Etude et recherche sur les métiers de la mode

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Etude et recherche sur les métiers de la mode
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ETUDE ET RECHERCHE SUR LES METIERS DE LA MODE
(ACTUELS ET FUTURS)
ET SUR LES PARCOURS DE FORMATION DU SECTEUR MODE :
LE CAS DE LA LOMBARDIE
Février 2011
©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
SOMMAIRE
Sintesi dello Studio e Ricerca (IT)........................................................................................p. 4
Synthèse de l’Etude et Recherche (FR)................................................................................p. 9
INTRODUCTION.................................................................................................................p. 15
I / LE SECTEUR TEXTILE-HABILLEMENT......................................................................p. 17
1) Données économiques......................................................................................................p. 17
2) Le tissu entrepreneurial et productif du secteur textile-habillement en Lombardie....p. 21
II / LES PARCOURS FORMATIFS ET LES METIERS DU SECTEUR MODE
EN LOMBARDIE.................................................................................................................p. 32
1) Les parcours formatifs professionnels : un système en évolution...................................p. 31
2) Analyse de l’offre formative en Lombardie......................................................................p. 33
3) Principales professions du secteur textile-habillement en Lombardie...........................p. 41
III / REFLEXION SUR L’OFFRE FORMATIVE ET LES BESOINS ACTUELS
ET FUTURS DES ENTREPRISES ........................................................................................p. 53
1) Problématiques observées.................................................................................................p. 53
2) Les compétences recherchées ..........................................................................................p. 57
3) Les nouveaux débouchés et les initiatives pour les jeunes..............................................p. 61
IV / CONCLUSION...............................................................................................................p. 69
V / REMERCIEMENTS.........................................................................................................p. 71
VI / BIBLIOGRAPHIE..........................................................................................................p. 72
VII / ANNEXES.....................................................................................................................p. 75
1) Liste des principaux instituts et écoles de formation du secteur Mode
en Lombardie.........................................................................................................................p. 76
2) Liste des formations du secteur Mode en Lombardie.....................................................p. 78
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3) Membres de la Piattaforma della Moda...........................................................................p. 85
4) Adresses utiles du secteur Mode en Lombardie..............................................................p. 102
5) Complément d’informations sur le Projet et sur le Partenariat (FR, IT, EN)............... p. 105
6) Synthèse du rapport d’Ile-de-France...............................................................................p. 114
6.1 Synthèse du rapport d’Ile-de-France en français
6.2 Sintesi della Ricerca dell’Ile- de-France en italien
7) Protocole d’accord entre Camera Nazionale della Moda Italiana et Fédération
Française de la Couture, du Prêt-à-Porter des Couturiers et des Créateurs de Mode.......p. 134
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SINTESI DELLO STUDIO E RICERCA
Comenius Regio nasce nel quadro del Lifelong Learning Programme e prevede la costituzione di
due consorzi regionali. Lombardia e Île-de-France formano i consorzi del progetto intitolato
Milan-Paris : le Fil de la Mode e finalizzato all’istituzione d’un tavolo di lavoro sui temi della
moda.
L’obiettivo è individuare nuove competenze professionali emergenti, migliorare i profili
attualmente esistenti e immaginarne nuovi. Si tratta, partendo dai mestieri della moda, di
rispondere alle trasformazioni in atto in vari settori professionali e di facilitare l’inserimento dei
giovani nel mondo del lavoro.
Lo Studio/Ricerca costituisce una delle azioni centrali del progetto e permette un’analisi
comparativa tra i percorsi formativi e i canali di inserimento professionale nel settore moda di
entrambe le regioni prese in esame.
La Tavola Rotonda organizzata il 29 novembre 2010 a Palazzo Bagatti-Valsecchi, nel cuore del
quadrilatero della Moda milanese, ha permesso un approfondimento sulle tematiche in oggetto e
un confronto tra i vari attori del mondo imprenditoriale e della scuola, della moda italiana e
francese e delle associazioni di categoria.
Lo Studio/Ricerca delinea lo stato dell’arte della formazione nel settore tessile – abbigliamento
in Lombardia. E’ articolato in tre parti ed è corredato da quattro appendici:
1. Descrizione del settore tessile – abbigliamento : vengono analizzate le specificità
economico-produttive del tessuto imprenditoriale della nostra regione.
2. Analisi dei percorsi formativi e relativi profili professionali : viene descritta la
complessità dell’offerta formativa pre-diploma e post-diploma presente nella regione.
3. Riflessione sull’offerta formativa e bisogni : viene evidenziata l’importanza di adeguare i
percorsi formativi ai bisogni reali delle aziende.
4. Appendici : vengono fornite informazioni sui principali istituti di formazione e scuole di
moda esistenti in Lombardia, sulle tipologie formative e sulle professioni cui possono
accedere i giovani.
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1. Il settore tessile - abbigliamento
Gli indicatori economici attribuiscono all’Italia un incontestabile ruolo di primo piano nel
settore : è il secondo esportatore per l’intero settore tessile – abbigliamento dopo la Cina; primo
esportatore di filati e tessuti di lana, secondo esportatore di sete.
L’Italia è non soltanto un importante esportatore in Europa, ma anche un interlocutore
privilegiato per i prodotti del tessile - abbigliamento di India, Cina e Brasile.
Se, a livello nazionale, il settore in oggetto incide in maniera significativa sul PIL, sull’impiego
nell’industria manifatturiera e sul totale delle esportazioni, a livello regionale la Lombardia, che
costituisce un bacino tra i più importanti in termini di distretti industriali, apporta un
contributo non trascurabile.
Per superare la crisi e proiettarsi nell’ottica della ripresa, il settore ha messo e metterà in campo
le sue carte migliori : il know-how, l’integrità di filiera, la flessibilità e la rapidità di produzione.
Alcune province lombarde sono caratterizzate dalla presenza di distretti industriali che
consentono l’individuazione delle specificità locali e delle competenze professionali presenti sul
territorio. Il meta-distretto della moda, di cui Milano è il cuore pulsante, raccoglie gli attori
delle più importanti manifestazioni dedicate alla moda. Le specificità della Lombardia sono tra
l’altro : l’integrità della filiera dell’abbigliamento (filatura, tessitura, rifiniture e produzione), la
produzione tessile, con una specializzazione nel settore serico, senza trascurare la lavorazione
delle fibre innovative, la preparazione di tinture per pellicce, la produzione di accessori moda
quali calzature, calze e collant, e infine la produzione di macchinari tessili.
Il Made in Italy si contraddistingue per qualità, artigianalità e tradizione, nonché per la forte
reattività del sistema produttivo. Tale forza deriva dalla difesa della produzione e, di
conseguenza, dalla tutela delle risorse umane garanti del know-how italiano.
Di qui l’attenzione che sul territorio viene rivolta alla formazione professionale.
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2. I percorsi formativi e le professioni del settore moda in Lombardia
L’offerta formativa dell’istruzione secondaria di secondo grado risulta sul territorio alquanto
variegata articolata come segue :
a) il sistema di Istruzione (ordinamento nazionale : scuole statali e paritarie);
b) il sistema, ancora in evoluzione, di Istruzione e Formazione Professionale –IeFP
(ordinamento regionale).
I percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) preparano alle nuove Qualifiche
Professionali regionali, nate dalla stretta collaborazione tra l’USR e Regione Lombardia, in
conformità con il Repertorio Nazionale delle Qualifiche Professionali e con il Quadro Europeo
delle Qualifiche per l’apprendimento permanente – QEQ (Cadre Européen des Certifications
pour l’éducation et la formation tout au long de la vie – CEC - European Qualifications
Framework for lifelong learning - EQF) del 2008.
Una caratteristica comune al Sistema di Istruzione e a quello dell’IeFP è la tendenza a realizzare,
congiuntamente con le imprese, percorsi formativi volti al conseguimento di competenze che
l’istruzione deve sviluppare e valutare e il mondo del lavoro deve capitalizzare. Tra le tipologie
di questa collaborazione figurano i progetti di alternanza scuola/lavoro e di simulazione
aziendale all’interno delle istituzioni scolastiche e formative.
Da una parte, il sistema di Istruzione (licei, istituti professionali e istituti tecnici) propone corsi
di durata quinquennale al termine dei quali gli allievi sostengono l’Esame di Stato conseguendo
un Diploma.
Dall’altra parte, il sistema di Istruzione e Formazione Professionale regionale, articolato in 15
aree professionali, propone percorsi che permettono di ottenere la Qualifica di Operatore al
termine di un triennio e il Diploma di Tecnico al termine di un quarto anno. L’allievo può
proseguire per un quinto anno la propria formazione e sostenere un Esame di Stato per
conseguire un diploma che dia accesso alle Facoltà Universitarie.
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Una ulteriore possibilità, ancora in via di definizione, sarà costituita dalla formazione postdiploma non accademica : gli ITS (Istituti Tecnici Superiori) proporranno formazioni della
durata di due anni e si affiancheranno ai già esistenti corsi IFTS (Istruzione e Formazione
Tecnica Superiore) della durata di un anno, programmati dalla Regione ed erogati da
Associazioni Temporanee di Scopo (ATS) tra Università, aziende, scuole secondarie di secondo
grado, ITS ed enti locali.
Nella Regione Lombardia 45 Istituti pubblici, paritari e privati propongono più di 240 corsi di
formazione nel settore della moda di varie tipologie pre e post-diploma.
Le formazioni più rappresentate sono stilista/designer, sarto/modellista, addetto marketing
/comunicazione e operatore tessile.
Esistono inoltre enti esterni alla formazione che tuttavia, per statuto e finalità, rivestono
inevitabilmente un ruolo significativo anche in questo campo: i “poli formativi”, nati intorno ad
uno specifico settore produttivo, e le fondazioni.
3. Riflessioni sull’offerta formativa e i bisogni attuali e futuri delle aziende
Per poter focalizzare le diverse problematiche relative ai vari aspetti della formazione e
avanzare ipotesi di soluzione, è stato necessario fare un elenco dei principali profili professionali
della moda : dal modellista, trait d’union tra il design e il prodotto finito, che sviluppa l’idea
dello stilista, al lavoro del sarto che realizza l’abito e lo cuce, per giungere allo stylist, senza però
dimenticare le professioni meno incentrate sulla confezione dell’abito ma altrettanto
significative della filiera, quali il product manager, il buyer, il responsabile marketing, il brand
manager, il grafico, il merchandiser e il visual merchandiser.
Italia e Francia sono i capofila europei del settore : ciò è dovuto all’alta qualità dell’artigianato
che deriva dalla creatività e dall’esperienza, frutto di tradizioni che vanno tutelate poiché
costituiscono le specificità di questi paesi e la migliore garanzia per il futuro. Basti pensare al
ricamo, alla sartoria uomo, alla conceria e pelletteria e così via, alti valori di cultura e tradizione
che la scuola ha il compito di trasmettere.
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Sono infatti le competenze tecniche ad essere le più richieste nel settore tessile - abbigliamento
e in particolare i profili di sarto che rischiano di scomparire del tutto.
Secondo le interviste raccolte presso gli istituti e le aziende, si potrebbe affermare che lo
squilibrio esistente tra la domanda e l’offerta d’impiego nel settore è dovuto a quello che è stato
ripetutamente definito come un «vuoto» nella formazione. Le aziende trovano che gli stage e i
tirocini pratici abbiano una durata troppo limitata per poter garantire la giusta collocazione
dello studente e l’adeguata tipologia dei compiti assegnatigli. A questo si aggiunge un’altra
criticità che riguarda l’informazione e l’orientamento dello studente. La mancanza di
motivazione e volontà a puntare su professioni tecniche che richiedono un lungo periodo di
formazione, registrata da istituti e aziende, è senz’altro dovuta alla scarsa conoscenza della
ricchezza di profili professionali che offre il mondo della moda. La maggior parte degli studenti
continua ad ambire al ruolo di stilista, a scapito di tante altre professioni poco note che invece
aprono a maggiori opportunità di impiego.
Nel frattempo emergono nuovi sbocchi professionali. L’uso sempre più corrente delle nuove
tecnologie come Internet ha investito anche il settore tessile - abbigliamento che registra un
vero e proprio boom delle professioni dell’e-commerce.
Le competenze che afferiscono alle professioni del management e della produzione sono
anch’esse sempre più richieste per effetto dell’evoluzione delle aziende e della loro
internazionalizzazione. In questo campo le competenze linguistiche e informatiche sono
essenziali per adattarsi alle nuove tecniche di comunicazione e alle nuove realtà di mercato.
Se da un lato si osserva, tanto nelle grandi case di moda quanto nei piccoli laboratori di
confezione, la tendenza ad un ritorno al “su misura” in risposta alla crescente domanda dei
consumatori, dall’altro nuove professionalità come il personal shopper, il wedding planner o
ancora il cool hunter hanno fatto il loro ingresso tra i mestieri della moda.
Mettersi in proprio resta sempre una valida alternativa per i giovani diplomati che faticano a
trovare un impiego alla fine della loro formazione. Per chi intende avviare una attività
produttiva e/o di fornitura di servizi, esistono a livello nazionale e regionale varie iniziative che
hanno lo scopo di sostenere i giovani nell’imprenditorialità.
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SYNTHESE DE L’ETUDE ET RECHERCHE
Le Comenius Regio est un projet européen né dans le cadre du Lifelong Learning Programme
qui prévoit l’organisation de deux Consortiums régionaux. La Lombardie et l’Île-de-France
forment les Consortiums du projet intitulé «Milan-Paris : le Fil de la Mode», finalisé à la
constitution d’une table de travail commune sur le thème de la mode.
L’objectif est de favoriser l’émergence de nouvelles compétences professionnelles en améliorant
les modèles de profils professionnels actuels et en en imaginant de nouveaux. Il s’agit, à partir de
l’exemple des métiers de la mode, de répondre aux transformations dans les branches
professionnelles et de faciliter l’insertion des jeunes dans les emplois d’aujourd’hui et de demain.
La présente Etude/Recherche a constitué la base de l’une des étapes du projet qui a pour objectif
de comparer les parcours de formations et les canaux d’insertion professionnelle dans le secteur
de la mode dans chacune des régions précitées.
La Table Ronde du 29 Novembre 2010 au Palazzo Bagatti-Valsecchi, au cœur du quadrilatère de
la mode, a été l’occasion d’approfondir les thématiques en objet et de faire se confronter les
différents acteurs du monde de l’entreprise et de la formation, de la mode italienne et française
et des associations de catégories.
L’Etude/Recherche fait le point sur la situation actuelle de la formation dans le secteur textile –
habillement en région Lombardie. Elle est articulée en trois parties et complétée par quatre
annexes :
1. Description du secteur textile – habillement : analyse des spécificités économiques et
productives du tissu entrepreneurial de la Lombardie
2. Analyse des parcours de formation et profils professionnels du secteur mode :
description de la complexité de l’offre formative pré-baccalauréat et post-baccalauréat
présente en Lombardie
3. Réflexion sur l’offre formative et le monde du travail : mise en évidence de
l’importance d’adapter les parcours de formation aux besoins réels des entreprises
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4. Annexes : informations sur les principaux instituts de formation et écoles de mode
présents en Lombardie, sur les typologies de formations et sur les professions auxquelles
peuvent accéder les jeunes
1. Le secteur textile – habillement
Au vue des indicateurs économiques, il est évident que l’Italie occupe une place de premier rang
dans ce secteur : elle est le second exportateur mondial de textile-habillement après la Chine, le
premier pays exportateur de fils et tissus lainiers, et enfin le second exportateur de soieries.
Non seulement l’Italie est un fournisseur important en Europe, mais, pour les produits textilehabillement, elle est également un interlocuteur privilégié de pays comme l’Inde, la Chine et le
Brésil.
Si au niveau national, ce secteur a une incidence remarquable sur le PIB, sur l’emploi de
l’industrie manufacturière et sur le total des exportations, au niveau régional la Lombardie, qui
représente l’un des bassins les plus importants en termes de districts industriels dans ce
domaine, y apporte une contribution non négligeable.
Pour survivre à la crise et déjà dans l’optique d’une reprise, ce secteur a mis et devra encore
mettre l’accent sur ses meilleurs atouts : le savoir-faire, l’intégrité de la filière, la flexibilité et la
rapidité de production.
Certaines des provinces lombardes se caractérisent par la présence de districts industriels qui
permettent d’identifier les savoir-faire locaux et les compétences professionnelles présentes sur
le territoire. Le méta-district de la mode, dont Milan est le cœur, rassemble les acteurs et les
manifestations les plus importants du secteur mode. Les spécificités de la Lombardie sont entre
autre : l’intégrité de la filière de production de vêtements (filature, tissage, finition et
fabrication), la production de tissus avec une spécialisation dans la soie, sans oublier le travail
sur les fibres innovantes, la préparation de teintures pour fourrures, la production d’accessoires
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pour la mode comme les chaussures, les chaussettes et les collants, et enfin la production de
machines textiles.
Le Made in Italy se distingue par la qualité, l’artisanat et la tradition, mais aussi par la grande
réactivité de son système de production. Cette force résulte de la préservation de la production
et, par conséquent, de celle des ressources humaines qui sont les garants du savoir-faire italien.
La qualité des formations du secteur est donc essentielle.
2. Les parcours de formation et les professions du secteur mode en Lombardie
Au niveau de l’enseignement secondaire de second degré, l’offre de formation est complexe, et
suit l’articulation suivante :
a) le système de Istruzione (Education Nationale : écoles d’Etat et écoles privées sous contrat)
b) le système régional, en cours de développement, appelé Istruzione e Formazione
Professionale - IeFP.
Les parcours de Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) préparent aux nouvelles
Qualifications Professionnelles régionales, nées de l’étroite collaboration entre l’USR et la
région Lombardie, en conformité avec le Répertoire National des Certifications Professionnelles
et avec le Cadre Européen des Certifications pour l’éducation et la formation tout au long de la
vie (CEC), daté de 2008.
Une caractéristique commune au système de l’Istruzione et à celui de l’IeFP est la tendance à
réaliser conjointement avec les entreprises des parcours de formation destinés à favoriser
l’acquisition de compétences que l’enseignement doit développer et évaluer, et le monde du
travail capitaliser. Parmi les typologies de collaboration figurent les projets de formation en
alternance école/travail et de simulation de travail en entreprise au sein des instituts scolaires et
de formation.
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D’une part, le système de l’Istruzione (lycées, instituts professionnels et instituts techniques)
propose des formations d’une durée de 5 ans au terme desquels les élèves présentent l’Esame di
stato en vue d’obtenir le “Diploma di Esame di stato”, équivalent du baccalauréat.
D’autre part, le système d’éducation et de formation professionnelle régional, constitué de 15
domaines professionnels, qui propose des parcours permettant d’obtenir la qualification de
“Operatore” au terme de 3 ans d’études, et de “Tecnico” au terme d’une quatrième année.
L’élève peut poursuivre sa formation par une cinquième année et soutenir un Esame di Stato qui
lui donne accès aux formations universitaires.
Autre possibilité, encore en voie de perfectionnement, qui sera représentée par la formation
post-baccalauréat non académique : les ITS (Institut Technique Supérieur) proposeront des
formations d’une durée de 2 ans et viendront rejoindre les cours déjà existants des IFTS
(Instruction et Formation Technique Supérieure) d’une durée d’un an, programmés par la
Région et dispensés par des Associazioni Temporanee di Scopo comme les Universités,
entreprises, écoles secondaires de second degré, ITS et entités locales.
En région Lombardie, 45 instituts publics, paritaires et privés proposent plus de 240 cours de
formation dans le secteur de la mode, de divers typologies pré et post-baccalauréat.
Les formations les plus représentées sont celles de styliste/designer, de modellista/couturier, de
marketing/communication et enfin d’expert textile.
Certaines entités, du fait de leur statut ou de leur mission, jouent également un rôle dans le
monde de la formation : comme les «pôles de formation» , qui naissent pour des secteurs définis,
ou encore les fondations.
3. Réflexion sur l’offre formative et les besoins actuels et futurs des entreprises
Afin d’identifier les différentes problématiques relatives à certains aspects de la formation et de
pouvoir suggérer des solutions, il a fallu avant tout répertorier les principaux métiers de la
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mode : du modellista, trait d’union entre le design et le produit fini, qui développe l’idée du
styliste, au travail du sarto (couturier) qui réalise le vêtement et le coud, pour en arriver au
fashion stylist, sans oublier les métiers moins centrés sur la confection du vêtement mais tout
aussi importants tels le product manager, le buyer, le responsable marketing, le brand manager,
le graphiste/designer, le merchandiser et le visual merchandiser .
L’Italie et la France sont les porte-drapeaux européens de la mode : ceci est dû à la haute qualité
de l’artisanat qui relève de la créativité et de l’expérience, fruit de traditions à préserver
puisqu’elles constituent les particularités de ces deux pays et leur meilleure garantie pour
l’avenir. Il suffit de penser à la broderie, à la haute couture pour hommes, à la peausserie, à la
maroquinerie etc., hautes valeurs de culture et tradition que l’école a le devoir de transmettre.
Ce sont en effet les compétences techniques les plus recherchées dans le secteur textilehabillement, et en particulier les profils de sarto/couturier qui sont en train de disparaître.
D’après les entretiens effectués avec les instituts et les entreprises, on pourrait affirmer que ce
déséquilibre entre l’offre et la demande d’emploi dans le secteur est dû à ce qui a été évoqué de
manière récurrente comme un «vide» dans la formation. Les entreprises estiment que les stages
pratiques ont une durée trop limitée pour pouvoir garantir le juste placement des élèves et la
qualité de la mission attribuée. A ceci s’ajoute un autre problème d’information et d’orientation
des élèves. Les instituts comme les entreprises constatent un manque de motivation et de
volonté à s’investir dans des métiers techniques qui requièrent un apprentissage long, dû sans
doute à un manque d’information sur le panel de métiers à disposition dans le secteur mode. La
majorité des élèves souhaite devenir styliste, au détriment de tant d’autres métiers peu connus
qui ouvrent pourtant plus d’opportunités d’emploi.
Dans le même temps, de nouveaux débouchés se profilent à l’horizon. L’utilisation toujours plus
courante des nouvelles technologies comme Internet concerne également le secteur de la mode,
qui connaît un véritable boom des métiers de l’e-commerce.
Les compétences afférentes aux métiers du management et de la production sont également de
plus en plus demandées suite à la modernisation des entreprises et à leur internationalisation.
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Dans ce domaine la maîtrise des langues et des logiciels est également essentielle pour s’adapter
aux nouvelles techniques de communication et aux nouvelles réalités du marché.
Si d’une part l’on observe, aussi bien au sein des grandes Maisons de mode que dans les petits
laboratoires de confection, une tendance au retour du sur-mesure en réponse à la demande
croissante des consommateurs, d’autre part de nouveaux métiers comme le personal shopper, le
wedding planner ou encore le cool hunter ont fait leur entrée dans les métiers de la mode.
Enfin, se mettre à son compte reste une alternative judicieuse pour les jeunes diplômés qui
peinent à trouver un emploi à la fin de leur formation. Pour ceux qui souhaitent lancer une
activité de production et/ou de fourniture de services, il existe au niveau national et régional
différentes initiatives dont le but est de soutenir les jeunes dans leurs démarches d’autoentrepreneurs.
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INTRODUCTION
Les rapports économiques qui lient depuis toujours l’Italie et la France, l’une étant le deuxième
partenaire économique de l’autre et réciproquement, sont certainement en partie dus à
d’évidents éléments facilitateurs de la communication, à savoir la proximité géographique et la
relative transparence des deux langues.
Le textile-habillement est la parfaite illustration de ce règne à deux capitales ; autant dire que
pour le projet Comenius Regio « Milan-Paris, le Fil de la Mode », né dans le cadre du Lifelong
Learning Programme, le choix des deux régions Lombardie et Ile-de-France s’est naturellement
imposé, l’objectif final de ce dernier étant de constituer un plan de travail commun sur le thème
de la Mode.
D’ailleurs l’autorité des deux capitales en la matière a été scellée par les accords internationaux
signés à plusieurs reprises par d’importantes instances du secteur.
Ce projet, centré sur le thème de la mode, a fédéré les représentants des autorités politiques,
administratives, scolaires et universitaires ainsi que les responsables de la formation et des
entreprises du secteur des deux régions impliquées qui se sont organisés en deux Consortiums.
Le « fil » qui les relie est lui aussi un acronyme non dépourvu de sens : trois lettres derrière
lesquelles se cachent les objectifs fondamentaux de ce projet, à savoir Formation, Innovation et
Langues, concepts générateurs de désir de coopération et d’amélioration.
Au sein même des régions, les relations entre les différentes instances décisionnelles (instances
politiques pour ce qui est de la Région ; éducatives pour les Rectorats) sont complexes. Aussi le
projet Comenius Regio a-t-il l’ambition de permettre aux décideurs et aux acteurs de travailler
ensemble de façon effective et efficace en tissant des liens durables.
En raison de sa dimension politico-économique, cet ambitieux projet, coordonné par l’USR de
Lombardie, est soutenu depuis toujours par le Ministère italien de l’Education (MIUR) et par
l’Ambassade de France à Rome.
Pour favoriser l’émergence de nouvelles compétences professionnelles en améliorant l’existant
et en créant de nouveaux profils professionnels, ce projet vise à répondre, à partir des métiers
de la mode, aux transformations advenues dans ces branches professionnelles et de faciliter,
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aujourd’hui et demain, l’insertion de jeunes diplômés dans le monde du travail.
Dans chacune des régions, une équipe de chercheurs a produit un rapport intitulé « Etude et
Recherche sur les Métiers de la Mode et sur les parcours de Formation » avec l’aide de la
Chambre Française de Commerce et d’Industrie en Italie, pour la Lombardie, et celle de
l’Institut Français de la Mode de Paris, pour l’Ile-de-France.
Il s’agit d’un corpus d’environ 200 pages portant sur la formation professionnelle, les liens avec
le monde du travail, les anciens et les nouveaux métiers de la mode qui constituent, pour le
secteur textile-habillement, le point de départ de la comparaison des parcours de formation et
des canaux d’insertion professionnelle dans chacune des régions précitées.
Souhaitant faire le point sur la situation actuelle et l’analyse des perspectives futures, les trois
parties de cette étude chercheront à respecter cette optique, en fournissant ici:
1. la situation du secteur textile-habillement, à l’aide de données économiques ponctuelles, à
travers un aperçu du tissu entrepreneurial de la région et de ses productions spécifiques ;
2. les parcours de formation et les métiers de la filière Mode à travers un descriptif des
principaux instituts de formation lombards et des formations proposées dans la région, ainsi
que leurs débouchés professionnels ;
3. la réflexion sur l’adéquation entre l’offre de formation et les besoins réels des entreprises du
secteur.
Pour clore cette étude, nous proposons en annexe :
a. la synthèse du rapport qui a été produit par le Conseil Régional d’Ile-de-France
b. une liste des nouveaux débouchés professionnels offerts par le secteur et les initiatives
que les acteurs de la filière Mode mettent en œuvre pour les jeunes générations
c. l’accord signé par la Camera Nazionale della Moda Italiana et la Fédération Française de
la Couture.
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I / LE SECTEUR TEXTILE-HABILLEMENT
1) DONNÉES ÉCONOMIQUES
Ce premier chapitre se propose de présenter la situation économique du secteur textilehabillement en Italie à l’aide d’indicateurs économiques, et de comprendre ainsi la position
stratégique de la région Lombardie. Les données économiques et statistiques ci-dessous
proviennent de Sistema Moda Italia (Federazione Tessile e Moda) qui est l’une des plus grandes
organisations mondiales de représentation des industriels du secteur textile-habillement. En
Italie, ce secteur est une composante fondamentale du tissu économique et manufacturier, avec
plus de 60.000 entreprises et 510.000 employés.
La Fédération a pour vocation de défendre et promouvoir les intérêts du secteur et de ses
associés (entreprises ou associations). A ce titre, elle intervient dans la résolution de
problématiques liées à la production, d’un point de vue normatif ou commercial, et s’attache à
aider les acteurs de l’industrie textile et mode dans leurs actions de promotion et
d’internationalisation. Elle est en outre l’interlocuteur officiel des institutions et organisations
nationales et internationales du secteur textile-habillement.
Nous nous sommes donc tout naturellement tournés vers elle pour obtenir des données
essentielles à l’élaboration de cette étude et nous la remercions vivement pour son active
collaboration.
Second exportateur mondial de textile-habillement après la Chine, l’Italie est également le
premier pays exportateur de fils et tissus lainiers, le second exportateur de tissus de soie et enfin
troisième exportateur de “maglia”.
L’Italie est un fournisseur important en Europe et couvre ainsi environ 12% de l’import français
du secteur textile-habillement, 6,6% pour l’Allemagne, 11,4 % pour l’Espagne et 5,9% pour le
Royaume-Uni. Bien que son incidence soit encore basse sur des pays comme l’Inde, la Chine ou
le Brésil, l’Italie tient une place non négligeable en tant qu’interlocuteur privilégié pour les
produits textile-habillement.
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Au niveau national, le rôle de ce secteur est important. En 2009 il a contribué à 8,9 % de la
valeur ajoutée et à 10,9 % de l’emploi de l’industrie manufacturière nationale. L’incidence des
ventes à l’étranger du secteur était quant à elle égale en 2009 à 8% du total des exportations
manufacturières.
La récession mondiale s’est cependant fortement ressentie sur les résultats globaux de ce secteur
si important en Italie.
En 2009, le chiffre d’affaire du secteur, après une baisse de -15,4%, est descendu sous le seuil des
50 milliards d’euros. L’export a subi une baisse de -19,7%, mais a tout de même réussi à
maintenir un solde positif malgré une réduction de -35,6% en seulement douze mois de temps.
Petit à petit, les entreprises italiennes, toutes tailles confondues, ont subi le contrecoup d’une
crise mondiale sans précédents avec les conséquences que l’on sait : annulation ou non
renouvellement des commandes, baisse de la production et du chiffre d’affaire, nécessité de
recourir à des amortisseurs sociaux et dans certains cas à des réductions du personnel.
Le nombre des entreprises du secteur quant à lui a subi une forte diminution (-3,7%).
En termes de marché du travail, le nombre de travailleurs est descendu en 2009 sous le seuil des
500.000 unités, soit une baisse de 5,1% correspondant à la perte d’environ 26.000 travailleurs.
Malgré ces chiffres, la force de travail du secteur textile-habillement représente pour l’année
2009 10,9% de l’ensemble de la force de travail de l’industrie manufacturière italienne (contre
11,3% en 2008), ce qui reste un chiffre important.
Une autre donnée essentielle à étudier pour comprendre la situation de crise est le nombre
d’heures de «cassa integrazione1» autorisées. Sur la base des données diffusées par l’INPS, plus de
96 millions d’heures de «cassa integrazione» ont été autorisées en 2009, mettant ainsi en
évidence une augmentation de 171,1% sur la base annuelle. A titre de comparaison, le nombre
d’heures autorisées pour le total des trois années (2005, 2006 et 2007) était de 104,5 millions.
L’année 2009 a donc dépassé à elle seule le chiffre atteint durant ces trois années.
Cassa integrazione : période de suspension totale ou partielle du rapport de travail, pour cause de réduction ou
interruption de l’activité de production, au cours de laquelle est apportée une aide financière aux travailleurs.
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La récession mondiale qu’a connue l’année 2009 est la plus importante relevée depuis l’aprèsguerre.
Pour survivre à la crise et déjà dans l’optique d’une reprise, le secteur textile-habillement a ainsi
mis l’accent sur ses meilleurs atouts : le savoir-faire, l’intégrité de la filière, la flexibilité et la
rapidité de production.
L’heure est aujourd’hui à la reprise, mais les entreprises italiennes ont encore des difficultés à
s’affirmer en Orient, objectif sur lequel elles devraient pourtant se concentrer plus que par le
passé afin de développer de manière satisfaisante une politique d’internationalisation désormais
incontournable.
Au niveau régional, l’impact de la crise s’est articulé de manière plus spécifique. Les régions ont
petit à petit vu s’accentuer positivement ou négativement les tendances générales vérifiées au
niveau national.
Les entreprises des régions de la Campanie et du Val d’Aoste font, dans ce cas, exception car
elles ont réussi à rester assez stables.
L’impact le plus significatif concerne les territoires où se concentre un grand nombre
d’entreprises opérant dans le secteur textile-habillement :
- la Lombardie, qui représente l’un des bassins les plus importants en termes de présence de
districts productifs dans le secteur de la mode (environ 18 % des entreprises italiennes opérant
dans le secteur) a été particulièrement touchée avec une réduction de 5,1% du nombre
d’entreprises. La région Lombardie représente 30% de l’export de l’industrie textile-habillement
italien. La baisse de l’exportation a été, pour cette région, de -21,4%
- la Vénétie, qui compte 11,2% des entreprises du secteur a perdu 4,3% des entreprises
- -4% pour l’Emilie Romagne
- -3,7% pour le Piémont
Les signaux économiques ne permettent pas encore de prédire de manière certaine comment
évoluera la situation, et le prix des matières premières textiles, les difficultés d’accès au crédit et
la tendance à ne pas investir restent des problématiques importantes.
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©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
En ce qui concerne la demande, la crise a également eu un effet sur le comportement des
consommateurs. Le taux de chômage et la faible hausse des revenus font que les consommateurs
semblent plus sélectifs dans leurs achats. Mais après les sacrifices effectués lors de la crise, il
n’est pas improbable que les consommateurs se réfugient dans des secteurs rassurants tels que
ceux du bien-être et de la mode.
Pour faire face à la concurrence grandissante, se profilent alors à l’horizon trois défis
importants : la nécessité inévitable de redimensionner la capacité productive, le contrôle des
coûts et le soutien aux investissements et à l’internationalisation.
Sistema Moda Italia illustre une nouvelle vision pour l’industrie textile mode italienne résumée
par trois mots commençant par la lettre « V » «Vicini, Veloci e di Valore». En français ces trois
termes peuvent être traduits par Proximité, Rapidité et Valeur/Qualité. Trois « V » dont dépend
le futur du secteur textile-habillement italien.
Certes, les concurrents internationaux peuvent eux aussi faire preuve de proximité et de
rapidité, mais l’Italie se différencie sur la dimension Valeur/Qualité, synonyme de savoir-faire,
point fort sur lequel elle devra miser afin de rester compétitive.
Dans ce contexte, le terme de savoir-faire italien prend toute sa valeur et il est important de le
préserver. A l’heure où les consommateurs sont toujours plus attentifs au coût mais aussi à la
qualité, l’Italie a un rôle de tout premier plan à jouer.
Le secteur textile mode italien produit de la qualité mais aussi des valeurs : valeurs identitaires,
esthétiques, éthico-sociales et éco-toxicologiques. Les problématiques de tissus toxiques produits
à l’étranger, les nouveaux courants tel que le recyclage vintage de vêtements, le concept de
«slow fashion» et le retour en force du «sur mesure» illustrent bien l’existence et l’importance de
ces valeurs.
Avoir une vision claire et précise des savoir-faire italiens et en assurer la pérennité devient
ainsi primordial. Nous nous proposons donc dans cette étude de nous intéresser aux savoir-faire
de la région Lombardie afin de découvrir les compétences présentes sur ce territoire.
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2) LE TISSU ENTREPRENEURIAL ET PRODUCTIF DU SECTEUR TEXTILE-MODE EN LOMBARDIE
Certaines des provinces lombardes se caractérisent par la présence de districts productifs qui
peuvent nous permettent d’identifier les savoir-faire locaux et par là même les compétences
professionnelles présentes en Lombardie.
Un district productif est un ensemble d’entreprises qui partagent entres elles un système
productif et technologique et qui collaborent afin de favoriser leur propre développement et de
créer et renforcer leur compétitivité. En Italie les districts productifs se sont développés dans les
années 70 suite à une période de crise appelée “crisi della grande impresa”. Après la période de
développement économique des années 60, les grandes entreprises ont dû faire face à un
ralentissement de l’activité et réagir en commençant à spécialiser leur production, choisissant de
la concentrer sur un macro processus productif. Cette solution leur a ainsi permis de bénéficier
d’une meilleure économie d’échelle et d’affiner le processus de production pour atteindre un
plus haut niveau de qualité des produits finis.
A la connaissance, à l’expérience et à la technologie qui constituent le savoir-faire des
entreprises du secteur, est ainsi venu s’ajouter la proximité géographique des industries
fournissant ainsi une réelle valeur ajoutée au système productif.
On recense 156 districts en Italie. Ces districts représentent environ 39 employés pour 100
habitants, dont 15 employés au sein de l’industrie manufacturière. En Lombardie, le nombre de
personnes employées dans les districts dépasse les 1.700.000.
La Lombardie compte 8 districts du secteur de la mode. Ces derniers emploient plus de 560.000
personnes, soit 32% des employés de ce secteur au niveau national.
La notoriété de la ville de Milan comme point de référence de la mode et du Made in Italy , a
joué un rôle important dans le développement des districts.
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La carte ci-dessous illustre la position géographique de ces districts sur le territoire lombard.
2. District Serico
Comasco
3. District textile de
Lecco
4. District habillement
« Bergamasca
Valcavallina Oglio »
5. District textile
« Valseriana »
6. District confection et
habillement de la
« Bassa Bresciana »
1. District de
l’habillement
Gallaratese
7. District bonneterie
de « Castel
Goffredo »
8. District de la
chaussure de Vigevano
Méta-district de la Mode
Méta-district de la mode
Située à deux pas des principaux districts lombards, Milan est le coeur du Méta-district de la
mode qui se développe sur 126 communes et rassemble un grand nombre d’acteurs : stylistes,
modellista, filateurs, producteurs de biens intermédiaires.
Si la ville de Milan est systématiquement associée au Made in Italy, c’est qu’elle est la «vitrine»
du prêt-à-porter italien et accueille les événements internationaux du secteur.
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Giorgio Armani, Versace, Missoni, Prada, Etro, Valentino, Gucci, Trussardi, Ferré, Dolce &
Gabbana et Roberto Cavalli en sont quelques exemples.
Ce district ne se focalise pas seulement sur le produit fini mais également sur les recherches en
amont concernant l’utilisation de certaines fibres, le développement de certains tissus, la
recherche des couleurs, de la forme, du style et implique différents acteurs économiques
étroitement liés entre eux. Les secteurs productifs présents dans ce Méta-district sont : les
machines textiles, le textile, l’habillement, les accessoires, les articles en cuir et la fourrure. Il est
composé de 10.000 entreprises dont 70% sont artisanales, et de 4 centres de recherche.
Il existe également d’autres réalités au sein du Méta-district de la mode, comme le district de la
chaussure de Parabiago, en province de Milan. Ce n’est pas à proprement parler un district
sinon une association d’opérateurs du secteur (artisans et industriels). Cette association se réunit
entre autre pour aborder la question de la formation en collaboration avec la Villa Corvini,
organisme qui dispense des cours de spécialisation notamment dans le secteur de la chaussure.
En 2008, le nombre d’entreprises actives dans le secteur de la mode à Milan était de 6.152, ce
qui représente 2,1% du total des entreprises italiennes et environ un tiers des entreprises
italiennes opérant dans le secteur en Lombardie. Baptisée capitale du shopping, Milan accueille
plus de 8.000 activités commerciales du secteur, soit un cinquième du total des entreprises de
commerce au détail milanaises et 52 % des entreprises de commerce de gros lombardes.
La ville doit également cette réputation à la présence du «Quadrilatère de la Mode», formé par
quatre rues que sont Via Montenapoleone, Via della Spiga, Via Manzoni et Corso Venezia. Ces
rues du centre historique abritent les plus grands noms du luxe italien et international.
On ne peut manquer de rappeler également qu’après Shanghai, c’est Milan qui aura l’honneur
d’accueillir la prochaine Exposition Universelle, en 2015. Le thème choisit par la capitale
lombarde est «Nourrir la planète, Energie pour la Vie». EXPO Milano 2015 mettra en lumière la
tradition, la créativité et l’innovation dans le secteur de l’alimentation, en plaçant au cœur des
débats le droit à une alimentation saine, sûre et suffisante pour l’ensemble de la planète.
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Ainsi, durant 6 mois Milan sera sous les feux de la rampe, une occasion exceptionnelle pour la
ville de se montrer sous son plus beau jour afin de mettre en valeur ses savoirs faire et traditions.
Dans cette optique, un ambitieux projet est en cours de réalisation. En effet, une «Cttà della
Moda», est en train de voir le jour dans les quartiers de Garibaldi et Repubblica, dans le centre
de Milan.
Le projet prévoit entre autre la création d’un Musée de la Mode et d’un pôle universitaire (en
collaboration avec les Universités Bocconi, Cattolica et Politecnico), ainsi que la construction de
showrooms, boutiques et espaces pour les manifestations du secteur.
Les structures milanaises sont par ailleurs le théâtre des principaux évènements et salons des
secteurs Design et Mode comme White, Mifur, Milano Moda Uomo, Milano Unica, Milano
Prêt-à-Porter, Moda Prima, Micam, Salone Internazionale del Mobile, et Fuori Salone auxquels
s’ajoutent les semaines de la mode.
Il n’est donc pas étonnant de constater que les entreprises milanaises représentent la part la plus
importante dans les adhésions auprès des associations de secteur telles que la «Camera Nazionale
della Moda», «Federtessile», «Assofibre» et «Assolombarda».
Les autres principaux districts de la région sont :
1. District de l’habillement «Gallaratese» (VA)
Etendu sur 9 communes lombardes, il est avantagé par la présence sur le territoire d’une filière
de production intégrale, consacrée à la filature, au tissage, à la «nobilitazione tessile» (finition,
teinture et impression) pour finir par la fabrication du vêtement qui représente un «know how»
territorial en termes de connaissances, expériences et technologies. La moitié de la production
est destinée à l’exportation. Ce district fait partie du Méta-district de la mode et se trouve au
cœur de la filière de production textile-habillement de Varèse autrefois appelé «Asse del
Sempione».
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Environ 12.460 entreprises opèrent dans ce district pour un total de 51.938 employés. Parmi ces
entreprises, 2.969 sont manufacturières et emploient 21.439 personnes. 350 entreprises locales
sont dédiées à la division «fabrication d’articles d’habillement», avec presque 2.000 employés.
L’entreprise la plus célèbre ayant vu le jour au sein du district est Missoni. Née dans les années
50, la marque est mondialement connue pour son travail de la maille, matière qu’elle a su
révolutionner grâce à l’invention de nouvelles techniques (en utilisant des machines utilisées
pour la production de châles), et à un esprit créatif et innovant (utilisation de la couleur).
Autre entité recensée à Busto Arsizio, en province de Varèse, le Centro Tessile Cotoniero e
Abbigliamento S.p.A., aussi appelé Centrocot. Il naît en 1987 de la volonté des associations
d’entrepreneurs, des associations de catégorie et des syndicats, des organismes publics (Chambre
de Commerce, Province, Mairie) et des établissements de crédit du territoire. Sa mission est de
soutenir les entreprises de toute la filière du secteur textile-habillement, en leur fournissant des
services spécialisés. Le Centrocot est constitué de bureaux, de laboratoires pour la recherche et
l’expérimentation ainsi que de salles pour la formation. Plus de 60 personnes y sont employées,
et des experts peuvent intervenir sur toutes les activités techniques ainsi que pour apporter un
service de conseil.
Parmi les quelques 5000 petites et moyennes entreprises qui font appel aux services de
Centrocot, une grande partie se concentre dans la zone textile de l’«Asse del Sempione», dans les
provinces de Varèse et de Milan.
2. District Serico Comasco (CO)
Ce district est spécialisé dans la production de tissus (en particulier pour l’habillement féminin)
et d’accessoires de mode comme les foulards, écharpes, cravates et châles principalement en
soie. Les 731 entreprises réparties sur 27 communes couvrent toutes les phases du processus
productif.
Ce sont en majorité de petites entités hautement spécialisées et flexibles qui produisent de la
très bonne qualité. Les compétences sont en effet importantes dans le travail du tissu.
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Un haut niveau de technologie dans les «process» et l’utilisation de fibres innovantes a permis à
ce district de renouveler sa production. En proposant toujours plus de services, il a par ailleurs
pu maintenir ses rapports avec une clientèle haut de gamme.
Ce district dispose d’un laboratoire expérimental sur la soie «laboratorio della stazione
sperimentale per la seta» qui exerce une activité de recherche et d’expérimentation dans le
domaine textile en collaboration avec les entreprises et instituts italiens mais aussi étrangers.
Ce laboratoire a aussi pour but de favoriser la formation professionnelle des techniciens du
secteur textile à tous niveaux en organisant des cours de base, des stages formatifs, des bourses
d’étude et d’apprentissage mais aussi par l’organisation de cours de formation pour les
demandeurs d’emploi soutenus par la région Lombardie, le Fond Social Européen et par le
Ministère du Travail.
3. District textile «del lecchese» (LC)
Distribuées sur 9 communes, les 170 entreprises de cette zone se sont spécialisées dans la
production de tissus pour meubles d’intérieur (jacquard et velours).
Hautement spécialisée, réactive et flexible, cette réalité a petit à petit conquis les marchés du
monde entier en se faisant reconnaître notamment par des standards de qualité élevés, une
innovation toujours présente et un fort enracinement territorial. Les 30 principales entreprises
ont en moyenne 86 employés et réalisent 86% de la production.
Ce district produit la moitié du tissu pour meubles d’intérieur au niveau national et un
pourcentage non négligeable de tissus pour les intérieurs d’automobiles. 60% de la production
est destiné à l’exportation.
De nombreux programmes et projets sont dédiés au développement et à la promotion du
district. La manifestation «Aziende Aperte» (portes ouvertes des entreprises) est par exemple un
événement national qui a pour but de favoriser la rencontre entre le public (principalement
écoles et institutions) et les employés du district.
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Sont également à l’étude des plans de formation et d’orientation professionnelle afin de stimuler
l’embauche et de mieux orienter les jeunes vers ces spécialisations. Un
CD-ROM
a même été
réalisé afin d’illustrer et de présenter l’histoire, la tradition et le travail du district de Lecco lors
de rencontres formatives avec des écoles ou délégations étrangères.
Ces initiatives sont un exemple à suivre pour améliorer l’orientation des jeunes mais aussi pour
enseigner au public tout comme aux professionnels italiens ou étrangers ce qu’est en substance
le Made in Italy.
4. et 5. District de la «Bergamasca-Val Cavallina-Oglio» et district textile de «Val Seriana»
Ces deux districts font partie de la même zone.
Le district Bergamasca-Val Cavallina-Oglio, qui s’étend sur 26 communes de la Province de
Bergame et de Brescia, comporte deux filières : la confection d’articles d’habillement et la
préparation de teintures pour fourrures et la fabrication de meubles et accessoires (filière qui
n’intéresse pas cette étude).
L’artisanat tient une place importante. Le district présente une forte activité manufacturière et
environ un quart des employés travaille dans l’industrie textile ou la confection d’articles.
Le district textile de Val Seriana, qui recouvre 10 communes de la province de Bergame, se
réclame d’une tradition textile profondément enracinée dans la ville de Bergame, où le travail
de la soie représente depuis des siècles la première ressource économique de la province.
A partir des années 60, la production textile a pris une dimension industrielle et le secteur s’est
spécialisé dans le textile basé sur le filage de type coton, de confection d’articles en tissu,
d’article d’habillement et de confection de tapis et moquettes. Ce district est caractérisé par la
présence d’une main d’oeuvre très spécialisée et peu scolarisée et par la présence d’entreprises
de grande et petite taille qui cohabitent très bien et participent à l’ensemble du processus
productif.
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Ces dernières années, le district a perdu un certain nombre de postes de travail, principalement
dans le secteur de la confection.
Entre la Vallée de Calepino et la Vallée de l’Oglio est également présent un district spécialisé
dans la production de boutons. Les entreprises sont réparties sur 14 communes entre les
provinces de Bergame et de Brescia, et produisent boutons mais aussi fermetures Eclair,
parapluies, perruques ainsi que les machines de production correspondant à ces produits. Les
entreprises de ce district sont les plus importants fournisseurs mondiaux d’accessoires pour la
mode et représentent 60% de la production nationale du secteur. Environ 40% de la production
locale est destiné à l’export.
6. District confection et habillement de la Bassa Bresciana
Le district de la Bassa Bresciana est spécialisé dans la confection, l’habillement et la préparation
de teinture pour fourrures. Il s’étend sur une superficie de 210 km2 qui relie 12 communes. Un
des phénomènes les plus intéressants est né en 2002 dans la Province de Brescia : Machina
Lonati Fashion and Design Institute est le fruit d’une initiative conjointe entre la Fondazione
Adele e Cav. Francesco Lonati et la Vincenzo Foppa Società Cooperativa Sociale. Le Groupe
Industriel Lonati détient actuellement le leadership mondial sur le marché des machines pour
l’industrie de la mode (l’entreprise est internationalement reconnue notamment pour sa
technologie seamless, confections sans coutures). La Vincenzo Foppa Società Cooperativa
Sociale est quant à elle une réalité formative, qui depuis de nombreuses années encourage les
activités d’éducation envers un public très large.
Premier exemple en Italie d’institut d’alta formazione professionnelle orienté vers la recherche
appliquée, Machina Lonati Fashion and Design Institute a été créé pour sceller l’alliance entre
entreprises et formation. C’est un cursus triennal post baccalauréat, calqué sur le modèle
universitaire. Le succès de Machina Lonati Fashion and Design Institute est dû à son interaction
constante avec le monde du travail, l’institut formant en effet des professionnels qualifiés dont
les compétences sont demandées par les entreprises.
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7. District de bonneterie de Castel Goffredo (MN)
280 entreprises sont présentes et réparties sur 18 communes. La production locale représente
70% de la production italienne et 30% de la production européenne (chaussettes et collants
pour femme en particulier). Dans ce district sont présentes des marques leader comme
GoldenLady, Sanpellegrino, Filodoro et Levante. Plus de la moitié de la production est destinée
aux marchés étrangers.
Les points forts de ce district sont la culture, les connaissances technologiques, l’identification
des services spécifiques, la main d’œuvre spécialisée et la présence d’un centre qui offrent aux
entreprises une assistance technique, formative et commerciale.
A l’heure actuelle ce district produit environ 75 % de la production totale italienne de
chaussettes/bas/collants pour femme, 60% de la production européenne et 30% de la production
mondiale. Les grandes entreprises citées précédemment (Calzedonia, Golden Lady etc..) ont leur
siège dans ce district, tout comme de plus petites réalités familiales qui travaillent pour le
compte de tiers. La délocalisation a toujours réussi à être évitée grâce à une main d’œuvre à bas
coût et une forte automatisation des processus de production. Cependant certaines phases du
processus comme l’assemblage et la couture sont, dans certains cas, délocalisées à l’étranger
(pays de l’Est en particulier).
Ce district s’est longtemps concentré sur le développement et l’amélioration des processus de
production au détriment des aspects commerciaux, marketing et de gestion qui constituent
pourtant des compétences fondamentales.
Les dynamiques ont changé depuis et le district a ainsi mis l’accent sur des stratégies marketing
et de communication plus centrées sur le produit, la marque et sur le contrôle des canaux
commerciaux et de distribution qui vont aujourd’hui jusqu’à la grande distribution et à la
distribution organisée.
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©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
8. District de Vigevano (PV)
Historiquement le district de Vigevano est l’un des plus anciens de la région Lombardie.
Important centre textile pendant des siècles, il s’est, à partir du XIXe siècle, spécialisé dans le
travail des chaussures. Si le travail de la chaussure était à l’époque artisanal, il s’est bien entendu
industrialisé petit à petit à partir de la moitié du XIXe siècle. Ce district mixte est spécialisé dans
la production de chaussures, sacs et autres articles en cuir et a développé une production de
machines dédiées à leur fabrication. Localisé entre Novara (en Piémont), Milan et Pavie, il
comprend 618 entreprises, 374 concernant la chaussure et 244 concernant la fabrication de
machines.
Comme nous l’avons exposé, la région Lombardie comporte un grand nombre d’entreprises et
de districts qui représentent une partie importante du savoir-faire italien de la mode.
Certains districts, comme ceux de Lecco ou Côme, accordent une place importante à la
promotion et la transmission de la tradition et du savoir-faire local. La tradition et le savoir-faire
ont plus que jamais leur place dans les créations dites Made in Italy et en justifient d’ailleurs
l’appellation.
La Federazione dei Distretti Italiani est une fédération de districts industriels et productifs
présents en Italie. Elle naît en 1994 avec deux partenaires principaux qui sont Confindustria et
Unioncamere. Aujourd’hui, la Fédération rassemble environ 50 des districts industriels et
productifs les plus représentatifs du système économique, qui comptent plus de 75.000
entreprises, 489.000 employés et réalisent un chiffre d’affaire de 67 milliards d’euros. Les
principaux secteurs du Made in Italy font partie de la fédération : textile, lainier, agroindustriel, ameublement, énergie, habillement, accessoires de mode, etc...
De cette Fédération naît L’Osservatorio Nazionale Distretti Italiani, banque de donnée des
districts présents sur le territoire italien. Cet instrument rassemble les partenaires de référence
du secteur dans le but de créer une source d’information unique et constamment mise à jour sur
la réalité des districts en Italie.
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©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
Dans le premier rapport des entrepreneurs de l’ «Osservatorio Nazionale dei Distretti Italiani»
(publié en 2010), sont mis en évidence les axes vers lesquels devraient se diriger les districts
pour se développer au mieux.
Ils préconisent notamment une plus grande formation technique des futurs professionnels du
secteur mode, et ce afin de continuer à véhiculer les valeurs du Made in Italy.
Le thème de la globalisation et la problématique de la traçabilité des produits achetés par le
consommateur sont d’actualité depuis longtemps. En est témoin la loi sur l’étiquetage Made in
Italy qui, après accord de l’Union Européenne, est active depuis le 1er octobre 2010 pour les
produits textiles, en cuir et pour les chaussures. La loi prévoit l’obligation de faire figurer sur les
étiquettes le lieu d’origine pour chaque étape de production.
Ainsi l’étiquetage Made in Italy n’est consenti que pour les produits finis pour lesquels les
diverses étapes de production sont réalisées majoritairement sur le territoire national : à savoir
au moins deux étapes de production doivent avoir été réalisées en Italie, dont la traçabilité doit
être assurée et donc vérifiable.
Cette nouvelle loi a deux grands objectifs : permettre aux acheteurs une consommation plus
«éclairée» à partir du moment où ils ont connaissance de la provenance des produits, et donner
aux entreprises le moyen de valoriser leurs produits faits en Italie selon les savoir-faire locaux.
Le retour à la valorisation de la technique, de la tradition et de la culture artisanales semble
donc être la clé du futur développement des districts.
La préservation du Made in Italy et son amélioration dépendent également de la formation des
ressources humaines du secteur. Bien qu’une grande partie des compétences s’acquière par
l’expérience acquise dans la fonction, il est également indispensable de s’assurer que les
formations scolaires mais aussi professionnelles proposées sur le territoire soient satisfaisantes,
et correspondent aux besoins des entreprises lombardes. Le rôle de l’apprentissage, des stages et
de la formation est donc essentiel.
La deuxième partie de cette étude se propose de donner un aperçu des formations existantes en
région Lombardie et d’en étudier les débouchés professionnels.
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©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
II / LES PARCOURS FORMATIFS ET LES METIERS DU SECTEUR MODE EN LOMBARDIE
Afin de poser les bases de l’étude, il est apparu logique de partir de l’«existant», soit une base de
données rassemblant la majorité des instituts, publics et privés, dispensant des formations dans
le secteur mode en région Lombardie. Dans cette optique, nous avons contacté divers
organismes référents dans le domaine, ainsi que les partenaires du projet Comenius Regio.
Il existe une multitude de formations dans le secteur textile-habillement, certains instituts sont
accrédités par la région et d’autres non.
1) LES PARCOURS FORMATIFS PROFESSIONNELS : UN SYSTÈME EN ÉVOLUTION
Il est important avant toute chose de comprendre la complexité de l’offre formative sur le
territoire : les informations fournies ci-dessous présentent de manière synthétique le système
éducatif national et le système de formation professionnelle de la région Lombardie.
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©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
2) ANALYSE DE L’OFFRE FORMATIVE EN LOMBARDIE
En région Lombardie sont proposées plus de 240 formations dans le secteur mode dispensées par
45 instituts pré et post-baccalauréat qui sont soit publics (nationaux ou régionaux) soit privés. Le
«Repertorio sull’education nel settore tessile e moda in Italia» produit par Sistema Moda Italia et
l’Université Luigi Bocconi, ainsi que les autres sources d’informations consultées, nous ont
permis de recenser le nombre de cours de formation mode proposés en région Lombardie.
La carte ci-dessous présente la distribution géographique de ces instituts par province.
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©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
La plus grande partie des formations se situe dans la province de Milan, suivent ensuite les
provinces de Bergame, Lodi, Varèse, Côme, Brescia, Mantoue, Crémone et enfin Lecco.
Aucune formation n’est en revanche recensée dans les provinces de Sondrio et Monza et
Brianza.
Les instituts de l’alta formazione (formation de niveau post-baccalauréat) sont en majorité
privés, la formation de niveau pré-baccalauréat est en revanche majoritairement publique. Il
existe également des formations proposées à un public adulte (chômeurs ou non) et qui ont en
général une durée plus courte, comme par exemple les «corsi brevi di riqualificazione».
Le graphique ci-dessous donne un aperçu des principales formations réparties par secteur
Les typologies de formation
8%
5%
2% 2%
35%
11%
13%
24%
Stylisme/Design
Modellista/Couturier
Marketing/Communication
Expert textile
Administration/Management
des entreprises du secteur
Commerce
NC
Produit/Production
Données : CFCII
Comme nous pouvons le constater, les formations les plus représentées sont celles de
stylisme/design (35%), de modellista/couturier (24%), et de marketing/communication (13%).
La formation pré-baccalauréat a une durée de 3 à 5ans, l’alta formazione de 2 à 3 ans, les masters
ont en revanche une durée plus brève, de 6 mois à 1 an tout comme les autres formations
réservées aux adultes.
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Au travers d’un questionnaire et de rencontres sur le terrain, il a été possible d’obtenir des
informations sur les principaux acteurs de la formation en Lombardie.
Ci-dessous le questionnaire utilisé pour l’alta formazione les instituts Domus Academy, NABA,
Istituto Secoli, pour la formation pré-baccalauréat, les instituts IIS Bernocchi et Caterina da
Siena.
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Ce recueil de données nous a permis de mettre en lumière les principales caractéristiques de
l’alta formazione et de la formation de niveau pré-baccalauréat.
•
La formation pré-baccalauréat
La formation pré-baccalauréat, comme vu précédemment, est majoritairement publique. L’offre
formative proposée aux étudiants lombards à la sortie du collège (cf. présentation page 39 de ce
rapport) se divise en deux catégories : le système d’instruction national (regroupant lycées,
instituts professionnels, instituts techniques) et le système régional d’instruction et formation
professionnelle.
Ce que l’on peut en retenir, c’est que les formations de niveau pré-baccalauréat apportent aux
élèves, quelles que soient les matières étudiées, des connaissances orientées sur la technique.
Une vision des métiers plus concrète et pratique donc, alliée à un programme d’enseignement
général obligatoire (cours d’italien, de mathématique, d’histoire, etc.).
Les formations pré-baccalauréat apportent aux étudiants qui souhaitent ensuite poursuivre leurs
études un excellent bagage de connaissances. Les élèves sortant de ces formations sont en effet
très bien préparés et connaissent en général un fort taux de réussite au sein des Universités ou
établissements de l’alta formazione.
•
La formation post-baccalauréat (alta formazione)
L’alta formazione, représentée par les universités et écoles post-baccalauréat, offre
principalement des formations dans le domaine du design et du stylisme.
Elle est en majorité privée. Ce statut lui confère une grande autonomie dans le choix de son
offre de formations, pouvant ainsi s’adapter rapidement aux mutations du secteur et aux
nouvelles tendances (en créant de nouvelles formations et en mettant à jour les formations
existantes). Elle peut également s’aventurer sur le terrain de la recherche et de
l’expérimentation.
Autre point fort, l’envergure internationale des instituts qui maintiennent des liens étroits avec
des universités ou écoles étrangères, comme le font l’Accademia di Belle Arti di Brera,
l’Accademia di Belle Arti di Bergamo, l’Accademia di Belle Arti di Brescia LABA , l’ Accademia
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di Belle arti di Brescia Santagiulia2, et les universités comme IULM, Luigi Bocconi, Politecnico,
etc…NABA (Nuova Accademia di Belle Arti di Milano), par exemple, fait depuis peu partie de
Laureate International Universities, un network international de plus de 50 instituts accrédités.
La dimension internationale est également représentée par la présence d’élèves étrangers au sein
des écoles.
Cette image multiculturelle est indispensable aux établissements car elle est synonyme de
qualité, d’avant-garde et de dynamisme.
Enfin, l’alta formazione bénéficie en règle générale d’un meilleur contact avec le monde du
travail. Cela s’explique d’une part par le fait que ses étudiants ont atteint un niveau de formation
élevé et sont donc plus aptes à réaliser des missions importantes lors de stages en entreprise.
D’autre part, les écoles de l’alta formazione sont plus souples en ce qui concerne les périodes de
stage, et peuvent plus facilement s’adapter aux exigences des entreprises.
Enfin, il faut ajouter que les jeunes diplômés de ces écoles seront les futurs professionnels du
secteur, les entreprises sont donc naturellement plus intéressées à collaborer avec les
établissements afin de repérer les jeunes talents.
Pour compléter notre vision de l’offre formative, il est également essentiel de connaître les
entités et organisations qui apportent leur collaboration au monde de la formation.
•
La Piattaforma Sistema Formativo Moda
La Piattaforma Sistema Formativo Moda réunit les instituts de formations, académies et
universités du territoire italien qui proposent des parcours de formations relatifs au secteur de la
mode. La P.S.F.M a pour vocation de mobiliser les instituts de formation de la région lombarde
et de tout le territoire national afin d’être l’interlocuteur des institutions et le support
médiatique et structurel des nouvelles générations: les designers mais aussi toutes les autres
professions, de l’artisanat au management, qui contribuent de manière significative au système
mode italien.
Les Ecoles de Baux arts citées ont participé au congrès intitulé Internazionalmente con Arte organisé par la
Direction Générale des Affaires Internationales du Ministero dell’Università e della Ricerca et l’Ufficio Scolastico
Regionale per la Lombardia au sein de l’Accademia di Brera, le 7 octobre 2010.
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L’information est l’un des pivots de l’activité de l’association qui mise tant sur la communication
interne qu’externe pour garantir une offre de formation en ligne avec les besoins réels des
entreprises italiennes et internationales.
Les pôles de Milan, Rome, Venise et Florence représentent l’excellence de la formation mode en
Italie et attirent des étudiants du monde entier.
Nombreuses sont les initiatives que la Piattaforma a mises en place par le passé : dans le cadre
d’événements de renom comme celui de MilanoVendeModa par exemple, ou créés de toutes
pièces comme l’événement Feed on Fashion en juin 2008 qui s’est concentré en particulier sur le
thème de la médiatisation des jeunes talents et de la formation gratuite dans la mode.
Les principaux objectifs de la Piattaforma sont:
- favoriser la rencontre, au travers de la création d’une plate-forme, des besoins des entreprises
en termes d’emploi avec les profils professionnels signalés par les écoles et instituts de
formations
- s’assurer que ces profils professionnels soient en ligne avec les besoins du marché de l’emploi
de la filière mode
- mettre à jour les profils et compétences du Quadro Regionale degli Standard professionali
(répertoire régional utilisé pour la gestion des compétences) en développant et en améliorant les
compétences transversales
- développer l’entreprenariat et la création de start-up
- contribuer à l’échange d’idées et à la communication au sein de la filière mode.
•
Le Pôle de la Mode
Les Pôles de formation naissent par secteurs sur des territoires bien définis et ont comme
objectif de fournir au niveau post-baccalauréat des profils et compétences de haut niveau aptes à
répondre aux besoins des entreprises.
Un des exemples les plus saillants est représenté, pour le secteur de la Mode, par le pôle
Gianfranco Ferré qui a exercé son activité entre 2004 et 2009. Ce pôle a eu son siège auprès de
l’I.T.C.G. Dell’Acqua (qui était chef de file du pôle), de l’I.P.S.I.A. Bernocchi et de l’ACOF Olga
Fiorini de Busto Arsizio et a collaboré avec l’Université Carlo Cattaneo de Castellanza, l’EIDOS
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de Milan, Eurolavoro et Euroimpresa de Legnano, le Centre de formation professionnel Paullo
de la Province de Milan, le Centre de services Villa Corvini de Parabiago, agence de formation
de la province de Varèse.
Le pôle était constitué d’un réseau de partenaires – entreprises, établissements scolaires et
associations - opérant dans le secteur de la Mode et de l’ «Italian Style».
Sa mission était de définir les exigences des opérateurs économiques du territoire afin de
proposer des projets de formation capables de répondre aux besoins des entreprises du secteur
en termes de figures professionnelles. Ces efforts ont abouti à la réalisation, par exemple, de
deux parcours de formation inédits : “ Tecnico superiore commerciale per il marketing della
moda e dell’Italian style 3” et “Tecnico superiore per il disegno, la progettazione e l’ideazione di
nuovi prodotti nella filiera della moda e dell’Italian Style 4”.
Témoignant de la volonté de faire rencontrer, de manière plus concrète, le domaine de la
formation avec le monde des entreprises, le pôle Gianfranco Ferré a joué un rôle tellement
exemplaire qu’il a ensuite donné naissance au Polo Formativo della moda e dell’Italian Style et,
par filiation indirecte, au Polo della Calzatura. Ce dernier se configure comme un cursus
supérieur de spécialisation dans le secteur de la chaussure qui fait référence au district de
production de Parabiago.
•
Les Fondations
Certaines fondations, qui ont dans leur statut une mission formative et collaborent avec les
acteurs de la formation, méritent pour autant d’être citées dans cette étude. La fondation
Altagamma et la fondation Gianfranco Ferré en sont deux exemples.
La Fondazione Altagamma, créée en 1992 et présidée par Santo Versace (Président de
l’entreprise Gianni Versace S.p.A.), réunit des entreprises italiennes de renommée
3
Cette figure professionnelle collabore avec des entreprises sur l’étude de projets et de stratégies à mettre en place
pour des produits et pour les marchés auxquels ils sont destinés, ainsi que sur la réalisation de politiques
commerciales et promotionnelles de vente.
4 La mission première de ce professionnel est le développement de nouveaux produits ou de nouvelles lignes de
produits, en utilisant notamment les nouvelles technologies informatiques.
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internationale qui opèrent dans le domaine des biens de luxe.
Ces entreprises représentent la culture et le style italiens et se distinguent par leur capacité à
innover et par la haute qualité de leurs produits et services.
La mission de la Fondation est ainsi de promouvoir l’industrie italienne d’excellence, et par là
même la culture et les savoir-faire qui en sont à l’origine.
Ses différents domaines d’action sont la communication (interne, externe, networking, ...), la
promotion et le développement international (promotion de l’excellence italienne, initiatives
commerciales coordonnées), les relations institutionnelles (en Italie et en Europe), la protection
de la propriété intellectuelle, les études et recherches, et enfin la formation.
En effet un des objectifs d’Altagamma est de promouvoir, en Italie et à l’étranger, les figures
professionnelles spécialisées dans la gestion du marché du haut de gamme, et de former
continuellement les managers des entreprises membres de la Fondation sur des aspects
spécifiques du secteur. Depuis 2001 la Fondation propose à cet effet un « Master in Fashion,
Esperienze & Design Management » (MAFED), dont les cours sont dispensés auprès de
l’Université Luigi Bocconi.
Parallèlement à ce Master, depuis 2003 sont proposées les «Journées de Formation Altagamma»,
une série de séminaires réservés aux managers des entreprises membres de la Fondation.
La Fondazione Gianfranco Ferré a pour vocation la conservation et la mise à disposition du
public - et notamment des établissements, des universités et des écoles de formation du secteur
mode - le patrimoine du styliste (vêtements, dessins, photographies, textes, etc.). Ceci afin de
promouvoir et développer des activités cohérentes avec «la philosophie» de Gianfranco Ferré,
soit sa conception de la mode et de l’esthétique.
Gianfranco Ferré s’est toujours engagé à mettre son expérience au service des jeunes élèves du
secteur, enseignant dans des établissements comme la Domus Academy ou au Politecnico.
Il n’est donc pas étonnant qu’une des principales actions menées par la Fondation concerne la
formation des jeunes, soit de façon directe, soit en collaboration avec d’autres institutions, avec
la possibilité d’obtenir des bourses d’études et des contrats à projet pour la recherche.
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3) PRINCIPALES PROFESSIONS DU SECTEUR TEXTILE-HABILLEMENT EN LOMBARDIE
Le secteur textile-habillement présente une grande variété de métiers qu’il n’est pas toujours
facile de répertorier, car ces professions peuvent avoir des intitulés différents dans le monde du
travail ainsi qu’au niveau de la formation.
En effet, les instituts et les institutions bénéficient d’une certaine liberté dans le choix de la
dénomination des métiers auxquels conduisent leurs formations.
D’où le choix de nous focaliser sur les métiers les plus représentatifs du secteur, parmi lesquels
figurent les profils «emblématiques» du couturier ou du modellista, mais également des
professions plus récentes nées pour répondre aux nouvelles exigences du marché.
LE MODELLISTA
Une figure professionnelle que la rémunération alléchante ne rend pourtant pas facile à repérer.
Le modellista occupe une fonction stratégique dans les entreprises du secteur de la mode. C’est
lui qui fait naître le produit en se basant sur l’idée virtuelle, qui lui donne naissance. Il constitue
l’étape charnière entre le design et le produit. Le modellista réalise le modèle sur la base de
l’esquisse du styliste en conservant l’idée, en garantissant les caractéristiques techniques du
vêtement afin qu’il puisse être porté tout en prenant en compte les contraintes productives de
l’entreprise.
Il supervise la réalisation du prototype afin de garantir la reproduction industrielle, il indique
comment devra être découpé le tissu, quelles seront les mesures des différents éléments qui
constitue le produit et comment il devra être.
Pendant longtemps le modèle était conçu à la main, mais l’arrivée des nouvelles technologies a
changé les méthodes de travail et l’outil informatique est de plus en plus utilisé. Le dessin du
styliste est ainsi transformé en modèle graphique et transféré en mode digital (ou papier).
Le modellista procède aux modifications par l’intermédiaire de softwares (tel Cad) ce qui
représente un gain de temps.
Une fois le prototype réalisé, les échantillons sont produits et l’essayage du vêtement peut enfin
être effectué.
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Les formations pour devenir modellista commencent dès le niveau pré-baccalauréat et/ou par le
biais de spécialisations post-baccalauréat. Les stages en entreprise sont ensuite indispensables
afin d’apprendre la technique auprès de professionnels.
Le modellista collabore étroitement avec le chef de produit, le styliste, le responsable des
échantillons, de la découpe et doit ainsi être capable de travailler en équipe.
Il doit en plus posséder des compétences créatives et techniques, connaître les processus
d’industrialisation, l’analyse des coûts, les machines utilisées pour la confection, les tissus, cuirs,
fibres et accessoires.
Peu connue du public mais de première importance pour les professionnels du secteur, la figure
du modellista trouve des opportunités professionnelles principalement au sein des entreprises
du prêt-à-porter et dans des segments bien spécialisés comme ceux de la mode enfant ou la
lingerie.
LE SARTO/ COUTURIER
La figure de sarto est très recherchée, malgré cela peu de jeunes s’orientent vers cette profession.
Cette perte de main d’œuvre qualifiée, qui a commencé dans les années 60, provoque désormais
un problème important de renouvellement des générations. Le risque est aujourd’hui celui de
perdre un grand patrimoine qui a donné vie à la haute couture italienne.
Ce métier nécessite des années d’apprentissage et d’expérience. Il est donc recommandé de
suivre une formation de «sartoria» dans une école de haut niveau afin de posséder une base
solide, à laquelle viendront immanquablement s’ajouter des années de pratique sur le terrain
afin d’apprendre les savoir-faire du sur mesure à l’italienne.
Comme beaucoup de professionnels le soulignent, la passion du métier est une caractéristique
importante pour pouvoir exercer cette profession qui demande beaucoup de sacrifices.
Bien que le métier de sarto ait évolué dans la technique, la découpe et la typologie de tissus
utilisée, l’apprentissage du métier doit passer par l’apprentissage des techniques artisanales de
base : apprendre à coudre à la main par exemple. La créativité, qui ne s’apprend pas, est
également un requis fondamental.
Un sarto compétent n’aura pas de difficultés à l’heure actuelle en Italie à trouver un emploi qui
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sera, de plus, bien rémunéré.
LE STYLISTE
Designer ou styliste, l’une ou l’autre des appellations recouvrent une même réalité, un même
métier. Il est celui qui, en amont, après une période de recherche, propose l’idée maîtresse qui
inspirera toute la collection. Sa tâche principale est de créer les pièces, en choisissant les tissus,
les modes de tissage et de couture, et en esquissant les possibles accessoires du vêtement.
C’est un créatif qui sait capter les tendances, ou plutôt les devancer, les deviner. Si avant il
travaillait essentiellement au crayon, il doit aujourd’hui savoir utiliser les nouvelles technologies
pour dessiner ses collections. L’utilisation de l’ordinateur représente dans ce cas là un gain de
temps et la possibilité de travailler à distance.
Une fois le croquis terminé, le styliste doit vérifier la réalisation du prototype, afin qu’il
corresponde à l’idée originale.
Tout comme le modellista, le styliste peut se spécialiser, et concevoir des modèles pour femme,
homme, enfant, maille, lingerie, accessoire, chaussure, ou encore pour l’industrie textile.
Le designer/styliste peut aussi bien travailler pour sa propre maison pour laquelle il imagine et
crée les vêtements qui porteront donc son nom, ou travailler pour le compte de différentes
entreprises, comme un «consultant» en style. Mais quelque soit son cadre de travail, son rôle
n’est jamais isolé, il opère en collaboration avec toutes les figures professionnelles de
l’entreprise, du modellista au responsable marketing, du cool hunter au responsable production.
Si par le passé le styliste était une figure à part dans l’entreprise, qui bénéficiait d’une grande
liberté pour créer, il n’en va plus de même aujourd’hui. Il doit pouvoir adapter sa créativité aux
nombreuses et nouvelles exigences de la filière mode et du marché en règle général.
Il n’est pas rare de voir des stylistes déjà insérés dans le monde du travail retourner dans les
écoles afin de se former sur les techniques de fabrication des vêtements.
Ce doit donc être un profil complet, avec des connaissances/compétences transversales :
évidemment un sens esthétique prononcé et une grande créativité, conjugués à une bonne base
technique pour comprendre comment se fabrique le vêtement, et une vision globale des
processus de production.
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LE FASHION STYLIST
A ne pas confondre avec styliste, le fashion stylist travaille comme freelance ou employé pour
une rédaction de journal ou une marque. Par exemple, il est celui qui choisit les vêtements et les
accessoires lors d’une séance photo pour un magazine de mode.
Il peut également s’occuper de l’image des marques à l’occasion de défilés ou évènements, en
gérant la partie opérationnelle de recherche du lieu, de la mise en scène, du choix des vêtements
à insérer dans le défilé, et toute la gestion des équipes (maquilleurs, coiffeurs).
Le fashion stylist freelance travaille par le biais d’une agence qui reçoit les contrats de la part des
marques. Il doit se constituer un book de photographies qui documente son travail.
Ses qualités fondamentales sont la créativité, la prédisposition au travail de groupe, et la culture
de l’image.
LE COSTUMIER
Le costumier collabore avec la régie dans le cadre de la production d’un film, d’une pièce de
théâtre ou d’un spot télévisé. Il doit connaître l’histoire du théâtre et du costume, et approfondir
ces connaissances par des recherches d’archives en fonction de l’époque sur laquelle il doit
travailler.
Après un diplôme de spécialisation, le costumier démarre en général sa carrière comme assistant
sur un set cinématographique ou théâtral.
LE PRODUCT MANAGER
Le product manager est une figure clé de la fonction marketing. Il s’occupe de la vie
commerciale du produit, coordonne les différentes phases de la conception du produit jusqu’à sa
vente. Il définit les objectifs, les stratégies et les actions nécessaires à la réalisation du produit et
à sa commercialisation, analyse tous les indicateurs de rentabilité, choisit les canaux de
distribution les plus appropriés et les instruments de promotion les plus adaptés.
Pour ce faire il doit connaître les stratégies de marketing, de visual merchandising et d’analyse
statistique mais aussi les techniques de ventes, les techniques commerciales et maîtriser
parfaitement les caractéristiques de son produit.
La connaissance de langues étrangères est bien souvent nécessaire pour cette fonction.
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La majorité des personnes recouvrant le rôle de product manager possède une formation
supérieure «tecnico-scientifico» ou en économie qu’il est conseillé de compléter par un master
ou un cours de spécialisation. La maîtrise des systèmes informatiques et de communication est
demandée. La figure de product manager est assez recherchée principalement par les grandes
entreprises multinationales ayant des canaux de distribution commerciale importants et diffus.
LE BUYER
Le buyer est celui qui achète les matières premières et les produits semi-finis, s’il est embauché
par une entreprise de production, ou les produits finis, s’il travaille auprès d’une entreprise de
distribution. Au sein de l’entreprise, il gère l’approvisionnement en biens et en services
nécessaires au déroulement de l’activité et constitue pour cela un réseau de fournisseurs. Il
repère les meilleures offres commerciales et négocie les conditions d’achats.
Il travaille en étroite collaboration avec le product manager et le chef de production. Son champ
d’action pouvant être au niveau de marchés internationaux, il est donc important qu’il maîtrise
les langues étrangères ou tout du moins l’anglais. La connaissance des matières premières, des
standards de qualité et du produit fini est indispensable pour recouvrir cette fonction. Les
compétences administratives, de gestion et techniques sont également requises.
De formation supérieure, il possède des connaissances en économie, administration, commerce
et marketing. La connaissance des technologies informatiques est indispensable notamment
depuis le récent développement de l’e-commerce. Une grande partie du savoir-faire pour ce
métier se développe cependant au travers de l’expérience sur le terrain.
Les figures de buyer sont assez recherchées par les entreprises notamment dans la grande
distribution.
LE RESPONSABLE MARKETING
Il est le responsable de l’identité de la marque, établit les grandes lignes de la stratégie de
positionnement en termes de : produit, prix, publicité, communication, nouvelles technologies,
merchandising et points de vente.
Il définit et contrôle le budget alloué au marketing et à la communication et doit veiller à la
cohérence de positionnement et d’image global.
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Pour cela, il collabore avec les agences de publicité et les bureaux de presse afin d’identifier les
meilleurs modes de communication.
En interne, il développe les instruments pour atteindre les objectifs prédéfinis. Il recueille le
feedback du marché et des autres services de l’entreprise, et analyse le marché actuel et
potentiel, afin d’identifier les opportunités de développement.
Ce professionnel doit être sensible au produit, capable de dialoguer avec les créatifs, et dans le
même temps doit savoir lire le marché afin d’anticiper et de garantir des opportunités d’affaire
pour les commerciaux.
LE LICENSING MANAGER
Appliqué au secteur de la mode, le licensing revêt une signification particulière.
Par le biais d’une licence, une Maison, une entreprise ou un particulier (styliste) cède à un tiers
(entreprise de production et/ou distribution) le droit d’usage de sa marque, en échange du
versement de royalties et de contributions publicitaires.
Selon les cas, le licensing peut se révéler plus intéressant qu’une production en interne, comme
dans le cas où l’on souhaite étendre la marque à des catégories de produits pour lesquelles
l’entreprise n’a pas de compétences spécifiques.
Le licensing a joué un rôle fondamental dans le développement du Système Mode italien. Il a en
effet permis à des Maisons comme Armani et Valentino de devenir les références absolues dans
le panorama de la mode internationale.
A ce titre, le profil du licensing manager se révèle être fondamental dans tous les phases du
processus d’extension des opportunités des marques : de la production à la distribution et à la
communication. L’activité de licensing ne se pratique pas seulement dans l’enregistrement et la
concession d’usage de la marque, mais inclus également toutes les activités de brand extension,
merchandising et contract, qui se greffent au plan marketing des marques qui souhaitent
pénétrer de nouveaux marchés.
Preuve de l’intérêt grandissant pour l’activité de licensing, le Politecnico de Milan a lancé, en
septembre 2008, un cours intitulé «Licensing & Upgrading» visant à former les futurs licensing
managers.
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LE BRAND MANAGER
Le brand manager est également un profil professionnel récent, que l’on trouve seulement dans
les entreprises de taille importante. Il est le responsable du développement d’une ligne de
produits, décide de la production d’une collection en en définissant le contenu. Pour cela, il
analyse les tendances, les goûts, la fourchette de prix. Il s’engage à promouvoir la philosophie de
la marque.
Le brand manager a une vision globale du marché, de la concurrence, des nouvelles
opportunités. Son travail est très intuitif, et repose sur une curiosité qui va au-delà du monde de
la mode.
Ses compétences techniques et marketing font de lui une figure intermédiaire entre l’homme
produit et le product manager, en effet le brand manager est souvent également responsable soit
du style soit du produit et collabore avec les départements de la production et commercial. En
résumé, un profil professionnel transversal et complet, entre style/produit et marketing. Ce rôle
peut être définit comme l’évolution naturelle et contemporaine de l’homme produit.
LE GRAPHISTE DESIGNER/GRAPHISTE
Le graphiste est une profession créative que l’on peut retrouver dans divers secteurs (mode,
distribution, objets, décoration). Le graphique designer crée des images, des marques, des
packaging, des étiquettes, des inscriptions, en se servant de programmes informatiques ad hoc
(comme Adobe Illustrator, Photoshop,…).
Il s’occupe de la communication de l’entreprise, en créant entre autre les shopping bag, et tout
le matériel nécessaire aux points de vente ou pour les foires.
LE MERCHANDISER/STORE PLANNER
Ce professionnel opère essentiellement dans les biens de luxe, en tant qu’employé ou
collaborateur externe. Chaque magasin a des caractéristiques commerciales qui varient en
fonction des villes et des pays. Le merchandiser ou store planner est le trait d’union entre le
bureau de style et le commercial, il collabore avec l’acheteur pour définir la campagne d’achat et
s’occupe de la gestion du produit dans son ensemble, en choisissant les pièces et la collection à
exposer dans les points de vente. Il possède une forte sensibilité sur le produit et une parfaite
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connaissance des caractéristiques de ce dernier.
Il doit analyser les sell-in, sell-out et sell-through des différents points de vente et étudier les
actions menées par la concurrence.
LE VISUAL MERCHANDISER
Le visual merchandiser est celui qui construit le décor idéal autour du produit qui mette en
valeur ses caractéristiques particulières et le rende plus attractif, en vue d’augmenter les ventes.
Il traduit par son travail les codes et les valeurs de la marque. Il doit pour cela posséder de
bonnes qualités créatives, une sensibilité esthétique mais également des compétences
commerciales et marketing, et de gestion de marchandise.
Sa formation doit donc être à l’image de ces qualités requises : d’une part artistique (institut d’art
ou lycée artistique), suivit par une spécialisation en marketing, communication, et techniques
d’organisation d’un espace de vente.
LE JOURNALISTE DE MODE
Le journaliste de mode organise et planifie les éditoriaux et les services photographiques qui
seront publiés dans la revue. Il connaît parfaitement le marché de la mode, les brand, leur
histoire et leur style. Il propose à ses lecteurs les tendances du moment et ce qui sera à la mode
lors des saisons à venir. Il peut être spécialisé dans un secteur en particulier comme les
accessoires, l’habillement ou bien sur un style déterminé.
En début de carrière, il travaille bien souvent en tant que free-lance pour diverses enseignes.
Il organise souvent des services de photographie à thème, avec des habits choisis parmi une
collection qu’il commente tout au long de son article.
Il peut s’occuper de rubrique à thème à l’intérieur du journal et conseiller les lecteurs en
fonction de ses propres goûts.
En général les journalistes du secteur sont souvent courtisés par les maisons de mode, surtout en
période de défilés, car leur avis influe fortement sur les choix des lecteurs.
Un journaliste de mode doit être passionné par le secteur, être critique, attentif aux détails et
avoir du goût afin d’être capable d’allier de manière harmonieuse habits et accessoires de style
parfois différents. Il doit être curieux, être toujours informé des dernières tendances, fréquenter
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les lieux les plus à la mode, savoir observer attentivement les styles les plus en vogue et
anticiper ceux à venir. Il est constamment présent lors des défilés et présentations de nouvelles
lignes et/ou produits.
LE P.R
C’est un expert des marchés, du marketing et de la communication dont l’objectif est d’exprimer
et présenter la mission de l’entreprise.
La personne en charge des relations publiques organise et gère au mieux les instruments de
communication afin de divulguer des informations concernant une entreprise, un styliste ou un
produit en particulier et promouvoir ainsi son image auprès du public.
Son principal objectif est de garantir la réputation et l’image de l’entreprise ou de la personne
qui communique avec l’extérieur, contribuant ainsi à la création de son identité.
Les relations publiques peuvent également être utilisées pour atteindre des objectifs plus
spécifiques comme par exemple la création d’un consortium autour d’une nouvelle initiative, la
commercialisation d’un produit ou la sponsorisation d’un événement en particulier.
Le spécialiste des relations publiques occupent souvent des postes à responsabilités car leur rôle
est en général très délicat et de haute importance.
Il construit en effet un canal de médiation continu entre la société, les médias et le public par le
biais de diverses initiatives comme les communiqués de presse, les présentations officielles, les
campagnes publicitaires, les simples rapports informels ou bien toutes activités stratégiques lui
permettant d’atteindre son objectif.
Pour mener à bien cette mission il est essentiel d’avoir de grandes capacités de communication
(tant à l’oral qu’à l’écrit), d’organisation, de programmation, de création et une bonne résistance
au stress et à la compétition.
Le P.R doit avoir une grande disponibilité, ses horaires sont très flexibles, être sympathique et
doit faire preuve de détermination dans l’atteinte de ses objectifs.
Il doit bien connaître son secteur, avoir des connaissances en organisation d’événements, de
défilés, en publicité, sociologie, psychologie et avoir une bonne maîtrise des langues étrangères.
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LE DESIGNER TEXTILE
Le designer textile s’occupe de la création de textiles en tous genre. Il imagine et crée des
dessins bidimensionnels qui sont ensuite travaillés grâce aux techniques de la maille, du tissage
et de l’impression de tissu.
Une fois le projet développé, il sera reproduit afin d’être commercialisé, pour créer des pièces
uniques ou simplement comme tissu destiné à la vente direct.
Lors de la phase du projet, le designer textile utilise des softwares spécifiques.
Il choisir en collaboration avec le styliste les tissus à utiliser ou lui suggère différentes solutions
en fonction du style du vêtement.
Il peut travailler en contact direct avec le client, le staff technique ou encore avec le service
marketing dans le cas par exemple où le tissu à créer doit avoir des caractéristiques particulières
ou doit s’inspirer d’un style bien défini.
Il a des rapports fréquents avec les fournisseurs de matériaux afin de garantir la qualité des
achats. Il choisit les tissus, mais les teste également en les teignant, contrôlant ainsi leur qualité
et leur utilisation au niveau industriel.
Son travail consiste à interpréter et traduire sous forme de dessins, l’inspiration et l’idée que
dégage un vêtement ou une ligne de vêtement. Ceci en choisissant les tissus les plus adaptés, en
créant les bons mélanges de couleurs et en dessinant habilement des motifs qui puissent refléter
ou communiquer au mieux le style en question.
Le designer textile doit constamment être au courant des nouveautés, fréquenter les salons du
secteur, les marchés spécialisés ou les magasins historiques qui possèdent une grande variété de
tissus.
Il doit avoir du flair pour repérer les nouveautés tout en gardant un oeil sur le passé.
La connaissance des matériaux, de leurs propriétés et de la manière dont il faut les travailler est
indispensable. Savoir utiliser les technologies informatiques et les différents programmes utiles à
la conception est importante tout comme une bonne créativité et la capacité à travailler en
groupe.
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L’EVENT MANAGER
L’event manager gère et coordonne les manifestations du secteur mode comme les défilés ou les
soirées de présentation ou de lancement de nouveaux produits, vêtements et objets de mode.
Pour créer un événement, il doit élaborer un projet qui contient toutes les indications relatives à
son déroulement, aux participants et aux invités qui y assisteront.
La phase suivante concerne l’acquisition des financements de la part des entités et entreprises
qui garantissent ainsi leur soutien à la création du projet.
L’event manager se concentre ensuite sur la préparation de l’événement, en commençant par la
recherche du lieu le plus adapté pour accueillir la manifestation. Une fois l’état des lieux
effectué, il devra s’assurer d’avoir les permis nécessaires pour procéder, contrôler les
installations qui seront utilisées, les éclairages, le son, et contacter tous les fournisseurs qui
seront concernés par le projet.
Il devra enfin faire la promotion de l’événement de manière adéquate pour assurer un taux de
participation satisfaisant.
Pour mener ce genre de mission, il est nécessaire d’avoir des connaissances de type
administrative et de gestion de budget.
La connaissance des langues étrangères est indispensable pour entrer en contact avec un grand
nombre de personnes et institutions nationales et internationales. L’aisance relationnelle et les
capacités d’organisation le sont tout autant.
L’event manager doit être un grand connaisseur du secteur de la mode et de ses protagonistes et
être constamment au courant des nouvelles tendances. La fantaisie et la créativité sont à la base
de son travail. Des notions en histoire des costumes, sociologie et psychologie lui seront
également utiles.
LE DESIGNER D’ACCESSOIRES
Il crée des accessoires qui peuvent soit être associés à des vêtements de la même marque, soit
avoir une identité propre et indépendante : sacs, chaussures, ceintures, en sont quelques
exemples.
Travaillant dans le secteur des accessoires, il a la possibilité d’expérimenter, de chercher de
nouvelles solutions en permanence, soit en créant de nouveaux objets, soit en reconvertissant
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des objets déjà existants pour leurs trouver de nouveaux usages.
Ses créations partent de l’idée de vouloir interpréter les humeurs et les habitudes présentes dans
des réalités différentes, en les transformant en tendances de mode.
Le designer d’accessoires traduit ses intuitions stylistiques en produits vendables sur le marché,
pour cela il est souvent capable d’anticiper les besoins de la clientèle. Le fort aspect technique de
son rôle lui permet de sélectionner et évaluer les matériaux les plus adéquats, soit d’un point de
vue esthétique soit fonctionnel : des cuirs les plus traditionnels aux matériaux les plus
innovants, leur choix contribuera à donner une valeur ajoutée au produit fini.
Il est donc logique que le designer d’accessoires participe souvent à des foires et expositions du
secteur, qu’il interagisse constamment avec les centres de recherche, pour se tenir toujours
ajourné et recueillir des informations techniques qui lui seront utiles pour mener à bien son
processus de création.
Pour recouvrir un tel poste, il faut savoir observer, reconnaître et anticiper les tendances de
marché et de consommation. Evidemment, il faut posséder un esprit créatif et être capable
d’identifier les styles émergents et les effets des événements culturels sur les goûts et les modes
de vie des consommateurs, afin de les reproposer dans ses projets.
Tout ceci grâce à un background culturel sur l’histoire du costume, du design et des courants de
la mode qui ont caractérisé les époques, avec une attention particulière portée aux accessoires.
Cela aidera le designer d’accessoires dans son interprétation des tendances actuelles.
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III / REFLEXION SUR L’OFFRE FORMATIVE ET LES BESOINS ACTUELS ET FUTURS DES
ENTREPRISES
Cette troisième partie a pour objectif d’apporter des pistes de réflexion sur l’évolution de l’offre
formative dans le secteur textile-habillement. Quelles sont les carences, les inadéquations des
formations actuelles ? Quelles sont les attentes des entreprises du secteur ? Les deux mondes
communiquent-ils suffisamment entre eux pour pouvoir avancer dans la même direction ?
Pour étayer notre recherche, nous nous appuierons sur les informations recueillies (par
l’intermédiaire d’entretiens et de questionnaires) auprès des instituts de formation et des
entreprises, ou bien tirées de publications produites par les organismes du secteur textilehabillement.
1) PROBLÉMATIQUES OBSERVÉES
Lors des rencontres avec les entreprises, une fois le sujet de notre étude exposé, celles-ci se sont
toutes montrées très intéressées par une confrontation entre leurs besoins et l’offre des instituts
de formation. En effet, la plupart des entreprises nous ont fait état du peu de contacts qu’elles
entretiennent avec les écoles.
Ce manque de communication entre le monde de l’entreprise et le monde de la formation est en
partie à l’origine des différentes problématiques que nous avons relevées au cours de cette étude.
•
Stages
Toutes les entreprises interrogées, sans exception, ont abordé le problème des stages.
Globalement, une des problématiques récurrentes concerne la durée, trop limitée, desdits stages.
Dans la plupart des formations les stages prévus sont de l’ordre de 1 à 3 mois, période que les
entreprises considèrent trop brève. Ce temps est à lui seul nécessaire pour juger des capacités du
stagiaire, pour définir dans quel domaine il pourrait être le plus compétent. Ce n’est qu’après
cette période d’observation et de prise de confiance du stagiaire, que l’entreprise pourrait lui
confier des missions intéressantes et le former.
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La réduction globale des heures d’enseignement technique dans les établissements publics,
initiée il y a plus de 20 ans, a engendré une baisse de professionnalisation des étudiants et rend
donc les stages encore plus nécessaires. Les stages, pour être véritablement utiles aux étudiants
et aux entreprises, devraient avoir une durée de 3 à 6 mois minimum. Certaines entreprises se
déclarent même prêtes à s’engager sur 1 an.
L’organisation des stages n’est pas une mission facile. Les instituts qui proposent des formations
pré-baccalauréat rencontrent doivent faire face à de nombreuses contraintes bureaucratiques.
Les instituts de l’alta formazione sont en revanche moins confrontés à ce genre de difficultés.
Certaines formations ne prévoient pas de période de stage, mais il s'agit de formations postbaccalauréat qui s’adressent souvent aux professionnels du secteur souhaitant se spécialiser et
ayant déjà les moyens de pratiquer dans le cadre de leur profession.
En règle générale, les stages les plus longs sont ceux qui valident la fin du parcours d’étude,
l’objectif étant de pouvoir insérer les jeunes diplômés dans l’entreprise qui les a accueillis et
formés. Il semblerait que de plus en plus de petites réalités locales s’intéressent à ce système, car
le stagiaire représente une main-d’œuvre à bas coût qui, une fois formée aux métiers de
l’entreprise, trouvera facilement sa place dans l’organigramme interne.
Une autre problématique évoquée est la différence de niveau qui se crée entre les élèves en
selon les missions qui leur sont confiées par les entreprises. En effet ces missions peuvent varier
complètement d'une entreprise à l'autre.
Les difficultés des écoles dans le placement des stagiaires peuvent d’une part être liées au fait
que les entreprises ont des attentes différentes en matière de stage, mais pas seulement. Il est
souvent reproché aux entreprises de ne pas «jouer le jeu» du stage, dans la mesure où elles
n’essayent pas de s’adapter aux besoins des écoles. En effet, elles acceptent bien souvent les
stagiaires pour pallier un manque d’effectif durant une période de forte activité (préparation
d’un défilé, par exemple), ce qui ne correspond pas forcément à la période de stage prévue par
les écoles. D’autre part, les insertions en entreprise à la suite de stage se font souvent sous forme
de contrats à durée déterminée ou de contrats à projet, plus rarement sous forme de contrats à
durée indéterminée.
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Les problématiques liées aux stages sont donc nombreuses : d’un côté des entreprises qui se
plaignent de ne pouvoir tirer réellement profit de la présence des stagiaires, de l’autre, des
écoles qui peinent à trouver des structures d’accueil pour leurs élèves.
Les instituts et les entreprises se doivent donc de collaborer pour établir un projet commun,
dans le cadre duquel chaque partie y trouverait son intérêt, et qui serait amené à se répéter dans
le temps.
Plus les contacts et les échanges sont nombreux, plus la coopération peut être efficace. Les
entreprises se fient en effet beaucoup au jugement des professeurs qui leur envoient depuis
plusieurs années des étudiants dont ils ont pu apprécier les qualités durant leur formation, et
qu’ils ont donc jugés adaptés à la réalité de l’entreprise. Si les entreprises sont satisfaites des
stagiaires recommandés par les écoles, elles auront plus facilement tendance à reprendre des
stagiaires les années suivantes. C’est ainsi que les écoles peuvent se créer un réseau d’entreprises
fidélisées.
Il est également important de signaler que la nouvelle réforme du système éducatif public
devrait prévoir l’introduction à l’école de séquences alternées entre cours et pratique en
entreprise. L’organisation de la présence de l’élève en entreprise sera élastique afin de s’adapter
aux besoins de l’étudiant et de la société. Un professionnel de l’entreprise aura le rôle de
«tuteur» et guidera l’élève afin qu’il acquière de l’expérience. Ceci devrait donc constituer une
alternative au stage habituel qui n’a lieu qu’à un moment bien précis de l’année.
•
L’orientation/L’information des jeunes
Toutes les écoles rencontrées, peu importe le niveau d’étude (pré ou post baccalauréat) ou la
typologie d’établissement (privé ou public), nous ont fait état des difficultés rencontrées avec les
jeunes générations : manque de motivation, de curiosité, et mauvaise connaissance du secteur
dans lequel ces jeunes étudiants souhaitent évoluer.
Premier constat : la perte de la culture technique chez les jeunes générations. Entre les années
1960-1980, un grand nombre d’élèves des premières écoles de mode (comme l’Istituto Carlo
Secoli) étaient enfants d’ouvriers du secteur, à qui leurs parents avaient transmis savoir-faire,
habileté manuelle ainsi qu’une certaine idée du métier.
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La disparition progressive de ces profils professionnels a engendré la perte de savoirs transmis à
l’extérieur de l’école, et beaucoup de jeunes se dirigent aujourd’hui vers des formations du
secteur mode sans avoir vraiment connaissance du métier qu’ils veulent apprendre.
Cet aspect est amplifié par le fait que les métiers techniques et manuels sont de moins en moins
valorisés dans notre société, car jugés «ingrats» et requérant trop d’engagement.
Les jeunes leur préfèrent bien souvent les métiers du design et de la création, car ce sont ceux
qui sont le plus mis en valeur. Le métier de styliste, par exemple, semble intéresser davantage
les jeunes en raison de la part de créativité et de supposée liberté qu’il implique. Pas étonnant
alors que les formations en design et stylisme soient les plus demandées, les jeunes générations
aspirent à atteindre ce genre de modèle et n’imaginent pas que les compétences techniques de
base alliées à un savoir-faire acquis seulement grâce à des années d’expérience soient
indispensables.
On peut constater ce phénomène surtout dans certains établissements privés, nés d’une
demande croissante pour ce type de formations au cours des dix dernières années.
Or les profils purement «créatifs» ne sont pas les plus recherchés par les entreprises. D’une part
parce que l’on ne devient pas styliste une fois son diplôme obtenu. Les «jeunes» stylistes ont au
moins 40 ans, et ont tous un parcours varié, des expériences dans divers secteurs, une
connaissance approfondie du vêtement et de sa fabrication. Les connaissances stylistiques, le
goût, le sens esthétique, pour trouver une application concrète, se doivent d’être accompagnés
de connaissances techniques.
Les entreprises aujourd’hui recherchent en priorité des profils techniques comme le modellista,
le couturier et des profils de managers à insérer dans les départements produit/production.
On observe donc un décalage entre les attentes des entreprises et du marché en général, et les
aspirations professionnelles des jeunes générations. Mais ce décalage pourrait se réduire si, de
part et d’autre, les écoles communiquaient davantage sur l’étendue de leur offre formative, et les
entreprises sur leurs besoins et sur les débouchés réels du secteur mode. Ceci afin d’orienter au
mieux les futurs étudiants qui ont parfois bien du mal à savoir dans quelle voie s’engager.
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Certains établissements créent de nouvelles formations et peinent à trouver des candidats en
nombre suffisant. Par exemple, le CFP Paullo de la Province de Milan a lancé depuis peu une
formation technique sur la bonneterie, mais faute d’élèves, le cours ne peut démarrer. Or ce
sont les entreprises mêmes qui ont plébiscité la création d’un cours sur cette technique de
couture très particulière. Une meilleure publicité autour de ce type de formations pourrait sans
doute favoriser l’émergence de nouvelles compétences requises dans le monde du travail.
De plus, comme nous l’avons vu précédemment, les stages peuvent être un très bon moyen pour
orienter les élèves et découvrir dans quel environnement ils sont le plus à leur aise. C’est
pourquoi il pourrait être intéressant d’instaurer des stages de longue durée assez tôt dans le
parcours d’étude (dès la première ou deuxième année) ou bien de développer encore plus le
système de l’alternance afin que les élèves aient une vision plus concrète des métiers de la mode
Pour cela, il faut bien sûr que les entreprises coopèrent et acceptent de prendre des stagiaires
jeunes et peu expérimentés.
2) LES COMPÉTENCES RECHERCHÉES
•
Les métiers techniques
Comme énoncé plus haut, à l’heure actuelle les profils techniques sont les plus recherchés par
les entreprises. Une récente étude menée par Confartigianato intitulée « I paradossi del mercato
del lavoro giovanile : disoccupazione e mestieri trascurati » confirme d’ailleurs ce constat. Les
profils de couturiers, tailleurs artisanaux et modellisti sont les plus recherchés (510 embauches
depuis le début de l’année 2010) mais restent difficiles à repérer (13,7% des entreprises
interrogés dans le cadre de cette étude ont des difficultés pour trouver ces ressources). Toujours
dans le secteur, les profils de « addetti macchine industriali per confezione di abbigliamento
stoffa e affini » et de « Addetti a telai meccanici per la tessitura e la maglieria » sont également
recherchés avec respectivement 100 et 180 embauches depuis le début de l’année mais, là aussi,
difficile à repérer (avec respectivement 20% et 16,7% de difficulté de la part des entreprises
interrogées pour les repérer).
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Ce sont pourtant les sarti, les couturiers qui ont bâti la réputation du savoir-faire italien. C’est
grâce à eux si l’appellation Made in Italy fait vendre aujourd’hui à travers le monde.
Malheureusement nous assisterons d’ici quelques années au départ à la retraite de la dernière
génération de tailleurs, qui n’aura pas de remplaçants. Car les jeunes ne sont pas intéressés par
ce métier qui nécessite un apprentissage long et laborieux, et ce bien que les salaires soient plus
que convenables : les entreprises sont en effet disposées à verser sans discuter 2000€/mois à un
«campionarista» qui coud sur machine, voire plus du double si le travail est artisanal.
Les professionnels du secteur se trouvent donc confrontés à un problème de transmission des
savoirs.
Par ailleurs, le métier de couturier ne s’apprend pas sur les bancs de l’école mais sur le terrain,
au contact des professionnels. Et c’est bien là que réside le problème, car il n’existe pas
aujourd’hui un système satisfaisant permettant de former correctement de nouveaux
professionnels. Les stages sont d’une durée trop courte, l’apprentissage serait une solution mais
oblige l’entreprise à payer l’apprenti… or il faut compter au moins trois ans avant que ce dernier
ne soit véritablement opérationnel.
Les profils de modellista sont eux aussi largement recherchés par les entreprises. Les formations
existantes dans ce domaine sont nombreuses, car contrairement au couturier, ce métier
bénéficie d’une bonne image auprès des jeunes : moins contraignant, il nécessite moins d’heures
de pratique et associe le design à la technique.
•
Le management/La production
Si en France la mode est représentée par la haute couture, en Italie c’est le prêt-à-porter qui a
fait naître le secteur, au début des années 1950. En 50 ans, l’Italie a développé une formidable
capacité à produire tout au long de la filière textile-habillement, en alliant qualité et quantité.
Ce succès repose sur le système industriel italien que sont les districts industriels : une myriade
de petites et moyennes entreprises spécialisées qui s’unissent entre elles et réussissent ainsi à
obtenir des avantages fondamentaux notamment pour le secteur textile-habillement (grande
créativité et flexibilité pour s’adapter rapidement aux changements de la mode).
Les temps ont bien changé, et aujourd’hui en Italie on parle de grande production à partir d’une
centaine de pièces.
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Il s’agit d’une production de niche, qui nécessite une grande flexibilité de la ligne de production
pour obtenir une efficacité maximale.
L’Italie est donc l’un des derniers pays d’Europe à avoir conservé une production. Pour rester
compétitif, il faut pouvoir transmettre les informations entre les générations, et adapter les
logiques de production aux nouvelles exigences du marché.
Or ces petites et moyennes entreprises sont des structures familiales au sein desquelles le
management est pratiquement inexistant, et qui perdent leur histoire au fur et à mesure des
départs en retraite de leurs employés.
La mission des professionnels de la production est ainsi essentiellement orientée sur la
recherche de l’efficacité et de la qualité maximale à chaque phase de la production, et sur la
bonne coordination entre les différents services.
L’une de ces figures professionnelles est l’«uomo prodotto», littéralement l’«homme produit». Ce
professionnel définit les lignes de développement au niveau organisationnel et productif avec
l’objectif de maximiser la valeur des produits de mode. Il joue un rôle de médiateur entre le
bureau de style, le marketing et la production. La mission de l’«uomo prodotto» est
essentiellement orientée vers la production et l’organisation des procédés, il supervise les
processus d’approvisionnement des matières premières et du contrôle qualité. Il participe au
travail de création des collections de manière active, et gère les briefings internes en facilitant la
transmission des informations entre le bureau de style et la division commerciale/marketing,
ainsi que le timing pour la création de la collection. Enfin, il gère et coordonne les activités de
recherche de partenariat en termes de production et d’outsourcing.
Un autre profil intéressant est celui du Responsable Contrôle Qualité, dont le rôle est de
garantir les standards de qualité en contrôlant chaque phase de la production. Il contribue à la
maximisation des ressources, des énergies et à l’amélioration de la gestion des coûts. Il établit les
standards en collaboration avec le marketing et le bureau de style et apporte son support à la
production sur toutes les problématiques inhérentes à la qualité, avec l’objectif d’atteindre le
plus haut niveau d’efficacité.
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©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
Les profils professionnels liés au management de la production sont donc particulièrement
importants dans les entreprises italiennes, c’est un débouché intéressant pour les jeunes
diplômés des écoles de mode.
Les stages proposés dans ce domaine sont nombreux. Dans l’une des entreprises rencontrées lors
de l’étude par exemple, tout le processus, de la création à la production est réalisé en interne.
Chaque ligne de produit a son équipe de travail composée d’un product manager, d’un
responsable produit, d’assistants et de juniors designers. Des stagiaires sont fréquemment insérés
dans ces équipes.
•
Langues et logiciels
Enfin, deux compétences indispensables chez les nouveaux professionnels du secteur mode : la
connaissance des langues étrangères, et la maîtrise des principaux logiciels.
La connaissance des langues, en particulier de l’anglais, est un élément essentiel pour évoluer
dans le secteur mode, que ce soit dans les très petites réalités ou dans les grandes Maisons, et ce
pour tous les profils.
L’internationalisation, la délocalisation et la conquête des marchés orientaux font de l’anglais
une langue incontournable.
Au sein des petits ateliers, les contacts directs avec la clientèle sont fréquents. A Milan, cette
clientèle est en partie étrangère, des touristes du monde entier venus s’imprégner du Made in
Italy. Comme chez Selene Giorgi, artiste et créatrice de vêtements dont l’Atelier situé sur les
Navigli (quartier touristique de Milan) attire un grand nombre de visiteurs étrangers. Une
clientèle curieuse de la création italienne et au fort pouvoir économique à qui il faut pouvoir
s’adresser en anglais.
Dans les plus grandes entreprises, les occasions de parler anglais sont aussi nombreuses :
fournisseurs, partenaires étrangers, et staff international.
La maîtrise des principaux logiciels et programmes informatiques est également une des
compétences requises par les entreprises qui insèrent des stagiaires dans leurs équipes.
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Le logiciel le plus utilisé est CAD, soit Computer Aided Design/Drafting/Drawing. Il permet
d’assister l’utilisateur dans la conception de projet et dans le dessin d’ingénierie et
d’architecture. Il permet en outre de réaliser des projets techniques dans divers secteurs
d’activité.
Dans le secteur textile-habillement, il est utilisé en particulier par le modellista. En effet, ce
dernier peut reproduire un modèle soit manuellement soit en utilisant un programme
approprié, en en définissant la géométrie et les développements.
Ensuite, le modellista gère la réalisation du patron par le biais d’un autre, CAM (Computer
Aided Manufacturing).
Le profil de modellista CAD est présent aussi bien dans les petites entreprises spécialisées dans le
développement produit, que dans des entreprises de moyenne et grande taille.
Dans ces dernières, il travaille avec les fournisseurs externes à qui il transmet le projet du
modèle sous sa forme électronique.
Bien que les écoles tendent de plus en plus à former leurs élèves sur les principaux logiciels, il
arrive fréquemment que les entreprises utilisent des programmes informatiques qui leur sont
propres, et qu’elles doivent, de ce fait, organiser la formation des stagiaires en interne.
3) LES NOUVEAUX DÉBOUCHÉS ET INITIATIVES POUR LES JEUNES
a) Nouveaux débouchés
•
Le e-commerce
Le monde de l’e-fashion, la vente de produits de mode sur Internet, connaît un développement
fulgurant. En 2010, la vente de vêtements en ligne devrait représenter plus de 472 millions
d’euro de chiffre d’affaires. Une croissance qui pousse les entreprises du secteur à s’agrandir, et
donc à embaucher. Un exemple : Yoox.com, leader sur le marché italien, qui distribue dans 67
pays et vient de faire son entrée en bourse, recherche pas moins de 100 nouveaux professionnels
pour son siège de Milan. Parmi les profils recherchés : buyer, directeur de magasin, spécialiste
en relations publiques, web project manager.
L’équivalent français de Yoox.com, Vente-Privee.com, leader dans le secteur, connaît lui aussi
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un succès tel que 425 embauches sont prévues en 2010, entre Paris et Milan : commerciaux,
informaticiens, experts en marketing et coordinateurs des opérations de vente qui organisent et
supervisent les différentes ventes aux enchères.
Cependant les entreprises rencontrent des difficultés pour repérer ce type de profil sur le
marché du travail, car l’e-fashion est un secteur encore assez nouveau. C’est pourquoi Yoox.com
a décidé d’organiser une formation en interne, un master en collaboration avec l’Institut
Marangoni de Milan, qui a démarré le 18 octobre 2010. Les écoles commencent donc de plus en
plus à s’intéresser à ce marché, tel le CFP Paullo (centre de formation de la Province de Milan)
qui proposera à ses élèves, dès l’an prochain, une formation intitulée «E-fashion product
manager». Une tendance qui ne devrait pas faiblir au vue des excellents résultats du secteur.
• Le retour du sur-mesure
Ce qui a rendu célèbre le Made in Italy à travers le monde, c’est avant tout le travail artisanal de
ses couturiers.
Les quelques privilégiés qui pouvaient autrefois se permettre le luxe de porter des pièces sur
mesure de grande qualité ont fait naître l’image glamour et élégante de la mode italienne, et
l’ont exportée à travers le monde.
Malheureusement, les compétences de cet artisan, «ingénieur» du vêtement, sont devenues au
fil du temps de plus en plus difficiles à repérer. La totalité des entreprises rencontrées lors de
cette étude a évoqué la grande difficulté à trouver des profils de couturiers qui aient les
compétences que l’on pouvait rencontrer il y a encore quelques années. Au niveau des
formations, les instituts ont fait part du manque de connaissances et de motivation de la part des
élèves pour ce métier qui requiert un grand engagement. La confection d’une seule pièce prend
en effet des heures (environ 70 heures de travail de la modélisation au finissage pour un
pantalon d’homme par exemple).
Cette «disparition programmée» pourrait cependant connaître un sursis, puisque l’on assiste ces
dernières années à un regain d’intérêt pour le sur-mesure, que ce soit au niveau industriel, avec
des grandes marques comme Levi’s, Nike ou encore Prada, ou dans les petits ateliers de couture.
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Une simple recherche sur Internet permet de trouver immédiatement des sites de couturiers
proposant de réaliser des vêtements sur-mesure.
Petit à petit le concept revient donc en force, et devient plus accessible au grand public. La
célèbre marque de jeans Levi’s propose désormais des jeans de plus en plus adaptés à ses clientes.
Ainsi la marque a étudié la morphologie de plus de 60.000 femmes et en a tiré trois modèles qui
couvrent 80% des particularités physiques des femmes. Après analyse, chacune peut se
retrouver dans une catégorie et ainsi acheter le modèle qui lui va le mieux.
En 2006, la maison Armani lançait une collection faite à la main et sur mesure pour sa ligne
homme. Le styliste expliquait que cette initiative était née d’une demande de plus en plus forte
de ses clients de posséder des pièces uniques.
Les couturiers peuvent créer des vêtements en alliant tradition dans la réalisation et innovation
dans les coupes, tissus et accessoires.
La nouvelle génération de couturiers utilise de plus en plus l’outil Internet pour travailler, en
accord avec son époque. On trouve ainsi sur Internet des sites sur lesquels les couturiers
proposent leurs services même à une clientèle étrangère : à l’aide de nouveaux instruments tels
que le «body scanner», appareil qui permet de scanner la morphologie du client et envoie les
données à l’atelier de couture italien qui réalise ses vêtements sur mesure.
Certains couturiers proposent également leurs services à domicile.
Le sur-mesure a toujours représenté le moyen de se démarquer et d’affirmer son propre style,
ses propres goûts. Un luxe autrefois, mais de plus en plus abordable aujourd’hui, comme le
prouve l’exemple d’un atelier de couture à Milan dont les prix défient toute concurrence : robes,
chemises, pantalons ou jupes pour des prix allant de 25 à 45 euros. Le choix du tissu se fait
également directement sur place.
La clientèle a donc changé, on ne vient plus seulement faire confectionner ses vêtements pour
les grandes occasions. Les hommes se font faire des costumes, les femmes souhaitent copier des
robes de soirée vues lors de défilés ou dans des magazines. Le client peut soit se laisser conseiller
de A à Z par le couturier, soit ne lui confier que la partie technique de couture et de découpe.
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•
Le vintage
Autre tendance forte du secteur textile-habillement, le vintage. On utilise le terme vintage pour
définir tout vêtement, accessoire ou bijoux réalisé au moins 20 ans avant la date actuelle, et dont
la caractéristique principale est la valeur acquise dans le temps grâce à ses qualités uniques et
non reproductibles par les techniques modernes. Une pièce vintage doit être également un
témoignage du style de vie d’une époque passée.
Outre les nombreux magasins dont l’activité est la simple vente de ces vêtements, il existe une
autre activité, qui consiste non seulement à récupérer les vêtements mais également à les
transformer, comme chez Cavalli e Nastri, à Milan.
Ce type de travail sur le vêtement requiert donc une formation en couture, un sens esthétique,
et enfin un bon contact avec le client pour comprendre ce qu’il recherche.
•
La Partita IVA
Autre débouché pour les jeunes diplômés ayant reçu une formation technique : ouvrir son
propre atelier de couture. Ceci est possible facilement en Italie en ouvrant une «partita IVA»,
c’est à dire en se mettant à son compte.
C’est une tendance à la hausse en Lombardie, particulièrement visible à Milan. Ourlets,
retouches, petites modifications apportées au vêtement : ici on ne parle pas de création ni de
sur-mesure, mais d’un service qui répond à une véritable demande.
Il n’est donc pas rare que les écoles du secteur mode, en particulier les écoles pré-bac,
encouragent leurs élèves à se mettre à leur compte. Il n’est pas forcément nécessaire, dans un
premier temps, d’ouvrir un magasin, car le travail peut se faire de chez soi. C’est une activité qui
nécessite donc peu d’investissements.
Pour ceux qui n’ont pas forcément les capacités ou les moyens financiers de poursuivre leurs
études au-delà du baccalauréat, maîtriser des techniques de couture, même simples, signifie
avoir un métier «dans les mains», et donc plus d’opportunités de travail.
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Ceux qui en revanche ont suivi une formation de type stylisme sans se spécialiser par la suite
ont plus de difficultés, une fois insérés dans le monde du travail, à trouver une application
concrète à leurs connaissances.
•
Personal Shopper/Wedding Planner/Cool Hunter
Enfin, trois profils professionnels récents requis par le marché de la mode.
Né aux Etats-Unis, le personal shopper est un professionnel qui conseille et accompagne les
clients dans leurs achats. Les personnes qui ont recours à un personal shopper sont
généralement des personnages publics qui ont besoin d’être conseillés sur leur image (monde du
spectacle et de la politique). Le personal shopper apporte ses connaissances en matière de
nouvelles tendances et créateurs émergents, showrooms.
Le wedding planner apporte son aide aux couples dans la préparation de leur mariage, en
prenant en charge tout ou partie de l’organisation de la cérémonie : recherche du lieu, du
traiteur, du fleuriste, etc…
Ce professionnel doit tout connaître des traditions à respecter et de l’étiquette du mariage mais
aussi des nouvelles tendances afin d’apporter des idées originales aux futurs mariés.
Ce doit être avant tout une personne en mesure de gérer les situations de stress liées aux
imprévus de dernière minute. Une formation en relations publiques ou organisation
d’évènements est préférable.
Le wedding planner est un profil comparable à celui du personal shopper, si l’on considère qu’il
nait d’une demande toujours plus forte de services et d’assistance pour ce qui était autrefois
considéré de l’ordre du privé (les achats de vêtements et la préparation des noces), conséquence
de nos modes de vie modernes.
Enfin, le cool hunter, littéralement «chasseur de tendances», est le professionnel à qui se
réfèrent les multinationales et les agences de communication et de design pour connaître les
futures tendances du secteur, l’évolution des goûts, afin de déterminer si leurs stratégies
marketing sont adaptées au marché.
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L’étude et l’analyse des tendances mode et des dynamiques sociales nécessitent une
connaissance approfondie du secteur, un sens de l’observation aigüe et une grande curiosité.
b) Initiatives pour les jeunes
Fondée en 1958, la Camera Nazionale della Moda Italiana est l’association qui réglemente,
coordonne et promeut le développement de la mode italienne au niveau national et
international.
Elle est le référent et l’interlocuteur privilégié pour toutes les initiatives vouées à valoriser et à
promouvoir le style italien. Milano Moda Donna, la semaine de la mode italienne, en est le
meilleur exemple.
La Camera Nazionale della Moda Italiana mène également des actions conjointes avec d’autres
entités du secteur, comme en témoigne le protocole d’entente italo-français signé à Paris en
2000 avec la Fédération Française de la Couture dans le but de mener une politique commune
visant à favoriser le développement et la diffusion des produits de luxe au-delà des frontières
européennes.
Enfin, elle développe de nombreux projets, en partenariat avec d’autres acteurs du secteur, dans
le but de faire émerger de nouveaux talents et d’aider à la création d’entreprises.
C’est dans ce cadre là qu’est né, en 2005, le projet Fashion Incubator. Il est financé par la Mairie
de Milan, plus particulièrement par l’Assesseur à la recherche, à l’innovation et au capital
humain.
L’objectif est de favoriser la naissance et le développement des jeunes entreprises de mode, en
offrant durant un an support logistique et soutien aux jeunes talents qui souhaitent démarrer
une activité d’entrepreneur autonome.
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Dans le cadre de l’édition 2009, différentes aides ont été proposées gratuitement aux jeunes
entrepreneurs :
-
des espaces de bureaux et laboratoires
-
un secrétariat
-
un service de conseil et formation spécifique
-
une activité de communication et de promotion
-
participation à Milano Moda Donna avec présentation de la collection et de la marque
-
participation à des évènements à l’étranger
-
des contacts avec des showrooms et des buyer
La même année, la Camera Nazionale della Moda Italiana a lancé le projet intitulé N-U-DE -
New Upcoming Designer, dans une volonté de valoriser les nouveaux designers et les jeunes
marques de la mode italienne et internationale.
Le projet offre aux stylistes sélectionnés la possibilité de présenter leurs propres collections
dans le cadre d’un défilé collectif inséré dans le programme officiel de Milano Moda Donna, la
Fashion Week milanaise.
Dans cette même veine, Next Generation est une initiative soutenue par la Camera Nazionale
della Moda Italiana en collaboration avec la Camera di Commercio Italiana. Le projet, dédié aux
jeunes designers de moins de 30 ans, a pour ambition de faire émerger une nouvelle génération
de stylistes qui continueront d’assurer le développement du Made in Italy.
Les vainqueurs ont ainsi l’opportunité de voir leur collection produite par la Camera Nazionale
della Moda Italiana, et de la présenter durant la semaine de la mode de Milan.
Enfin, Mittelmoda, créé en 1993, est un concours de mode international auquel participe plus de
620 écoles réparties dans 66 pays. Les élèves des écoles les plus prestigieuses présentent leur
travail devant un jury de professionnels. Les vainqueurs peuvent remporter des prix allant
jusqu’à 10.000€, mais ce concours représente avant tout pour ces jeunes étudiants un formidable
moyen de se faire connaître de la profession.
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Ces différentes initiatives reflètent le profond désir de renouvellement exprimé par tous les
acteurs du système mode. Miser sur les nouvelles générations, c’est assurer une « bouffée
d’oxygène » indispensable à la création, qui ne doit pas rester confinée dans le cadre rassurant de
la tradition et du savoir-faire, mais au contraire s’en servir comme d’une source d’inspiration
pour se renouveler perpétuellement.
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IV / CONCLUSION
Comme bon nombre d’autres secteurs, celui du textile-habillement a connu de forts remous ces
deux dernières années, accusant une baisse importante du chiffre d’affaires et de la production.
Pour rester compétitives, les entreprises ont dû modifier leurs comportements, réduire leurs
effectifs parfois, et repenser leur mode de production, faisant naître ainsi de nouvelles
compétences.
A l’heure actuelle, on distingue deux fortes tendances dans le secteur mode. Tout d’abord le
retour à la culture du «faire». Après avoir longtemps placé la création et son représentant, le
styliste, au premier plan, les marques changent de stratégie de communication.
En effet, des grands noms de la mode française et italienne comme Dolce & Gabbana, Vuitton,
Prada ou Gucci ont à cœur de mettre en lumière la qualité et le caractère artisanal de leurs
produits. Pour preuve la campagne publicitaire automne-hiver 2010/2011 de Gucci, lancée
début 2010 et intitulée «Forever Now», qui célébrait les 90 ans de la Maison. En photo, à la place
de l’habituelle image de papier glacée, une photo datant de 1953 montrant des artisans à l’œuvre
dans un atelier de Florence, ville qui a vu naître la marque. Une façon d’insister sur la longue
tradition artisanale de Gucci. La marque va même plus loin en organisant le «Gucci Tour», au
cour duquel des artisans montrent le processus de fabrication des sacs de la griffe : une façon de
rassurer une clientèle toujours plus versatile sur la qualité du produit acheté, et de redonner du
lustre au Made in Italy.
Cette tendance explique en partie la demande croissante, au sein des entreprises, de profils
techniques comme les couturiers ou les modellista.
Autre tendance, cette fois spécifiquement lombarde : l’influence du design sur le secteur mode.
La Lombardie est un bassin important et dynamique pour les entreprises du secteur design. Un
secteur qui se porte bien, et qui n’a plus grand-chose à envier à la mode : les marques du design
et de l’ameublement-décoration valent aujourd’hui pour la Lombardie près de 89 milliards
d’euros (contre 150 pour le secteur mode).
C’est en particulier la façon dont fonctionne le design qui intéresse de près les professionnels de
la mode.
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De nombreux évènements organisés tout au long de l’année (dont le Salon du Meuble est le plus
couru), et surtout une approche participative qui est la carte gagnante du design : comme le
Fuorisalone, qui invite les visiteurs à entrer dans le monde du design par le biais d’expositions
au cœur de la ville et d’animations ludiques.
En 2010, les divers évènements organisés autour du design ont attiré près de 300.000 visiteurs
dans la capitale lombarde, dont plus de la moitié d’étrangers. De formidables retombées aussi
bien financières qu’en termes d’image.
La force du design, c’est son unité, sa capacité à intégrer et à rassembler aussi bien les grands
noms que les petites enseignes inconnues, viviers de la créativité italienne et porteuses de
nouvelles idées. Pour résumer, un secteur plus ouvert, accessible, moins «snob», dont la mode
pourra s’inspirer pour inventer de nouvelles façons de communiquer et de défendre ses valeurs.
Parce qu’elle est le pays des arts, de l’histoire, l’Italie n’a pas fini d’inspirer les jeunes
générations. Des esprits créatifs viennent du monde entier fréquenter les écoles lombardes, et
insufflent une nouvelle vie à la création italienne. Encore une façon d’exporter à travers le
monde les valeurs de la mode italienne…Cette dernière a donc les cartes en main pour se
réinventer et s’adapter aux exigences d’un marché du vêtement difficile.
De plus, avec l’aide de la nouvelle réglementation européenne actuellement en discussion sur
l’étiquetage et la traçabilité des produits, il sera dans le futur plus facile de défendre et de faire
reconnaître les spécificités du savoir-faire italien.
Les formations ont donc aujourd’hui tout intérêt à s’adapter à ces changements, à se moderniser
afin de former au mieux les futurs acteurs de la mode qui, insérés en entreprise ou
entrepreneurs, continueront demain à assurer la renommée internationale du Made in Italy.
Ce matériel est disponible sur le site www.progettolingue.net
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V / REMERCIEMENTS
La Chambre Française de Commerce et d’Industrie en Italie remercie ses collaboratrices, MarieLaure Belin et Pauline Laval, pour la réalisation de la Recherche et la rédaction de l’Etude,
Gisella Langé pour la direction et Mario Pasquariello pour la coordination, ainsi que tous les
partenaires du projet pour l’aide apportée tout au long de ce travail : le Ministère de
l’Instruction, de l’Université et de la Recherche – Bureau Scolaire Régional de Lombardie,
coordinateur du projet Milan-Paris : le Fil de la Mode ; l’établissement d’enseignement
secondaire P. Frisi ; l’Institut d’Instruction Supérieure A. Bernocchi ; l’Institut Carlo Secoli ; et
l’Assessorato all’Industria, Artigianato, Edilizia e Cooperazione..
Nous remercions également très chaleureusement Giuseppe Prato et Bruna Marchesan de
l’AFOL de la Province de Milan (Agenzia Formazione Orientamento Lavoro) pour leur grande
disponibilité et leur précieux témoignage. Merci également à l’Institut Caterina da Siena d’avoir
bien voulu répondre à nos questions.
L’étude n’aurait pu être complète sans les témoignages des professionnels et associations du
secteur mode. Leur collaboration a été fondamentale et nous les remercions vivement de nous
avoir donné de leur temps : tout particulièrement Sistema Moda Italia et Confartigianato, qui
ont eu la gentillesse de nous communiquer des données utilisées dans ce rapport ; la Camera
Nazionale della Moda Italiana, la Piattaforma della Moda, les entreprises Marni, G.F. Services
S.r.l, Emme Stile S.r.l, Cavalli & Nastri, Selene Giorgi, The Service, la Kicca, M. Amerigo
Pizzinati, Roberta Redaelli.
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VI / BIBLIOGRAPHIE
Burzi Barbara. “Il filo si è spezzato, i sarti sono rari”, Il Tirreno, 26/05/2010.
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Service. 2010. 39 p.
Sistema Moda Italia & Università Commerciale Luigi Bocconi. « Repertorio sull’education nel
settore tessile e Moda in Italia ». 1998, [CD-ROM]
Ufficio Studi Confartigianato Imprese. « I paradossi del mercato del lavoro giovanile :
disoccupazione e mestieri trascurati », 2010.
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VII / ANNEXES
1 - Liste des principaux instituts et écoles de formation
du secteur Mode en Lombardie .................................................................................. …..p. 76
2 - Liste des formations du secteur mode en Lombardie ................................................ …..p. 78
3 - Membres de la Piattaforma della Moda………………………………………………….p. 85
4 - Adresses utiles du secteur mode en Lombardie................................................................p. 102
5 - Complément d’informations sur le Projet et sur le Partenariat (FR, IT, EN)..................p. 105
6 - Synthèse du rapport d’Ile-de-France................................................................................p. 114
6.1 - Synthèse du rapport d’Ile-de-France en français
6.2 - Sintesi della Ricerca dell’Ile- de-France en italien
7 - Protocole d’accord entre Camera Nazionale della Moda Italiana et Fédération
Française de la Couture, du Prêt-à-Porter des Couturiers et des Créateurs de Mode........p. 134
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ANNEXE 1
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Institut/Ecole/Centre de Formation dans le Secteur Mode en Région Lombardie
Nom
Typologie
Adresse
CAP
Ville
Province Tel
Fax
email
Site Internet
Accademia del Lusso
Institut formation post-diploma / post-laurea
Via Montenapoleone, 5
20121
Milano
MI
02-76316818
02-76005811
[email protected]
www.accademiadellusso.com
Associazione scuola SILV
Institut formation post-diploma / post-expérienceVia Carnovali, 94
24126
Bergamo
BG
35.319.399
35.319.399
[email protected]
www.scuolasilv.com/
Centro di Formazione Professionale "Paullo"
Centre de formation
Via Soderini, 24
20146
Milano
MI
02-77405501
02-77405555
[email protected] www.cfppaullo.it
Centro Formazione AIB "Castel Mella"
Centre de formation
Via G. Di Vittorio, 18
25030
Castel Mella
BS
030-2584276
030-2588896
[email protected]
www.cfaib.it
Cometa Formazione scs
Centre de formation
Via Regina Teodolinda, 6122100
Como
CO
031-263779
031-2757455
[email protected]
www.cometaformazione.org
Milano
MI
Domus Academy
Institut formation post-laurea
Via Watt, 37
02-42414001
02-4222525
[email protected]
www.domusacademy.com
ENFAPI - Centro Operativo di Como
Centre de formation
Largo Caduti per la Pace, 22075
20100
Lurate Caccivio CO
031-491541
031-390352
[email protected]
www.enfapicomo.com
Euromode School
Institut formation post-diploma
Via Cabrini, 3
24123
Bergamo
BG
035 321942
35.321.928
[email protected]
www.euromode-school.it
Ferrari fashion school
Institut formation post-diploma / post-expérienceVia IV Novembre, 21
26900
Lodi
LO
0371 427625
0371 427625
[email protected]
www.ferrarifashionschool.it
Ged Fashion Institute
Institut formation post-diploma
Via Settala, 29
20124
Milano
MI
02-74281994
02-74281994
[email protected]
www.modaged.com
I.S.I.S. Varese
Institut d'instruction supérieur d'état
Via Zucchi, 3
21100
Varese
VA
0332-312009
0332-311575
[email protected]
www.itis.va.it
IED Istituto Europeo del Design
Institut formation post
post-diploma
diploma
Via A. Sciesa, 4
20135
Milano
MI
02-55192963
02
55192963
02-5468517
02
5468517
[email protected]
www.ied.it
Istituti Scolastici Superiori "Olga Fiorini"
Institut professionel Industrie Artisanat
Via Varzi, 16
21052
Busto Arsizio
VA
0331-624318
0331-620371
[email protected]
www.olgafiorini.it
Istituto Callegari Milano
Institut formation post-diploma / post-expérienceViaMontenapoleone, 5
20121
Milano
MI
06 44249756
06 44249756
[email protected]
www.istituticallegari.it
Istituto Carlo Secoli
Institut formation post-diploma
Viale Vittorio Veneto, 18/a 20124
Milano
MI
02-6597501
02-29000133
[email protected]
www.secoli.com
Istituto di Istruzione Superiore Satale "Giovanni Falcone"
Institut technique école moyenne supérieure
Via Saccole Pignole, 3
46041
Asola
MN
0376-710423
0376-710425
[email protected]
www.iisfalcone.it
Istituto di Moda Burgo
Institut formation post-diploma
Piazza San Babila, 5
20122
Milano
MI
02-783753
02-783758
[email protected]
www.imb.it
Istituto d'Istruzione Superiore "Bonomi Mazzolari"
Institut technique professionel
via Amadei, 35
46100
Mantova
MN
0376-323498
0376-321254
[email protected]
www.isboma.it
Istituto d'Istruzione Superiore "Tassara"
Institut technique professionel
Via Folgore, 10
25043
Breno
BS
0364-22461/2
0364-326301
[email protected]
www.iistassara.it
Istituto d'Istruzione Superiore "W. Kandinsky"
Institut technique professionel
Via Baroni, 35
20142
Milano
MI
02-8260979 - 8902-89300311
[email protected]
www.sky.mi.it
Istituto Marangoni
Institut formation post-diploma
Via Verri, 4
20121
Milano
MI
02 76316680
276.009.658
[email protected]
www.istitutomarangoni.com
Istituto Professionale dei Servizi Commerciali e della Pubblicità "Marcello Dudovich"
Institut technique professionel
Via Carlo Amoretti, 63
20157
Milano
MI
02-3559118
02-3559369
[email protected]
www.dudovich.it
Istituto Professionale di Stato Industria e Artigianato "Fortuny"
Institut technique professionel
Via Berchet, 5
25126
Brescia
BS
030-2410794
030-314634
[email protected]
www.istitutofortuny.it
Istituto Professionale di Stato Industria e Artigianato "Giovanni Marcora"
Institut technique professionel
Via G.Marcora, 109
20010
Inveruno
MI
02-97288182
02-97289464
[email protected]
www.ipsiamarcora.it
Istituto Professionale di Stato Industria e Artigianato “A. Bernocchi ”
Institut technique professionel
Via A.Bernocchi, 6
20025
Legnano
MI
0331-596170
0331-453672
[email protected]
www.ipsiabernocchi.it
Istituto Professionale di Stato per il Commercio "Caterina da Siena"
Institut technique professionel
Viale Lombardia, 89
20131
Milano
MI
02-2824973
02-26148924
[email protected]
www.istitutocaterinadasiena.it
Istituto Professionale Industria e Artigianato "Fortunato Marazzi"
Institut technique professionel
Via Inzoli, 1
26013
Crema
CR
0373-202814
0373-200593
[email protected]
www.ipiamarazzi.it
Istituto Professionale Industria e Artigianato "Luigi Ripamonti"
Institut technique professionel
Via Belvedere, 18
22100
Como
CO
031-520745
031-507194
[email protected]
www.ipiaripamonti.org
Istituto Statale Istruzione Superiore "C. Facchinetti"
Institut technique d'école moyenne supérieure Via Azimonti, 5
21053
Castellanza
VA
0331-635718
0331-679586
[email protected]
www.itisbusto.it
Istituto Superiore Grafica Moda Design
Institut formation pré et post-diploma
Via Cavour, 90
23900
Lecco
LC
0341.282336
0341.264400
[email protected]
www.isgmd.it
Istituto tecnico industriale Setificio Carcano
Institut technique industriel
Via Castelnuovo, 5
22100
Como
CO
31.271.416
31.303.257
[email protected]
www.setificio.com
Istituto Tecnico Industrile "Pietro Paleocapa"
Institut technique d'école moyenne supérieure Via Mauro Gavazzeni 29 24125
Bergamo
BG
035-319388
035-318741
[email protected]
www.itispaleocapa.it
IULM
Institut supérieur universitaire
Via Carlo Bo, 1
20143
Milano
MI
02-891412614/202-891414000
[email protected]
www.iulm.it
L'I.S.M. Silvana Monti Fashion School
Institut formation post-diploma
Via Gherrazzi, 12
21052
Busto Arsizio
VA
331.637.497
331.637.497
[email protected]
www.silvanamonti.it
Machina Lonati Fashion and Design Institute
Institut formation post-diploma
Via Tommaseo, 49
25128
Brescia
BS
030-383368
030-3389557
[email protected]
www.machinainstitute.it
Nuova Accademia di Belle Arti
Institut para-universitaire
Via Darwin, 20
20143
Milano
MI
02-973721
02-97372280
[email protected]
www.naba.it
Politecnico di Milano
Institut universitaire
Piazza Leonardo da Vinci, 20133
Milano
MI
02-2399.5902
02-2399.7280
[email protected]
www.polimi.it
Scuola di taglio e cucito Le grand Chic
Centre de formation
Via Rapisardi, 10
20161
Milano
MI
26.468.458
3.343.609.628
[email protected]
www.legrandchic.it
SDA Bocconi (Scuola di Direzione Aziendale)
Institut formation post-expérience
Via Bocconi, 8
20136
Milano
MI
02-58362522
02-58362530
[email protected]
www.sdabocconi.it
UNITEL
Institut universitaire
Via Fantoli, 16/15
20138
Milano
MI
02-50320934
02-50320937
[email protected]
www.uni-tel.it
Università Carlo Cattaneo - LIUC
Institut universitaire
Corso Matteotti, 22
21053
Castellanza
VA
0331-572323
0331-483447
[email protected]
www.liuc.it
Università Cattolica del Sacro Cuore - Centro per lo studio della Moda e della produzione culturale
Institut universitaire
Largo A. Gemelli, 1
20123
Milano
MI
02-7234.2505
02-72343665
[email protected]
www.unicatt.it/modacult
Università Commerciale Luigi Bocconi
Institut universitaire
Via Sarfatti 25
20136
Milano
MI
02-58362522
02-58362530
[email protected]
www.sdabocconi.it
Università degli Studi di Bergamo
Institut universitaire
Via Salvecchio, 19
24129
Bergamo
BG
035-2052391
035-562779
[email protected]
www.unibg.it
Up to Date-Fashion Academy
Institut formation post-diploma
Corso Vittorio Emanuele II 20122
Milano
MI
02-7626791
02-76267929
[email protected]
www.fashionuptodate.com
ANNEXE 2
78
©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
Liste des Formations du Secteur Mode en Lombardie
FORMATIONS EXPERT TEXTILE
Produzione Tessili
Capotecnico per l'industria tessile
Sistema Moda Tessile - Abbigliamento
Chimica Tintoria
Tecnico del Sistema Moda
Design del Tessuto e dei Materiali
Tecnico del Sistema Moda - Tessitura
Digital Textile Design
Tecnico Disegnatore Tessile Moda
Disegnatrice per tessuto
Tecnico Sistema Moda - Area di specializzazione
Fashion & Textile Design
Tecnologia e Merceologia Tessile
Fashion Technology Design
Textile Design
Ingegneria Tessile
FORMATIONS MARKETING / COMMUNICATION
Istituto Tecnico Industriale Indirizzo Tessile
Brand Management
Maglieria
Brand Manager
Maglieria su macchine
Comunicazione e marketing per la moda
Operatore dell' Abbigliamento - indirizzo tessitore/orditore
Fashion and Luxury Marketing
Operatore Meccanico-Manutentore Industria Meccano-Tessile
Fashion Communication
Operatore Sartoriale
Fashion Communication and PR
Percorso Moda & Design- Biennio
Fashion Communication and Stylist
Perito Chimico Tintore
Fashion Editing
Perito Tessile
Fashion Editing e scrittura per il giornalismo
Liste des Formations du Secteur Mode en Lombardie
Fashion Events
Corsetteria e moda mare
Fashion Marketing
Costumista
Fashion Marketing Manager
Costumista teatrale
Fashion PR & Marketing Communication
Master Abbigliamento Donna
Fashion Show and PR
Master Modellistica Donna
Fashion Visual Merchandising
Master Progettista Abbigliamento
Image Consulting
Modellismo Abbigliamento
Image Consulting Advanced
Modellista
Luxury Goods Communication Manager
Modellista Bambino
Master in E-Fashion
Modellista Computer Cad - Cam
Master in Fashion Accessories & Luxury Goods
Modellista Donna
Master in Fashion & Luxury Brand Management
Modellista Industriale
Master in Management del Made in Italy - Consumi e Comunicazione della
Moda, del Design e del Lusso
Public Relations
Modellista Industriale - Operatore CAD
Modellista Sartoriale
Visual Merchandising
Modellista Uomo
FORMATIONS MODELLISTA/COUTURIER
Modellista/Stilista
Cad Applicato per l'abbigliamento
Modellistica
Cad Modellistico
Modellistica - Costumista
Liste des Formations du Secteur Mode en Lombardie
Modellistica Bambino
Sartoria Professionale
Modellistica Computer Cad - Cam
Sartoria-Capospalla Artigianale
Modellistica Costumi da Bagno
FORMATIONS STYLISME / DESIGN
Modellistica Donna
Collezione Bambino
Modellistica e Produzione
Collezione Streetwear
Modellistica Intimo
Collezione Underwear
Modellistica Sposa
Collezione Uomo
Modellistica Sviluppo Taglie
Computer Design
Modellistica Uomo
Cool Hunter
Modello e Sviluppo Taglie
Creative Fashion Design
Moulage
Design Calzatura
Operatore Abbigliamento
Design della Moda
Operatore dell' Abbigliamento
Design Donna
Operatore dell' Abbigliamento - Sarto Modellista
Design Uomo
Operatore della Moda
Designer Bambino
Sartoria
Designer di accessori
Sartoria Avanzata
Designer di moda
Sartoria di Base
Designer Fitness
Liste des Formations du Secteur Mode en Lombardie
Designer Intimo
Fashion Designer Advanced
Designer Moda Mare
Fashion Graphic
Designer Sposa
Fashion Styling
Disegno di Moda
Fashion Styling and Editing
Disegno Industriale della Moda
Fashion Styling Fondamentale
Disegno Moda - Costumista
Fashion Styling Specialist
Disegno Moda Bambino
Fashion Styling Trend Portfoglio
Disegno Moda Costumi da Bagno
Fashion Stylist Advanced
Disegno Moda Donna
Fashion Trend and cool hunting
Disegno Moda Intimo
Fashion World styling
Disegno Moda Uomo
Figurino e Stilismo
Fashion
Illustrator per la moda
Fashion and Textile Design
Introduction to fashion Collection
Fashion Collezioni (Stilista)
Master in Fashion Design Womenswear
Fashion Design
Master in Fashion Design Menswear
Fashion Design - Responsabile Sviluppo Prodotto
Master in Fashion Photography
Fashion Design and Coordination
Master in Fashion Styling Portfolio
Fashion Designer
Personal Shopper
Liste des Formations du Secteur Mode en Lombardie
Stilismo di Moda
Management dell'Evento
Stilista
Master in Fashion Product Management
Stilista di moda
Master in Fashion Project Management
Tecnico dell' Abbigliamento e della Moda - Area di specializzazione
Master in Fashion Promotion
Tecnico dell’ Abbigliamento e della Moda
Merchandising & Pricing
Trend and cool hunting
Retail Management
Sales and Buying Management
FORMATIONS ADMINISTRATION / MANAGEMENT DES ENTREPRISES
DU SECTEUR
FORMATIONS COMMERCE
E-Fashion Product Manager
Creare il proprio business
Fashion Business
Esperto Commerciale della Moda
Fashion Management
Fashion and Luxury Sales Manager
Fashion Marketing & Product Management
Fashion Brand Management
Fashion Marketing & Retail Management
Fashion Buyer
Fashion Product and Programme Manager
Fashion Digital Strategy
Gestire con successo il contract
Fashion Retail
Ingegneria Gestionale - Settore tessile - Fashion Technology
Fashion Show Production
Luxury System and Made in Italy
Lifestyle branding
Mafed
Luxury Brand Manager
Liste des Formations du Secteur Mode en Lombardie
Master in Fashion and Design Retail
Master in Fashion Buying
FORMATIONS PRODUIT / PRODUCTION
Confezionatrice sarta
Confezionista
Cucito creativo
Fashion Design & Product Manager
FORMATIONS NON CLASSIFIEES
Accessori
Beauty Styling
Design degli allestimenti per la moda
Urbanwear Design
ANNEXE 3
85
©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
Nome Associato
IED Moda Lab
Data Fondazione
01/01/1984
Natura Istituto Formativo
Istituto formativo post-diploma (es. IED, Polimoda, Marangoni)
Denominazione corso
Livello di Istruzione
Profili professionali in uscita
corso formazione avanzata costume
desing
Post Laurea
costume designer
fashion design
Corso di specializz. Post diploma
fashion designer fashion product manager
75
One year fashion & textile design
Diploma di scuola superiore (istituto tecnico)
fashion & textile dedigner
20
corso formazione avanzata fashion
show
Post Laurea Specialistica
organizzatore eventi moda (sfilata)
Corso formazione avanzata fashion
management, indirizzi: fashion
buyer, visual merchandiser
Post Laurea Specialistica
fashion buyer/visual merchandiser
60
Master fashion stylist
Post Laurea
fashion stylist
50
master research study programme
fashion marketing, indirizzi: product
management, retail management
Post Laurea
fashion marketing manager, product manager/retail
manager
80
master research study programme
fashion communication, indirizzi:
pr - fashion stylist
Post Laurea
fashion pr, fashion stylist
80
venerdì 19 novembre 2010
Tasso di
Placement
Page 2 of 18
design del gioiello
Diploma di scuola superiore (istituto tecnico)
designer di gioielli
50
fashion marketing
Diploma di scuola superiore (istituto tecnico)
fashion buyer, visual merchandiser, retail manager
80
fashion stylist
Diploma di scuola superiore (istituto tecnico)
fashion stylist
100
fashion communication
Diploma di scuola superiore (istituto tecnico)
addetto ufficio comunicazione, press office, pr
85
Urbanwear design
Diploma di scuola superiore (istituto tecnico)
fashion designer specializzato in streetwear,
activewear, urbanwear, fashion product manager
Shoe and accessories design
Diploma di scuola superiore (istituto tecnico)
designer di accessori (borse, scarpe, piccola
pelletteria)
master research study programme
fashion & textile design
Post Laurea
fashion & textile designer
one year jewellery design
Corso di specializz. Post diploma
jewellery designer
venerdì 19 novembre 2010
40
Page 3 of 18
Nome Associato
Istituto Burgo
Data Fondazione
01/01/1962
Natura Istituto Formativo
Istituto formativo post-diploma (es. IED, Polimoda, Marangoni)
Denominazione corso
Livello di Istruzione
Profili professionali in uscita
Modellista
Corso di specializzazione post diploma
Modellista sartoriale
Modellistica sviluppo taglie
Corso di specializz. Post laurea (esclusi
Master riconosciuti)
modellista sviluppo taglie
Modellistica Donna
Corso di specializz. Post diploma
modellista donna
Modellistica per il costume teatrale
Corso Post-esperienza (rivolta a soggetti già
operanti in azienda)
modellista specializzato in costumi teatrali
Corso di disegno Bambino
Corso di specializz. Post diploma
Designer bambino
Corso di Disegno di Accessori di
Moda
Corso di specializz. Post laurea (esclusi
Master riconosciuti)
designer di accessori
Corso di Disegno intimo
Diploma di formazione professionale (istituto
professionale)
Designer di intimo
Sartoria
Diploma di formazione professionale (istituto
professionale)
Sarta Professionale
venerdì 19 novembre 2010
Tasso di
Placement
80
Page 4 of 18
Disegno moda uomo
Corso di specializzazione post laurea (esclusi
Master riconosciuti)
designer uomo
Fashion designer
Corso di specializzazione post diploma
fashion designer
corso cad/cam
Corso Post-esperienza (rivolta a soggetti già
operanti in azienda)
operatore modellistica al computer
Disegno di gioielli
Corso di specializzazione post laurea (esclusi
Master riconosciuti)
Designer di gioielli
Stilista di Moda
Corso di specializzazione post diploma
Stilista di moda
disegno costumi teatrali
Corso di specializz. Post diploma
designer costumi teatrali
modellistica intimo
Corso di specializz. Post diploma
modellista di intimo
modellistica uomo
Corso Post-esperienza (rivolta a soggetti già
operanti in azienda)
modellista uomo
modellistica bambino
Corso di specializz. Post diploma
modellista bambino
venerdì 19 novembre 2010
Page 5 of 18
modellistica abiti da sposa
Corso di specializz. Post diploma
modellista di abiti da sposa
disegno moda donna
Corso di specializz. Post diploma
fashion designer donna
disegno costumi da bagno
Corso di specializz. Post laurea (esclusi
Master riconosciuti)
designer costumi da bagno
disegno calzature
Corso di specializz. Post diploma
designer di calzature
Corso di computer Disegno Moda
Corso di specializzazione post laurea (esclusi
Master riconosciuti)
Designer su computer
venerdì 19 novembre 2010
Page 6 of 18
Nome Associato
NABA
Data Fondazione
01/01/1984
Natura Istituto Formativo
Istituto formativo post-diploma (es. IED, Polimoda, Marangoni)
Denominazione corso
Livello di Istruzione
fashion design
Laurea
venerdì 19 novembre 2010
Profili professionali in uscita
Tasso di
Placement
97
Page 7 of 18
Nome Associato
Istituto Secoli
Data Fondazione
01/01/1934
Natura Istituto Formativo
Istituto formativo post-diploma (es. IED, Polimoda, Marangoni)
Denominazione corso
Livello di Istruzione
Profili professionali in uscita
Modellista stilista uomo
Corso di specializz. Post diploma
menswear designer, product manager, ricerca
tessuti/materiali, modellista
99
modellista donna (corso serale,
sabato)
Corso Post-esperienza (rivolta a soggetti già
operanti in azienda)
product manager, modellista
99
modellista donna (corso serale,
sabato)
Corso Post-esperienza (rivolta a soggetti già
operanti in azienda)
product manager, modellista
99
modellista intimo donna
Corso di specializz. Post diploma
product manager, modellista
99
Modellista Donna
Corso di specializz. Post diploma
product manager, modellista
99
modellista donna - intensivo
Corso di specializz. Post diploma
product manager, modellista
99
modellista uomo (corso solo al
sabato)
Corso Post-esperienza (rivolta a soggetti già
operanti in azienda)
product manager, modellista
Modellista Donna
Corso di specializz. Post diploma
product manager, modellista
venerdì 19 novembre 2010
Tasso di
Placement
99
Page 8 of 18
modellista bambino/a
Corso di specializz. Post diploma
product manager, modellista
99
Modellista Stilista Donna
Corso di specializz. Post diploma
womenswear designer, product manager, ricerca
tessuti e materiali, modellista
99
Modellista Uomo
Corso di specializz. Post diploma
product manager, modellista
99
modellista uomo
Corso di specializz. Post diploma
product manager, modellista
99
analisi, tempi, metodi e
organizzazione
Corso Post-esperienza (rivolta a soggetti già
operanti in azienda)
direttore produzione, responsabile reparto
produttivo, tecnico di produzione, responsabile
lavorazioni esterne, responsabile controllo qualità,
100
venerdì 19 novembre 2010
Page 9 of 18
Nome Associato
Istituto Bernocchi
Data Fondazione
01/01/1924
Natura Istituto Formativo
Istituto tecnico professionale (es. IPSIA)
Denominazione corso
Livello di Istruzione
Profili professionali in uscita
operatore tecnico del settore moda
Corso IFTS
operatore della moda e tecnico dell'abbigliamento e
moda
venerdì 19 novembre 2010
Tasso di
Placement
80
Page 10 of 18
Nome Associato
Domus Academy
Data Fondazione
01/01/1982
Natura Istituto Formativo
Istituto formativo post-laurea (es. Domus Academy)
Denominazione corso
Livello di Istruzione
Profili professionali in uscita
master in fashion design
Corso di specializz. Post laurea (esclusi
Master riconosciuti)
fashion designer, trend searcher, art director,
consulente stilistico fre lance, stylist, consulente
organizzazione eventi/sfilate, cool hunter, redattore
75
master in accessories desing
Corso di specializz. Post laurea (esclusi
Master riconosciuti)
accessories designer, arti director, trend serarcher,
jewellery designer, consulenti creativi
80
master in fashion management
Corso di specializz. Post laurea (esclusi
Master riconosciuti)
product manager, merchandising manager, brand
manager, stor manager, retail manager,
communication manager, fashion buyer
venerdì 19 novembre 2010
Tasso di
Placement
Page 11 of 18
Nome Associato
Milano Fashion Institute
Data Fondazione
27/03/2007
Natura Istituto Formativo
Istituto formativo post-laurea (es. Domus Academy)
Denominazione corso
Livello di Istruzione
Profili professionali in uscita
master in fashion project
management
Post Laurea
profilo professionale che integra le competenze di
design, management e comunicazione
master in fashion & design retail
Post Laurea
retail merchandiser & buyer, stock and logistic
manager, visual marchandiser, retail area manager,
event organizer, marketing & customer care, store
venerdì 19 novembre 2010
Tasso di
Placement
Page 12 of 18
Nome Associato
Istituto Marangoni
Data Fondazione
17/12/1935
Natura Istituto Formativo
Istituto formativo post-diploma (es. IED, Polimoda, Marangoni)
Denominazione corso
Livello di Istruzione
Profili professionali in uscita
master in menswear
Master Universitario post-laurea/no
experience
fashion designer collezioni uomo, collaboratore
esterno per aziende, studi stilistici, ci consulenza e di
ricerca
master in brand management
Master Universitario post-laurea/no
experience
brand manager
master in fashion product
Master Universitario post-laurea/no
experience
creative director
master in e-fashion
Master Universitario post-laurea/no
experience
retail e comunicazione su internet
master in fashion styling
Master Universitario post-laurea/no
experience
esperto di stile ed immagine di una collezione,
coordinatore immagine e stile sfilate/campagne
pubblicitarie
fashion styling
Corso di specializz. Post diploma
fashion stylist, coordinatore immagine
sfilate/campagne pubblicitarie, visual merchandiser
master in fashion buying
Master Universitario post-laurea/no
experience
buyer nella piccola e grande distribuzione
fashion business
Corso di specializz. Post diploma
gestione di un'attività,coordinamento collaboratori e
consulenti, inserimento nell'area business di
un'azienda
venerdì 19 novembre 2010
Tasso di
Placement
Page 13 of 18
master in fashion designer
Master Universitario post-laurea/no
experience
fashion designer di collezioni, collaboratrore esterno
per aziende, studi stilistici, di consulenza e ricerca
master in fashion accessories
Master Universitario post-laurea/no
experience
designer in fashion accessories, capace di seguire
tutto il processo di ideazione e creazione, creatore di
tendenze e coordinatore dell'immagine della
fashion design
Corso di specializz. Post diploma
collezioni uomo, donna, accessori, beachwear,
cocchiali, editoria, stampa specializzata, studio
tendenze moda, collaborazione uffici stile, grafica e
venerdì 19 novembre 2010
93
Page 14 of 18
Nome Associato
Istituto Caterina da Siena Sistema Mo
Data Fondazione
01/01/1949
Denominazione corso
Natura Istituto Formativo
Istituto tecnico professionale (es. IPSIA)
Livello di Istruzione
Profili professionali in uscita
Tasso di
Placement
Diploma di scuola superiore (istituto tecnico)
Tecnico dell'abbigliamento e della
moda
Diploma di scuola superiore (istituto tecnico)
stilista, fashion photographer, fashion journalist,
product manager, ricerca tessuti/materiali, ricerca
accessori, modellista, sales manager/venditore,
Corso Tecnico Superiore
Commerciale Marketingorganizzazione vendite
Corso IFTS
responzabile vendite, sales manager, venditore,
responsabile showroom
venerdì 19 novembre 2010
Page 15 of 18
Nome Associato
Ars Sutoria
Data Fondazione
01/01/1947
Natura Istituto Formativo
Istituto formativo post-esperienza (formazione rivolta prevalentemente alle impre
Denominazione corso
Livello di Istruzione
footwear 2D/3D CAD
Corso Post-esperienza (rivolta a soggetti già
operanti in azienda)
footwear prototyoing
Corso Post-esperienza (rivolta a soggetti già
operanti in azienda)
footwearmanufactoring process
overview
Corso Post-esperienza (rivolta a soggetti già
operanti in azienda)
footwear collection development
Corso Post-esperienza (rivolta a soggetti già
operanti in azienda)
leather goods technical design and
pattern making
Corso Post-esperienza (rivolta a soggetti già
operanti in azienda)
leather goods 2 D CAD
Corso Post-esperienza (rivolta a soggetti già
operanti in azienda)
footwear technical design and
pattern making
Corso Post-esperienza (rivolta a soggetti già
operanti in azienda)
venerdì 19 novembre 2010
Profili professionali in uscita
Tasso di
Placement
100
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Nome Associato
Accademia di Brera
Data Fondazione
01/01/1776
Natura Istituto Formativo
Istituto Parauniversitario (es. Accademie)
Denominazione corso
Livello di Istruzione
Profili professionali in uscita
diploma di secondo livello in
fashion design
Laurea Specialistica
figura professionale di grande flessibilità capace di
collocarsi all'interno del nostro sistema produttivo
costituito da diversi tipi di impresa: dalla bottega
venerdì 19 novembre 2010
Tasso di
Placement
Page 18 of 18
ANNEXE 4
102
©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
ADRESSES UTILES
Associations :
• Associazione italiana della comunicazione pubblica e istituzionale, Piazza Cavour 2,
20121 Milan, tel. 02.795592
• Assocomunicazione, Associazione delle imprese di comunicazione, Via Larga 23, 20122
Milan, tel. 02.58307450, site : www.assocomunicazione.it
• Assomedia associazione dei centri media, Via Larga 15, 20122 Milan, tel. 02.58316423
• Assorel, Associazione delle agenzie di relazioni pubbliche a servizio completo, Via Larga
13, 20122 Milan, tel. 02.58304667
• Camera Nazionale della Moda Italiana, Via Gerolamo Morone 6, 20121 Milan, e mail :
[email protected], site : www.cameramoda.it
• Ferpi, Federazione Relazioni Pubbliche Italiana, Via Larga 13, 20122 Milan, tel.
02.58312455, site : www.ferpi.it
• IAP, Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, Via Larga 15, tel. 02.58304941
• Sistema Moda Italia, Associazione Italiana Industriale della Filiera Tessile,
Abbigliamento, Viale Sarca 223, 20126 Milan, tel. 02.641191, e mail :
[email protected], site : www.sistemamodaitalia.it
• Unicom, Unione Nazionale Imprese e Comunicazione, Piazza Bertarelli 1, 20122 Milan,
tel. 02.863815
Bibliothèques :
• Biblioteca d’Arte, Castello Sforzesco, 20122 Milan, tel. 02.8770044
• Biblioteca Serica Angelo Minozzi, Via G. Colombo 81, 20133 Milan, tel. 02.2665990, site
: www.ssiseta.it
• Biblioteca Tremelloni, spécialisée en publications du secteur, Viale Sarca 223, 20126
Milan, tel. 02.66106107, e mail : [email protected], site : www.tremelloni.it
Musées de la mode :
• Fondazione Antonio Ratti, Lungo Lario Trento 9, 22100 Côme, tel. 031.233111, e mail :
[email protected]
• Kartell Museo, musée du design, Via dell’Industria 3, Noviglio (MI), tel. 02.90012269
• Museo dell’abbigliamento infantile, Rocca Borromeo, Via della Rocca 2, 21021, Angera
(VA), tel. 0331.931300, e mail : [email protected]
• Museo della donna e del bambino, Via Mazzucchelli 2, 25080 Ciliverghe di Mazzano
(BS).
tel.
030.2120975,
site
:
www.provincia.brescia.it/contenuti/cultura/museo_della_donna
• Museo della Seta “Abegg”, Via Statale 490, 23852 Garlate (Lecco), tel. 0341.681306
• Museo delle arti decorative e strumenti musicali, Castello Sforzesco, Piazza Castello
20121 Milan, tel. 02.860160
•
•
•
•
•
Museo del tessile e della tradizione industriale, Via Volta 6, Busto Arsizio (VA), tel.
0331.390243, site : www.busto-arsizio.it
Museo Pirelli, Viale Sarca 22, Biccoca, Milan
Museo Poldi Pezzoli, Via Manzoni 12, 20121 Milan, tel. 02.794889, site :
www.museopoldipezzoli.it
Raccolta storica I Santi, Viale Caldara 5, 20122 Milan, tel. 02.5416981
Zucchi collection museum, Via Ugo Foscolo 4, Milan, tel. 02.902551
ANNEXE 5
105
©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
5) COMPLEMENT D’INFORMATIONS SUR LE PROJET ET SUR LE PARTNENARIAT
5.1
Titre du Projet
Partenaire Regio 1
Établissement
coordinateur:
Organisations partenaires:
Milan-Paris: le Fil de la Mode
Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia
Regione Lombardia – DG Industria, Edilizia,Cooperazione
IIS Paolo Frisi – Milano IIS Bernocchi - Legnano
Istituto Carlo Secoli – Milano
Partenaire Regio 2
Établissement
coordinateur:
Organisations partenaires:
Conseil Régional Ile-de-France
Centre Culturel Français de Milan – Ambassade de France
Lycée Paul Poiret – Paris
Lycée Octave Feuillet – Paris
Ecole des Arts Appliqués Duperré – Paris
Inès de la Fressange, S.A. - Paris
Objectifs du projet :
Les objectifs principaux du projet Milan-Paris: le Fil de la Mode, coordonné par l’Ufficio
Scolastico Regionale per la Lombardia et par le Conseil Régional d’Ile-de France sont:
1. constituer une table de travail commune sur les profils professionnels actuels et
émergents dans le domaine de la mode
2. identifier ressemblances et différences entre les profils professionnels existant dans les
deux régions
3. développer des activités de pratique et d’apprentissage partagées par les lycées de la mode
partenaires du projet
4. améliorer les compétences linguistiques des membres des consortiums
Principaux produits et résultats
Quatre rencontres de projet et quatre réunions du Comité de Pilotage du projet (Milan,
septembre 2009 ; Paris, mars 2010 ; Milan, novembre 2010 ; Paris, mars-avril 2011), les
rencontres informelles, les visites des Institutions et des établissements partenaires, ainsi que et
les échanges entre les enseignants ont favorisé la constitution du partenariat. De janvier 2010 à
février 2011, une formation en ligne, gérée par Auralog, a offert aux partenaires du projet
l’opportunité d’améliorer leurs compétences linguistiques en français et en italien, et a facilité
l’interaction au cours des rencontres.
Produits Phares :
1. Dans chacune des deux régions, une équipe a produit une “Etude et Recherche sur les
Métiers de la Mode et sur les Parcours de Formation ” avec l’aide de la Chambre Française
de Commerce et d’Industrie en Italie et de l’Institut Français de la Mode de Paris.
106
©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
Un corpus d’environ 200 pages orienté sur: a) la formation professionnelle; b) les liens avec
le monde du travail; c) les métiers existants et les métiers émergents.
2. Le Palais Bagatti-Valsecchi, au coeur du “Quadrilatère Milanais de la Mode”, a servi de
cadre à une Table Ronde de stakeholders qui a eu lieu le 29 novembre 2010 : le Directeur
Général de l’USR per la Lombardia et le Directeur des Affaires Européennes de la Région
Ile-de-France ont présenté les résultats de l“Etude et Recherche” à leurs illustres invités
parmi lesquels l’Ambassadeur de France en Italie, le Vice-Président de la Région Lombardie,
le Président de la Chambre Nationale de la Mode Italienne, un représentant parlementaire
de chaque pays, ainsi que certains dirigeants des Ministères français et italien de l’Education,
stylistes et designers internationalement connus, les représentants des Associations
professionnelles et les partenaires des consortiums.
3. Les lycées de mode partenaires ont organisé deux événements de mode:
a) Fashion for Dummies : un’expo-performance que le Palazzo delle Stelline, siège du
Centre Culturel Français de Milan, a accueillie dans ses locaux du 23 au 29
septembre 2009, au cours de laquelle les élèves des établissements partenaires
lombards ont produit en série des mannequins, sous la direction du styliste français
Pascal Gautrand.
b) Milan-Paris : le Fil de la Mode : un défilé de 30 pièces créées et réalisées par les
élèves provenant des 5 établissements partenaires, organisé dans
les somptueux locaux du Consulat d’Italie à Paris le 1er avril 2011.
Une équipe de travail a produit trois modules didactiques (2 en français et 1 en italien) fondés
sur la méthodologie CLIL/Emile, visant à entraîner les élèves aux activités de l'Atelier design et
de l'Organisation des événements de Mode en langue étrangère. Ce matériel didactique
constituera la base des sessions de travail durant les activités de job shadowing des enseignants
français auprès des lycées professionnels italiens et vice-versa.
Portée et impact du Projet
Dès le début Milan-Paris : le Fil de la Mode a éveillé l’intérêt, en obtenant la collaboration
et le soutien d’organismes extérieurs à l’école. Des professionnels, ainsi que les autorités
politiques et administratives, ont collaboré à l’analyse et à la comparaison des tendances et des
compétences professionnelles nécessaires dans le secteur mode, permettant des
approfondissements sur la conception, l’organisation et le développement conjoint de nouveaux
parcours de formation professionnelle. “L’Etude et Recherche” a relancé le débat dans les deux
régions, devenant une référence : le document fournit à la Direction Générale pour l’Instruction
Technique et Professionnelle du Ministère italien de l’Education et à la Commission Nationale
de la Certification Professionnelle une base pour la discussion sur de nouveaux standards de
référence
pour
les
profils
professionnels
en
conformité
avec
le
Cadre
Européen des Certifications. Les autorités éducatives et administratives des deux pays sont en
train de mettre au point de nouveaux parcours de formation professionnelle dans le but de créer
des diplômes conjoints au niveau de l’enseignement supérieur.
Les résultats de premier plan demeurent l’échange de bonnes pratiques, la coopération active et
les liens durables entre les institutions professionnelles-éducatives et le monde
107
©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
professionnel dans un secteur où ces deux éminentes régions d’Europe sont des protagonistes
absolues : la Mode et le Design.
5.2
Titolo del Progetto
Partner 1
Ente coordinatore
Partner:
Partner 2
Ente coordinatore
Partner:
Milan-Paris: le Fil de la Mode
Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia
Regione Lombardia – DG Industria, Edilizia,Cooperazione
IIS Paolo Frisi – Milano
IIS Bernocchi - Legnano
Istituto Carlo Secoli – Milano
Conseil Régional Ile-de-France
Centre Culturel Français de Milan – Ambassade de France
Lycée Paul Poiret – Paris
Lycée Octave Feuillet – Paris
Ecole des Arts Appliqués Duperré – Paris
Inès de la Fressange, S.A. - Paris
Obiettivi del Progetto:
Gli obiettivi principali del progetto Milan-Paris: le Fil de la Mode, coordinato dall’Ufficio
Scolastico Regionale per la Lombardia e dal Conseil Régional d’Ile-de France sono:
1. istituire un comune tavolo di lavoro sulle professioni del settore moda attuali e future
2. individuare similitudini e differenze delle qualifiche professionali esistenti nelle due regioni
3. sviluppare attività di apprendimento e pratica condivise tra gli istituti di moda partner del
progetto
4. sviluppare le competenze linguistiche dei membri dei due consorzi
Principali prodotti e risultati
Quattro incontri di progetto e altrettante riunioni del Comitato di Pilotaggio del progetto (a
Milano nel settembre 2009; a Parigi nel marzo 2010; a Milano nel novembre 2010; a Parigi nel
marzo-aprile del 2011), incontri informali, visite agli Enti e agli Istituti partner e scambi tra i
docenti hanno facilitato la costituzione del partenariato. Dal gennaio 2010 al febbraio 2011 una
apposita formazione on line, gestita da Auralog, ha offerto ai partner del progetto l’opportunità
di migliorare le competenze linguistiche in francese e in italiano, rendendo così più agevole
l’interazione durante gli incontri.
Prodotti di rilievo:
1. Due gruppi di lavoro nelle due regioni hanno prodotto uno “Studio e Ricerca sui mestieri
della Moda e percorsi formativi” con l’ausilio della Chambre Française de Commerce et
d’Industrie en Italie e l’Institut Français de la Mode di Parigi. Un corpus di circa 200 pagine
che focalizza: a) la formazione professionale; b) i collegamenti con il mercato del lavoro; c)
le attuali e future professioni del settore moda.
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©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
1. Palazzo Bagatti-Valsecchi nel cuore del “Quadrilatero della Moda Milanese” ha costituito
l’eccezionale cornice per una Tavola Rotonda di stakeholders il 29 Novembre 2010: Il
Direttore Generale dell’USR per la Lombardia e il Direttore degli Affari Europei e
Internazionali della Regione Ile-de-France hanno discusso i risultati dello “Studio e Ricerca”
alla presenza di illustri ospiti quali l’Ambasciatore di Francia in Italia, il Vice-Presidente
della Regione Lombardia, il Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, due
rappresentanti parlamentari, uno italiano l’altra francese, dirigenti del Ministero
dell’Istruzione di entrambi i Paesi, stilisti-designer di fama internazionale, rappresentanti
delle Associazioni professionali e i partner dei consorzio.
2. Gli istituti di moda partner hanno organizzato due eventi moda:
a) Fashion for Dummies: una expo-performance nella cornice di Palazzo delle Stelline,
sede del Centre Culture Français de Milan , dal 23 al 29 settembre 2009, in cui
studenti delle scuole partner della Lombardia hanno prodotto in serie manichini
sotto la sapiente guida dello stilista Pascal Gautrand.
b) Milan-Paris: le Fil de la Mode: una sfilata di 30 abiti creati e realizzati da studenti
provenienti dalle 5 scuole partner, organizzata negli splendidi locali del Consolato
d’Italia a Parigi il 1 aprile 2011.
3. Un gruppo di lavoro ha prodotto tre moduli didattici (2 in francese e 1 in italiano) basati
sulla metodologia CLIL/Emile, che mirano a familiarizzare gli studenti con attività di
integrazione tra lingua e contenuti inerenti la Modellistica e l’Organizzazione di Eventi.
Questo materiale didattico costituirà la base di sessioni di lavoro durante attività di job
shadowing di docenti francesi negli istituti professionali italiani e viceversa.
Portata e spendibilità del Progetto:
Sin dall’inizio Milan-Paris: le Fil de la Mode ha riscosso interesse, guadagnandosi la
collaborazione e il sostegno di enti esterni alla scuola. Professionisti, politici ed Enti Locali
hanno collaborato alla analisi e al confronto delle tendenze e delle competenze professionali
necessarie per il settore moda, aprendo così ad approfondimenti sulla concezione,
l’organizzazione e lo sviluppo congiunto di nuovi percorsi di formazione professionale. Lo
“Studio e Ricerca” ha risvegliato il dibattito in entrambe le regioni, diventando un testo di
riferimento per un confronto tra la Direzione Generale per l’Istruzione Tecnica e Professionale
del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca italiano e la francese Commissione
Nazionale per le Qualifiche finalizzato alla creazione di standard di riferimento per le qualifiche
in conformità con il Quadro Europeo per le Qualifiche. Le autorità scolastico - amministrative
di entrambe le regioni stanno mettendo a punto nuovi schemi di formazione professionale con
l’obiettivo di istituire dei diplomi congiunti a livello post-secondario.
I risultati più rilevanti rimangono lo scambio di buone pratiche, la fattiva cooperazione e i
legami duraturi tra le istituzioni professionali - educative e il mondo esterno alla scuola in un
settore in cui queste due importanti regioni d’Europa sono protagoniste assolute: la Moda e il
Design.
109
©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
5.3
Project Title
Milan-Paris: le Fil de la Mode (MI-PA: the Thread of Fashion)
Partner Regio 1
Coordinator organisation: Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia (Gisella Langé)
Partner organisations: Regione Lombardia – DG Industria, Edilizia,Cooperazione
IIS Paolo Frisi – Milano
IIS Bernocchi - Legnano
Istituto Carlo Secoli – Milano
Partner Regio 2
Coordinator organisation: Conseil Régional Ile-de-France
Partner organisations: Centre Culturel Français de Milan – Ambassade de France
Lycée Paul Poiret – Paris
Lycée Octave Feuillet – Paris
Ecole des Arts Appliqués Duperré – Paris
Inès de la Fressange, S.A. - Paris
Objectives of the project:
Main objectives of Milan-Paris: le Fil de la Mode, headed by the Regional Education Authority
for Lombardy (USR per la Lombardia) and the Regional Council Ile-de France (Conseil Régional
de l’Ile-de France) were:
1. to organize a working table on present and emergent professions in the world of fashion
2. to explore similarities and differences of fashion qualifications in the two regions
3. to develop learning and practical activities among partner schools of fashion
4. to improve language competences of the members of the consortia
Main results and conclusions:
Four project meetings, four steering group meetings (September 2009 in Milan; March 2010 in
Paris; November 2010 in Milan; March-April 2011 in Paris), many informal briefings, visits and
teachers’ exchanges to partners’ institutions and schools facilitated the building of the
partnership. From January 2010 till February 2011 a special online training course on Auralog
platform offered to partners of both regions the opportunity to improve language competences
in French and Italian, thus facilitating interaction during exchanges and meetings. Relevant
products:
1. Two teams in the partner regions have produced a “ Study and Research on Fashion
Professions and Training” with the help of the French Chamber of Commerce and
Industry in Milan and Institut Français de la Mode in Paris. The two-hundred page study
focuses on: a) vocational training; b) connections with the labour market; c) old and
emerging professions in the field of fashion.
2. Palazzo Bagatti-Valsecchi in the heart of Milan “Fashion district” was the exceptional
venue for a Stakeholders’ Round-table Conference on the 29th November 2010: the
General Director of Lombardy Education Authority and the Director of International
and European Affairs of Ile-de-France Region discussed the findings of the “Comparative
Study and Research” with important guests such as the French Ambassador in Italy, the
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©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
Vice-President of the Region of Lombardy, the President of the National Chamber for
Italian Fashion, two members of the Italian and French Parliaments, administrators from
the Italian and French Ministries of Education, famous stylists, designers, representatives
of professional Associations and partners of the consortia.
3. Schools of fashion in the partnership organized two main fashion events:
a) Fashion for Dummies: an expo-performance hosted by the French Cultural
Centre in Milan at Palazzo delle Stelline, from the 23rd to the 29th September
2009: visitors could see students from Lombardy partner schools manufacturing a
series of dummies/mannequins under the supervision of the French stylist Pascal
Gautrand.
b) Milan-Paris: le Fil de la Mode: a fashion parade of 30 garments designed and
tailored by students from the five fashion schools of the partnership organized in
the beautiful premises of the Italian Consulate in Paris on the 1st of April 2011.
4. A team produced three teaching modules in French and in Italian based on CLIL/Emile
methodology: these modules aim to activate learners with content and language
activities on clothes manufacturing and on the organization of Fashion Events. Modules
are to be used for training sessions and during job shadowing of French teachers in
Italian fashion vocational schools and vice-versa.
Impact and use:
Ever since the very beginning the project Mi-Pa: le Fil de la Mode has gathered interest,
collaboration and support from the world outside schools. Different professionals, political and
administrative authorities worked together analysing and comparing trends and key
professional competences needed in the world of fashion, thus allowing insights on how to
conceive, organize and develop jointly new vocational training paths. The “ Study and
Research” raised an important debate in both regions and it has become a reference document
also at national levels: the document is being used by the Italian Directorate General for
Technical and Vocational Schools and the French National Committee for Qualifications for
discussion on reference standards for qualifications in the light of the European Qualification
Framework. Administrative and educational authorities of the two regions are now developing
new training schemes aiming at joint post-secondary vocational diplomas.
The most relevant results are: exchange of best practice, real cooperation and long lasting
connections among educational/vocational institutions and the world outside school in the two
most important European regions that share leadership in Fashion and Design.
111
©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
LES PARTENAIRES DU PROJET EUROPEEN COMENIUS REGIO
MILAN-PARIS : LE FIL DE LA MODE
Le Projet Européen Comenius Regio Milan-Paris : le Fil de la Mode est un partenariat entre
Lombardie et Île-de-France sur les thèmes de la mode, l’émergence de nouvelles compétences
professionnelles et l’adéquation des formations aux nouveaux modèles de profils professionnels
actuels et futurs.
Le Consortium de la Lombardie :
GISELLA
LANGÉ
Dirigente tecnico
MARIO
PASQUARIELLO
Docente comandato
Relazioni
internazionali e
lingue straniere
Relazioni
internazionali e
lingue straniere
FRANCESCO
BARONI
Direttore
Generale
MARIA CARLA
AMBROSINI
Dirigente
CRISTINA
PELLEGRINO
Quadro
responsabile per i
progetti comunitari
ROSAMARIA
CODAZZI
Dirigente
scolastico
MARINA
NABULONI
Collaboratore
vicario
ANNA
NUNZIANTE
Docente di moda
LUCA FRANCO
AZZOLLINI
Dirigente
scolastico
MARIA LUISA
INGA
Collaboratore
vicario
CONCETTA
SETTEMBRALE
Docente Laboratorio
di Ricevimento
STEFANO
SECOLI
Presidente
MATTEO
SECOLI
Direttore della sede
di Milano
BARBARA
MORANDI
Docente di moda
GIUSEPPE
COLOSIO
Direttore
Generale
ANDREA
GIBELLI
Vicepresidente
Assessore
IIS PAOLO FRISI
112
©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
Le Consortium Île-de-France :
JEAN-NOEL
BALEO
Directeur-adjoint
en charge de
l’Unité Affaires
Internationales et
Européennes
PATRICK
FRANJOU
Directeur des
Affaires
Européennes
HELENE
D’ALANÇON
Chargée de mission
pour la Coopération
Européenne
OLIVIER
DESCOTES
Directeur
SOPHIE
STALLINI
Attachée de
coopération pour
le français, BCLA
STEPHANIE
SAUVIGNON
Directrice cours
MICHELE
LEGALL
Proviseure
FRANÇOIS
ANTONIOTTI
Conseiller
Principal
d’Education
JEAN-PIERRE
MONGENIE
Proviseur
NATASHA
LALLEMAND
Relations
Internationales
PHILIPPE
CALLAND
Proviseur
VERONIQUE
RUHILN
Département
Mode
Chef de travaux
FRANÇOISLOUIS
VUITTON
Directeur
Général
NADIA
WINSALL
Directrice
113
©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
ANNEXE 6
6.1 Synthèse du rapport d’Ile-de-France en français
6.2 Sintesi della Ricerca dell’Ile- de-France en italien
114
©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
Le futur des métiers
de la fabrication locale
dans le secteur mode en France et en Italie
FOCUS / SYNTHESE
Pascal Gautrand
sous de la direction de Patricia Romatet, Directeur Etudes et Conseil
Le futur des métiers de la fabrication locale dans le secteur mode en France et en Italie. / synthèse / novembre 2010
SOMMAIRE
Objectifs de la recherche
Méthodologie
1/ Les mutations à l’œuvre dans le système de la mode
2/ Quel sens donner à la fabrication locale aujourd’hui ?
3/ L’impact de ces mutations sur les métiers de la fabrication
4/ Cinq axes de réflexion pour adapter les formations
4.1/ Faire naître la passion au cœur de l’expérience
4.2/ Intégrer le meilleur de l’industrie et de l’artisanat
4.3/ Se rapprocher des réalités du secteur professionnel
4.4/ Favoriser l’inventivité et la créativité
4.5/ Capitaliser autour d’autres approches connexes
Conclusion et perspectives
France—Italie : le fil de l’innovation
INSTITUT FRANCAIS DE LA MODE
2
Le futur des métiers de la fabrication locale dans le secteur mode en France et en Italie. / synthèse / novembre 2010
PREAMBULE
Objectifs de la recherche
Dans un contexte de désindustrialisation des marques du textile et de l’habillement, les compétences et les
formations ciblées pour ces activités sont confrontées à des problèmes de débouchés professionnels. En
parallèle, la massification de l’offre induit une recherche de personnalisation plus forte, un intérêt accru
pour le travail de la main et des démarches de customisation.
Sur la base du travail de Pascal Gautrand, ex-pensionnaire à la Villa Médicis, qui a étudié cette thématique
tant en France qu’en Italie, l’objectif de cette recherche est de proposer des alternatives à ces filières de
formation en identifiant et en valorisant des métiers liés à ces nouvelles approches de personnalisation et
de valorisation du travail de la main.
L’Institut Français de la Mode (IFM) apporte son expertise à ce projet : expertise sectorielle de la mode et
des industries créatives et expertise dans la conduite de missions d’études.
Méthodologie
Ce travail, parti d’une expérience à Rome et à Milan et intègrant une recherche documentaire tant en
France qu’en Italie, a pour champ d’analyse principal la Région Ile-de-France.
Il s’agit d’étudier les divers axes d’évolution possibles pour les formations aux métiers de la fabrication
dans le secteur de la mode en France, en privilégiant les possibilités de débouchés professionnels se
rapportant à une pratique locale.
Afin d’appréhender de manière transversale le statut des métiers de la fabrication et la façon dont ils sont
pratiqués en France et en Italie, nous nous sommes intéressés aux acteurs de l’industrie, de l’artisanat et
des métiers d’art.
La recherche a été construite à partir de 18 entretiens : deux tiers ont été réalisés auprès de professionnels
— industriels ou artisans — qui s’appuient sur une conception ou une fabrication locale, même partielle,
et le dernier tiers a été mené auprès de formateurs aux métiers techniques de la mode. Pour choisir les
professionnels à interviewer, nous sommes restés attentifs à accorder autant d’importance à deux points
de vue différents : la vision stratégique — principalement celle de managers — complétée par un angle
plus opérationnel recueilli auprès de techniciens et d’artisans.
Enfin, ce travail a été étayé par une analyse documentaire d’études réalisées en France dans la filière des
métiers d’art et de l’industrie et d’articles de presse parus tant en France qu’en Italie.
INSTITUT FRANCAIS DE LA MODE
3
Le futur des métiers de la fabrication locale dans le secteur mode en France et en Italie. / synthèse / novembre 2010
1/ Les mutations à l’œuvre dans le système de la mode
La mode est une “industrie culturelle” au même titre que d’autres secteurs comme le design industriel, les
parfums et cosmétiques ou la gastronomie. Leur point commun est de proposer des produits et des
services dont la valeur économique et sociale est principalement due à l’intégration d’un contenu
symbolique.
Le système actuel des marques internationales se caractérise par la complémentarité de trois dimensions
principales qui constituent la “chaîne de valeur” : gestion des marques et de la création / production /
distribution. Les entreprises de la mode et du luxe optent pour la recherche du plus faible coût de
fabrication et pour la délocalisation de la production ; cela leur permet de réaliser les marges financières
nécessaires pour le développement des marques, et le financement des campagnes publicitaires aux coûts
exorbitants et celui des réseaux de distribution en propre dans le monde.
Du côté des consommateurs, des mouvements de pensée transversaux aux secteurs de la mode, du design,
de la gastronomie, prennent une ampleur croissante et modifient les habitudes et les modes de
consommation. Ces courants dans lesquels le consommateur exprime activement un point de vue civique
ou responsable au travers de ses achats sont qualifiés de “consom’action”. Ils se caractérisent par :
•
une plus grande attention portée aux vraies valeurs du produit en réaction contre la
consommation jetable.
•
le besoin d’une prise en considération de leur propre personnalité et de leur expression créative
grâce aux concepts de personnalisation ou de sur-mesure.
•
l’importance de consommer des produits locaux comme une alternative à la mondialisation et aux
dégâts écologiques provoqués par le transport massif de marchandises.
En parallèle, les industries du luxe et de la mode, passées en quelques décennies d’un créneau élitiste et
confidentiel à un marché planétaire, entrevoient les limites de cette massification et explorent divers leviers
pour contrer la standardisation et se singulariser de la concurrence. Ainsi, à tous les niveaux de gamme, de
la grande distribution au luxe, les “offres produit” s’expriment de plus en plus au travers de concepts de
séries limitées, de produits artisanaux ou d’offres personnalisés. Sur le lieu de vente, grâce à un service
client d’extrême qualité et à la conception d’aménagements intérieurs qui favorisent les rapports de
proximité, les marques sont particulièrement attentives à recréer du lien avec leur clientèle.
De toutes parts, dans le secteur de la mode, ces dernières saisons ont vu fleurir un intérêt croissant pour la
valorisation du travail et la sauvegarde du patrimoine de la fabrication. Des actions, relayées par tous les
acteurs du secteur — des institutions aux marques, en passant par les distributeurs et la presse —
prennent des formes multiples.
Conscientes des enjeux économiques, culturels ou patrimoniaux, liés au “made in France”, les institutions
aux niveaux régional, national ou Européen mettent en place de nombreuses mesures afin de sauvegarder
ou d’encourager le développement artisanal et industriel sur les territoires. Du côté des entreprises, la
valorisation des métiers de la fabrication passe par l’amélioration des conditions de travail et de formation,
dans le but d’optimiser la transmission des savoir-faire et la motivation des équipes. De nombreuses
marques et distributeurs rachètent leurs fournisseurs historiques afin de garantir la sauvegarde de certains
métiers. Cet engouement pour la fabrication et la mise en avant des savoir-faire est largement suivi par la
presse mondiale qui, à son tour, contribue à enrichir le vocabulaire visuel et écrit autour des thématiques
des savoir-faire et de la fabrication.
INSTITUT FRANCAIS DE LA MODE
4
Le futur des métiers de la fabrication locale dans le secteur mode en France et en Italie. / synthèse / novembre 2010
L’ensemble des mutations qu’est en train de connaître le secteur de la mode aujourd’hui est aussi favorisé
par l’émergence de nouveaux modes de production, d’organisations logistiques et de commercialisation,
issus de l’innovation technologique.
2/ Quel sens donner à la fabrication locale aujourd’hui ?
Le terme “fabrication locale” embrasse l’ensemble des savoir-faire et des compétences techniques qui
s’appuient — en tout ou en partie — sur une pratique territoriale locale pour les étapes de la conception
ou de la production de produits. Cette définition s’oppose donc à la notion de “fabrication délocalisée”.
Grandes marques du luxe, entreprises familiales, artisans traditionnels, métiers d’art, nouveaux
entrepreneurs : le domaine de la fabrication locale se compose d’une somme d’activités qui s’étalent de la
production industrielle en séries (Louis Vuitton, Petit Bateau, Devanlay, Armor Lux…) à des fabrications
plus artisanales ou unitaires (tailleurs de costumes pour homme sur-mesure, maîtres d’art dans le domaine
de la mode et du textile, couturières de robe de mariées, artisans créateurs…). La plus grande réalité de la
fabrication locale réside dans des activités de niche, qu’elles soient issues de savoir-faire traditionnels
(broderie, travail de la plume…) ou de techniques novatrices (impression transfert, découpe au laser…).
Mais l’industrie comme l’artisanat ont tendance à se développer sous des formes qui articulent aussi bien
fabrications unitaires que logiques de séries. Aujourd’hui, par exemple, la société Hermès emploie 3 552
artisans dans 33 manufactures, sur 26 sites, dont 22 en France qui représentent 95% des employés.
La notion de fabrication locale, qui est au cœur des préoccupations de cette étude, se définit selon les trois
axes représentés ci-dessous :
Fondamentalement, si l’on excepte certains savoir-faire aux secrets de fabrication bien gardés, les gestes et
les processus sont bien évidemment les mêmes ici ou ailleurs. Pourtant, à y regarder de plus près, la
pratique locale influe considérablement sur certaines caractéristiques des métiers en comparaison avec la
manière dont ils sont pratiqués de façon délocalisée. De nouveaux champs de compétences liés aux
INSTITUT FRANCAIS DE LA MODE
5
Le futur des métiers de la fabrication locale dans le secteur mode en France et en Italie. / synthèse / novembre 2010
pratiques locales apparaissent : débordant largement la simple exécution de la production, le champ des
compétences techniques s’étend d’une part vers la conception technique et créative des produits, et d’autre
part vers les domaines de la communication et de la vente. Un autre caractère qui différencie les métiers de
la fabrication locale : la passion, véritable catalyseur de motivation et de compétences, elle joue un rôle
déterminant dans les organisations.
Pour définir plus précisément le champ de la fabrication locale, il convient aussi de prendre en
considération l’effet de synergie qui s’opère entre la pratique des métiers artisanaux (notamment ceux qui
relèvent du répertoire des métiers d’art en France) et l’industrie du luxe. Perpétuer des pratiques artisanales
au sein d’organisations industrielles est aussi un moyen pour les marques de tirer avantage de la
particularité de leur patrimoine et de se différencier par leur savoir-faire. Ainsi s’opère l’intégration de
pratiques artisanales au sein d’organisations industrielles : de nombreux savoir-faire spécifiques (pour la
broderie, l’impression textile, la maroquinerie, etc.) participent à la fabrication de produits griffés par les
marques selon un processus principalement industriel d’après des techniques souvent en grande partie
artisanales. Inversement, le milieu des petits entrepreneurs et des artisans intègre aussi dans ses pratiques
de nombreuses innovations issues de l’industrie.
Toutefois, les métiers techniques ou manuels souffrent d’une mauvaise reconnaissance auprès du public,
et cette désaffection se répercute sur la qualité du recrutement pour les sections de formation
correspondantes. La désertion des formations, mettant en péril une partie du patrimoine culturel des deux
pays, pose la question de la transmission des savoir-faire et de la pérennité de certains secteurs d’activité
tant en France qu’en Italie. La sauvegarde et le développement de tout le secteur doit passer par la
transmission de la passion, inhérente aux métiers de la fabrication locale, et le repositionnement des
valeurs humaines au centre de la pratique des métiers techniques.
3/ L’impact de ces mutations sur les métiers de la fabrication
En accordant plus d’importance à la valeur et aux qualités intrinsèques du produit, les nouveaux courants
de consommation poussent une partie des acteurs de l’industrie et de l’artisanat de la mode à valoriser les
modes de fabrication de leurs produits. Ces stratégies influent sur la pratique des métiers de la fabrication
qui enrichissent directement la marque, son image et son capital de création.
La fabrication devient pour les entreprises et les artisans une véritable source de valeur ajoutée, soit par
apport d’inventivité à la création par la mise au point de procédés techniques différenciateurs, soit en
utilisant la fabrication comme vecteur de culture pour enrichir le patrimoine de la marque au travers de
visuels publicitaires ou de mises en scène sur les lieux de vente.
Dans le domaine industriel, les courants de personnalisation et de customisation, quant à eux, imposent de
repenser l’organisation de la chaîne de fabrication pour lui redonner une place centrale, en interface directe
avec les lieux de vente et les exigences du client.
Une tendance qui se démocratise ces dernières saisons auprès de marques de mode ou de luxe est la mise
en scène de la fabrication sur les points de ventes. Cette pratique, qui donne à voir au client à la fois le
cadre, le personnel et les étapes de la fabrication, crée aux yeux des consommateurs une aura particulière
autour du produit. Si la mise en valeur de leur patrimoine par les marques est un vecteur d’image efficace,
il est intéressant de noter, là encore, que la fabrication semble depuis peu trouver une place dans cette
logique de communication au travers de campagnes publicitaires mettant en scène la fabrication, ses lieux,
ses acteurs…
INSTITUT FRANCAIS DE LA MODE
6
Le futur des métiers de la fabrication locale dans le secteur mode en France et en Italie. / synthèse / novembre 2010
4/ Cinq axes de réflexion pour adapter les formations
La “renaissance” de la fabrication locale qui se profile ne pourra se faire pleinement sans l’implication des
jeunes générations qui doivent comprendre les mécanismes du système afin d’en devenir au plus vite les
acteurs principaux. Pour accompagner les mutations qui sont donc déjà à l’œuvre dans le secteur de la
mode, il convient d’intégrer de nouveaux éléments de réflexion qui permettront de faire évoluer et
d’adapter en conséquence la formation aux métiers techniques de la fabrication.
Cinq axes de réflexion pour construire aujourd’hui les métiers de demain : faire naître la passion au cœur
de l’expérience, intégrer le meilleur de l’industrie et de l’artisanat, se rapprocher des réalités du secteur
professionnel, favoriser l’inventivité et la créativité, capitaliser autour d’autres approches culturelles ou
sociologiques.
4.1/ Faire naître la passion au cœur de l’expérience
Au cours de la plupart des entretiens réalisés en préparation de cette étude, un terme revient de manière
très récurrente : la passion. Beaucoup de mots sont employés pour décrire cet état d’esprit et ses
conséquences : motivation, patience, le cœur à l’ouvrage… La formation aux métiers techniques se doit de
revaloriser sa propre image et celle des métiers auxquels elle prépare.
> Valoriser la part culturelle des métiers, propre aux patrimoines Français et Italien.
> Laisser parler la passion des professionnels au travers de l’échange et du dialogue avec les jeunes.
> Instaurer un modèle d’identification fort pour les jeunes grâce au rapport de maître à élève.
> Donner les moyens et le savoir nécessaires à l’expression de son métier afin de le valoriser.
> Exprimer avec aisance sa pratique et son savoir-faire est aussi un atout pour valoriser les produits.
> Diriger l’enseignement vers une plus grande sensibilité à l’attention et au service client.
4.2/ Intégrer le meilleur de l’industrie et de l’artisanat
Cette recherche a pour parti pris l’appréhension des “métiers de la fabrication locale” comme une forme
d’unité indépendamment des milieux artisanaux ou industriels dans lesquels ils puisent leurs pratiques. Les
témoignages recueillis et l’analyse de l’organisation des entreprises montrent que les frontières
traditionnelles qui séparaient artisanat et industrie n’existent plus.
> Intégrer dans l’enseignement les dimensions artisanales et industrielles d’un même métier.
> Multiplier l’apprentissage de savoir-faire divers et la capacité d’adaptation à différentes pratiques.
> Proposer une formation initiale qui se concentre sur l’apprentissage des bases techniques communes à de nombreux métiers :
chefs de produits, stylistes, modélistes, vendeur, retoucheur…
> Compléter les formations par des spécialités approfondies individuellement au cours de périodes en entreprise.
> Sensibiliser les jeunes à la rapide évolution du secteur et à la veille technologique.
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Le futur des métiers de la fabrication locale dans le secteur mode en France et en Italie. / synthèse / novembre 2010
4.3/ Se rapprocher des réalités du secteur professionnel
Afin de garantir la meilleure adéquation possible entre les formations et la réalité changeante du terrain, il
convient de développer au maximum les liens entre les centres de formation et le milieu professionnel.
Outre la mise en place de formations par alternance qui semblent créer l’unanimité auprès des
professionnels, il convient aussi de multiplier les formes d’échange et de rencontre.
> Multiplier les formes et les occasions de dialogue et de rencontres entre les entreprises et les lieux de formation : jurys de
sélection et de diplômes, tables rondes…
> Favoriser les formations en alternance qui offrent une expérience plus proche de la réalité professionnelle et multiplient les
chances de recrutement en fin de formation par l’entreprise d’accueil.
> Créer un outil en ligne pour favoriser la rencontre entre les recherches et les offres d’emplois, de formations par alternance ou
de stage pour l’ensemble du secteur.
> Valoriser le temps de la pratique et du travail accompli, non pas seulement le résultat ou le produit obtenu et optimiser la
pratique en accordant des journées complètes consacrées à l’apprentissage en atelier.
> Permettre une bonne connaissance de la diversité des métiers et des entreprises cibles pour favoriser leur orientation scolaire
et leur recherche d’emploi et offrir une vision d’ensemble des pratiques de l’entreprise qui permet de situer sa propre pratique
au sein d’un projet commun.
> Enseigner les bases de la gestion entrepreneuriale et des pratiques indépendantes (freelance, interim…).
> Adapter le rythme des formations au calendrier des collections et au rythme de travail pratiqué par l’ensemble de la
profession, pour habituer les jeunes au rythme de leur future pratique.
4.4/ Favoriser l’inventivité et la créativité
Au-delà de la créativité des stylistes qui permet de renouveler l’aspect et le style des produits, il faut aussi
prendre en considération la capacité d’innovation des systèmes de fabrication. Ils sont souvent à la source
même de la régénération continuelle des secteurs de la mode et du textile.
> Encourager l’expérimentation technique et l’inventivité au travers de la pratique.
> Préparer au dialogue, à l’interaction et au travail en binôme avec les métiers de la création.
> Exercer le regard grâce au dessin et aux arts appliqués, qui concourent ensemble à inscrire la pratique d’un métier
technique au cœur d’une industrie créative.
> Renforcer la culture générale grâce à l’apprentissage de l’histoire de l’art et du costume.
4.5/ Capitaliser autour d’autres approches connexes
L’approche de l’enseignement du design industriel, beaucoup plus fonctionnelle que l’approche de la
création dans le champ de la mode, intègre à la fois les notions techniques et stylistiques. Ainsi, les
formations en design industriel qui font une part plus belle à la conception technique et donc aux
processus de fabrication peuvent sans doute être sources d’apprentissage et d’inspiration pour la
construction des formations aux métiers techniques.
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Le futur des métiers de la fabrication locale dans le secteur mode en France et en Italie. / synthèse / novembre 2010
Dans le même ordre d’idée, l’Italie, dans le champ de la mode, est le fief d’une réflexion sociologique
extrêmement développée. L’intégration de notions de sociologie de la mode et du travail dans la
composition des programmes de formation aiderait les jeunes à prendre conscience et à réfléchir sur leurs
pratiques : motivation au travail, conditions du travail, effets sociaux du travail, etc.
Enfin, lorsqu’il s’agit d’excellence dans le domaine de la fabrication, transversalement d’un secteur à
l’autre, qu’il s’agisse de la mode, du design ou de la gastronomie, l’approche culturelle asiatique consacre
une attention toute particulière aux savoir-faire et à leur transmission. Ce point fait donc de l’Asie, et du
Japon en particulier, un excellent terrain d’observation quant aux mécanismes de sensibilisation à la culture
de la fabrication, et une source à prendre en compte dans la constitution des programmes de formation.
CONCLUSION ET PERSPECTIVES
France – Italie : le fil de l’innovation
La France et l’Italie partagent une même richesse de tradition et un goût commun pour le savoir-vivre, la
création, les arts ou le luxe, qui font leurs réputations. Ces multiples formes d’expressions créatives
prennent leurs sources dans un patrimoine pluriel de fabrications que les deux pays ont historiquement
bâti ensemble.
Les industries créatives actuelles, en particulier dans les domaines de la mode, du design et de la
gastronomie, prennent leur racine dans les échanges qui se sont établis entre la France et l’Italie depuis la
Renaissance. Depuis plusieurs siècles, la capacité à maintenir un niveau de créativité au travers de la
conservation des savoir-faire et du développement de nouvelles pratiques caractérise dans le monde entier
la suprématie du bon goût et de l’esprit français et italien.
Véritables sources d’identité pour les deux nations, les métiers techniques et les savoir-faire sont l’essence
du développement de la culture. Ils sont aussi les atouts majeurs qui enrichissent aujourd’hui les processus
d’innovation et garantissent l’essor des industries créatives, devenues les fleurons de la culture en France
comme en Italie.
L’enjeu actuel pour les deux pays est de réussir à renforcer les valeurs profondes de leurs cultures en
maintenant un niveau de rayonnement et un positionnement économique international sans pour autant
diluer leur force ou perdre de leur identité.
Si l’Italie, mieux que d’autres, a su conserver jusqu’ici la richesse de son savoir-faire et la culture de la
fabrication, grâce à son attachement à la culture locale et aux valeurs du territoire, la France démontre,
quant à elle, une véritable capacité à créer de l’identité et à diffuser avec force le patrimoine et à la
créativité de ses marques.
Seule la combinaison de ces deux approches, qui conjugue valeurs locales et rayonnement international,
permettra de redonner toute sa force à la fabrication locale et parviendra à la réintégrer pleinement au
cœur des organisations créatives, afin d’en garantir la sauvegarde de ses métiers et savoir-faire, l’expression
de ses valeurs sociologiques et sa force culturelle.
Pour adapter l’enseignement actuel aux nouveaux enjeux du secteur, une réflexion commune de la part de
la France et de l’Italie s’impose dans le domaine des formations aux métiers techniques de la mode. Seul le
fait de guider les techniciens de demain vers une meilleure compréhension des logiques du système de la
mode et de ses évolutions, pourra leur permettre de prendre part activement à la renaissance de la
fabrication locale. Il faudra pour cela que le cadre de formation valorise pleinement leur pratique.
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Il futuro delle manifatture locali
nel settore moda in Francia e in Italia
SINTESI
Pascal Gautrand
Sotto la direzione di Patricia Romatet
Direttore Ricerca e Consulenza
INSTITUT FRANÇAIS
FRANÇAIS DE LA MODE
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Il futuro delle manifatture locali nel settore moda in Francia e in Italia. / sintesi / novembre 2010
INDICE
Introduzione
1. I cambiamenti in atto nel settore moda
2. Che senso dare oggi alla manifattura locale?
3. L’effetto dei cambiamenti sui mestieri manuali
4. Cinque spunti di riflessione per l’adeguamento dell’offerta formativa
4.1
Trasmettere la passione mediante l’esperienza
4.2
Ispirarsi all’eccellenza dell’industria e dell’artigianato
4.3
Avvicinarsi alle realtà professionali e al mondo del lavoro
4.4
Incentivare creatività e inventiva
4.5
Capitalizzare esperienze di approcci affini
Conclusioni e prospettive
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Il futuro delle manifatture locali nel settore moda in Francia e in Italia. / sintesi / novembre 2010
INTRODUZIONE
Obiettivi della ricerca
In un contesto di deindustrializzazione del settore tessile-abbigliamento, le competenze e i profili
richiesti devono tenere in conto le difficoltà di tipo occupazionale.
Nel contempo la massificazione dell’offerta genera una grande richiesta di personalizzazione del
prodotto, maggior interesse per la lavorazione manuale e maggior attenzione agli effetti del
fenomeno di costumerization (adeguamento alle aspettative del cliente).
Partendo dall’esperienza condotta in Francia e in Italia da Pascal Gautrand, ex borsista di Villa
Medici, l’obiettivo di questo lavoro è proporre delle alternative a percorsi di formazione esistenti
al fine di identificare e valorizzare mestieri basati sulla personalizzazione del prodotto e sul lavoro
manuale.
Questo lavoro è stato condotto sotto la direzione dell’IFM,
IFM, Institut Français de la Mode, che ha
apportato la propria esperienza nel settore moda e industrie creative e la propria competenza nel
campo della ricerca.
Metodologia
L’esperienza svolta a Roma e a Milano ha fornito lo spunto per il presente studio che focalizza
principalmente la situazione nella regione Ile-de-France, arricchito da una ricerca di documenti
condotta in Francia e in Italia.
Lo studio analizza le diverse possibilità di evoluzione dei percorsi formativi che preparano ai
mestieri della manifattura del settore moda in Francia, con particolare attenzione a quegli sbocchi
professionali imperniati su pratiche locali.
Per inquadrare in maniera trasversale la realtà dei mestieri manifatturieri così come sono praticati
in Francia e in Italia abbiamo rivolto la nostra attenzione ai settori dell’industria, l’artigianato e ai
mestieri d’arte.
La ricerca è costituita tra l’altro da 18 interviste effettuate per due terzi a professionisti –
industriali o artigiani - che si affidano, almeno in parte, alla manifattura locale e per l’altro terzo, a
docenti che formano alle professioni tecniche della moda. La scelta dei professionisti da
intervistare è stata dettata da una doppia prospettiva: la prima è una visione strategica - soprattutto
a livello manageriale - e la seconda, a completamento della prima, è quella più operativa di
tecnici e artigiani.
Il presente lavoro si basa su una analisi accurata di studi di settore realizzati in Francia
sull’industria e sui mestieri d’arte, nonché di articoli di stampa francese e italiana.
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Il futuro delle manifatture locali nel settore moda in Francia e in Italia. / sintesi / novembre 2010
1. I cambiamenti in atto nel
nel settore moda
La moda è un’ “industria culturale”, come lo sono il design industriale, la profumeria e la cosmesi,
la gastronomia che hanno in comune la promozione di prodotti e servizi il cui valore economicosociale è determinato anche da un contenuto simbolico.
L’attuale sistema dei marchi internazionali è caratterizzato dalla complementarità di tre
dimensioni principali che costituiscono la “catena di valore”: gestione del marchio e creazione /
produzione / distribuzione. Le case di moda e di articoli di lusso scelgono di contenere al massimo i
costi delocalizzando la produzione; ciò consente di realizzare quei margini finanziari necessari allo
sviluppo del marchio, al finanziamento di costose campagne pubblicitarie e reti di distribuzione
mondiale.
Presso i consumatori acquistano popolarità alcune correnti di pensiero, trasversali rispetto ai
settori della moda, del design e della gastronomia, che modificano le abitudini e le modalità di
consumo. Tali correnti di pensiero, definite con l’espressione consumo critico, vedono il
consumatore esprimere tramite i propri acquisti un punto di vista civico e di sostenibilità grazie a:
•
una maggior attenzione ai valori intrinseci del prodotto come reazione al consumo “usa e
getta”;
•
il bisogno di far emergere la personalità e vena creativa del consumatore con
personalizzazioni e creazioni “su misura”;
•
la tendenza al consumo di prodotti locali in opposizione alla globalizzazione e
all’inquinamento provocato dall’ingente trasporto delle merci.
Nel contempo, i produttori di articoli di lusso e di moda, che nel giro di pochi decenni sono passati
da un settore di mercato elitario e confidenziale a un mercato globale, intravedono i limiti di
questa massificazione ed escogitano nuove strategie per contrastare la standardizzazione e
differenziarsi dalla concorrenza. Così per ogni gamma di prodotto, dalla grande distribuzione al
lusso, l’offerta commerciale si concretizza sempre più tramite concetti di serie limitata, di prodotto
artigianale o di personalizzazione. Le aziende sono impegnate a rafforzare i rapporti con la
clientela, dotando i loro punti vendita di un attento servizio-clienti e arredi che favoriscono le
relazioni personali.
Nel corso delle ultime stagioni è maturata ovunque una tendenza sempre più spiccata a valorizzare
la manifattura e salvaguardarne il patrimonio. Le azioni intraprese da tutti gli attori del settore –
dalle istituzioni alle aziende, dai distributori alla stampa - assumono le forme più disparate.
Consapevoli delle implicazioni economiche, culturali e artistiche legate al Made in France, le
istituzioni a livello regionale, nazionale ed europeo, promuovono misure per tutelare o
incentivare lo sviluppo artigianale e industriale sul loro territorio. Per le aziende la valorizzazione
dei mestieri manifatturieri implica il miglioramento delle condizioni di lavoro e della formazione,
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in modo da assicurarsi che know how e motivazione siano facilmente trasmessi da un gruppo
all’altro. Produttori e distributori arrivano talvolta persino ad acquisire i loro fornitori di lunga
data per assicurare la continuità di certi mestieri.
Questo interesse per la manifattura e la valorizzazione del know how è accompagnato dalla stampa
mondiale che contribuisce ad arricchire il lessico e l’iconografia sui temi del know how della
manifattura.
Il complesso di cambiamenti cui va incontro il settore moda oggi è favorito dall’emergere di nuovi
modi di produzione, organizzazione logistica e commercializzazione, frutto dell’innovazione
tecnologia.
2. Che senso dare oggi alla
alla “manifattura locale”
locale”?
L’espressione “manifattura locale” abbraccia il complesso di know how e competenze tecniche che
si rifanno, in toto o in parte, a pratiche locali nella concezione e nella realizzazione del prodotto:
un concetto opposto alla “delocalizzazione”.
Grandi firme, aziende conduzione familiare, artigiani locali, maestri d’arte, nuovi imprenditori: il
settore della manifattura locale va dalla produzione industriale in serie (Louis Vuitton, Petit
Bateau, Devanlay, Armor Lux…) alla produzione artigianale o di pezzi unici (sarti da uomo,
maestri d’arte del tessile e dell’abbigliamento, sarte specializzate in abiti da sposa, artigianicreatori,…). La principale realtà della lavorazione in loco consiste in attività di nicchia, siano esse
frutto di tradizioni (merletto, ricamo, applicazioni di piume,…) o di tecniche innovative (stampa
transfert, taglio con il laser,…) Tuttavia tanto l’industria quanto l’artigianato hanno la tendenza a
sviluppare sia la produzione in serie, sia la produzione di pezzi unici. La società Hermès, ad
esempio, attualmente offre lavoro a 3,552 artigiani in 33 aziende, in 26 sedi di cui 22 sul territorio
francese, il che rappresenta il 95% del personale.
Il concetto di manifattura locale si definisce attraverso i tre assi proposti nella figura sottostante:
Consumo di
articoli di lusso
Tradizione
Artigianato
La manifattura
locale
Industria
Consumo corrente
Innovazione
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Fondamentalmente, se si escludono quei mestieri i cui segreti sono ben custoditi, le azioni e i
processi sono essenzialmente gli stessi ovunque. Tuttavia ad una analisi più attenta, la pratica
locale influisce considerevolmente sulle caratteristiche di alcuni mestieri rispetto al modo in cui
questi sono esercitati se delocalizzati. Si profilano nuove sfere di competenza connesse alla
lavorazione locale: andando ben oltre la semplice realizzazione di prodotti, la sfera delle
competenze tecniche si estende da un lato alla progettazione tecnico-creativa, dall’altro alla
comunicazione e alla vendita. Altro elemento che caratterizza i mestieri della manifattura locale e
che ha un ruolo determinante all’interno delle aziende è la passione, vero e proprio catalizzatore di
motivazione e competenze.
Per definire più precisamente la sfera della produzione locale bisogna prendere in considerazione
anche l’effetto sinergico tra l’esercizio dei mestieri artigianali (in particolare quelli che in Francia
vengono classificati come “mestieri d’arte”) e l’industria di articoli di lusso. Mantenere pratiche
artigianali nell’industria è tra l’altro un modo per sfruttare le specificità della cultura locale e
distinguersi per il know how. Alcune pratiche artigianali vengono adottate in produzioni
industriali: determinate competenze specifiche (il ricamo, la stampa su tessuto, la conceria, ecc.)
contribuisco alla confezione di capi griffati secondo procedimenti essenzialmente industriali, ma
con tecniche ampiamente artigianali. In cambio piccoli imprenditori e artigiani adottano pratiche
innovative di derivazione industriale.
I mestieri tecnici e manuali sono spesso sottovalutati nell’opinione pubblica e ciò si ripercuote
sullo scarso successo di istituti e corsi di formazione che preparano a tali mestieri. La loro scarsa
frequenza mette a rischio un certo patrimonio culturale che appartiene a entrambi i paesi e pone il
problema della trasmissione dei saperi e della sopravvivenza di alcuni settori di attività in Francia
quanto in Italia. La salvaguardia e lo sviluppo di tutto il settore dipendono dalla trasmissione di
quella passione che caratterizza i mestieri legati alla manifattura locale e dal riconoscimento di
quei valori umani che sono il fulcro dei mestieri pratici.
3. L’effetto dei cambiamenti sui
sui mestieri manuali
manuali
Le nuove tendenze di consumo, accordando maggior importanza al valore e alle qualità intrinseche
del prodotto, inducono una parte degli industriali e degli artigiani del settore moda a valorizzare i
metodi di lavorazione dei propri prodotti. Queste strategie influiscono sulla pratica dei mestieri
manifatturieri che arricchiscono direttamente il produttore, il suo marchio e il suo capitale
creativo.
Per aziende e artigiani, la manifattura diventa una vera fonte di plusvalore, sia per l’inventiva che
essa apporta alla creazione tramite procedimenti che la rendono unica, sia in quanto veicolo di
cultura che accresce il patrimonio del marchio grazie ai potenti mezzi pubblicitari o a vere e
proprie istallazioni nei punti vendita.
In campo industriale, la tendenza alla personalizzazione e il fenomeno di customerization
rimettono in discussione l’organizzazione della catena di produzione e la sua centralità,
interfacciandola direttamente con i punti vendita e le esigenze del cliente.
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Una tendenza che si registra presso case di moda o di prodotti di lusso nelle recenti stagioni è la
“messa in scena della manifattura” nei punti vendita. Una pratica questa che permette al cliente di
osservare il contesto, l’operatore, le tappe della manifattura e dà al prodotto una aura particolare
agli occhi del consumatore. Se la valorizzazione del proprio patrimonio è per le case di moda un
efficace vettore d’immagine, è interessante notare ancora una volta che la manifattura sembra
trovare posto recentemente in questa logica di comunicazione, con campagne pubblicitarie che
“mettono in scena” luoghi e attori della manifattura.
4. Cinque spunti di riflessione per l’adeguamento dell’offerta formativa
La annunciata “rinascita” della manifattura locale non potrà aver luogo completamente senza che
le nuove generazioni capiscano i meccanismi del sistema e ne diventino il più presto possibile i
principali attori. I cambiamenti che si profilano nel settore moda dovranno essere accompagnati da
nuovi argomenti di riflessione che favoriscano l’evoluzione dei percorsi formativi e, di
conseguenza, il loro adeguamento alla realtà delle professioni tecnico-manifatturiere.
Gli spunti di riflessione qui suggeriti per gettare le fondamenta delle future professioni sono
cinque: trasmettere la passione mediante l’esperienza, ispirarsi all’eccellenza dell’industria e
dell’artigianato, avvicinarsi alle realtà professionali e al mondo del lavoro, incentivare creatività e
inventiva, capitalizzare esperienze provenienti da approcci culturali o sociologici diversi.
4.1
Trasmettere la passione mediante l’esperienza
Nella maggior parte delle interviste condotte durante la realizzazione di questo studio ricorre con
una certa insistenza il tema della “passione”. Con varie espressioni più meno sinonimiche si
descrive questo sentimento e ciò che ne consegue: motivazione, pazienza, operosità … occorre che
la formazione ai mestieri tecnici compia un processo di rivalutazione di se stessa e delle professioni
a cui prepara.
-
Valorizzare l’aspetto
l’aspetto culturale che caratterizza le professioni del patrimonio
patrimonio francese e italiano
-
Dare voce alla passione dei professionisti grazie allo
allo scambio
scambio e al dialogo con i giovani
-
Elevare la relazione maestromaestro-allievo a modello in cui i giovani
giovani possano identificarsi
identificarsi appieno
-
Fornire i mezzi e le competenze necessari all’esercizio e la valorizzazione della professione
-
Descrivere con chiarezza competenze e modalità di pratica della professione come carta
vincente per la valorizzazione
valorizzazione dei
dei prodotti
-
Improntare la formazione alla sensibilità e all’attenzione verso il cliente
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4.2
Ispirarsi all’eccellenza
all’eccellenza dell’industria e dell’artigianato
Il presente studio si è soffermato per scelta sui “mestieri della manifattura locale” come entità
unica a prescindere dagli ambienti artigianali o industriali in cui vengono esercitati. Le
testimonianze raccolte e l’analisi dell’organizzazione aziendale dimostrano che non esiste più una
netta separazione tra artigianato e industria.
-
Coniugare nella
nella formazione la dimensione artigianale e quella industriale
industriale di uno stesso
mestiere
-
Sviluppare l’acquisizione di molteplici competenze e la capacità di adattamento
adattamento a diversi
ambiti professionali
professionali
-
Proporre una formazione
formazione iniziale improntata all’acquisizione
all’acquisizione di tecniche di base comuni a più
professioni:
sarto, …
professioni: Product manager, stilista, modellista, addetto alle vendite, sarto,
-
Perfezionare la formazione
formazione con specializzazioni
specializzazioni individuali in azienda
-
Sensibilizzare i giovani alla rapida evoluzione del settore e all’
all’at
ll’attenzione
attenzione al progresso
tecnologico
4.3
Avvicinarsi alle realtà professionali e al mondo del lavoro
L’adeguamento dei percorsi formativi alla mutevole realtà del settore sarà garantito solo
intensificando i rapporti tra gli enti di formazione e il mondo professionale. Oltre ai progetti
formativi di alternanza, auspicati in maniera unanime dalle aziende, andranno sviluppate altre
forme di scambio e d’incontro.
-
Moltiplicare le modalità e le occasioni di dialogo e di incontro
incontro tra aziende ed
ed enti preposti alla
formazione: commissioni d’esame, uffici di selezione,
selezione, tavole rotonde,
rotonde, …
-
Favorire
Favorire i progetti formativi di alternanza che offrono un’esperienza più vicina alla realtà
moltiplicano
azienda
professionale e m
oltiplicano le probabilità di inserimento professionale nella stessa azie
nda in
cui si è effettuato lo stage
-
Creare un supporto
supporto on line che favorisca l’incontro tra domanda e offerta di tutto il settore
per quanto riguarda l’impiego
l’impiego,
impiego, i tirocini e gli stage in azienda
-
Valorizzare i tempi di realizzazione non solo in termini
termini di risultato o di prodotto finale e
ottimizzare ll’esercizio
’esercizio della professione dedicando intere giornate all’apprendistato
laboratoriale
aboratoriale
-
Fornire una conoscenza completa delle diverse professioni e delle aziende che possa orientare
rientare
impiego,, e una visione globale delle figure aziendali che
la formazione e la domanda di impiego
permetta di collocare la propria competenza professionale in un piano aziendale
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Il futuro delle manifatture locali nel settore moda in Francia e in Italia. / sintesi / novembre 2010
-
Insegnare le basi della gestione aziendale e dell’esercizio della libera professione (freelance,
lavoro interinale
interinale,
nale, …)
-
Adeguare i tempi della formazione al calendario delle collezioni
collezioni e ai ritmi di lavoro dell’intero
settore professionale al fine di abituare i giovani ai ritmi della futura professione
4.4
Incentivare creatività e inventiva
A prescindere dalla creatività degli stilisti che permette di rinnovare il design e lo stile dei
prodotti, bisogna prendere in considerazione la capacità innovativa dei sistemi di produzione che
spesso sono all’origine del rinnovamento costante della moda e del tessile.
-
Incentivare
Incentivare la sperimentazione tecnica e l’inventiva attraverso la pratica
-
Preparare al dialogo, all’interazione, al lavoro in coppia con i creativi
creativi
-
Abituare lo sguardo al disegno e alle arti applicate che
che insieme consentono di integrare
integrare
l’esercizio di un mestiere
mestiere tecnico nell’i
nell’industria
l’industria creativa
-
Innalzare il livello
livello di cultura generale tramite l’insegnamento della storia dell’arte e del
costume
4.5
Capitalizzare esperienze di approcci affini
Il metodo utilizzato nell’insegnamento del Design industriale, molto più funzionale dell’approccio
creativo in uso nel campo della moda, coniuga nozioni tecniche e stilistiche. I corsi di Design
industriale, che danno ampio spazio alla progettazione e di conseguenza ai processi di produzione,
possono così diventare modello di apprendimento e fonte di ispirazione per la concezione di corsi
di formazione alle professioni tecniche.
Anche in Italia il settore tessile-abbigliamento è al centro di una profonda riflessione sociologica.
Integrare i programmi di formazione con nozioni di sociologia della moda e del lavoro aiuterebbe i
giovani a riflettere in modo consapevole sulla futura professione, sulla motivazione, sulle
condizioni e gli effetti sociali del lavoro.
Inoltre va considerato l’approccio culturale asiatico, che dedica particolare attenzione al know
how e alla sua trasmissione soprattutto in ambito di eccellenze produttive in campi quali la moda,
il design, la gastronomia o trasversali a più settori. L’Asia e in particolare il Giappone sono un
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fertile terreno di osservazione dei meccanismi di sensibilizzazione alla cultura del “fare” e possono
fornire un modello di confronto nella formulazione di programmi di formazione.
CONCLUSIONI E PROSPETTIVE
FranciaFrancia-Italia : il filo dell’innovazione
Francia e Italia condividono un ricco bagaglio di tradizioni, il gusto per l’arte, la creatività, il lusso;
altrettante espressioni creative ispirate a un vasto patrimonio culturale che risale a un comune
passato storico nel quale i due paesi sono stati i principali protagonisti.
Le attuali industrie di stampo creativo, in particolare nel campo della moda, del design e della
gastronomia, affondano le loro radici negli scambi che hanno avuto luogo tra Francia e Italia sin
dal Rinascimento. Nei secoli la capacità di mantenere l’alto livello di creatività, grazie alla
conservazione di know how e allo sviluppo di nuove pratiche, caratterizza la supremazia mondiale
del buon gusto e dell’ingegno italo-francese.
Competenze e mestieri tecnici, su cui si fonda l’identità di entrambi i paesi, sono l’essenza del
fiorire della cultura in quanto arricchiscono i processi di innovazione e garantiscono lo sviluppo
delle industrie creative, incontestabile fiore all’occhiello della cultura francese e italiana.
Ora la sfida attuale per i due paesi è proprio quella di riuscire a rafforzare i profondi valori delle
loro culture, mantenendo un livello e una posizione economica di prestigio sulla scena
internazionale, senza però perdere il loro vigore e la loro identità.
Se l’Italia più degli altri paesi ha saputo conservare finora, grazie a un certo attaccamento alla
cultura locale e ai valori del territorio, la ricchezza del suo know how e la cultura del “fare”, la
Francia d’altro canto dimostra una vera e propria capacità di creare identità e diffondere con forza
il patrimonio e la creatività dei suoi marchi.
Solo una combinazione dei due approcci che coniughi valori locali e riconoscimento
internazionale consentirà di restituire alla “manifattura locale” tutto il suo vigore e di reintegrarla
appieno nella filiera creativa, garantendo la salvaguardia di determinati mestieri, del relativo know
how e dell’aspetto sociologico e il loro valore culturale.
L’adeguamento dei profili professionali esistenti alle nuove sfide del settore implica una profonda
riflessione comune, per parte francese e per parte italiana, sui percorsi di formazione ai mestieri
tecnici della moda. L’unica garanzia per la rinascita della manifattura locale è che i tecnici di
domani comprendano le logiche del sistema moda e le sue evoluzioni grazie ad un quadro
formativo che ne valorizzi la pratica.
© 2010 Conseil Régional Ile-de-France – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode - page 10
ANNEXE 7
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©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode