hui, Rosa Spina renouvelle le langage du collage : le rendement des matériaux communique à l’observateur de nouvelles structures, tout en libérant l’imagination. Ces expériences trouvent leur achèvement dans la technique novatrice du défilage. Les compositions se transforment en « ready-made », c’est-à-dire en créations prêtes à être consommées et à être élevées au rang d’oeuvres d’art. Dans les dernières réalisations de Rosa Spina, j’ai constaté avec intérêt que l’artiste a su perfectionner sa technique et développer un langage interactif qui varie selon l’intérêt de l’observateur. Les fils fluctuent sur les surfaces se chargeant à chaque fois de sive-emotional reactions connected to the enjoyment of her objects of art. from their real, daily functions and freely re-associated, different materials such as wool, silk, paper, along with various pigments, take on a harmonious vitality. Pieces of fabric, of yarns, that were once used for a decorative or practical purpose, acquire now a new function and a new dignity. A dignity that seemingly involves the viewer but that actually conceals a greater value, if these artworks are compared to other products of 20th century art. In the early 20th century, it was Picasso who first introduced in Cubism the “papiers-collés” technique, which was used in Futu- rism only later on during the past century. Rosa Spina masters a renewed artistic language compared to paper collage: she uses materials in a way that conveys new structures to the viewers and fires their imagination. Then, these experiments find fulfilment in her new fraying technique. Compositions turn into ready made objects, ready to rise to the rank of artworks. In the last artist’s creations I have been pleased to notice how she has been able to refine her technique, thus developing an interactive language that modifies according to the viewer’s interest. The threads float on the surfaces and always show fortuitous new colour variations. This enables the artist to nouvelles variations chromatiques à travers lesquelles l’artiste peut interagir avec le public de façon passionnante et suggestive. communicate with the viewer in a captivating and evocative way. Rosa Spina manages to create a sensory concentration that oeuvres les plus récentes, que j’ai pu admirer l’automne passé, a sensiblement évolué surtout pour ce qui est des rapports chro- siderably evolved, especially in colour ratios, where the balance of composition is far greater than her previous productions. The Dans ce contexte, Rosa Spina crée une tension perceptive qui nous permet de sentir la vitalité de l’image. Le langage créatif de ses matiques qui présentent une composition beaucoup plus équilibrée par rapport aux œuvres précédentes. L’augmentation du contraste lors de la réception visuelle de l’œuvre accentue l’impact des couleurs et offre, aux observateurs les plus attentifs, une vue d’ensemble qui naît dans certaines réalisations du centre du tableau défilé de façon spontanée (et non conventionnelle) et se déplace vers les extrémités à peine esquissées par des effilages originaux et créatifs. Les thématiques s’articulent selon des schémas précis, tirés de la naturelle maturité personnelle et artistique de Rosa Spina. Son bagage culturel et technique lui permet de montrer son talent pour la production et la réalisation de formes et structures, en créant des déformations kaléidoscopiques à partir des surfaces qui donnent vie à des aplats complexes qui interagissent au sein d’un équilibre tridimensionnel cultivé et élégant. Souvent, les axes principaux sont perpendiculaires à la verticale et forment d’intéres- santes géométries rythmiques. La structure qui se développe autour des deux axes ne bouleverse pas le regard, mais l’invite à se poser sur l’œuvre. C’est ainsi que, sous le signe du dynamisme, les œuvres de Rosa Spina laissent émerger, au-delà de tout souci esthétique/moral, le matériel doux et filamenteux dont elles sont faites. Les chiffres chromatiques créent de bizarres hiéroglyphes que l’artiste ne nous permet pas de déchiffrer. Il s’agit d’un écheveau de signes ou, encore mieux, d’un alphabet infini; un langage qui, selon l’artiste elle-même, n’aurait pas pu se manifester ailleurs. « J’ai la chance de vivre à Catanzaro, la capitale de la soie », affirme Rosa Spina. Cette artiste possède un talent capable de s’exprimer dans un contexte favorable à l’artisanat, un métier autrement condamné à être oublié par le progrès artistique occidental. Rosa Spina a inventé un langage novateur et original, qui n’a pas d’antécédents historiques. allows us to feel the vitality of the image. Her creative language in this new production, as I could admire last autumn, has con- increased visual contrast highlights the colour effect and leads the viewer’s careful eye through the composition, sometimes from the centre of the spontaneously frayed canvas (free from conventions) to the edges, roughly outlined by fraying them creatively and originally. The themes follow a set pattern and are drawn from the natural maturity of a woman and artist. The learning and technique that she has acquired enables her to express her talent in the creation of forms and structures. Kaleidoscopic deformations move the surfaces and produce complex backgrounds that interact in a refined tri-dimensional balance. The axes of these compositions are often perpendicular to the vertical and create interesting, rhythmic patterns. The two axes sustain a structure that does not distract the eye but invite it to stay on the work. So, by dynamically and continuously changing, her artworks reveal the soft and thready materials that compose them, disregarding any aesthetical or moral concern. The colour composition lets mysterious hieroglyphics emerge, but these do not demand being deciphered, since the artist wishes to conceal them. We may call this a “tangled skein of signs” or else a “never-ending alphabet”, a language that could not have surfaced in a different context, as the artist admits. “This is the chance of living in Catanzaro, Calabria, also known as the Capital of Silk”, Rosa Spina says. A talent capable of emerging in a land that still leaves plenty of space for handiwork, a craft that is falling into oblivion because of the progress of western arts. Rosa Spina must be given credit for her language, a new, original language without predecessors in history. Fluctuantes harmonies Francesca Londino Floating harmonies Francesca Londino Le leitmotiv des oeuvres de Rosa Spina, artiste et pionnière de la Fiber Art, est l’union entre sensations anciennes et réminiscences An ancient atmosphere, lost in time, interwoven with contemporary reminiscences: such is the fil rouge that runs through Rosa emprisonnés entre des fils de soie se combinent dans un jeu ensorcelant en perpétuelle transformation. ned in silk threads, all these elements are intertwined in a charming, ever-changing game. Rosa Spina’s extraordinary ability to borée, cultivée et sophistiquée qui s’inscrit parfaitement dans les tendances artistiques les plus actuelles. open to the newest instances of today’s artistic languages. minines dispersées pour amener l’observateur dans une sorte d’espace onirique où les contours se brouillent, faisant naître des up the threads of lost feminine memories and of leading the viewer into a dream-like land where edges blur and where nostalgic Dans les formes pensées et réalisées par Rosa Spina, les chutes de fils réinterprétées et transformées évoquent des traditions an- preted and transformed to become the consciousness of ancient traditions. They produce unimaginable contact; they open up new Fine connaisseuse des méthodes de travail et des potentialités du moyen d’expression choisi, l’artiste en élargit le lexique à travers des Starting from a deep knowledge of both the working methods and the actual values of the expressive medium, the artist enriches Pour lire l’œuvre de Rosa Spina, il faut prendre son temps et se plonger dans les trames d’un tissage de formes et de couleurs, riche en needs long time to be read, the viewer has to penetrate the tangled layers of a colour and compositional texture full of tactile sen- les et picturales, l’abstraction iconographique, c’est-à-dire le somptueux déroulement des images, se transforme en langage. Through the fusion/conFusion of textile and pictorial plots, the figurative abstraction, i.e. to untangle a series of images wrapped et des décors insaisissables : une élégante dialectique entre la beauté de la production artisanale et les sublimes artifices de l’art. Dans la Woven, knotted, unwoven and torn, her works remind cravings, dreams, desires, infinite distances and untouchable scenarios: a Rosa Spina poursuit une recherche sans grincements ni contradictions, sous le signe de suggestions sédimentées, mélangées, vi- artist picks up the body of time to translate threads and colours into soul. Entre trame et chaîne, entre allée et retour, dans un jeu de déstructuration et restructuration d’abord matériel et ensuite mental, les sensations that suggest a sense of loss, but also the desire of reconstructing an identity from that loss. » libre de tout conditionnement temporel et spatio-formel. les are charged with highly symbolical values, whilst the Idea, Thought and Sensitivity become ‘gesture’ and take a place beyond visible, entre extérieur et intérieur, entre espace et temps, entre énergie et matière, entre fini et infini. Et, plus généralement, entre Spina designs her work through a code of symbols emerging from the unconscious and from the ineffable connections between L’image de la femme et de l’artiste trouve ici sa plus haute expression. La principale caractéristique des œuvres de Rosa Spina est subject and object, between spirit and matter. res révèlent le secret des connexions impénétrables et causales qui sont à l’origine du Devenir et de l’Être. a skilled weaving of alchemical knots and threads that take shape into conscious sculptures. These reveal the secret of the im- de l’espace, la poétique du fragment, le caractère concret de l’image employée comme message. linked and linking together, that the artist has filtered and personalised: the creating gesture, the sense of space, the poetry of the ces trames chromatiques lumineusement effilochées Rosa Spina avait retrouvé les fils submergés de son propre destin, comme si The apparent simplicity of these accurately exhibited works is actually deep and enigmatic: in these coloured weavings of frayed scences d’un passé qui revit dans le présent en tant qu’image visible de l’esprit. archaic revivals. Moments. Unexpected, floating harmonies and memorial codes of a past that is brought back to life in the present contemporaines. Des fragments ancestraux et en même temps futuristes, des trames suspendues dans le temps et des archétypes Spina’s works, a Fiber Art artist and pioneer. Ancestral fragments that lie in the near future, stillness in time, archetypes impriso- L’extraordinaire capacité de Rosa Spina de projeter à travers le métier et de transformer les fils en Art donne vie à une œuvre éla- plan her work on the loom, then transforming the yarns into Art, has resulted in sophisticated and refined compositions that are Cette artiste est capable de se mesurer avec l’incommensurable et l’immatériel, dans le but de renouer les fils de mémoires fé- The artist has the talent of tenaciously measuring herself with the incommensurable, with the immaterial, with the will of picking harmonies nostalgiques et des envolées fantasques. harmonies and flights of fantasy come into existence. In the shapes thought and created by Spina, cascades of threads are reinter- ciennes, créent des liens indicibles et élargissent les horizons mentaux et visuels. horizons for the eye and for the mind. élaborations abstraites/informelles, rehaussées par des éclats chromatiques intenses et oniriques. its lexical contents with informal and abstract elaborations liven up by a dream-like, intense brightness of the colours. Her work perceptions tactiles, émotions créatives et éblouissements évocateurs éclairant le présent. À travers la fusion/confusion des trames texti- sations, creative emotions and evocative lights that brighten the present. Tissés, manipulés, effilochés et déchirés, les tableaux de cette artiste évoquent des pulsions, des rêves, des désirs, des distances infinies up in a warm sumptuousness, becomes language in Spina’s art. répétition de gestes anciens et berçants, l’artiste accueillit les dépouilles du temps, pour convertir fils et couleurs en esprit. refined dialectic between the beauty of a handicraft and the sublime mastery of art. By repeating ancient and lulling gestures, the vantes et palpables, qui inspirent une sensation de perte, mais aussi le désir de rebâtir une identité à partir de cet éloignement. Spina’s research is not jarring, nor contradictory. On the contrary, it is full of fascination, like mixed layers of vivid and palpable matières textiles se chargent de significations symboliques, tandis que les idées, l’esprit et la sensibilité se transforment en « acte Between warp and weft, there and back, in a mental game of dismantling the structure first and re-building the matter then, texti- Le travail de Rosa Spina se fonde sur un code de symboles émanant de l’inconscient et du lien indescriptible entre visible et in- time or any space-shape constraint. sujet et objet, entre esprit et corps. visible and invisible, between in and out, space and time, energy and matter, finite and infinite. And more generally between une énergie palpable qui naît du tissage habile de fils et noeuds alchimiques se cristallisant en sculptures conscientes. Ces derniè- In this, the vision of a woman and artist finds its fullest expression. The main feature of her works is a beating energy born from Il s’agit du fruit de quelques éléments enchaînés et enchaînants que l’artiste a su filtrer et s’approprier : le geste créateur, le sens penetrable and causal connections that are at the origins of Being and Becoming. This is a work, resulting from some elements Derrière l’apparente simplicité de ces tableaux si bien conçus se cache en réalité une profondeur énigmatique : c’est comme si dans fragment, the concreteness of the image used as a message. les variations n’étaient que l’amorce d’évocations archaïques. Des instants. D’inattendues harmonies fluctuantes et des rémini- brightness, it seems like the artist has picked up the hidden threads of her destiny, as if variations were nothing but the bait for time as the visible image of the soul. PERSONALI • • • • • • • • • • • • • • • • • • 2004 “Tessere l’Arte” Galleria Mattia Preti, Catanzaro. 2004, “L’intreccio”, nell’’ambito del Convegno “I Nuovi Lavori delle Donne”, organizzato dal Lions Club CZ, Hotel Guglielmo Catanzaro. 2004 “Fiber Art” Antologica 1965-2004, a cura di Luca Vasta, Galleria Mattia Preti, Catanzaro 2004 “Episodi di Tessitura” Galleria Arte Spazio, Catanzaro 2005 “Eco-Installazioni”, a cura dell’Associazione Crat, Villa Conti Falluc Catanzaro. 2005 “Opere De-Tessute” Galleria Arte Spazio, Catanzaro. 2005 “Opere De-Tessute” Castello Caracciolo di S. Floro. 2006 “Col filo di Arianna. Dalle trame dipinte di Raoul Dufy alle trame rielaborate di Rosa Spina”, presentazione e testi di Antonio Falbo e Leonardo Bizzoco, Rocca Sforzesca di Soncino (CREMONA) 2006 “I Expo Arte Mediterraneo” Cupole Geodetiche, Cosenza. 2007 “Filo e Segno”, organizzata dall’Associazione Fidapa-CZ, a cura di Francesca Londino, Centro Culturale Fontana Vecchia, Catanzaro 2007 “Vitarte - Mostra Mercato Arte Moderna e Contemporanea”, Padiglioni Tuscia di Viterbo. 2007 ”Tracce”, Galleria d’Arte Il Futurista, Crotone. 2007 “L’albero della Seta” Installazione Site Specific, con testo poetico di Antonella Iaschi, Museo del baco da seta, San Floro CZ 2007 “Udinearte”Fiera d’Arte Moderna e Contemporanea a cura Ass. AURA Udine 2007 Fiber Art “Scampoli di vita” testo poetico di Antonella Iaschi, Galleria Mattia Preti Catanzaro. 2008 “ Fili di nebbia e di sole” Galleria il Futurista Crotone 2008 Expo Arte Fiera di Bari 2008 “Scampoli di vita” a cura di Mauro Filippini, Club Giardino Carpi (Modena) COLLETTIVE • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 2004 I Rassegna “Arte & Satira”, Galleria Mattia Preti di Catanzaro. 2004 “Esposizione Arte Tessile” Badolato Marina. 2004 “Trame d’Arte” Galleria Arte Spazio, Catanzaro. 2004 “XI Edizione Arte Incontro”, Centro Culturale di Catanzaro. 2004 “Damaschi, Sete e Tessuti”, Hotel Guglielmo Catanzaro. 2005 “Elaborati d’Arte” Galleria Arte Spazio, Catanzaro. 2005 “L’Arte di Essere Donna” organizzata dal Circolo Unione - Università Permanente, Pal. Fazzari Catanzaro. 2005 “F4-For Friends”, a cura della Pro Loco, Duomo di Catanzaro. 2005 “Rassegna di Arte Sacra”, Palazzo Fazzari Catanzaro. 2005 “Filo lungo Filo,un nodo si farà”, X Anniversario dell’ Associazione “Amici della Scuola Leuman”, Sala delle Arti di Collegno, Torino. 2005 “I Mostra Propedeutica Città di Catanzaro per la VI Biennale Internazionale di Roma”, Centro Culturale Fontana Vecchia, Catanzaro. 2006 “II Rassegna Tessere l’Arte”, a cura dell’Associazione Crat, Centro Culturale “Fontana Vecchia”, Catanzaro. 2006 “Patrimonio Artistico Calabrese”, a cura del prof Mario Gallo, Liceo Artistico di Catanzaro. 2006 “Il Filo Dell’Arte”, a cura dell’Associazione Crat, Lega Navale, Soverato (CZ) 2006 “Pittura, Arte e Cultura nella Calabria Contemporanea - II Edizione “ Montalto Uffugo (CS). 2006 “La Tela di Aracne”, Rocca Paolina, Perugia. 2006” La Tela di Aracne”, Museo del Presente, Rende (CS). 2006 “Senza Tempo” Mostra d’Arte a cura dell’Associazione Asca, Badolato 2007 “Omaggio all’Universo Donna”, organizzata dall’ Associazione Asca, a cura di Francesca Londino, Sala Mostre • • • • • • • • • • • • • • • • • della Comunità Montana di Isca Jonio 2007 “Il giardino di Hermes”, organizzata dal Circolo Unione-Università Permanente, a cura di Alessandro Russo e Angela Fidone, Pal. Fazzari Catanzaro. 2007 “Donnarte”, Sala Consiliare del Comune di Cotronei (kR). 2007 ”Patrimonio Artistico Calabrese” a cura del prof Cristiano, presso il Liceo Artistico Statale di Catanzaro. 2007 “Fiera D’arte”, a cura dell’ Ass. Calabria Textile, Firenze 2007 ”Colori e Sapori del Mediterraneo”, organizzata dall’ Associazione Asca, a cura di Francesca Londino, Anfiteatro dell’Istituto Alberghiero di Soverato 2007 “Artigianato in Calabria”, artista Fiber Art a cura Assessorato Attività Produttive - Regione Calabria, Complesso Monumentale S. Giovanni di Catanzaro 2007 “Rassegn a Estiva”, Galleria La Pergola Arte, Firenze 2007 ITALIARTS Artisti Italiani Contemporanei in Filandia Expo Biblioteca Leppàvaara Europea Sello, Helsinki 2007 “Artigianato in Calabria” Sala Nicholas Gren Regione Calabria, Reggio Calabria. 2007 “IV Biennale Internazionale D’Arte Contemporanea – Magna Grecia”, Comune di San Demetrio Corone, Cosenza ( premio della critica) 2007 “Agglomerati Metropolitani” Galleria La Pergola Arte, Firenze 2007 “Amico Pane” a cura di Gianfranco Labrosciano, Convento Domenicano, Altomonte 2007 “Oggetti Instabili”, Complesso Storico di San Domenico, Lamezia Terme 2007 “Tessere l’Arte” a cura delCRAT Palazzo Fazzari Catanzaro 2007 Mostra prapateutica VII biennale Roma Palazzo Fazzari Catanzaro 2008 VII BIENNALE D’ARTE INT. Contemporanea a cura CIAC Roma 2008 Rassegna “LE STANZE DI VENERE” Galleria Cassiopea Roma BIBLIOGRAFIA 2007 Catalogo FILO E SEGNO a cura di Francesca Londino Catalogo VITARTE Mostra Mercato Arte Viterbo padiglioni Tuscia Catalogo AMICO PANE a cura di Gianfranco Labrosciano Catalogo FIRENZE ARTE a cura della Galleria La Pergola Firenze Catalogo IV BIENNALE INT. D’ARTE CONTEMP. Magna Grecia San Demetrio Corone CS Rivista ARTE MONDADORI n.405 “Calabria D’Arte” Catalogo ITALIARTIS Artisti Italiani in Filandia a cura Ist. Italiano di cultura-HELSINKI Rivista ARTE MONDADORI n.411 Artisti a Nord Est a cura di Enzo Santese Catalogo UDINEARTE Fiera D’Arte Moderna e Contemporanea a cura Ass. AURA Udine Catalogo ARTIGIANATO IN CALABRIA a cura Regione Calabria 2007/08 Catalogo DE’FILAGES Rosa Spina 2008 a cura di A. Iaschi, grafica Giorgio Giliberti Rivista editrice ACCA in….arte bimestrale Dic. 2007 Gen.2008 Catalogo “Opera Prima” Biennale d’Arte Int. ROMA VII edizione Sale del Bramante Rivista editrice ACCA in….arte bimestrale Feb. Mar. 2008 Catalogo “la Pergola Arte” Artisti 2007 Firenze a cura di Michael Musone ROSA SPINA Via Mons. Giov. APA n.12 88100 CATANZARO Tel. Studio 0961-62359 Mobile 3358182991 e-mail [email protected] siti www.arterosaspina.com www.AD-ARTEDESIGN.INFO