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dÉfilage
Rosa Spina
a cura di
Iaschi Antonella
impaginazione e grafica:
Giorgio Giliberti
fotografie:
Giorgio Giliberti, Epifanio Spina, Rosa Spina
poesie:
Antonella Iaschi
Rosa Spina
Nelle mie creazioni tessili convivono lo studio e le esperienze di molti anni della mia
vita; esse rappresentano l’ideale interpretativo e tecnico che ho sviluppato, modificato e
perfezionato in un intenso e meraviglioso confronto con le esigenze della tessitura.
I quadri che nascono dall’intreccio fra trama, ordito e colori vogliono sfidare l’eternità
ed il mistero, con i loro motivi decorativi rigidamente esatti. La mia esperienza pro-
fessionale di creatrice di tessili, si fonde con la ricerca del significato del trascorrere del
tempo sui tessuti e con la volontà di proiettare la tessitura contemporanea nel futuro.
Dalla mia bisnonna ho ereditato la passione per la tessitura e la sua abilità, dal mondo
dell’Arte il tentativo di interpretare la tessitura dal punto di vista dell’immaginario.
L’esercizio della tessitura, con i suoi gesti misurati, i ritmi semplici, i colori e le forme mi
hanno insegnato fin da ragazza, a coltivare doti umane importanti come la riflessione,
la perseveranza e la concentrazione. Dopo un periodo di necessaria sperimentazione,
in cui ho approfondito le principali armature di base, ho iniziato ad approfondire la
tradizionale tessitura italiana, anche dal punto di vista storico ed antropologico. Mi
sono, quindi, avventurata in un viaggio nel tempo e nella memoria, ricco di rimandi a
sensazioni e vissuti, attraversando l’arco temporale che la storia della tessitura italiana
abbraccia. (X - XVIII secolo).
La fortuna di vivere a Catanzaro, conosciuta anche come la “Capitale della Seta”, mi ha
A mio marito
che da sempre accompagna e sostiene
con amore e pazienza
il mio percorso artistico.
Rosa
dato la possibilità di approfondire la conoscenza della tessitura serica. Ho visitato archivi, biblioteche pubbliche e private, collezionando preziose testimonianze della tradizione serica catanzarese, per avvicinarmi a una più precisa verità storica della professione
cui dedico la mia vita.
Lavorando sulla tradizione e sulle fibre, ho costruito un’intesa estrema tra me e il
telaio che mi permette di reinterpretare le creazioni tessili, trasformandole in opere che
abbracciano la Fiber Art (corrente artistica contemporanea, nata alla fine degli anni
Sessanta in Nord Europa e negli Stati Uniti). Questa forma d’arte caratterizzata dall’utilizzo del tessuto, del filo, della fibra mi ha visto in Italia fra i suoi pionieri regalandomi
anni ricchi d’incontri, tutti importanti, tutti capaci di ripagarmi degli sforzi profusi in
questa attività.
dÉfilage
Antonella Iaschi
Nell’omologazione emozionale che questo nuovo millennio sembra avere nelle
vene, tessere quadri è indubbiamente la forma espressiva migliore che Rosa Spi-
na, artista siciliana saldamente ancorata alla realtà e alla tradizione della sua terra
adottiva: la Calabria, potesse scegliere per trasmettere il suo messaggio positivo
di passione, tenacia, creatività e continua ricerca di nuove espressioni nutrite da
antiche radici.
In Sardegna, fino a qualche tempo fa la nascita di una bambina veniva salutata
con la frase “Hamus una filonzana!”, ossia: “Abbiamo una filatrice”…come
Arianna, Rosa ha seguito il suo filo oltre il labirinto dei luoghi comuni dando a
“quel” filare la magia e il piacere dell’arte. Ha preso per i capelli una tradizione
che sta sparendo usando il telaio come pennello.
L’arte del tessere è simbolo carico di significati per tutte le culture, da quella
Maya che adorava Ixchel divinità legata alla luna e alla figura del ragno che tesse
la tela in attesa della gioia del cielo, a quella nordica che con tre fate, Urd che fila
e rappresenta il passato, Verdandi che arrotola il filo ed è il presente, e Skuld che
recide il filo ed è il futuro, raffigura le donne che decidono il fato di ogni persona.
Per Rosa Spina (coincidenza del destino in un nome che riporta alla fiaba dei
Fratelli Grimm, dove la bella addormentata si punge con un fuso e dorme
cent’anni per un incantesimo) il tessere è da sempre motivo di studio, ricerca ed
espressione e il tratto pittorico completa il progetto visivo di ogni sua opera con
un elegante fusione tra filo e segno che creano un intreccio inconsueto di colori e
forme, diventando terreno fertile per tutti coloro che vogliono scoprire la magia
del vedere, al di là dello sguardo. Questo vedere alimenta fantasie che nutrono
l’anima di volta in volta con le fragranze, le tinte, i suoni di una terra alla quale la
natura ha offerto il meglio di se stessa.
…e Penelope ha preso in mano il proprio destino…come Rosa Spina fin dagli
anni sessanta ha abbracciato la Fiber-art , manipolando, dipingendo e de-
tessendo ogni opera fino ad arrivare al messaggio che con quell’opera vuole
trasmettere.
La realtà, semplice amnesia di meditazione”
(S. Dalì)
L’alfabeto senza fine nei Défilage di Rosa Spina
Antonio Falbo
La particolare importanza che Rosa Spina dà agli aspetti irrazionali e deco-
rativi nelle sue opere, trasporta lo spettatore verso una reazione espressivoemotivo connessa alla fruizione dell’oggetto.
Tali esperienze possono apparire, talvolta, non del tutto assimilabili, ma con-
feriscono una rilevanza notevole all’aspetto estetico. Prelevati dalla loro reale
funzione quotidiana e liberamente associati, materiali diversi come lana, seta,
carta e pigmenti vari assumono un’armoniosa vitalità. Brandelli di stoffa,
di filati che un tempo erano finalizzati a uno scopo decorativo, o elettivo
???, ora acquistano una funzione e una dignità del tutto inedita. Dignità che
apparentemente coinvolge lo spettatore ma che, in realtà, cela un valore più
importante se si confrontano tali realizzazioni con altre della storia dell’arte
novecentesca.
Agli inizi del secolo fu Ricasso a ideare la tecnica del papiers-collés, utilizzata
dal cubismo e in seguito dal futurismo.
Rosa Spina esprime un linguaggio artistico rinnovato rispetto al collage: la
resa nei materiali è tale da comunicare allo spettatore strutture nuove, dando libero spazio all’immaginazione.
Questi esperimenti giungono così a compiersi nella nuova tecnica del défilage.
Le composizioni si trasformano in “ready made” e cioè creazioni pronte
all’uso e all’elevazione al rango di opere d’arte. Nelle ultime realizzazioni,
ho potuto constatare con interesse come l’artista abbia saputo affinare la sua
tecnica, sviluppando un linguaggio interattivo che si modifica in relazione
all’interesse dello spettatore. I fili fluttuano sulle superfici assumendo ogni
volta, occasionalmente, variazioni cromatiche nuove che consentono all’artista, di interloquire con il fruitore in modo coinvolgente e suggestivo. In questo contesto, Rosa Spina riesce a creare quella tensione percettiva che ci per-
mette di sentire la vitalità dell’immagine. Il linguaggio creativo in questa sua
recente produzione, come ho potuto ammirare lo scorso autunno, si è evoluto
notevolmente soprattutto nei rapporti cromatici dove l’equilibrio compositi-
vo è molto più profondo rispetto alla precedente produzione. L’aumento del
contrasto nella semplice fruizione visiva, accentua l’impatto dei colori durante l’osservazione delle opere e crea, nell’occhio attento dell’osservatore, una
visione d’insieme che nasce, in alcune composizioni, dal centro della tavola
defilata in modo spontaneo (libera da convenzioni) per poi spostarsi verso
gli estremi appena accennati da sfilacciature originali e creative. Le temati-
che seguono schemi precisi, desunti da una naturale maturità di donna e di
artista. Il suo bagaglio culturale e tecnico le consente di palesare il suo talento
nella produzione e creazione di forme e strutture, originando caleidoscopiche
deformazioni delle superfici, da cui hanno origine campiture complesse che
interagiscono in un colto e raffinato equilibrio tridimensionale. Spesso, gli
assi portanti di queste composizioni si innestano ortogonalmente rispetto alla
verticale, formando interessanti e ritmiche geometrie. I due assi reggono una
struttura che non sconvolge lo sguardo ma lo invita ad arrestarsi di fronte
all’opera. Così, in un dinamico divenire, le opere fanno emergere, al di là di
ogni apprensione estetico-morale, il materiale morbido e filamentoso con cui
sono realizzate. Le cifre cromatiche fanno affiorare strani geroglifici che, però
non esigono decifrazioni, poiché l’artista intende celarli. Potremmo quasi
definirli “matasse di segni” o meglio “alfabeto senza fine”; un linguaggio che
a parere dell’artista non poteva manifestarsi in un contesto differente. “La
fortuna di vivere a Catanzaro, conosciuta anche come la Capitale della Seta”dice Rosa Spina.
Un talento capace di esprimersi in una terra nella quale può manifestarsi in
modo ampio il lavoro dell’artigiano, un mestiere destinato all’oblio del pro-
gresso occidentale delle arti. A lei dunque il merito di un linguaggio nuovo,
originale, che non possiede archetipi nella storia.
Parole Intrecciate
Le parole sono foglie d’autunno
capaci d’indossare il rosso
e di cadere nel fango
con la stessa eleganza.
Io le taccio e le scrivo
perché i silenzi hanno colori
che la voce cancella.
L’alfabeto senza fine
Fili alchemici
tridimensionale défilage, rete colore su tela, 2008 cm 50 x 30 x 10
L’alfabeto senza fine
Libertà di movimento
tridimensionale, défilage, rete e colore su tela di juta cm 120 x 50 x 28
L’alfabeto senza fine
Parole intrecciate 2
dittico, défilage e colore su tela cm 100x70
L’alfabeto senza fine
Parole intrecciate 3
défilage, colore su tela, 2008, cm 50x70
L’alfabeto senza fine
La chiave del tempo
défilage, colore su tela, cm 40x30
L’alfabeto senza fine
Lupo guerriero
défilage su tela cm 40x30
L’alfabeto senza fine
I rivoli del cuore
défilage su tela cm 70x50
SCAMPOLI DI VITA
Antonella Iaschi
Accade a volte di aver bisogno di colori. Colori forti che parlano di sole, di
terra, di gioia, di paura. Accade anche di essere attratti dal ticchettio di un
orologio e di accorgersi che il presente non esiste, perché quel rumore nello
stesso istante in cui lo percepiamo è già passato. Accade soprattutto nelle
giornate d’autunno, in cui anche le distrazioni sono attutite dalla nebbia.
Ho davanti frammenti di emozioni, la facoltà di scrivere per raccontarle e
lo spazio infinito di tutte le possibilità di parola, eppure in questo oceano di
offerte le parole giuste faticano a venire a galla. Cerco un foglio di carta e una
matita, come se questa tastiera non fosse in grado di bastarmi, e scendo a un
compromesso fra la tecnologia e l’antico: la possibilità di vedere tele che non
posso toccare semplicemente schiacciando un tasto e il desiderio di scrivere
sentendomi padrona dell’atto, dando forma alle lettere, sottolineandole, e
accarezzando il foglio se necessario, per sentire la complicità della carta.
Con la matita in mano, l’apparire dei quadri di Rosa Spina, che sfilano sul
video offrendomi le loro fragranze come cesti di fiori freschi, sembra essere
sufficiente a innescare le frasi che voglio.
Volere, ecco la chiave.
Voler esternare un’emozione, (non una critica, non ho le competenze per poterlo fare) e volerlo fare nel più reale dei modi.
Il pensiero corre ai colori, poi ai titoli, poi al vissuto e riporta le parole di
Rosa Spina che racconta e si racconta. Sono parole d’amore per il filo, per il
telaio e per le proprie mani che danno forma all’idea come se un quadro fosse
un feto che, minuto dopo minuto, si nutre succhiando arte dal cordone ombelicale e matura, fino ad essere pronto...e le acque si rompono mentre ancora le
mani aiutano i pensieri a preparare la culla dove adagiare la materia. Materia
che non è più il singolo filo, la stoffa di sfondo, il colore o la colla, ma è già
opera nella sua complessità fatta di storia e d’intreccio, di nodo e di passione.
Tutto diventa prezioso, dalla seta alla iuta, dal broccato al sacco. Proprio
come in un figlio, niente è lì per caso e quello che guardo è frutto di un preciso, necessario, immodificabile progetto.
Scorrono i titoli e cerco oltre, il non detto e le leggende sono un cassetto dal
quale Rosa Spina estrae la sua capacità di stupirmi.
Sarebbe scontato parlare di forme e di colori. Invece basta la traccia giusta e
un quadrato di 38 centimetri si trasforma in un libro che narra di Persefone e
mi riporta sua madre Demetra che crea le stagioni affidando al freddo la ter-
ra, nel periodo in cui lei stessa ha il gelo dentro per la lontananza della figlia,
costretta a tornare nell’Ade.
Sarebbe facile pensare alle Sirene collegandole a qualcosa di blu o di nero,
a qualcosa che introduca l’ acqua. Invece è il giallo il colore predominante
del dittico che parla di loro: il giallo é il colore del terzo Chakra, il colore del
Plesso del Sole dal quale nasce la voglia di prendersi cura di sé e tutti ,come
le Sirene, lo facciamo anche attraverso le nostre illusioni.
I quadri di Rosa Spina? Emozioni che diventano tele e tele che catturano
parole. Come fossero scampoli lasciati in un cassetto in attesa della giusta
possibilità di utilizzo sanno aspettare l’attimo giusto, il momento in cui guardandoli li vedi. In quel momento ti offrono la possibilità di leggerli.
E leggere è una grande magia.
Scampoli di vita
avvolgono ricordi e silenzi
e fermano nel presente
quello che il tempo inghiotte.
Sogni antichi e neonati
si affidano agli intrecci
come Calipso invoca
il ritorno di Ulisse
e le sirene tacciono
ingannando se stesse.
Scampoli di vita
e fotogrammi immobili
da appendere al silenzio
come fossero note.
SCAMPOLI DI VITA
Attesa nella notte stellata 2007
défilage e colore su broccato cm 37x37
SCAMPOLI DI VITA
Il filo spezzato 2007
défilage e colore su broccato cm 37x37
SCAMPOLI DI VITA
Nuove albe 2005
défilage e colore su broccato cm 37x37
SCAMPOLI DI VITA
tessere i desideri 2007
défilage e colore su broccato cm 37x37
SCAMPOLI DI VITA
Nuove albe 2005
défilage e colore su broccato cm 37x37
SCAMPOLI DI VITA
Tracce di qualcosa già stato 2007
défilage e colore su broccato cm 37x37
prima 2007
dopo 2007
défilage e colore su broccato cm 37x37
défilage e colore su broccato cm 37x37
SCAMPOLI DI VITA
SCAMPOLI DI VITA
prima
dopo
SCAMPOLI DI VITA
Astrazione concettuale
défilage e colore su sacco cm 50x60
SCAMPOLI DI VITA
Chicchi di melograno
défilage e colore su broccato cm 37x37
SCAMPOLI DI VITA
Deposito del passato
défilage e colore su sacco, 2007 cm 50x36
SCAMPOLI DI VITA
Frutto etereo
défilage e colore su broccato cm 37x37
SCAMPOLI DI VITA
Geometrie e volute
défilage e colore su damascato cm 44x44
SCAMPOLI DI VITA
Libertà di relazione
défilage e colore su broccato cm 37x37
SCAMPOLI DI VITA
Persefone
défilage e colore su broccato cm 37x37
SCAMPOLI DI VITA
Sulle righe
défilage e colore su damascato cm 44x44
SCAMPOLI DI VITA
Tulipani
défilage e colore su broccato cm 37x37
Armonie fluttuanti
Francesca Londino
Un feeling antico perso nel tempo legato a reminiscenze contemporanee è
il fil rouge che collega le opere di Rosa Spina, artista e pioniera della Fiber
Art. Frammenti ancestrali e al contempo futuribili, sospensioni temporali
tra intrichi di trame, archetipi imprigionati tra fili di seta si combinano in un
gioco ammaliante che si trasforma continuamente. La straordinaria capacità
di progettare attraverso il telaio, trasformando successivamente il filo in Arte,
ha reso il lavoro della Spina elaborato, colto, sofisticato, aperto anche alle più
attuali istanze dei linguaggi artistici in atto. L’attitudine dell’artista è quella
di misurarsi tenacemente con l’incommensurabile, con l’immateriale, con la
volontà di riallacciare i fili di memorie femminili disperse per accompagnare
lo spettatore in una sorta di territorio onirico dove sfumano i contorni e prendono consistenza armonie nostalgiche e voli fantastici. Nelle forme pensate
ed elaborate dalla Spina cascate di fili reinterpretate e trasformate si fanno
coscienza di antiche tradizioni, producono contatti impensabili, allargano
nuovi orizzonti mentali e visivi.
Profonda conoscitrice dei metodi di lavorazione e delle valenze effettuali del
medium espressivo adottato, l’artista ne arricchisce i contenuti lessicali con
elaborazioni astratto-informali animate da sognanti e intense accensioni cromatiche. La sua opera necessita di una lettura in tempi lunghi, scavata negli
intrecci di una tessitura coloristica e compositiva densa di sensazioni tattili,
emozioni creative e bagliori evocativi che illuminano il presente.
Attraverso la fusione conFusione di trame tessili e pittoriche, l’astrazione iconografica, intesa come dipanarsi d’immagini avvolte in una calda sontuosità,
nell’arte della Spina si fa linguaggio.
Tessuti, manipolati, detessuti e lacerati i suoi lavori richiamano pulsioni, sogni, desideri, lontananze infinite e scenari inafferrabili:una raffinata “dialet-
tica” tra la bellezza di un oggetto creato artigianalmente e il sublime artificio
dell’arte. Ripetendo gesti antichi e cullanti, l’artista raccoglie le spoglie del
tempo per tradurre fili e colori in anima.
Quella della Spina è una ricerca senza stridori né contraddizioni, densa di
suggestioni sedimentate, miscelate, vive, palpabili, che suggerisce un senso
di perdita ma anche il desiderio di ricostruire un’identità da quella perdita.
Tra trama e ordito, tra andata e ritorno, in un gioco di destrutturazione prima
e di ristrutturazione della materia, poi tutto mentale, le materie tessili si cari-
cano di valenze altamente simboliche, mentre l’idea, il pensiero e la sensibilità si fanno “gesto”, collocandosi al di là del tempo e di qualsiasi condiziona-
Fluttuazioni temporali
La Spina imposta il suo lavoro attraverso un codice di simboli proiettati
Mentre affidi al telaio parole
mento spazio-forma.
dall’inconscio e dal legame indescrivibile tra visibile e invisibile, tra fuori e
dentro, tra spazio e tempo, tra energia e materia, tra finito e infinito. E, più in
intrecciando pensieri e colori,
generale, tra soggetto e oggetto, tra spirito e materia.
nodi come racconto e come sogno
sione. Caratteristica principale delle opere è un’energia pulsante nata da
io guardo nel silenzio della notte
E la visione della donna e dell’artista trova, in ciò, la sua massima espresun sapiente intreccio di fili e nodi alchemici che si cristallizzano in sculture
coscienti. Esse rivelano il segreto delle impenetrabili e causali connessioni
che stanno all’origine del Divenire e dell’Essere. Si tratta di un lavoro, frutto
di alcuni elementi concatenati e concatenanti gli uni agli altri, che l’artista ha
filtrato e fatto suoi:il gesto creatore, il senso dello spazio, la poetica del fram-
narrato per non perderne l’essenza,
per raccogliere il tempo dei tuoi fili
e lascio tracce nere sulla carta
per renderti le storie che già sai.
mento, la concretezza dell’immagine usata come messaggio.
Coincidenze di un viaggio senza strade
accuratamente esibite: è come se in queste tessiture cromatiche di sfilaccia-
guidate da un destino che accomuna
È dunque profonda ed enigmatica l’apparente semplicità di queste opere così
ta luminosità l’artista avesse recuperato i fili sommersi del proprio destino,
come se le variazioni non fossero altro che l’esca di arcaiche rievocazioni.
Attimi. Inattese armonie fluttuanti e codici memoriali di un passato che torna
a essere vivo nel presente come immagine visibile dell’anima.
che ha percorsi diversi e uguali mete
offrendo le emozioni come stelle.
I pennelli e il tessuto come pane,
l’inchiostro e i fogli bianchi come vino,
il corpo e il sangue del mondo degli artisti
servito su vassoi di impressioni.
Quello che resterà sarà futuro
e nuovi approdi per sguardi d’altri occhi
meglio d’ogni medaglia e d’ogni premio
perché l’anima vede e il cuore ascolta.
Quello che fiorirà sarà amicizia
suonata a quattro mani in un giardino
dove tutto è possibile e i sentieri
hanno tracce di nuovo da seguire.
Armonie fluttuanti
Il ritorno di Ulisse
défilage e colori su tela, cm 60x50
Armonie fluttuanti
filo e materia
défilage e colori su tela, 2007 cm 70x70
Armonie fluttuanti
Frammenti
défilage e colori su tela, 2007 cm 148x90
Armonie fluttuanti
Frammenti ancestrali
défilage e colori su tela di juta, 2007 cm 105x69
Armonie fluttuanti
Insediamenti temporali
défilage e colori su tela di juta, 2007 cm 145x74
Armonie fluttuanti
Le visioni di Arianna
défilage e olio su tela, cm 150x90
Armonie fluttuanti
Memoria e contemporaneità
défilage e colori su tela di juta, 2007 cm 145x74
Armonie fluttuanti
La Danza dei fili
défilage e colori su tela, cm 146x110
Armonie fluttuanti
Rete crescente e vertiginosa
défilage e colori su tela di juta, 2007 cm 184x46
Armonie fluttuanti
Agglomerati metropolitani
défilage e colori su tela, cm 50x70
Armonie fluttuanti
Sogno e realtà
défilage e colori su tela, cm 70x70
Armonie fluttuanti
Trame nello spazio
Trame nello spazio
riportano giovani illusioni
nate con sole e vento
e abbandonate in fretta
per seguire la ragione
verso copioni già scritti.
Questa nuova primavera
ritrova il coraggio del sogno
e ancora il cielo racconta
la filiera del tempo
quando di notte il silenzio
vive del tuo respiro.
défilage e colori su tela di juta, cm 118x70
Armonie fluttuanti
Vecchie e nuove armonie
défilage e colori su tela di juta, 2005 cm 135x65
Armonie fluttuanti
Andata e ritorno
particolare, cm 195x40
Armonie fluttuanti
Cantico dei ritmi arcaici
défilage e colori su tela di juta, 2006 cm 118x68
Armonie fluttuanti
Filo e segno 2
Dittico, défilage e colori su tela, cm 100x70
Armonie fluttuanti
Filare il tempo
Filare il tempo
Le dita sfiorano l’attesa
e sfilano pazienti le trame
per creare il non tempo
che allontana le scelte
Nel limbo dei pensieri ricordo
incanti di colore aggiungono
gocce di vita alla nostalgia
che si perde fra le linee del segno
Tracce di qualcosa già stato
partoriscono nuovi orizzonti
mentre dalla fonte del giorno
zampilla acqua perenne
Altri soli rischiarano la tela
e la clessidra si svuota
lasciando che le dita frughino
nel non tempo che forgia il destino.
hanno tracce di nuovo da seguire.
défilage e colori su tela, cm 50x70
Armonie fluttuanti
Le trame dell’esistenza
Dittico, défilage e colori su tela, cm 60x40
Armonie fluttuanti
SKULD RECIDE IL FILO
défilage e colori su tela, cm 80x60
Armonie fluttuanti
URD FILA IL PASSATO
défilage e colori su tela, cm 80x60
Le vie della seta
Lara Caccia
Il titolo di questa opera ci riporta alla mente quelle rotte commerciali, quei
percorsi carovanieri che partivano dal mediterraneo verso la Cina e l’India.
“Le vie della seta” sono oramai divenute, infatti, nell’immaginario collettivo,
sinonimo di viaggi avventurosi verso spazi sconfinati e sconosciuti: vie che
simboleggiano quel filo sottile dell’incontro tra due mondi, quello occidentale
e quello orientale.
Anche nelle opere di Rosa Spina veniamo introdotti in un viaggio dove lo
spazio che attraversiamo è invaso da “fili” che ripercorrono vie immateriali,
vie di ancestrale memoria.
Tra le vie più familiari possiamo ricordare quelle storiche che vedono Catanzaro, città in cui vive l’artista, protagonista, tra l’ XI e il XVIII secolo, delle
rotte commerciali “attraverso le quali i ‘cathasariti’ (così venivano chiamati
i tessuti catanzaresi) divennero famosi e apprezzati in tutta Italia e in parte
dell’Europa per la loro alta qualità, per la raffinatezza dei disegni nonché per
la bellezza e la lucentezza dei colori natura¬li” .
Così la tradizione tessile è stata alla base dell’economia artigianale della città
di Catanzaro, e la
lavorazione era demandata esclusivamente alle donne, le quali oltre a contri-
buire all’economia familiare potevano, attraverso la tessitura e la produzione
raffinata dei damaschi, esprimere la propria creatività. Allora perché non
pensare a Rosa Spina come una moderna “tessitrice d’arte” che esterna la
sua creatività realizzando opere materiche? La tela diventa un pretesto dove
appoggiare lembi di coperte tessute a vecchi telai di legno: trame di colori su
letti dipinti a larghe pennellate. La materia in questo caso non è più l’elemento dirompente dell’opera, ma diviene essa stessa retaggio del passato.
Le opere sono state definite come “dèfilages”: dal gesto che l’artista compie
dopo aver ottenuto un frammento di tessuto, sottraendo gradualmente cioè
alcuni fili da esso. Anche queste “rimanenze” vengono poi inserite sulla tela,
come residui di un passaggio obbligato, caro all’arte contemporanea, che
porta dalla costruzione di un oggetto (in questo caso di un tessuto) alla deco-
struzione di esso, quasi ad arrivare all’origine da cui si era partiti: ai fili liberi.
Gesto questo che ricorda lo strappo dei “décollages” del maestro Mimmo
Rotella, amico della nostra artista e con cui si è incontrata molte volte per
dialogare d’arte. In Rosa Spina, però, l’opera non è più un’“icona” della
contemporaneità come poteva essere il manifesto pubblicitario, ma diviene
un’icona della tradizione raccontata attraverso un linguaggio “moderno”;
inoltre lo scarto (i fili sfilati) sono parte fondamentale dell’opera, che rimane
come ultima testimonianza di tutto il procedimento de-costruttivo compiuto
dall’artista.
Le quattro tavole del polittico formano una successione di mappe in cui
osserviamo intrecci di “vie di seta” che portano alla conoscenza di strade
più remote, individuabili ormai solo nella nostra memoria, ma che affiorano
in quel gioco tra ordito e trama e si perdono di nuovo nello sfilacciarsi della
materia al di fuori della composizione: fino a fuoriuscire, a volte, dallo spazio
assegnato dei bordi della tela.
Tra seta e ginestre
i colori del tempo
hanno clessidre di luna.
Si perdono negli occhi della notte
le storie tessute o sospirate
che profumano di miele e di sole.
All’alba quando le idee
nuotano nella quiete rosa-azzurra
resta un sonno leggero
ad aspettare il naufrago
O. Sergi, Catanzaro: Gli antichi mestieri. L’arte della seta, in Enciclopedia dei Comuni della
e un mantello da re
Calabria, vol. I, a cura di D. Guido, Ed. Chelone, Cosenza
per avvolgerne i sogni.
1
Le vie della seta
Richiamo alle illusioni delle sirene
dittico, défilage e colori su tela, cm 60x40
Le vie della seta
Ricordi ancestrali
dittico, défilage e colori su tela, cm 60x40
Le vie della seta
Frammenti t’ essere tr’amando
dittico, défilage e colori su tela, cm 60x40
Le vie della seta
Le vie della seta
polittico, défilage e colori su tela, cm 60x60
Le vie della seta
Spighe dorate
tridimensionale, tecnica mista, cm 110x40x30
Le vie della seta
I sogni di Iippocrate
tridimensionale, tecnica mista, cm 31x21x18
Le vie della seta
Colori mediterranei
tridimensionale, tecnica mista, cm 49x21x16
Le vie della seta
Fluttuazioni temporali
tridimensionale, tecnica mista, cm 20x20x20
Le vie della seta
l’albero della seta
Sulle labbra la dolcezza del frutto
il bianco e il rosso del gusto maturo,
a ricordo del sole e del sogno
speso aspettando l’attimo fuggente.
Sulle spose il liscio della seta
la pazienza sapiente della vita
che germoglia dal lavoro caparbio
nutrimento e speranza del domani.
Il tempo accarezzato dagli sguardi
ha freschezze trascorse in altri giorni
rimaste come oro fra le rughe
tesoro di esperienza e tradizione.
Aspetto il passare degli istanti
allungando i pensieri fino a te
e ritornano immagini dolci
avvolte in bozzoli che saranno luce.
Scorre la notte su possibili incanti
mentre fioriscono rami di speranze
figli di un gelso che sussurra di noi
e io, ancora, mi sorprendo ad amare.
Installazione, 2007
dÈfilage
Rosa Spina
Des restes de vie
Enrobent souvenirs et silences
Et consacrent au présent
Ce que le temps avale.
Des rêves anciens et nouveaux
Se fient aux trames
Comme Calypso invoque
Le retour d’Ulysse,
Et les Sirènes se taisent
Se trompant elles-mêmes.
Des restes de vie,
Photogrammes immobiles
Qu’on accroche au silence
Comme s’ils étaient des notes.
Remnants of life
wrap up memory and silence
and freeze in the present
the moments swallowed up by time.
Ancient and newborn dreams
trust in the weavings
while Calypso implores
Ulysses to come back
and Sirens fall silent
deceiving themselves.
Remnants of life
and still frames
to be hung on the silence
as if they were notes.
Francese
Luna Malaguti
Inglese
Luca Lampacrescia
Restes de vie
Antonella Iaschi
REMNANTS OF LIFE
Antonella Iaschi
Il arrive parfois qu’on ait envie de couleurs. Des couleurs vives qui évoquent le soleil, la terre, la joie, la peur. Il arrive aussi qu’en
Sometimes it happens that you need colours. Strong colours that speak of the sun, of the earth, of joy, of fear. It also happens that you are attrac-
passé. Cela arrive surtout en automne, quand tout est estompé par le brouillard.
away. This usually happens on autumn days, when even distractions are muffled by the fog.
remarquant le tic-tac d’une horloge on s’aperçoive que le présent n’existe pas, car dès le moment où on l’entend, ce bruit est déjà
J’ai devant moi des fragments d’émotions, et en moi les infinies ressources du langage pour les décrire, et pourtant les bons mots
restent perdus dans cet océan de possibilités. Comme si ce clavier ne me suffisait pas, je cherche une feuille et un crayon et je
trouve un compromis entre la technologie et les vieux temps : en un clic j’accède à des toiles que je ne peux pas toucher, et je peux
en écrire en maîtrisant mon geste, donner forme aux lettres, les souligner et même caresser le papier pour m’assurer de notre
complicité.
Le crayon à la main, la seule apparition des tableaux de Rosa Spina qui défilent sur l’écran en m’offrant leurs fragrances de panier
de fleurs fraîches, suffit à déclencher les phrases que je veux.
Vouloir, voilà la clé.
Vouloir exprimer une émotion (et non pas rédiger une critique, je n’ai pas les compétences nécessaires), et vouloir le faire de la
plus réelle des façons.
En pensant aux couleurs, aux titres, puis au vécu, ce sont les mots racontés par Rosa Spina qui me viennent à l’esprit. Il s’agit de
mots d’amour pour le fil, pour le métier et pour ses propres mains qui façonnent les idées comme si chaque tableau était un fœtus
qui se nourrit d’art à travers le cordon et grandit jusqu’à être prêt… et tu perds tes eaux alors que tes mains et ton esprit préparent
le berceau qui accueillera la matière. Et à ce moment-là, la matière n’est plus juste fil, tissu, couleur ou colle, elle est déjà l’œuvre
dans toute sa complexité, faite d’histoire et de trames, de nœuds et de passion.
Tout devient précieux, de la soie au jute, du brocart au chanvre. C’est comme un être humain à qui on donne la vie : en lui, rien
n’est laissé au hasard, tout se fait selon un projet précis, nécessaire et inchangeable.
Les titres des œuvres de Rosa Spina défilent devant moi et j’essaie d’aller plus en profondeur, d’atteindre les non-dits et les légendes que cette artiste sait exploiter pour me surprendre.
Il serait restrictif de s’arrêter aux formes et aux couleurs. Il s’agit plutôt de chercher la bonne piste qui transforme un carré de 38
centimètres de côté en un livre qui retrace l’histoire de Perséphone et sa mère Déméter, qui laissa l’hiver s’abattre sur la Terre pour
partir à la recherche de la fille captive au royaume des morts, donnant ainsi naissance aux saisons.
Il serait facile d’associer les Sirènes au bleu ou bien au noir, couleurs qui rappellent l’eau. Toutefois, dans le diptyque consacré a
ces créatures, la couleur dominante est le jaune : la couleur du troisième Chakra et du plexus solaire d’où naît l’envie de prendre
soin de soi-même, tout comme les Sirènes, même à travers les illusions.
Les oeuvres de Rosa Spina? Des émotions qui deviennent toiles et des toiles qui contiennent paroles. Elles sont comme les restes
de tissus laissés au fond d’un tiroir avant d’être employés, sachant attendre le bon moment pour attirer notre attention. À ce
moment-là, ils s’offrent à la lecture. Et il n’y a rien de plus magique que la lecture.
ted by the ticking of a clock, and then you realize that the present does not exist, because in the same moment that we perceive it, it has passed
In front of me: fragments of emotions, the power of speech to write them down, and the infinite space of all the possible words. Still, in this ocean
of suggestions, the right words struggle to surface. I look for a paper and a pencil, as if this keyboard could not be enough for me, and I reach a
compromise between technology and tradition: the possibility of seeing paintings that I cannot touch by simply pressing a button, and the desire
of mastering the act of writing, giving shape to the letters underlying them, and caressing the paper, when necessary, to feel its complicity.
The pencil in hand, those Rosa Spina’s pictures appear and pass on the screen, and offer the scent of bouquets of fresh flowers: this seems enough
to prompt the sentences that I want.
To want---that’s the clue.
Wanting to express an emotion (not a criticism, I would not be capable of doing that) and wanting to do it in the realest way possible.
My thoughts run through the colours, through the titles, then to the experience and eventually relate Rosa Spina’s tales and words. These
words are words of love for the thread, for the loom and for her own hands that give shape to her ideas, as if the picture were an unborn child
who, moment after moment, feeds itself by sucking Art through the umbilical cord, and grows, until it is ready… and then the waters break,
while the hands are still helping the thoughts to prepare the cradle where the matter will be laid. That is no longer the single thread, the fabric
of the background, the colour or the glue, but it has already become an artwork in its complexity, made of history and weaving, of knots and
passion.
Everything becomes precious, from silk to jute, from brocade to sackcloth. Exactly as for a child, nothing is there by chance, and what I see is
the result of a precise, necessary, not modifiable project.
Titles pass on the screen and I look further on, the unsaid and legends are like a magician’s hat from which Rosa Spina pulls out her ability to
astonish me.
It would be predictable to speak about shapes and colours. Instead, she just needs the right idea and a 15-inch square becomes a book that tells of
Persephone and reminds me of her mother Demeter who created seasons by freezing earth, when also her heart was frozen with despair because
her daughter had been forced to go back to the underworld with Hades.
It would be easy to think about Sirens by introducing something blue or black, something that recalls water. Nonetheless, yellow is the predo-
minant colour in the diptych about Sirens: yellow is the colour of the Third Chakra, the colour of the Solar Plexus, from which originates the
will to care about ourselves, and everybody, like Sirens, who do this through illusions as well.
What about Rosa Spina’s compositions? Emotions that become pictures and pictures that catch words. As if they were remnants put in cold
storage waiting for the right opportunity to be used, they are able to wait for the right moment, when you see them by looking at them. At that
moment they will give you the opportunity to be read. And reading is sheer magic.
L’alphabet infini des défilages de Rosa Spina
Antonio Falbo
The “never-ending alphabet” of Rosa Spina’s fraying technique
Antonio Falbo
La grande importance qu’accorde Rosa Spina aux côtés irrationnels et décoratifs de ses oeuvres déclenche, chez l’observateur, une
The particular importance that Rosa Spina gives to the irrational and decorative aspects in her works leads the viewer to expres-
Il n’est pas toujours facile d’assimiler complètement de telles expériences, mais ces dernières accroissent l’importance du côté
Sometimes, such experiences may not seem entirely alike, but they attach considerable significance to the aesthetical side. Taken
réaction expressive/émotive liée à la réception de l’objet.
esthétique de l’œuvre. Détournés de leur réelle fonction quotidienne et librement associés, des matériaux variés tels que laine,
soie, papier et pigments se chargent d’une harmonieuse vitalité. Des lambeaux de tissus anciennement employés de façon décora-
tive gagnent de nouvelles fonctions et une dignité absolument inédite. Une dignité qui, en apparence, touche l’observateur, mais
qui prend plus de valeur si l’on compare les créations de Rosa Spina à d’autres exemples tirés de l’histoire de l’art du 20e siècle.
Au début du siècle, Pablo Picasso inventa la technique des papiers collés, qui fut par la suite une des signatures du cubisme et du
futurisme. Aujourd’hui, Rosa Spina renouvelle le langage du collage : le rendement des matériaux communique à l’observateur
de nouvelles structures, tout en libérant l’imagination. Ces expériences trouvent leur achèvement dans la technique novatrice du
défilage. Les compositions se transforment en « ready-made », c’est-à-dire en créations prêtes à être consommées et à être élevées
au rang d’oeuvres d’art.
Dans les dernières réalisations de Rosa Spina, j’ai constaté avec intérêt que l’artiste a su perfectionner sa technique et développer
un langage interactif qui varie selon l’intérêt de l’observateur. Les fils fluctuent sur les surfaces se chargeant à chaque fois de
sive-emotional reactions connected to the enjoyment of her objects of art.
from their real, daily functions and freely re-associated, different materials such as wool, silk, paper, along with various pigments,
take on a harmonious vitality. Pieces of fabric, of yarns, that were once used for a decorative or practical purpose, acquire now a
new function and a new dignity. A dignity that seemingly involves the viewer but that actually conceals a greater value, if these
artworks are compared to other products of 20th century art.
In the early 20th century, it was Picasso who first introduced in Cubism the “papiers-collés” technique, which was used in Futu-
rism only later on during the past century. Rosa Spina masters a renewed artistic language compared to paper collage: she uses
materials in a way that conveys new structures to the viewers and fires their imagination. Then, these experiments find fulfilment
in her new fraying technique.
Compositions turn into ready made objects, ready to rise to the rank of artworks. In the last artist’s creations I have been pleased
to notice how she has been able to refine her technique, thus developing an interactive language that modifies according to the
viewer’s interest. The threads float on the surfaces and always show fortuitous new colour variations. This enables the artist to
nouvelles variations chromatiques à travers lesquelles l’artiste peut interagir avec le public de façon passionnante et suggestive.
communicate with the viewer in a captivating and evocative way. Rosa Spina manages to create a sensory concentration that
oeuvres les plus récentes, que j’ai pu admirer l’automne passé, a sensiblement évolué surtout pour ce qui est des rapports chro-
siderably evolved, especially in colour ratios, where the balance of composition is far greater than her previous productions. The
Dans ce contexte, Rosa Spina crée une tension perceptive qui nous permet de sentir la vitalité de l’image. Le langage créatif de ses
matiques qui présentent une composition beaucoup plus équilibrée par rapport aux œuvres précédentes.
L’augmentation du contraste lors de la réception visuelle de l’œuvre accentue l’impact des couleurs et offre, aux observateurs
les plus attentifs, une vue d’ensemble qui naît dans certaines réalisations du centre du tableau défilé de façon spontanée (et non
conventionnelle) et se déplace vers les extrémités à peine esquissées par des effilages originaux et créatifs.
Les thématiques s’articulent selon des schémas précis, tirés de la naturelle maturité personnelle et artistique de Rosa Spina. Son
bagage culturel et technique lui permet de montrer son talent pour la production et la réalisation de formes et structures, en créant
des déformations kaléidoscopiques à partir des surfaces qui donnent vie à des aplats complexes qui interagissent au sein d’un
équilibre tridimensionnel cultivé et élégant. Souvent, les axes principaux sont perpendiculaires à la verticale et forment d’intéres-
santes géométries rythmiques. La structure qui se développe autour des deux axes ne bouleverse pas le regard, mais l’invite à se
poser sur l’œuvre. C’est ainsi que, sous le signe du dynamisme, les œuvres de Rosa Spina laissent émerger, au-delà de tout souci
esthétique/moral, le matériel doux et filamenteux dont elles sont faites. Les chiffres chromatiques créent de bizarres hiéroglyphes
que l’artiste ne nous permet pas de déchiffrer. Il s’agit d’un écheveau de signes ou, encore mieux, d’un alphabet infini; un langage
qui, selon l’artiste elle-même, n’aurait pas pu se manifester ailleurs. « J’ai la chance de vivre à Catanzaro, la capitale de la soie »,
affirme Rosa Spina.
Cette artiste possède un talent capable de s’exprimer dans un contexte favorable à l’artisanat, un métier autrement condamné à
être oublié par le progrès artistique occidental. Rosa Spina a inventé un langage novateur et original, qui n’a pas d’antécédents
historiques.
allows us to feel the vitality of the image. Her creative language in this new production, as I could admire last autumn, has con-
increased visual contrast highlights the colour effect and leads the viewer’s careful eye through the composition, sometimes from
the centre of the spontaneously frayed canvas (free from conventions) to the edges, roughly outlined by fraying them creatively
and originally.
The themes follow a set pattern and are drawn from the natural maturity of a woman and artist. The learning and technique that
she has acquired enables her to express her talent in the creation of forms and structures. Kaleidoscopic deformations move the
surfaces and produce complex backgrounds that interact in a refined tri-dimensional balance. The axes of these compositions are
often perpendicular to the vertical and create interesting, rhythmic patterns. The two axes sustain a structure that does not distract
the eye but invite it to stay on the work. So, by dynamically and continuously changing, her artworks reveal the soft and thready
materials that compose them, disregarding any aesthetical or moral concern. The colour composition lets mysterious hieroglyphics emerge, but these do not demand being deciphered, since the artist wishes to conceal them. We may call this a “tangled skein of
signs” or else a “never-ending alphabet”, a language that could not have surfaced in a different context, as the artist admits. “This
is the chance of living in Catanzaro, Calabria, also known as the Capital of Silk”, Rosa Spina says.
A talent capable of emerging in a land that still leaves plenty of space for handiwork, a craft that is falling into oblivion because
of the progress of western arts. Rosa Spina must be given credit for her language, a new, original language without predecessors
in history.
Fluctuantes harmonies
Francesca Londino
Floating harmonies
Francesca Londino
Le leitmotiv des oeuvres de Rosa Spina, artiste et pionnière de la Fiber Art, est l’union entre sensations anciennes et réminiscences
An ancient atmosphere, lost in time, interwoven with contemporary reminiscences: such is the fil rouge that runs through Rosa
emprisonnés entre des fils de soie se combinent dans un jeu ensorcelant en perpétuelle transformation.
ned in silk threads, all these elements are intertwined in a charming, ever-changing game. Rosa Spina’s extraordinary ability to
borée, cultivée et sophistiquée qui s’inscrit parfaitement dans les tendances artistiques les plus actuelles.
open to the newest instances of today’s artistic languages.
minines dispersées pour amener l’observateur dans une sorte d’espace onirique où les contours se brouillent, faisant naître des
up the threads of lost feminine memories and of leading the viewer into a dream-like land where edges blur and where nostalgic
Dans les formes pensées et réalisées par Rosa Spina, les chutes de fils réinterprétées et transformées évoquent des traditions an-
preted and transformed to become the consciousness of ancient traditions. They produce unimaginable contact; they open up new
Fine connaisseuse des méthodes de travail et des potentialités du moyen d’expression choisi, l’artiste en élargit le lexique à travers des
Starting from a deep knowledge of both the working methods and the actual values of the expressive medium, the artist enriches
Pour lire l’œuvre de Rosa Spina, il faut prendre son temps et se plonger dans les trames d’un tissage de formes et de couleurs, riche en
needs long time to be read, the viewer has to penetrate the tangled layers of a colour and compositional texture full of tactile sen-
les et picturales, l’abstraction iconographique, c’est-à-dire le somptueux déroulement des images, se transforme en langage.
Through the fusion/conFusion of textile and pictorial plots, the figurative abstraction, i.e. to untangle a series of images wrapped
et des décors insaisissables : une élégante dialectique entre la beauté de la production artisanale et les sublimes artifices de l’art. Dans la
Woven, knotted, unwoven and torn, her works remind cravings, dreams, desires, infinite distances and untouchable scenarios: a
Rosa Spina poursuit une recherche sans grincements ni contradictions, sous le signe de suggestions sédimentées, mélangées, vi-
artist picks up the body of time to translate threads and colours into soul.
Entre trame et chaîne, entre allée et retour, dans un jeu de déstructuration et restructuration d’abord matériel et ensuite mental, les
sensations that suggest a sense of loss, but also the desire of reconstructing an identity from that loss.
» libre de tout conditionnement temporel et spatio-formel.
les are charged with highly symbolical values, whilst the Idea, Thought and Sensitivity become ‘gesture’ and take a place beyond
visible, entre extérieur et intérieur, entre espace et temps, entre énergie et matière, entre fini et infini. Et, plus généralement, entre
Spina designs her work through a code of symbols emerging from the unconscious and from the ineffable connections between
L’image de la femme et de l’artiste trouve ici sa plus haute expression. La principale caractéristique des œuvres de Rosa Spina est
subject and object, between spirit and matter.
res révèlent le secret des connexions impénétrables et causales qui sont à l’origine du Devenir et de l’Être.
a skilled weaving of alchemical knots and threads that take shape into conscious sculptures. These reveal the secret of the im-
de l’espace, la poétique du fragment, le caractère concret de l’image employée comme message.
linked and linking together, that the artist has filtered and personalised: the creating gesture, the sense of space, the poetry of the
ces trames chromatiques lumineusement effilochées Rosa Spina avait retrouvé les fils submergés de son propre destin, comme si
The apparent simplicity of these accurately exhibited works is actually deep and enigmatic: in these coloured weavings of frayed
scences d’un passé qui revit dans le présent en tant qu’image visible de l’esprit.
archaic revivals. Moments. Unexpected, floating harmonies and memorial codes of a past that is brought back to life in the present
contemporaines. Des fragments ancestraux et en même temps futuristes, des trames suspendues dans le temps et des archétypes
Spina’s works, a Fiber Art artist and pioneer. Ancestral fragments that lie in the near future, stillness in time, archetypes impriso-
L’extraordinaire capacité de Rosa Spina de projeter à travers le métier et de transformer les fils en Art donne vie à une œuvre éla-
plan her work on the loom, then transforming the yarns into Art, has resulted in sophisticated and refined compositions that are
Cette artiste est capable de se mesurer avec l’incommensurable et l’immatériel, dans le but de renouer les fils de mémoires fé-
The artist has the talent of tenaciously measuring herself with the incommensurable, with the immaterial, with the will of picking
harmonies nostalgiques et des envolées fantasques.
harmonies and flights of fantasy come into existence. In the shapes thought and created by Spina, cascades of threads are reinter-
ciennes, créent des liens indicibles et élargissent les horizons mentaux et visuels.
horizons for the eye and for the mind.
élaborations abstraites/informelles, rehaussées par des éclats chromatiques intenses et oniriques.
its lexical contents with informal and abstract elaborations liven up by a dream-like, intense brightness of the colours. Her work
perceptions tactiles, émotions créatives et éblouissements évocateurs éclairant le présent. À travers la fusion/confusion des trames texti-
sations, creative emotions and evocative lights that brighten the present.
Tissés, manipulés, effilochés et déchirés, les tableaux de cette artiste évoquent des pulsions, des rêves, des désirs, des distances infinies
up in a warm sumptuousness, becomes language in Spina’s art.
répétition de gestes anciens et berçants, l’artiste accueillit les dépouilles du temps, pour convertir fils et couleurs en esprit.
refined dialectic between the beauty of a handicraft and the sublime mastery of art. By repeating ancient and lulling gestures, the
vantes et palpables, qui inspirent une sensation de perte, mais aussi le désir de rebâtir une identité à partir de cet éloignement.
Spina’s research is not jarring, nor contradictory. On the contrary, it is full of fascination, like mixed layers of vivid and palpable
matières textiles se chargent de significations symboliques, tandis que les idées, l’esprit et la sensibilité se transforment en « acte
Between warp and weft, there and back, in a mental game of dismantling the structure first and re-building the matter then, texti-
Le travail de Rosa Spina se fonde sur un code de symboles émanant de l’inconscient et du lien indescriptible entre visible et in-
time or any space-shape constraint.
sujet et objet, entre esprit et corps.
visible and invisible, between in and out, space and time, energy and matter, finite and infinite. And more generally between
une énergie palpable qui naît du tissage habile de fils et noeuds alchimiques se cristallisant en sculptures conscientes. Ces derniè-
In this, the vision of a woman and artist finds its fullest expression. The main feature of her works is a beating energy born from
Il s’agit du fruit de quelques éléments enchaînés et enchaînants que l’artiste a su filtrer et s’approprier : le geste créateur, le sens
penetrable and causal connections that are at the origins of Being and Becoming. This is a work, resulting from some elements
Derrière l’apparente simplicité de ces tableaux si bien conçus se cache en réalité une profondeur énigmatique : c’est comme si dans
fragment, the concreteness of the image used as a message.
les variations n’étaient que l’amorce d’évocations archaïques. Des instants. D’inattendues harmonies fluctuantes et des rémini-
brightness, it seems like the artist has picked up the hidden threads of her destiny, as if variations were nothing but the bait for
time as the visible image of the soul.
PERSONALI
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2004 “Tessere l’Arte” Galleria Mattia Preti, Catanzaro.
2004, “L’intreccio”, nell’’ambito del Convegno “I Nuovi Lavori delle Donne”, organizzato dal Lions Club CZ,
Hotel Guglielmo Catanzaro.
2004 “Fiber Art” Antologica 1965-2004, a cura di Luca Vasta, Galleria Mattia Preti, Catanzaro
2004 “Episodi di Tessitura” Galleria Arte Spazio, Catanzaro
2005 “Eco-Installazioni”, a cura dell’Associazione Crat, Villa Conti Falluc Catanzaro.
2005 “Opere De-Tessute” Galleria Arte Spazio, Catanzaro.
2005 “Opere De-Tessute” Castello Caracciolo di S. Floro.
2006 “Col filo di Arianna. Dalle trame dipinte di Raoul Dufy alle trame rielaborate di Rosa Spina”, presentazione e testi
di Antonio Falbo e Leonardo Bizzoco, Rocca Sforzesca di Soncino (CREMONA)
2006 “I Expo Arte Mediterraneo” Cupole Geodetiche, Cosenza.
2007 “Filo e Segno”, organizzata dall’Associazione Fidapa-CZ, a cura di Francesca Londino, Centro Culturale Fontana
Vecchia, Catanzaro
2007 “Vitarte - Mostra Mercato Arte Moderna e Contemporanea”, Padiglioni Tuscia di Viterbo.
2007 ”Tracce”, Galleria d’Arte Il Futurista, Crotone.
2007 “L’albero della Seta” Installazione Site Specific, con testo poetico di Antonella Iaschi, Museo del baco da seta,
San Floro CZ
2007 “Udinearte”Fiera d’Arte Moderna e Contemporanea a cura Ass. AURA Udine
2007 Fiber Art “Scampoli di vita” testo poetico di Antonella Iaschi, Galleria Mattia Preti Catanzaro.
2008 “ Fili di nebbia e di sole” Galleria il Futurista Crotone
2008 Expo Arte Fiera di Bari
2008 “Scampoli di vita” a cura di Mauro Filippini, Club Giardino Carpi (Modena)
COLLETTIVE
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2004 I Rassegna “Arte & Satira”, Galleria Mattia Preti di Catanzaro.
2004 “Esposizione Arte Tessile” Badolato Marina.
2004 “Trame d’Arte” Galleria Arte Spazio, Catanzaro.
2004 “XI Edizione Arte Incontro”, Centro Culturale di Catanzaro.
2004 “Damaschi, Sete e Tessuti”, Hotel Guglielmo Catanzaro.
2005 “Elaborati d’Arte” Galleria Arte Spazio, Catanzaro.
2005 “L’Arte di Essere Donna” organizzata dal Circolo Unione - Università Permanente, Pal. Fazzari Catanzaro.
2005 “F4-For Friends”, a cura della Pro Loco, Duomo di Catanzaro.
2005 “Rassegna di Arte Sacra”, Palazzo Fazzari Catanzaro.
2005 “Filo lungo Filo,un nodo si farà”, X Anniversario dell’ Associazione “Amici della Scuola Leuman”, Sala delle Arti
di Collegno, Torino.
2005 “I Mostra Propedeutica Città di Catanzaro per la VI Biennale Internazionale di Roma”, Centro Culturale Fontana
Vecchia, Catanzaro.
2006 “II Rassegna Tessere l’Arte”, a cura dell’Associazione Crat, Centro Culturale “Fontana Vecchia”, Catanzaro.
2006 “Patrimonio Artistico Calabrese”, a cura del prof Mario Gallo, Liceo Artistico di Catanzaro.
2006 “Il Filo Dell’Arte”, a cura dell’Associazione Crat, Lega Navale, Soverato (CZ)
2006 “Pittura, Arte e Cultura nella Calabria Contemporanea - II Edizione “ Montalto Uffugo (CS).
2006 “La Tela di Aracne”, Rocca Paolina, Perugia.
2006” La Tela di Aracne”, Museo del Presente, Rende (CS).
2006 “Senza Tempo” Mostra d’Arte a cura dell’Associazione Asca, Badolato
2007 “Omaggio all’Universo Donna”, organizzata dall’ Associazione Asca, a cura di Francesca Londino, Sala Mostre
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della Comunità Montana di Isca Jonio
2007 “Il giardino di Hermes”, organizzata dal Circolo Unione-Università Permanente, a cura di Alessandro Russo e
Angela Fidone, Pal. Fazzari Catanzaro.
2007 “Donnarte”, Sala Consiliare del Comune di Cotronei (kR).
2007 ”Patrimonio Artistico Calabrese” a cura del prof Cristiano, presso il Liceo Artistico Statale di Catanzaro.
2007 “Fiera D’arte”, a cura dell’ Ass. Calabria Textile, Firenze
2007 ”Colori e Sapori del Mediterraneo”, organizzata dall’ Associazione Asca, a cura di Francesca Londino, Anfiteatro
dell’Istituto Alberghiero di Soverato
2007 “Artigianato in Calabria”, artista Fiber Art a cura Assessorato Attività Produttive - Regione Calabria, Complesso
Monumentale S. Giovanni di Catanzaro
2007 “Rassegn a Estiva”, Galleria La Pergola Arte, Firenze
2007 ITALIARTS Artisti Italiani Contemporanei in Filandia Expo Biblioteca Leppàvaara Europea Sello, Helsinki
2007 “Artigianato in Calabria” Sala Nicholas Gren Regione Calabria, Reggio Calabria.
2007 “IV Biennale Internazionale D’Arte Contemporanea – Magna Grecia”, Comune di San Demetrio Corone,
Cosenza ( premio della critica)
2007 “Agglomerati Metropolitani” Galleria La Pergola Arte, Firenze
2007 “Amico Pane” a cura di Gianfranco Labrosciano, Convento Domenicano, Altomonte
2007 “Oggetti Instabili”, Complesso Storico di San Domenico, Lamezia Terme
2007 “Tessere l’Arte” a cura delCRAT Palazzo Fazzari Catanzaro
2007 Mostra prapateutica VII biennale Roma Palazzo Fazzari Catanzaro
2008 VII BIENNALE D’ARTE INT. Contemporanea a cura CIAC Roma
2008 Rassegna “LE STANZE DI VENERE” Galleria Cassiopea Roma
BIBLIOGRAFIA 2007
Catalogo FILO E SEGNO a cura di Francesca Londino
Catalogo VITARTE Mostra Mercato Arte Viterbo padiglioni Tuscia
Catalogo AMICO PANE a cura di Gianfranco Labrosciano
Catalogo FIRENZE ARTE a cura della Galleria La Pergola Firenze
Catalogo IV BIENNALE INT. D’ARTE CONTEMP. Magna Grecia San Demetrio Corone CS
Rivista ARTE MONDADORI n.405 “Calabria D’Arte”
Catalogo ITALIARTIS Artisti Italiani in Filandia a cura Ist. Italiano di cultura-HELSINKI
Rivista ARTE MONDADORI n.411 Artisti a Nord Est a cura di Enzo Santese
Catalogo UDINEARTE Fiera D’Arte Moderna e Contemporanea a cura Ass. AURA Udine
Catalogo ARTIGIANATO IN CALABRIA a cura Regione Calabria 2007/08
Catalogo DE’FILAGES Rosa Spina 2008 a cura di A. Iaschi, grafica Giorgio Giliberti
Rivista editrice ACCA in….arte bimestrale Dic. 2007 Gen.2008
Catalogo “Opera Prima” Biennale d’Arte Int. ROMA VII edizione Sale del Bramante
Rivista editrice ACCA in….arte bimestrale Feb. Mar. 2008
Catalogo “la Pergola Arte” Artisti 2007 Firenze a cura di Michael Musone
ROSA SPINA
Via Mons. Giov. APA n.12 88100 CATANZARO
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Mobile 3358182991
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