3. I librai briançonesi: una «rete» europea. Il libraio

Transcription

3. I librai briançonesi: una «rete» europea. Il libraio
304
Parte prima
Torino e l’emergere dello Stato burocratico
3. I librai briançonesi: una «rete» europea.
Il libraio ginevrino François Grasset, in una lettera del 1754 a Malesherbes, direttore generale della Librairie francese, analizzando le condizioni del mercato del libro nei Paesi affacciati sul Mediterraneo, sottolineava che una percentuale considerevole di esso era nelle mani di alcune famiglie di librai originari di Briançon:
Le commerce de la Librairie en Espagne et en Portugal de même que celui de
beaucoup de villes d’Italie est tout entre les mains des Français, tous sortis dans une
vallée du Briançonnais, dans le Dauphiné. Ces gens, actif, laborieux et extrêmement sobres, passent successivement en Espagne et s’allient presque toujours entre
eux […]. Non seulement le commerce de la Librairie est entre leurs mains, mais encore ceux des cartes de géographie, d’estampes, horlogeries, toiles, bas, bonnets,
etc. Il n’est pas rare de voir dans des petites villes d’Espagne, le libraire vendre,
dans la même boutique, des œufs, du fromage, etc.101.
Si trattava di un centinaio di famiglie che tra il xvii e il xviii secolo
avevano lasciato le valli del Delfinato strette attorno a Briançon per stabilirsi nelle più importanti città spagnole, portoghesi e italiane, dove
avevano impiantato delle floride attività commerciali. Grasset sottolineava due elementi fondamentali, alla base del successo di queste famiglie: la tendenza a costruire solide alleanze tra di loro e la diversificazione del loro commercio, che faceva sì che nella bottega di un libraio
si potessero trovare non solo libri e oggetti di cartoleria, ma, in alcuni
casi, persino uova e formaggi. Molti di loro prima di aprire una libreria
erano passati attraverso l’esperienza del commercio ambulante102. Diventati librai, avevano mantenuto e rafforzato le relazioni con i loro pa101
BNP, ms fr., 22 130 (37), Grasset a Malesherbes, novembre 1754. Si devono a Georges
Bonnant i primi studi sull’importanza di queste famiglie nel commercio del libro, cfr. Les libraires
du Portugal au xviiie siècle vus à travers leurs relations d’affaires avec leurs fournisseurs de Genève, Lausanne et Neuchâtel, in «Arquivo de bibliografia portuguesa», vi (Coimbra 1961), n. 23-24, pp. 195200; id., La librairie genevoise dans la péninsule Ibérique au xviiie siècle, in «Genava», n.s., ix (1961),
pp. 103-24; id, La librairie genevoise en Italie jusqu’à la fin du xviiie siècle, in «Genava», n. s., xv
(1967), pp. 117-60; id, La librairie genevoise en Amérique latine au xviiie siècle, in j. d. candaux e
b. lescaze (a cura di), Cinq siècles d’imprimerie genevoise. Actes du colloque international sur l’histoire de l’imprimerie et du livre à Genève, 27-30 avril 1978, II, Société d’Histoire et d’Archéologie, Genève 1981, pp. 15-41; ora tutti questi saggi sono raccolti in g. bonnant, Le livre sous l’Ancien Régime, Droz, Genève 1999. Sulle strategie familiari nel controllo del commercio del libro dei
librai originari di Briançon cfr. l’importante saggio di l. fontaine, Les vendeurs de livres: réseaux
de libraires et colporteurs dans l’Europe du Sud (xviii e-xix e siècles), in s. cavaciocchi (a cura di), Produzione e commercio della carta e del libro, sec. xiii -xviii, Le Monnier, Firenze 1992, pp. 631-76; l.
fontaine, Histoire du colportage en Europe, xv e-xix e siècle, Albin Michel, Paris 1993.
102
Fu così, ad esempio per Jean I Nicolas che prima di aprire una libreria a Grenoble (nel 1608)
era stato colporteur, cfr. ibid., pp. 74-75.