Lavoro di diploma di Francesca Taddei, SSMT, 2010.
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Lavoro di diploma di Francesca Taddei, SSMT, 2010.
ARTROSCOPIA CLASSICA, ARTROSCOPIA PULSATA DIGITALE DIRETTO NUOVA FRONTIERA RADIOLOGICA Lavoro di diploma di: Francesca Taddei Formazione: Tecnico in radiologia medica Scuola: SSMT, Locarno Anno: 2009‐2010 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 0. ABSTRACT Il mio lavoro di diploma si basa su un confronto fra un apparecchio telecomandato AD e un apparecchio telecomandato DR. Gli obiettivi che mi sono prefissata sono tre. Il primo obiettivo consiste nel fare un confronto fra questi due telecomandati, per farlo ho usato i data sheet dei due apparecchi e ho considerato due parametri valutativi quali la DQE e il segnale d’uscita. Il secondo obiettivo concerne la dose superficiale data al paziente in mGy. Lo scopo dell’obiettivo è quantificare a quanto si attesta la diminuzione di dose con il sistema DR rispetto al sistema AD, considerando l’artro‐RM della spalla come esame radiologico. Per raggiungere questo obiettivo ho dovuto fare una raccolta dati che comprendesse 15 pazienti per il sistema AD e 15 per il sistema DR. Il terzo obiettivo riguarda il paziente stesso. Per sviluppare questo punto del lavoro ho preparato un questionario che è stato proposto ai 30 pazienti presi in considerazione per la raccolta dati dell’obiettivo due. Dal mio lavoro è emerso che: La DQE e il segnale d’uscita più elevati dell’apparecchio DR rispetto all’apparecchio AD, unitamente ad altre innovazioni tecnologiche quali la scopia pulsata e software dedicati (es. Careposition) permettono di ridurre sensibilmente la dose al paziente. Il sistema DR è l’evoluzione del sistema AD. La dose superficiale con il sistema DR è stata ridotta dell’8.9% rispetto al sistema AD. Il paziente in generale risulta essere indifferente alla sala in cui svolge l’esame cosi come la comodità risulta perlopiù invariata fra i due sistemi. Il cambiamento maggiore risulta essere dato dalla possibilità di alzare e abbassare il lettino fino a 48 cm dal suolo con il sistema DR rispetto agli 89 cm del sistema AD. Infine è emersa l’importanza di informare il paziente riguardo l’esame che sta svolgendo, cosi da tranquillizzarlo il più possibile. 2 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 INDICE 0. ABSTRACT pag. 2 1. INTRODUZIONE 4 1.1 Motivazione 4 1.1.1 Motivazioni scelta nuovo telecomandato 4 1.2 Obiettivi 4 1.3 Mezzi 5 2. OBIETTIVO 1: ANALOGICO DIGITALE (AD) E DIGITALE DIRETTO (DR) A CONFRONTO 6 2.1 Sistema analogico digitale 6 2.2 Sistema digitale diretto 6 2.3 Intensificatore di brillanza e circuito TV 6 2.4 Detettore piatto 9 2.5 Parametri di confronto fra AD e DR 11 2.6 Caratteristiche telecomandati 12 2.7 Conclusioni obiettivo 1 18 3. OBIETTIVO 2: RIDUZIONE DOSE ARTRO‐RM SPALLA GRAZIE A DR 20 3.1 Motivazioni scelta artro‐RM della spalla 20 3.2 Dose superficiale in ingresso al paziente 20 3.3 Raccolta dati 21 3.3.1 Tabella A (AD, Axiom Iconos MD) 22 3.3.2 Tabella B (DR, Axiom Luminos dRF) 22 3.3.3 Grafico dose 23 3.3.4 Grafico mAs 23 3.4 Analisi dati 23 3.5 conclusioni obiettivo 2 24 4. OBIETTIVO 3: IL PAZIENTE 26 4.1 Esempio di questionario 26 4.2 Analisi questionari 27 4.3 Conclusioni obiettivo 3 28 5. CONCLUSIONI FINALI 30 6. RINGRAZIAMENTI 33 7. BIBLIOGRAFIA 34 8. ALLEGATI 3 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 1. INTRODUZIONE 1.1 Motivazione Lavoro presso il reparto di radiologia della Clinica Luganese Moncucco. Il progetto sul quale sto lavorando in questi mesi si basa su un avvenimento che si è verificato durante il mese di luglio 2009 in reparto. È stato deciso di rinnovare una sala radiologica cambiando l’apparecchio telecomandato di tipo analogico digitale con uno di tipo digitale diretto. In questa sala è possibile eseguire esami speciali quali l’artrografia, le infiltrazioni e esami più complessi come ad esempio chemioembolizzazioni addominali. Ho scelto questo tema per poter approfondire la tecnologia digitale e rendermi conto delle possibilità che il nuovo apparecchio offre. 1.1.1 Motivazioni scelta nuovo telecomandato Il reparto di radiologia ha deciso di acquistare un nuovo apparecchio telecomandato in base a svariati motivi ed esigenze. Uno dei principali rappresentato dal fatto che il precedente telecomandato risultasse ormai obsoleto rispetto alle nuove tecnologie presenti oggi sul mercato. Alfine di incrementare il numero di esami speciali, come ad esempio le angiografie, e al tempo stesso di poter utilizzare la sala per eseguire radiografie convenzionali è stato scelto un apparecchio che unisse queste due possibilità. Axiom Luminos dRF, questo il nome del telecomandato, permette al tecnico di radiologia medica (TRM) di svolgere più mansioni in un’unica sala e con un unico apparecchio, offrendo la possibilità di fare scopia o di scattare la radiografia. In questo modo è stato possibile ottenere due sale per la diagnostica convenzionale perfettamente funzionanti. In questo modo è possibile gestire al meglio il programma lavorativo giornaliero, ad esempio è possibile fare due pazienti nello stesso momento sfruttando entrambe le sale. Il nuovo telecomandato offre inoltre delle erogazioni di dose minori rispetto al precedente sistema AD e rispetto anche all’apparecchio CR utilizzato nella prima sala (esegue solo radiografie). 1.2 Obiettivi L’obiettivo della mia ricerca è quello di valutare le performance del nuovo apparecchio telecomandato, Axiom Luminos dRF, rispetto al vecchio apparecchio telecomandato, Axiom Iconos MD. Per fare questo ho sviluppato i seguenti obiettivi: 1. Confronto fra analogico‐digitale e digitale diretto: caratteristiche dell’apparecchio, funzionalità dell’operatore (TRM, medico). 2. Considerando un singolo tipo di esame speciale quale l’artro ‐ RM della spalla, quantificare la diminuzione di dose erogata con il nuovo apparecchio ai pazienti. 4 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 3. Confronto fra analogico‐digitale e digitale diretto: comodità del paziente (peggiorata, uguale, migliorata?) 1.3 Mezzi Per ottenere i risultati sperati e in particolar modo per raccogliere tutti i dati necessari ho fatto riferimento a tutte le risorse presenti in reparto e non. In particolare per il raggiungimento del primo obiettivo ho fatto riferimento a: Libro di testo di Roberto Passariello per quel che riguarda la parte teorica del capitolo 2. Un altro mezzo usato, estremamente utile, è stata la rete internet che mi ha permesso di reperire molte informazioni utili allo svolgimento del lavoro. Tecnici della Siemens nel reperire materiale vario riguardante i due apparecchi telecomandati. Gli stessi tecnici sono rimasti a mia disposizione in caso di domande o dubbi. Per il secondo obiettivo, quantificare la riduzione di dose, ho fatto riferimento a: Formula matematica proposta dall’ ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) Infine per il terzo obiettivo, concernente il paziente, ho chiesto supporto a: TRM diplomati del reparto che mi hanno aiutata a raccogliere i dati e a far compilare i formulari per l’artro‐RM della spalla. 5 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 2. OBIETTIVO 1: ANALOGICO DIGITALE (AD) E DIGITALE DIRETTO (DR) A CONFRONTO 2.1 Sistema analogico‐digitale Il fluoroscopio è costituito dal tubo radiogeno, dal quale viene emesso il fascio radiante che colpisce il paziente. Il fascio in uscita dalla parte in esame giungerà all’intensificatore di brillanza. In principio i raggi x colpiranno uno schermo luminescente, il quale è costituito da sali di antimoniuro di cesio o arseniuro di gallio che hanno la proprietà di emettere luce visibile in proporzione alla radiazione da cui sono stati investiti. Posto subito dopo lo schermo luminescente troviamo il fotocatodo, una piastra composta anch’essa da sali di antimoniuro di cesio o arseniuro di gallio. Quando il fotocatodo viene stimolato dalla luce libera elettroni, questi grazie all’intensificatore di brillanza e in particolare al tubo intensificatore di immagine luminosa sottovuoto, vengono accelerati e indirizzati verso un secondo schermo luminescente di dimensioni minori rispetto al primo. Da cui si ottiene energia luminosa che mi permette di avere un’immagine corrispondente all’intensità dei raggi X in entrata dal primo schermo luminescente, di dimensioni minori ma luminosità maggiore. L’ immagine viene resa visibile su monitor, in tempo reale, grazie al tubo catodico fatto di vetro e sottovuoto e contenente un cannone elettronico. Quest’ultimo produce un fascio di elettroni proporzionale all’immagine del secondo schermo luminescente (piccolo). Gli elettroni giungono ad un terzo schermo luminescente e otteniamo nuovamente un segnale luminoso, quest’ultimo è il segnale che ci permette di avere l’immagine su monitor1. La digitalizzazione avviene grazie al convertitore A/D che permette la visualizzazione su monitor con sistema di tipo digitale. L’operatore può decidere come archiviare l’immagine (su film torna analogica; su PACS resta digitale). La fluoroscopia usata da questo apparecchio è di tipo continuo con 30 f/s. 2.2 Sistema digitale diretto Per ottenere immagini digitali viene utilizzata la tecnologia dei rivelatori a pannelli piatti che può essere di tipo diretto o indiretto (flat panel o FD). Lo scopo è quello di ottenere un’efficienza quantica maggiore rispetto ai sistemi di computer radiography (CR). Il telecomandato installato a Moncucco usa una tecnologia di tipo indiretto, di conseguenza mi limiterò a spiegare brevemente questo tipo di funzionamento senza parlare di quello diretto. L’immagine visualizzata a monitor potrà essere sottoposta a post‐processing e essere archiviata su PACS, CD o eventualmente film radiologico. La fluoroscopia usata da questo apparecchio è di tipo pulsata. 2.3. Intensificatore di brillanza e circuito TV Vediamo più nel dettaglio le componenti che ci permettono di ottenere l’immagine visibile a monitor usando un telecomandato analogico digitale. 1 Materiale scolastico e Fig 1 a pag. 9; Paolo Barro; trattamento immagine TRM1; SSMT 6 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 L’intensificatore di brillanza (IB) ha lo scopo di aumentare la luminosità così da permettere una visione fotopica alfine di fare diagnosi. I raggi X si limitano ad essere degli eccitatori, l’energia complementare necessaria è data da campi elettrostatici e elettromagnetici. Applicando questi campi al tubo intensificatore di immagine luminosa otteniamo la concentrazione dei fasci di elettroni. Sulla finestra d’entrata del tubo intensificatore si trova il fotocatodo (converte l’immagine luminosa in entrata in immagine elettronica) composto da sostanze semiconduttrici fotosensibili (cristalli di ioduro di cesio, molto fini). I fotoelettroni creati migrano e accelerano grazie al campo elettrico e vengono raggruppati sulla finestra d’uscita composta da uno schermo luminescente, si genera quindi un’immagine luminosa di intensità più elevata. “si parla così di guadagno in luminanza, definito come il rapporto tra luminanza d’uscita e la illuminanza del fotocatodo d’entrata e si esprime in cd∙m/lux (candele per metro quadro/ lux)2. Il guadagno è ottenuto quindi grazie all’accelerazione dei fotoelettroni, il rapporto e la concentrazione tra il diametro dell’immagine sul fotocatodo e il diametro dell’immagine d’uscita. In base al tipo di vetro utilizzato per la finestra (es. vetro al borosilicato, vetro al fluoruro di magnesio ecc.) varierà la sensibilità (la radiazione viene filtrata in modo differente). Oltre al fotocatodo è presente anche uno “schermo nero” il quale ha lo scopo di minimizzare le riflessioni luminose interne così da ottimizzare il contrasto d’immagine. Lo “zoom elettronico” permette di ottenere ingrandimenti della parte in esame commutando in modo adeguato le tensioni di alimentazione degli elettrodi del tubo (3 ingrandimenti possibili). In questo modo il medico può visualizzare al meglio particolari o dettagli ritenuti interessanti. L’intensificatore di brillanza è quindi costituito dal tubo intensificatore di immagine e trasmette le sue informazioni al CCD (sistema di accoppiamento di carica) abbinato alla camera TV. Il CCD è un circuito integrato composto da elementi fotosensibili che si trovano su di uno strato di silicone. Viene diviso in righe e colonne (matrice). Grazie al CCD l’immagine viene convertita da analogica a digitale. La matrice è composta di pixel e a differenza dei tubi da ripresa possono essere disposti in modo circolare cosi da avere lo stesso formato dell’IB. Le ottiche di accoppiamento permettono il trasferimento dell’immagine luminosa dal fotocatodo alla camera TV. I sistemi ottici sono costituiti da coppie di obiettivi e da prismi o specchi. A causa del sistema ottico si avrà un’attenuazione di luminosità in quanto in parte essa verrà assorbita dalla lente. Otterremo sempre un’intensità inferiore in uscita rispetto a quella in entrata. L’assorbimento è dato da due fattori: la lunghezza d’onda della luce emessa dal fotocatodo (dipende dal materiale con cui è costituito) e la filtrazione che la luce subisce dal vetro utilizzato per depositarvi il fotocatodo stesso. L’assorbimento e la rifrazione vengono anche dati dal vetro ottico utilizzato per costruire i sistemi diottrici degli obiettivi (può essere diverso da costruttore a costruttore nonostante le caratteristiche dell’obiettivo siano le stesse). Grazie ai distributori ottici 2 Definizione tratta da: Roberto Passariello; Radiologia elementi di tecnologia; pag. 108; Idelson-Gnocchi editore 7 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 è possibile trasferire l’immagine dal tubo intensificatore alla catena televisiva mantenendo inalterate le informazioni contenute nell’immagine. Il circuito TV permette di: avere una visione fotopica, possibilità di regolare il contrasto e la luminosità dell’immagine, possibilità di eseguire controlli radiologici durante un intervento operatorio in piena luce. Per esempio cateterismi, posizionamento di un pace makers, la riduzione di fratture ecc. È costituito da una telecamera, da un monitor e da un cavo coassiale di interconnessione ed è un circuito chiuso. Con il CCD l’immagine luminosa viene convertita da analogica a digitale grazie ai pixel costituenti la matrice. Il CCD è un chip, perciò estremamente piccolo che ha permesso di realizzare delle catene TV monoblocco. La matrice si basa sul concetto della buca/elettrone. Gli elettroni accumulati sono proporzionali ai fotoni x incidenti. Gli elettroni vengono memorizzati e in seguito trasformati in tensione (V). La telecamera è la parte della catena TV usata per la ripresa dell’immagine luminosa dove si trova il CCD. I requisiti più importanti sono la stabilità dei circuiti, un rapporto elevato segnale disturbo dell’amplificatore video, un circuito per il controllo automatico della luminosità. Il monitor converte il segnale video in immagine visibile grazie al tubo catodico; in pratica un televisore senza audio e senza possibilità di ricezione dei programmi messi in onda.Di seguito viene mostrato un riassunto schematizzato del processo con la raffigurazione delle parti principali sopra menzionate. Nello schema non è presente il convertitore A/D, che nel nostro caso è dato dal CCD. Fig. 1 8 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 2.4 Detettore piatto Introdotto nei primi anni del 2000 rappresenta l’evoluzione tecnologica dei sistemi di acquisizione analogici e dei sistemi CR. Il detettore piatto o flat panel (FD) è un dispositivo allo stato solido che rispetto all’intensificatore di brillanza ha un campo di acquisizione rettangolare e non più sferico, si ottiene quindi una miglior visualizzazione delle parti periferiche dell’immagine. Le caratteristiche principali che lo differenziano dagli altri sistemi di acquisizione sono: la risposta uniforme del detettore che avviene su tutta la superficie a disposizione, l’assenza di deformazioni geometriche. Rispetto all’IB, l’ FD fa si che la risoluzione spaziale e guadagno di conversione sono mantenuti costanti per qualsiasi tipo di esame scelto. Inoltre il passaggio diretto da luce a segnale elettrico evita il degrado inevitabile presente nel vecchio telecomandato. Un altro vantaggio del detettore piatto è il minor ingombro dato dall’assenza dell’IB posto inferiormente al lettino3. La radiazione, prodotta dal tubo a raggi X, attraversato il paziente viene assorbita da uno strato scintillatore costituito da ioduro di cesio (Csl). La radiazione viene quindi trasformata in luce grazie a questi microcristalli di Csl (l’unità di misura del loro diametro è il micron). Al di sotto dello strato scintillatore troviamo una matrice di 2840 x 2880 pixel (solitamente però viene utilizzata una matrice minore di 1024 x 1024), la quale grazie ai fotodiodi converte la luce in carica elettrica. L’immagine creata con matrice 1024 x 1024 è ottenuta combinando, per esempio, gruppi di 3 x3 pixel alla volta. Un pixel ha la dimensione di 148 µm a 16 bits. La matrice è formata da uno strato di silicio amorfo, solitamente detto “pannello piatto al silicio amorfo” 4. I dati sono trasferiti al computer che ricostruisce l’immagine. Rispetto ad un sistema digitale diretto la risoluzione di questo FD di tipo indiretto risulta inferiore. Ciò si verifica perché una parte di luce non viene raccolta nel pixel corrispondente al punto di assorbimento. Il fattore di copertura in un sistema diretto è circa dell’80%, in un sistema indiretto è leggermente più basso ma viene compensato dal cristallo di Cesio che possiede un’elevata efficienza di conversione. Da notare infine che la qualità dell’immagine che si ottiene sia con FD diretti che indiretti si allinea alla qualità che si ottiene con gli IB usati fino a poco tempo fa5. Pre‐processing: l’immagine viene ottenuta tramite l’elettronica, partizionando in linee o colonne i pixel carichi, per la precisione 32 blocchi verticali e 32 orizzontali. I segnali ottenuti vengono quindi serializzati e inviati al convertitore analogico digitale. Durante la lettura delle colonne però si può sviluppare quello che viene definito “difetto” prodotto dal pixel o “bad pixels” poiché non letto correttamente. Il tempo di lettura media, per immagini fluoro, è di 30ms (30 frames al secondo). Alfine di evitare questi difetti le linee vengono rilette più volte, controllando il livello di segnale residuo di ogni pixel dal sistema elettronico. In caso di difetto da parte del pixel il software interpola questi dati con i dati corretti ottenuti dai pixel adiacenti. Inoltre è importante eseguire le 3 Roberto Passariello; Radiologia elementi di tecnologia; pag. 413-414; Idelson-Gnocchi editore Sistemi di imaging Fluorospot Compact, pag. 251-257, Siemens (manuale di istruzioni) Università di Sicilia: http://www.aifmsicilia.it/sicilia/forum/I%20Forum/file_%20dati/pdf/Borasi%20_I%20Giornata_Forum.pdf ; gennaiofebbraio 2010 5 Roberto Passariello; Radiologia elementi di tecnologia; pag. 423; Idelson-Gnocchi editore 4 9 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 calibrazioni settimanali della macchina, le quali hanno lo scopo di ridurre questi difetti tramite la correzione per l’omogeneità del campo. La calibrazione viene svolta eseguendo radiografie a vuoto, quindi senza oggetti sul tavolo, ciò permette di definire e memorizzare la sensibilità del singolo pixel. Memorizzando la sensibilità di base è possibile quindi, una volta eseguita una nuova immagine, compensare attraverso gli algoritmi di calcolo appositi le lievi differenze di sensibilità ottenute. Post‐processing: La fase finale dell’elaborazione dell’immagine è ottenuta eseguendo il post‐ processing; quest’ultimo è simile ai sistemi CR in uso attualmente e si concentra sulla variazione dei toni di grigio tramite la curva di risposta sensitometrica, riduzione del rumore e aumento della risoluzione spaziale. È importante precisare che il rumore di fondo del rivelatore è sempre presente poiché per motivi tecnici non si riesce a eliminare al di sotto di un certo livello. Esso è causato, per esempio, dai pixel stessi e non dipende dalla dose. Il rapporto segnale‐rumore invece è dipendente dalla dose emessa ed è causato dalla radiazione x. Il rapporto segnale‐rumore aumenta quando aumenta il numero di quanti assorbiti dal rivelatore con una dose in aumento. Se invece ho dosi ridotte, il rapporto segnale‐rumore sarà poco elevato ma il rumore di fondo del rivelatore sarà maggiore. Nella figura 2 viene mostrato lo schema rappresentativo di un detettore piatto6. Fig. 2 2.5 Parametri di confronto fra AD e DR 6 Roberto Passariello; Radiologia elementi di tecnologia; pag 414; Idelson-Gnocchi editore 10 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 I parametri usati per un confronto diretto fra analogico‐digitale e digitale diretto sono: il DQE (efficienza quantica di detezione) e il segnale in uscita. DQE: questo parametro è una buona scelta perché lo si può applicare per fare confronti diretti fra sistemi molto variegati fra loro perché estremamente generale come dato. È un rapporto fra la dose utilizzata e il rapporto segnale/rumore (S/N). Si considera quindi oltre la capacità di assorbimento dello schermo primario anche il deterioramento del rapporto segnale/rumore dato dalle varie fasi di conversione energetica (fotoni x, luce, elettroni) che si verificano all’interno del tubo intensificatore. DQE = (S/N)² in uscita : dose in ingresso Una DQE elevata dunque permetterà di ottenere un’ immagine con un miglior rapporto segnale/rumore a parità di dose. Per questo motivo viene utilizzato per giudicare il rumore di fondo rispetto alla prestazione del tubo intensificatore di immagine7. La figura 3 mostra la DQE media per diversi tipi di sistemi di acquisizione quali: sistemi schermo‐ film, sistemi CR e sistemi DR8. Fig. 3 Commento alla figura 3: si nota che la curva del DR è di tipo logaritmico e che la DQE risulta essere maggiore rispetto al CR e al sistema schermo‐film. Le altre due curve rappresentate, CR e film, 7 8 Roberto Passariello; Radiologia elementi di tecnologia; pag 111; Idelson-Gnocchi editore Roberto Passariello; Radiologia elementi di tecnologia; pag 221; Idelson-Gnocchi editore 11 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 sono similari fra loro. Il CR mostra però un rendimento maggiore fino a 0,8 lp/mm rispetto al sistema schermo‐film. Il DR ha un rendimento molto elevato, ciò vuol dire che a parità di dose la degradazione del rapporto S/N risulta ottimale fino a 3 lp/mm, dopo questo valore la curva diminuisce rapidamente raggiungendo quelle del CR e del film. Segnale in uscita: bit è la sigla di binary digit, viene definito come “…la più piccola unità di dati in un computer…”9 composto da due valori: 0 o 1 (codice binario). I bit sono importanti perché ci permettono di capire quanto è vasta la scala di grigi, la quale viene già predefinita nella memoria di immagine. Ad ogni singolo pixel è assegnato un numero, questo numero corrisponde a un valore di grigio; di conseguenza è facile capire che 12 bit di memoria avranno profondità maggiore di 10 bit. Il byte è il raggruppamento di 8 bit, 1 k invece è uguale a 1024 byte (oppure 2¹⁰byte). Il kilobyte (k) spesso è l’unità di misura usata per indicare la capacità di memoria. Al punto 2.6 “Caratteristiche telecomandati” valori come 1k x 0,5k/10 bit oppure 1000 x 1000/12 bit indicheranno la risoluzione possibile del sistema di riproduzione di immagine/memoria di profondità (quindi sulla scala dei grigi).10 In questo modo si nota come la risoluzione del sistema digitale sia maggiore rispetto a quella del sistema analogico digitale (12 bit rispetto a 10 bit di profondità). 2.6 Caratteristiche telecomandati Di seguito sono mostrate le caratteristiche tecniche dei due apparecchi telecomandati. La prima parte concerne l’ apparecchio telecomandato analogico/digitale (titoli in verde); la seconda parte (titoli azzurri) mostra le caratteristiche del telecomandato digitale diretto. Questi due componenti sono un riassunto realizzato grazie ai data sheet che mi sono stati dati dall’operatore della Siemens. Lo scopo è di rappresentare i punti di maggior interesse per il confronto. Alla fine di ogni piccola tabella si trova un commento che verrà ripreso nelle conclusioni del capitolo. Tavolo e superficie d'esame Movimenti tavolo AD 1 velocità movimento 4°/s possibilità di selezionare l'arresto automatico a 0° visualizzazione dei gradi sulla consolle principale e del tavolo DR 2 velocità movimento 3°/s o 6°/s possibilità di selezionare l'arresto automatico a 0° visualizzazione dei gradi sulla consolle principale e del tavolo 9 Glossario informatico; http://www.pc-facile.com/glossario/bit/; aprile 2010 Materiale scolastico; Damiano Gatti; attrezzature radiologiche, dispense sull’angiografia; TRM3; SSMT Unità di misura kilobyte: http://it.wikipedia.org/wiki/Kilobyte; aprile 2010 10 12 Francesca Taddei Altezza tavolo Superficie d'esame Peso paziente Poggiapiedi TRM3 motorizzato da 90° a ‐17° 89 cm dimensioni 210x80cm campo radiotrasparente 193x55 cm fino a 150kg senza restrizioni da 151 a 200kg con restrizioni può essere fissato all'altezza dei piedi o della testa, fino a 4cm dal suolo in posizione verticale ldd 2009/2010 motorizzato da 90° a ‐45° 48 cm dimensioni 210x80 cm campo radiotrasparente 193x53,5 cm fino a 150kg senza restrizioni da 151 a 180kg vel. ridotta, peso max. in caso di esami interventistici, (più 50kg per l'attrezzatura) può essere fissato all'altezza dei piedi o della testa, fino a 4cm dal suolo in posizione verticale La differenza maggiore riscontrata si trova nell’altezza del tavolo 89cm contro i 48 della DR per il semplice fatto che in quest’ultimo non è presente l’IB. Un’altra differenza consiste nella possibilità offerta dalla DR che propone una doppia possibilità di velocità di movimento, inoltre il tavolo possiede una motorizzazione maggiore (‐17° con l’AD, ‐45° con il DR). Stativo tubo radiogeno DSI Rotazione tubo radiogeno distanza piano tavolo e IB/detettore Griglia antidiffusione AD 115 o 150cm; spostamento motorizzato di 4cm/s da +90° a ‐180° manuale 12cm Pb 17:1; 70 lamelle/cm f₀= 125cm DR 115 o 150cm; spostamento motorizzato di 5cm/s da +90° a ‐180° motorizzato min. 7cm fissa, 15:1; 80 lamelle/cm f₀= 125cm In questo caso fra i due apparecchi non ci sono grandi differenze. L’unico dato interessante riguarda la distanza fra il tavolo e l’IB, rispettivamente il detettore piatto. Questa distanza, difatti, è praticamente dimezzata (12cm rispetto a 7cm) 13 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 Intensificatore di brillanza Diametro Ingresso diametro utilizzabile Risoluzione spaziale Rapporto di contrasto Fattore di conversione DQE AD 33cm 30,3cm; 21,5cm; 16cm 4.0; 5.0; 5.6 lp/mm ≥25:1 (al 10% dell'area) ≥30 (cd/m²) ∙ (s/µGy) 65% Detettore piatto 43x43cm Detettore Matrice Dimensione pixel Profondità Superficie del campo aperto Zoom Risoluzione spaziale DQE DR basato sulla conversione indiretta del silicio amorfo 2840x2880cm 148 µm 16 bit 42x42,6cm 1: 30x30cm 2: 22x22cm 3: 15x15cm 3,4lp/mm >65% (a 0 lp/mm) In questo caso mettere a confronto i due sistemi risulta essere estremamente difficile dal momento che i parametri presi in considerazione sono perlopiù differenti. Gli unici parametri 14 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 uguali sono la risoluzione spaziale espressa in paia di linee per millimetro (lp/mm) e la DQE. Si nota quindi che la DQE del sistema DR è maggiore rispetto al sistema AD. Sistema TV VIDEOMAD DHC‐F Matrice TV Luminosità AD 1kx1k/10bit scala dei grigi luminosità di immagine costante grazie al controllo automatico di guadagno Parte delle specifiche riguardanti il sistema TV sono state inserite per mostrare la matrice una volta ottenuto il segnale in digitale (grazie al CCD) così da poter far vedere la profondità di bit e poter fare il paragone con l’apparecchio DR. Sostanzialmente con il DR si lavora con una matrice di 1024x1024/12 bit, la differenza dunque sta nella profondità di uscita del segnale (10 bit rispetto a 12 bit, ovvero 1024 livelli di grigio contro 4096 livelli di grigio). Sistema di fluorografia Memoria di acquisiz. Frequenza d'immag. Armonizzazione AD 10.000 immagini su disco rigido con matrice 1.000x1.000 radioscopia continua 30f/s con matrice 1k x 0.5k/10 bit matrice 1k x 1k per serie da: 0.5; 1; 2; 3 o 4f/s DR 10.000 immagini su disco rigido con matrice 1.000x1.000 2.000 immagini con matrice di 2480x2880 radioscopia pulsata 15f/s con matrice 1k x 1k/12 bit possibilità di opzione Carevision a 3 e 7.5f/s matrice 1k x 1k o 1440x1440 per serie e sottrazioni angio a 0.5; 1.2; 4 o 8f/s ottimizzazione della densità preprogrammata alfine di compensare le differenze di densità indesiderate dell'immag. Attraverso i dati riguardanti il sistema di fluorografia il dato veramente importante riguarda il passaggio da fluoroscopia continua a fluoroscopia pulsata. Quest’ultima difatti permette un 15 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 risparmio di dose al paziente molto elevato, a leggero discapito della qualità d’immagine. La qualità dell’immagine può essere però migliorata aumentando gli impulsi al secondo di fluoroscopia questo in caso il medico necessiti di visualizzare in modo migliore dettagli della parte in esame (ad es. durante un’angiografia). Care Carematic Caremax Careprofile Careposition AD sistema di regolazione automati co di irradiamento, calcola e ottimizza l'esposizione in base alla radioscopia fatta. unità elettronica con KermaX, camera integrata al collimatore usata per acquisire il prodotto dose/superficie e/o la dose in entrata del paziente DR sistema di regolazione automati co di irradiamento, calcola e ottimizza l'esposizione in base alla radioscopia fatta. unità elettronica con KermaX, camera integrata al collimatore usata per acquisire il prodotto dose/superficie e/o la dose in entrata del paziente posizionamento senza irradiamento del collimatore primario e dei filtri sull'ultima immagine memorizzata (LIH) grazie alla visualizzazione a monitor posizionamento senza irradiamento dell'oggetto. Grazie a LIH è possibile decidere di spostare il fascio radiante, il tutto visualizzato grazie a un punto d'orientamento sul monitor Il Carematic, il Careposition ecc. sono dei sistemi presenti sull’apparecchio. Possono essere obbligatori (es. Carematic, dove ogni ditta produttrice darà un proprio nome anche se il principio è lo stesso) o opzionali (es. Careprofile). Parte delle opzioni presenti sul telecomandato in dotazione alla Clinica Luganese di Moncucco sono il Careprofile e il Careposition, entrambi utili a ridurre la dose erogata al paziente. Tubo radiogeno AD DR 16 Francesca Taddei Tensione nominale Fuoco angolo dell'anodo capacità calorica dell' anodo Filtrazione totale Peso TRM3 OPTILIX 150/30/50 HC‐100 150kV 0.6 e 1 12° 120.000J/min ≥2,5mm Al 27 kg ldd 2009/2010 OPTITOP 150/40/80 HC‐100 150kV 0.6 e 1 12° 580.000 J ≥2,5mm Al circa 26kg Per quanto riguarda le caratteristiche del tubo radiogeno fra i due apparecchi si può notare che sono pressoché identiche. Unica variante è data dalla capacità calorica dell’anodo. Generatore AD DR Potenza Tensione d'esposizione POLYDOROS LX50 50 kW (500mA a 100kV) 40 a 150 kV POLYDOROS F 65 kW (650mA a 100 kV) 40 a 150 KV L’unico dato confrontabile è la potenza dove si vede chiaramente che nel sistema DR è stata aumentata. Più ci si avvicina ad ottenere una forma di alimentazione (corrente) di tipo continuo migliore sarà il rendimento del tubo. Per ottenere questo tipo di corrente si possono usare generatori ad alta frequenza come è stato fatto per entrambi i sistemi. Accessori standard 17 Francesca Taddei Descrizione TRM3 AD pedale per radioscopia e radio grafia nella sala. Maniglia scorrevole, diversi tipi. Poggiapiede rimovibile e regolabile in altezza ldd 2009/2010 DR pedale per radioscopia e radio grafia nella sala. Maniglia scorrevole, diversi tipi. Poggiapiede rimovibile e regolabile in altezza Gli accessori forniti sono pressoché identici, in generale si tratta di maniglie e appoggi vari, utili alla stabilità del paziente. 2.7 Conclusioni obiettivo 1: L’obiettivo 1 concerne il confronto fra l’apparecchio telecomandato AD e l’apparecchio telecomandato DR. Per poterli confrontare dapprima ho spiegato i due tipi di sistemi presi in considerazione, i criteri scelti per poterli confrontare in modo diretto grazie alla DQE e al segnale d’uscita e infine prendendo in considerazione i data sheet dei telecomandati. Ci si rende dunque conto che un sistema è l’evoluzione dell’altro. Senza il sistema AD non si sarebbe potuti arrivare al sistema DR. Basandomi sul grafico di figura 3 e sui dati Siemens dei due apparecchi ho potuto notare che la DQE per Axiom Luminos dRF (DR) risulta >65% a 0 lp/mm mentre per Axiom Iconos MD (AD) è pari al 65%. Questo significa che per il sistema DR la DQE a 1 lp/mm piuttosto che a 2 o3 lp/mm farà si che ci sia un abbassamento di questo valore andando ad aumentare il rumore di fondo dell’immagine. La DQE risulta maggiore nel DR rispetto al telecomandato AD. Questo dato risulta veritiero solo in parte, in quanto solo la prima parte della curva risulta essere più elevata rispetto agli altri sistemi di detezione. La DQE elevata presente nel DR permette di erogare al paziente dosi inferiori unitamente all’elevata possibilità di post‐processing permesso dal segnale di uscita elevato (fino a 16 bit di livelli di grigio). Come già detto precedentemente il segnale d’uscita è un parametro che permette di mettere a confronto la profondità di bit e quindi quanti livelli di grigio, che contengono l’informazione diagnostica, sono presenti. In generale la matrice usata nel DR è di 1024x1024/12 bit mentre nell’AD è di 1024x1024/10 bit. La diminuzione di dose, infine, può essere spiegata anche grazie ai nuovi sistemi usati per la centratura quali Careprofile e Careposition. Entrambi permettono uno spostamento del tavolo e la visione di quanto lo si è spostato senza dover fare scopia durante questa azione. Oltre il paziente ne può beneficiare anche il medico e il TRM che lo affianca durante un’angio o altri esami speciali. La stessa scopia pulsata permette di ridurre nettamente la dose erogata sia all’operatore che al paziente stesso. La scopia pulsata permette una 18 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 riduzione di dose che può arrivare fino al 50% rispetto alla dose erogata con un sistema AD con uso di scopia continua. Quest’ultimo tipo di scopia difatti è sempre meno utilizzato, proprio perché molto svantaggioso a livello di dose11. 11 Roberto Passariello; Radiologia elementi di tecnologia; pag 403; Idelson-Gnocchi editore 19 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 3. OBIETTIVO 2: RIDUZIONE DOSE ARTRO‐RM GRAZIE A DR 3.1 Motivazioni scelta artro‐RM della spalla L’esame da me scelto per la raccolta dati è l’artro‐RM della spalla. I motivi per cui ho scelto questo tipo di esame sono molteplici. Il motivo che ha influito maggiormente è senza dubbio la frequenza con il quale viene fatto in clinica, difatti almeno una volta a settimana la si esegue. L’artro‐RM della spalla, inoltre, è un esame ripetibile nel tempo dato che indipendentemente dal paziente la procedura è sempre la stessa, cosi come il medico radiologo che la esegue. È un esame rapido, dura 10‐15 minuti e coinvolge in modo diretto il paziente perciò è stato interessante raccogliere le sue impressioni alla fine della procedura. 3.2 Dose superficiale in ingresso al paziente Per ottenere la dose superficiale in ingresso in mGy ho usato la formula messa a disposizione dall’ufficio federale della sanità pubblica (UFSP)12. La formula è: Legenda: U: è la tensione (KV) Q: è la carica elettrica espressa in mAs DFS: è la distanza fuoco‐superficie, cioè la distanza fra il tubo e la superficie d’entrata del paziente K: è una costante caratteristica del tubo a raggi x, si misura in mGy/mAs RSF: fattore di retrodiffusione (valore pari a 1,35 su di un campo di 20x20cm), per determinare questo valore è stato preso in considerazione un fantoccio d’acqua. Non ho potuto utilizzare i dati forniti dagli apparecchi perché il vecchio telecomandato non riportava il dato sulla consolle poiché guastatosi precedentemente l’inizio del mio lavoro. Alfine di ovviare, almeno in parte, al problema ho quindi deciso di adottare questo sistema di calcolo. Da notare che la precisione del risultato varia del ±30% perciò sono dati indicativi. Inoltre, ci tengo a precisare che il fattore di retrodiffusione (RFS) è stato mantenuto a 1,35 nonostante la dimensione del campo sia maggiore di quella usata realmente (solitamente si lavora con un campo di 15x15cm 12 UFSP: www.ti-rad.ch; N° di fascicolo: R-06-04md.doc UFSP: www.bag.admin.ch 20 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 anziché 20x20cm), questo perché non influisce in modo determinante sul calcolo13. In ultimo da notare che tutte le dosi ricavate sono inferiori a quelle paragonabili con il nuovo telecomandato (per poter fare un confronto ho tenuto in considerazione solo i valori ottenuti con la formula). 3.3 Raccolta dati Il secondo obiettivo riguarda il quantificare la riduzione di dose del telecomandato digitale diretto rispetto al telecomandato analogico‐digitale. Per fare questo ho dovuto fare una raccolta dati sui due macchinari con 15 pazienti per apparecchio. Non sono stati presi in considerazione più pazienti perché quando è stato scelto il tema del lavoro di diploma mancava poco tempo alla sostituzione del telecomandato. Si è quindi deciso di limitare a 15 pazienti le due tabelle. Nella tabella su cui ho raccolto i dati dei 30 pazienti che hanno acconsentito a riempire il questionario ho inserito vari campi che nelle tabelle sottostanti non risultano perché non utili al confronto finale. La tabella con i dati grezzi comprende: nominativo del paziente, data di nascita, esame (spalla destra o sinistra), mAs, kV, tempo di scopia, corporatura (spessore della spalla in cm), distanza, fuoco, dose (solo per i pazienti presi in considerazione con il nuovo telecomandato). Nelle due tabelle seguenti sono stati inseriti solamente i dati più significativi e elaborati alfine di raggiungere l’obiettivo prefissatomi. Per rispetto della privacy i pazienti sono stati numerati da 1 a 15. Per ricavare la dose in mGy ho utilizzato la formula fornita dall’UFSP (spiegata sopra), evidenziando in rosso i risultati più interessanti. La formula è stata usata sia nella prima che nella seconda tabella alfine di poter fare un confronto reale, nonostante la dose per il telecomandato DR fosse disponibile. Prima dell’analisi dei dati (punto 3.4) ricavati dalle tabelle, propongo due grafici rappresentanti la dose superficiale in mGy del paziente e un secondo grafico che mostra i mAs dati per eseguire i vari esami sotto scopia. Ho deciso di illustrare i mAs con un grafico perché la differenza fra i due apparecchi è piuttosto alta e quindi si tratta di dati che ben si prestano ad una rappresentazione grafica. 13 Diego Destefani; ldd Comparazione delle dosi tra sistemi CR e DR in rapporto ai livelli di riferimento Europei; pag 9 21 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 3.3.1 Tabella A (AD, Axiom Iconos MD) 3.3.2 Tabella B (Axiom Luminos dRF) 22 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 3.3.3 Grafico dose 3.3.4 Grafico mAs 3.4 Analisi dati Si ottiene quindi che la dose superficiale in ingresso (D₀) con l’apparecchio telecomandato analogico‐digitale, Axiom Iconos MD, in media è circa dell’11% . D₀ con l’apparecchio telecomandato digitale diretto, Axiom Luminos dRF, per contro ha una media pari circa al 2.1%. È facilmente notabile quindi che D₀ con il nuovo apparecchio è nettamente inferiore tanto è che la differenza fra i due risultati si attesta all’8,9%. Considerando i tempi di scopia si nota che il medico radiologo è stato più veloce nell’eseguire l’esame con il telecomandato digitale‐diretto impiegando in media 0,14 min rispetto agli 0,25 min 23 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 del telecomandato precedente. Mettendo in relazione i tempi con gli spessori della spalla superiori ai 15cm, ho potuto notare che in generale per la tabella B la dose superficiale risulta leggermente superiore a parità di kV. Nella tabella A questo andamento non sempre è rispettato poiché i kV non sono fissi ma per ogni paziente hanno un valore differente. Particolare il caso di una paziente dove si nota che la spalla con spessore di 16 cm e il tempo di scopia più lungo (0,4min) e 77,5 kV ottiene la D₀ più bassa della tabella A. L’unico altro dato riscontrato cosi basso è ottenuto con una spalla di 13.5 cm con un tempo di scopia pari a 0,1min e 77,9kV. Confrontandoli si nota che l’unico parametro in comune sono i kV. È possibile che i dati raccolti siano stati trascritti in modo errato dal monitor alla tabella “grezza”. Un’altra spiegazione è data dal fatto che i dati siano corretti ma che la qualità di immagine risulti inferiore rispetto al solito. In generale posso affermare che gli spessori della spalla elevati non influenzano il tempo di scopia adoperato dal medico poiché eccetto il valore massimo di 0,4min tutti gli altri tempi sono simili fra loro, attestandosi fra 0,1 e 0,2 min di scopia. Dalle due tabelle emerge chiaramente la differenza di dose erogata al paziente sia a livello di kV e soprattutto dei mAs. In entrambi i casi la media dei valori è superiore per quel che riguarda la tabella A rispetto alla tabella B. Nella tabella A troviamo una media di 1.58 mAs e 80,46 kV per contro nella tabella B troviamo 0,384 mAs e 73 kV. La grande differenza di dose è dovuta al fatto che grazie allo sviluppo della tecnologia elettronica avvenuta negli ultimi anni è stato possibile migliorare i vari processi di elaborazione dell’immagine (come spiegato nel corso del secondo capitolo). I grafici rappresentano un buon riassunto di quanto detto a livello visivo. La differenza fra i due sistemi è ben marcata dalle linee che rappresentano rispettivamente la dose espressa in mGy di un telecomandato e dell’altro e i mAs usati per uno e per l’altro apparecchio. 3.5 Conclusioni obiettivo 2 Il secondo obiettivo da me prefissatomi concerne il quantificare la diminuzione di dose data al paziente con il nuovo telecomandato DR. Per ottenere i dati mostrati con le tabelle e in parte con i grafici, ho dovuto sviluppare una tabella “grezza” e trovare una formula adatta che mi permettesse di calcolare la dose in mGy. Essendo riuscita ad elaborare i dati grezzi ho ottenuto il raggiungimento dell’obiettivo 2. Difatti la riduzione di dose per l’artro‐RM della spalla con il telecomandato DR rispetto al telecomandato AD è dell’8.9%, cifra che possiamo arrotondare al 9%. Questa riduzione è stata resa possibile da vari fattori già trattati precedentemente nel corso del lavoro. Riassumendoli in punti sono: DQE maggiore nel DR rispetto all’AD Uso della scopia pulsata 24 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 Segnale d’uscita più ampio rispetto al sistema AD Possibilità di una nuova centratura senza uso della scopia (Careposition) 25 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 4. OBIETTIVO 3: IL PAZIENTE Il terzo obiettivo del mio lavoro di diploma riguarda il paziente, in particolare notare se per la persona sottoposta all’esame di artro‐RM della spalla si verificano dei cambiamenti a livello di comodità e di impatto (a livello della sala, dell’accoglienza del TRM) fra un apparecchio e l’altro. Nel punto 4.1 “Esempio di questionario”, ripropongo una copia del formulario che i pazienti hanno riempito quando ho fatto la mia raccolta dati. Composto di sole 4 domande poiché fatto compilare subito dopo la fine dell’iniezione del contrasto e poco prima di entrare nel tubo di risonanza magnetica. Di conseguenza si è deciso di preparare un formulario breve, di facile comprensione e a cui il paziente potesse rispondere in modo veloce. 4.1 Esempio di questionario: Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell’apparecchio? □ negativa □ indifferente □ positiva □ altro 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? □ si □ no □ altro 3. Quale è stata la cosa che l’ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell’esame…) ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… 4. Il tecnico che l’ha accolta, l’ha seguita in modo adeguato durante tutto l’esame? □ molto □ poco □ sufficientemente 26 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 4.2 Analisi questionari: 1. Domanda 1: Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell’apparecchio? Si può notare che la differenza di impressione fra un apparecchio e l’altro è praticamente invariata. Trovo interessante come la maggior parte dei pazienti sia rimasta indifferente alla sala radiologica in cui si è trovato a fare la prima parte dell’esame. Probabilmente apparecchiature come la TAC (tomografia assiale computerizzata) o la RM suscitano nella persona un impatto maggiore perché più grandi e di conformazione circolare (quindi chiusa) che nel paziente possono suscitare un’ansia maggiore rispetto all’ apparecchio telecomandato (es. persone claustrofobiche). 1. Domanda 2: È stato facile salire/scendere dal lettino? Grazie a questa domanda è facile vedere come i pazienti si siano trovati meglio a salire e soprattutto a scendere dal nuovo telecomandato il quale ha la possibilità di abbassarsi di più rispetto al vecchio analogico‐digitale poiché non è presente l’ingombro dell’intensificatore di brillanza, posto sotto al lettino. Delle quattro domande poste questa è stata l’unica che ha dato un risultato netto, nelle altre risposte non c’è una differenza elevata fra un apparecchio e l’altro. Domanda 3: Quale è stata la cosa che l’ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell’esame…) Questa domanda è stata inserita per vedere le varie reazioni dei pazienti una volta eseguita l’iniezione del mezzo di contrasto . La risposta è di tipo aperto quindi soggettiva, molti pazienti (18 su 30) non hanno riscontrato nulla né in positivo né in negativo. Interessanti invece le percezioni avute dagli altri 12 pazienti che hanno risposto in modo differente da “nulla”. Altro A*: Mascherina e camice (1 paz.) Cordialità (1 paz.) 27 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 Persone che non erano a conoscenza dell’iniezione del mezzo di contrasto (3 paz.) Anestesia, riferita una volta all’iniezione e un’altra volta al fatto che bruciasse (2 paz.) Altro B*: Velocità d’esame (2 paz.) Puntura, quindi l’iniezione in sé (2 paz.) Comfort (1 paz.) Trattandosi di percezioni proprie del paziente fare un confronto non è possibile. L’unico appunto che si può fare riguarda l’informare il paziente sulla procedura dell’esame a cui lo si sottopone. Spesso il medico inviante prescrive l’esame spiegando poco al paziente riguardo lo stesso. Trovo quindi importante, una volta preso a carico il paziente, spiegargli in modo preciso cosa gli accadrà esattamente prima di fare l’esame in risonanza magnetica. Domanda 4: Il tecnico che l’ha accolta, l’ha seguita in modo adeguato durante tutto l’esame? Tutti e 30 i pazienti per questa domanda hanno risposto “molto”, questo potrebbe indicare che i pazienti sono stati accolti in modo adeguato e che abbiano ricevuto le spiegazioni e il supporto di cui necessitavano. D’altra parte mi sono resa conto, troppo tardi, che si sarebbe potuta aggiungere una possibilità di risposta intermedia come “discretamente” e evitare quindi uno stacco troppo grande fra “molto” e “sufficientemente”. 4.3 Conclusioni obiettivo 3 Il terzo obiettivo consiste nel fare un confronto fra analogico digitale e digitale diretto: comodità del paziente peggiorata, uguale, migliorata? Ho deciso di inserire questo obiettivo in quanto nella professione del TRM oltre che l’aspetto tecnico è importante anche il lato relazionale con il paziente. Di conseguenza per completare il mio lavoro mi è sembrato corretto inserire, seppur in modo minore, anche questo lato del lavoro del TRM. Infatti migliore è la relazione che il tecnico riesce a instaurare con il paziente migliore sarà la collaborazione ottenuta. Più gli si spiega l’esame che deve fare e più lo si riesce a tranquillizzare migliore sarà il clima in cui si va a operare. I fattori da considerare in questo senso sono molti. Trattandosi però il mio lavoro di diploma di un confronto fra due apparecchi e quindi non prettamente specifico sul paziente mi sono limitata a un breve formulario. Il formulario, come detto in precedenza è composto da sole quattro domande. Da questo formulario è emerso che: 28 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 L’impatto visivo della sala, in generale, non ha influenzato il paziente né in positivo né in negativo. La maggior parte delle persone ha dunque provato una sensazione di indifferenza verso l’apparecchio telecomandato e la sala in generale. I pazienti, in generale (18 su 30), hanno trovato più semplice salire e scendere dal lettino del telecomandato DR piuttosto che dal telecomandato AD. L’apparecchio DR ha la possibilità di arrivare fino a 48 cm dal suolo in posizione orizzontale. Grazie al questionario è emersa l’importanza di spiegare al paziente l’esame che si sta per svolgere. Spesso i pazienti non sanno di cosa si tratti o magari non hanno capito del tutto quello che gli ha spiegato il medico inviante oppure se ne sono dimenticati. Per questo prima di farlo cambiare è bene ripetere a voce la procedura che si sta per svolgere e dare anche più di una volta le informazioni di base cosi che il paziente sia il più consapevole possibile di quello che gli sta succedendo. Sostanzialmente si può dire che per il paziente, in generale, non ci sono stati grossi cambiamenti per quel che concerne l’impatto, nonostante la modernizzazione apportata alla sala. La posizione assunta durante la procedura per iniettare il mezzo di contrasto è identica sia con il vecchio che con il nuovo apparecchio. A livello di comfort quindi l’unico miglioramento è, come detto, la possibilità di arrivare a 48 cm di altezza dal suolo. 29 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 5. CONCLUSIONI FINALI Il lavoro di diploma da me svolto si è basato su un confronto fra due apparecchi telecomandati con due sistemi di acquisizione diversi. Un telecomandato è di tipo analogico digitale mentre l’altro è digitale diretto. Il mio lavoro si è dunque focalizzato su tre obiettivi. Il primo obiettivo riguarda il confronto diretto fra i due apparecchi grazie ai data sheet che mi sono stati dati da un operatore della Siemens. Grazie a questi dati e ai criteri di valutazione usati per il confronto quali la DQE e il segnale d’uscita è emerso che il sistema DR offre possibilità maggiori di un sistema AD. Lo sviluppo tecnologico avvenuto negli ultimi anni ha permesso di erogare la dose con la scopia pulsata, di utilizzare e sviluppare software all’avanguardia e in grado di fare a meno della scopia (ad es. Careposition ecc.), di digitalizzare l’informazione in pixel con valori di grigio sempre più elevati. Il sistema AD per contro è un sistema che permette di avere una sala digitalizzata, e quindi di poter archiviare sul PACS, a costi nettamente minori rispetto a una sala DR. Il costo è inferiore perché si vanno a integrare solo alcune componenti al resto della sala già presente in sede. Se si decide di rinnovare la sala e passare al DR le ditte consigliano di acquistare in blocco le componenti della sala per evitare problemi tecnici di integrazione con altri sistemi precedenti. Il sistema DR, come già detto, è l’evoluzione naturale di tutti i sistemi precedenti (schermo‐film e CR) e aldilà dei costi offre delle prestazioni ottimali e ben apprezzate dai medici radiologi confrontati con il dover fare una diagnosi. Il secondo obiettivo riguarda il quantificare la diminuzione di dose superficiale data al paziente con il sistema DR rispetto al sistema AD. Il fatto che il telecomandato DR erogasse una dose minore non è mai stata una novità. Quello che è stato interessante è stato scoprire quanto effettivamente fosse diminuita questa dose. Per questo ho preparato delle tabelle e ho fatto una raccolta dati cosi da poter fare una percentuale della dose superficiale data al paziente con un sistema e con l’altro. Sono cosi giunta alla conclusione che: In media i pazienti sottoposti all’artro‐RM della spalla con apparecchio telecomandato AD hanno assorbito una dose superficiale media di circa l’11%. I pazienti sottoposti ad artro‐ RM della spalla con apparecchio telecomandato DR hanno assorbito una dose superficiale media di circa il 2%. La diminuzione di dose erogata con il sistema DR è dell’8,9%. Questi dati sono stati ottenuti utilizzando la formula proposta dall’UFSP, la quale ha una precisione del ±30% (ci tengo a ricordare che la precisione in TAC è del ±60%). Quindi nonostante i dati non siano perfettamente corrispondenti alla realtà bensì portati verso il basso, la differenza fra i due apparecchi e relativi sistemi di acquisizione sono notevoli. Posso quindi affermare di essere riuscita a raggiungere il secondo obiettivo prefissatomi. La diminuzione di dose come già spiegato è resa possibile dall’uso della scopia pulsata, dell’alta sensibilità del detettore (DQE superiore al 65%), dall’ampio segnale d’uscita e dall’uso di software dedicati quali il Careposition e il Careprofile. 30 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 Il terzo, ed ultimo, obiettivo riguarda le sensazioni del paziente e il comfort da lui provati durante l’esecuzione dell’esame artro‐RM della spalla. Questo obiettivo è stato inserito per completare il lavoro cosi da non limitarmi solo all’aspetto tecnico dei due apparecchi ma avere anche il confronto con il paziente. Non essendo la tematica principale del lavoro ho comunque deciso di non approfondire troppo l’argomento. Mi sono quindi basata sul questionario proposto ai pazienti e su quello che riferivano prima e dopo la punzione del mezzo di contrasto. Dai formulari è emerso che per molti pazienti l’aspetto della sala è indifferente. Si può quindi dire che quella che ad un tecnico di radiologia può sembrare una sala piacevole in cui lavorare, per il paziente risulta indifferente. Se si considera il fatto che alla maggior parte dei pazienti non interessa come viene fatto l’esame ma il responso dello stesso è facilmente capibile il senso della risposta che mi è stata data. La posizione assunta dal paziente durante la punzione della spalla è rimasta invariata con entrambi gli apparecchi telecomandati, di conseguenza la comodità o scomodità è rimasta uguale anch’essa. L’unico miglioramento per quel che riguarda il comfort è stato dato dalla possibilità di salire e scendere dal lettino in modo più semplice e comodo per il paziente che ha utilizzato il sistema DR. Infine ciò che è emerso parlando con il paziente, aldilà della fobia degli aghi per alcuni di loro, è la scarsità di informazione data al paziente stesso che si deve sottoporre a questo esame. Ribadisco quindi l’importanza di ripetere alla persona sottoposta ad indagine radiologica lo svolgimento dell’esame, la durata, il procedimento eventuali controindicazioni eccetera. Il fatto che il paziente si senta libero di fare domande fa si che lo si possa tranquillizzare su quei punti che lo fanno preoccupare o innervosire cosi che possa affrontare l’esame in modo sereno e collaborante. Posso quindi concludere che per quel che riguarda l’obiettivo tre la comodità del paziente è rimasta pressoché invariata e tendente ad un leggero miglioramento dato dalla comodità di alzare e abbassare il lettino praticamente a piacimento dell’operatore. La ricerca da me svolta è stata molto interessante sia per quel che riguarda la parte teorica che la raccolta dati cominciata nel giugno dell’anno scorso. Quello che all’apparenza sembra un lavoro semplice e lineare in realtà ha presentato delle difficoltà a volte non indifferenti. I punti, per me, più difficili si sono rivelati essere la scelta della formula, il reperire i data sheet del sistema AD e trovare dei criteri di confronto adatti per questi due sistemi (AD e DR). I data sheet del telecomandato AD sono stati difficili da reperire perché il sistema era abbastanza vecchio e quindi ho dovuto fare riferimento al tecnico della Siemens, il quale ha avuto egli stesso qualche difficoltà nel trovare i dati di cui necessitavo. La ricerca di una formula adatta è stata la parte più difficile di tutte e ad un certo punto ero effettivamente ferma con il lavoro stesso. Parlando con uno dei responsabili del lavoro di diploma abbiamo trovato una soluzione cosi da poter procedere e arrivare a quantificare la dose superficiale. Infine i criteri di confronto sono stati scelti in base ai riferimenti presenti nel libro di testo scritto da Roberto Passariello, “Radiologia elementi di tecnologia”, editore Idelson‐Gnocchi. 31 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 Un altro problema che mi si è posto durante la stesura del lavoro è stato come presentare le varie parti. Mi riferisco soprattutto a come far rendere comprensibile e ben leggibile già ad un breve sguardo di prima lettura il capitolo 2. In questo senso ho dovuto fare un lavoro molto grande nello sviluppare le tabelle in modo chiaro e nel decidere l’impostazione del capitolo. Grazie all’aiuto dei docenti di metodologia credo di essere riuscita a sviluppare in modo ottimale i vari capitoli cosi da rendere ben comprensibili i vari punti trattati. Con questo lavoro ho imparato l’importanza della metodologia e della preparazione antecedente alla stesura, quindi all’importanza di una pre‐analisi del tema scelto e alla fattibilità del tema. Per certi versi il mio lavoro mostra delle pecche. Un esempio sta nel fatto che l’obiettivo due è stato si raggiunto, per farlo però ho dovuto usare una formula di calcolo e non il dato effettivamente proposto dall’apparecchio. In questo modo il dato è leggermente modificato rispetto all’originale. In futuro se dovessi fare un lavoro di analisi di questo tipo mi assicurerò che la riuscita del lavoro sia possibile al 100% sin da subito. Nonostante i vari problemi riscontrati mi ritengo comunque soddisfatta dal lavoro svolto e ritengo di aver imparato molto grazie a questo tema. 32 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 6. RINGRAZIAMENTI Ringrazio tutte le persone che sono state cosi gentili da aiutarmi durante la stesura del lavoro di diploma. In particolare ringrazio Damiano Gatti al quale ho fatto riferimento per quel che riguarda i due telecomandati, il loro funzionamento e i data sheet. Ringrazio tutti i tecnici di radiologia medica diplomati della Clinica Luganese Moncucco che mi hanno aiutata a raccogliere i dati per le tabelle sulla dose, nonché i dati dei questionari proposti al paziente. Infine ringrazio i docenti di metodologia per i consigli che mi hanno permesso di migliorare in modo graduale il mio lavoro di diploma. 33 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 7. BIBLIOGRAFIA Materiale scolastico: Paolo Barro; trattamento immagine TRM1; SSMT Damiano Gatti; attrezzature radiologiche, dispense sull’angiografia; TRM3; SSMT Diego Destefani; ldd Comparazione delle dosi tra sistemi CR e DR in rapporto ai livelli di riferimento Europei Materiale Siemens Sistemi di imaging Fluorospot Compact, pag. 251‐257, Siemens (manuale di istruzioni) Data sheet Axiom Iconos MD Data sheet Axiom Luminos dRF Materiale elettronico UFSP: www.ti‐rad.ch; N° di fascicolo: R‐06‐04md.doc; gennaio 2010 UFSP: www.bagadmin.ch; gennaio 2010 Università di Sicilia: http://www.aifmsicilia.it/sicilia/forum/I%20Forum/file_%20dati/pdf/Borasi%20_I%20Giornata_Fo rum.pdf ; gennaio‐febbraio 2010 Glossario informatico; http://www.pc‐facile.com/glossario/bit/; aprile 2010 Unità di misura kilobyte: http://it.wikipedia.org/wiki/Kilobyte; aprile 2010 Libri Roberto Passariello; Radiologia elementi di tecnologia; Idelson‐Gnocchi editore 34 Francesca Taddei TRM3 ldd 2009/2010 35 ALLEGATI AXIOM Iconos MD Remote-controlled Digital Fluoroscopy System Data sheet www.siemens.com/healthcare s AXIOM Iconos MD Remote-controlled Digital Fluoroscopy System The AXIOM Iconos remote-controlled digital fluoroscopy system is an all-rounder for the R/F room that distinguishes itself through amazing versatility, outstanding image quality and a highly attractive price-performance ratio. The FLUOROSPOT Compact digital imaging system provides AXIOM Iconos MD with a well-selected set of powerful image processing tools. System configuration Image processing system Patient table • FLUOROSPOT Compact digital imaging system (1k x 1k matrix/10 bit) • + 90° / – 17° table tilt • Integrated tableside control for collimation and system functions at the spotfilm device. • Standard imaging modes from individual image up to series, frame rates of 0.5 to 4 f/s with 1k x 1k/10-bit matrix • 8-way tabletop • Dose-saving fluoroscopy* • Variable SID 115 cm/150 cm • Full DICOM 3 functionality* for patient data acquisition as well as for documentation and archiving • Collimator with adjustable Cu prefilters • Spotfilm device designed for cassette sizes 18 cm x 24 cm to 35 cm x 43 cm Generator • Remote control console for system control • POLYDOROS LX 50 with 50 kW and automatic exposure control • Comfort footrest with attachable accessories X-ray tube • Compression with three cones* • OPTILIX 150/30/50HC-100 with quiet air cooling Imaging system Display • SIRECON 33-3 MD 33 cm image intensifier • 19“ or 18”** flat-panel display • VIDEOMED DHC-F TV system Monitor support • Monitor trolley for live display* in the examination room System expansions • Bucky wall stand* ** Option ** Option, mandatory for Europe AXIOM Iconos MD Technical Data Table and patient tabletop Table tilt Motorized, + 90° to – 17°; tilt speed 4°/s; selectable automatic stop in horizontal system position (0°); digital angle indicator on remote console and tableside display panel Table height 89 cm Tabletop Dimensions 210 cm x 80 cm, radiolucent area 193 cm x 55 cm scratch-resistant surface, flat accessory rails AI equivalent value 0.65 mm Al at 100 kV / 3.7 mm Al HVL (IEC 601-1-3 and DHHS) Patient weight capacity up to 150 kg without limitations, from 150 kg to 200 kg with limitations Longitudinal travel 160 cm motorized, 80 cm each way for head and foot end, speed approx. 6 cm/s, auto stop for centering within tilt range 70° to 90° Transverse travel 35 cm motorized, 17.5 cm to the left and right, speed approx. 4.5 cm/s Footrest Attachable at foot or head end (3 positions), can be lowered up to 4 cm above the floor with table in vertical position X-ray tube stand SID 115 cm and 150 cm motorized adjustment, approx. 4 cm/s Oblique projection max. ± 40° axial at 0° position Tube rotation Manual from + 90° to – 180°; in + 90° to – 90° range with detents at 15° increments, in – 90° to – 180° range with detents at 30° increments Image receptor carriage/spotfilm device 4 Cassettes Front loading for cassettes according to IEC, ANSI and DIN standards and formats 18 cm x 24 cm to 35 cm x 43 cm or 8” x 10” to 14” x 17” Automatic loading, centering, format sensing and segmentation Automatic cassette size sensing Selectable for cassette/spotfilm device exposures, automatic format collimation for Bucky exposures Film segmentation/series Max. 4-on-1; near-film width collimation, fast series with 4 exposures in 2 s (± 20%) with stationary grid or in 2.6 s (± 20%) with oscillating grid Travel time Park to exposure position max. 1 s (cassette 24 cm x 30 cm) Transition time (cassette – spotfilm exposure) Fluoro to exposure in cassette radiography 1 s (± 20%) with stationary grid; max. 0.6 s extension with oscillating grid Scatter radiation grid Stationary for film-screen cassettes or oscillating for CR cassettes (configurable by Uptime Services), Pb 17 : 1; 70 lines, f0 =125 cm, grid can be moved in and out in 4 s Spotfilm device travel max. 105 cm, speed approx. 7 cm/s Central beam height above floor 77 cm to 182 cm for vertical tabletop Central beam distance to ends of table min. 42 cm at the head end, with orthogonal beam path Tabletop-to-film distance 7.8 cm Tabletop-to-I.I. input screen distance 12 cm * Option AXIOM Iconos MD Technical Data Compression system Compression system Remote-controlled, removable radiolucent cone, exchangeable (3 types) with safety switch-off for system movements beginning at 50 N Compression force Can be set from 0 to 155 N Compression force indication Digital (LCD) in 15 steps Collimator Control Motorized via remote control or at the collimator Cu prefilters 0.1 mm; 0.2 mm; 0.3 mm, manual at the collimator Collimator rotation ± 45° with 0° position Padded rails Two levels for inserting additional filters, cones or collimators Image intensifier SIRECON 33-3 MD Nominal diameter 33.0 cm (IEC 1262-1) Usable input diameters 30.3 cm, 21.5 cm, 16 cm (IEC 1262-1) Visual resolution Minimum value 3.4; 4.4; 5.0 LP/mm Average value 4.0; 5.0; 5.6 LP/mm Conversion factor ≥ 30 (cd/m2) · (s/µGy) (IEC 1262-2) Contrast ratio ≥ 25 : 1 (at 10% area) (IEC 1262-6) DQE 65% (IEC 1262-5) VIDEOMED DHC-F TV system VIDEOMED DHC-F TV system High-resolution television camera with maintenance-free 1k CCD sensor for digital fluoroscopy and fluoro radiography Dynamics Typ. 62 dB signal-to-noise ratio TV matrix 1k x 1k matrix / 10-bit grayscale TV frame rate Max. 30 f/s; with SUPERVISION* 15 f/s Brightness control Constant image brightness via automatic gain control Flat display 18“ Grayscale TFT DSB 1804-DC** 19“ TFT HL1916 High-resolution display 1280 x 1024 (monochrome) 1280 x 1024 (color) Luminance 700 cd/m2 (typical), 400 cd/m2 (stabilized) 280 cd/m2 (typical), 160 cd/m2 (stabilized) Contrast ratio 500 : 1 600 : 1 typical Viewing angle (min.) 170° H and V 178° H and V Diagonal screen 46 cm / 18.1” 48 cm / 19” Housing dimensions 41.3 cm (W), 34.1 cm (H), 10.4 cm (D) 42.0 cm (W), 42.9 cm (H), 21.0 cm (D) Power consumption < 75 W < 60 W Weight (min.) 6.5 kg 5.0 kg (without stand) 7.6 kg (with stand) ** Option, mandatory for Europe 5 AXIOM Iconos MD Technical Data FLUOROSPOT Compact digital fluororadiography system Image acquisition system Intel® Pentium® dual-core processor with min. 2 x 2.4 GHz and 1066 MHz FSB, 1 GB DDR2-667 ECC, S-ATA drive and PCI-Interface for camera/X-ray system, Windows XP-based operating system Operating modes Digital fluoroscopy Continuous with 30 f/s, 1k x 0.5k/10-bit matrix and digital filtration, storage of fluoroscopic images, sliding weighted averaging Digital radiography Digital spotfilm technique with 1k x 1k/10-bit matrix, digital filtration, single image and series exposures with 0.5, 1, 2, 3 or 4 f/s Acquisition memory 10,000 images on hard disk in 1k x 1k matrix Frame rates Fluoroscopy: Continuous with 30 f/s, 1k x 0.5k/10-bit matrix Series exposures: 1k x 1k matrix: 0.5, 1, 2, 3 or 4 f/s Image display Aspect ratio 5:4, as per 1280 x 1024 matrix, 1024 x 1024 image content Image processing Edge enhancement, windowing for contrast/brightness, electronic shuttering, roaming, vertical and horizontal image reversal, 2 x zoom (full size), 2 x electronic magnifying glass (EMG), black/white image inversion, harmonization (DDO)*, right/left indication, single image digital subtraction (SDS) Quantification Angle/length measurement, manual and automatic calibration for length Text/graphic functions Text: marking, annotation, comment to images, right/left marking Organ programs The following can be set up: Acquisition parameters: e.g., kV automatic or fixed, dose, frame-rate reduction, focal spot, tube focus, FL program, frame rate Graphics: quantification with angle/length measurement Image processing parameters: e.g., window values, edge enhancement, black/white image inversion, harmonization factor* Automatic function: e.g., Auto-window on/off, Auto-shutter on/off 6 Background functionality Imaging functions such as DICOM 3 Send/Print*, CD recording* and printing* are performed in background mode Patient directory Input of patient name, identification number, date of birth, examination number, order number, physician, organ. Input can be made via keyboard or directly via DICOM Worklist* * Option AXIOM Iconos MD Technical Data Options for FLUOROSPOT Compact SUPERVISION Dose-saving fluoro at 1k x 1k, 10-bit matrix, using image integration at half the dose (max. 50% reduction) Fluoro Loop Storage and display of dynamic fluoro sequences 8 s; with SUPERVISION* 16 s Stenosis quantification Quantification program for geometric and densitometric values; including automatic calibration Harmonization Digital Density Optimization (DDO) preprogrammed and/or postprocessed to compensate for undesirable density differences in the exposure, also including online DDO for fluoroscopy Printer connection For Level 2 PostScript paper printers. Not suitable for diagnosis CD recorder Disk drive for digital image storage on a CD-ROM (CD-R/CD+R) for offline data exchange in DICOM 3, TIFF and AVI format. With the option to automatically write a DICOM viewer on every CD-ROM Security package For enhanced user management, including: user authentication to prohibit unauthorized access, privileges to define user/role-based functionality and permissions to control data access DICOM 3 network interfaces DICOM Send/StC Sends images and series to DICOM networks or workstations (Send) Receives archiving confirmation from the image archive (Storage Commitment) DICOM Print* Prints image material using virtual film sheets via DICOM print laser camera or network laser printer DICOM Query/Retrieve* Searches for images and series in DICOM networks (Query) Imports images and series from DICOM networks (Retrieve) DICOM Get Worklist*/MPPS* Imports patient and procedure data from a DICOM patient management system (Get Worklist) Sends dose data as well as patient examination status to a patient data management system (Modality Performed Procedure Step) * Option 7 AXIOM Iconos MD Technical Data Care CAREMATIC Automatic X-ray control system for fully automatic calculation and optimization of the exposure data based on fluoroscopic values CAREMAX** Electronic unit with KermaX, a measurement chamber integrated into the collimator housing for acquisition of dose area product and/or standardized patient entrance dose Control console System remote control console 8 ** Option ** Option, mandatory for Europe AXIOM Iconos MD Technical Data X-ray tube assembly OPTILIX 150/30/50HC-100 Max. exposure voltage (IEC 60613) 150 kV Focal spot nominal value (IEC 60336) 0.6 1.0 Nominal output of anode (IEC 60613) (thermal anode reference output = 300 W) 30 kW 50 kW Nominal output of anode (thermal anode reference output = 0 W) 45 kW 75 kW Optical anode angle (IEC 60788) 12° Anode heat dissipation rate 120,000 J/min. Anode heat storage capacity 450,000 J (600,000 HU) Max. heat storage capacity of the tube housing 1,800,000 J (2,430,000 HU) Anode drive 150/180 Hz (8,500 to 10,800 U/min.) Complete filtration (IEC 601-1-3) W ≥ 2.5 mm Al Weight 27 kg 9 AXIOM Iconos MD Technical Data X-ray generator 10 POLYDOROS LX50 High-frequency generator with fluoro control and automatic exposure control High-frequency waveform Multipulse inverter technique with maximum 100 kHz Power rating 50 kW (500 mA at 100 kV/50 kW according to IEC 690601-2-7); 800 mA at 60 kV; 500 mA at 100 kV; 100 ms nominal power 50 kW (in accordance with IEC 60601-2-7); 320 mA at 150 kV; Max. power consumption: Fluoroscopy 1.2 kVA Exposure 94 kVA Standby 0.5 kVA Fluoroscopy Operating range from 40 kV/0.2 mA to 110 kV/4.1 mA Exposure voltage 53 values from 40 kV to 150 kV, graduated in steps of 0.5 or 1 Siemens exposure point technique (configurable) Exposure techniques 1-point technique with continuously falling load 2- and 3-point technique with constant load 4-point technique with constant load (3-point technique with IONTOMAT) With IONTOMAT three-field chamber for automatic exposure control mAs integrator 65 values from 0.5 to 800 mAs (max. 50 kWs in AEC mode) Exposure time with 1-point technique 1 ms up to 5 s with mAs and time post-display Exposure time with 2-point technique 2 ms up to 5 s depending on kW, mAs and kV Exposure time with 3-point technique 20 ms up to 5 s depending on kW, mAs and kV in 49 steps X-ray tube assembly 2 Siemens dual-focus X-ray tubes AXIOM Iconos MD Technical Data Display trolley* Suitable for an LCD display; two radiation-ON indicators Monitor tilt range + 15°/– 10° Weight with monitor approx. 85 kg Bucky wall unit R#MX C-K* (not for Germany) Vertical lift 155 cm Central beam height 35 cm to 190 cm ± 2 cm above floor Cassettes (not for CR cassettes) Cassettes according to DIN and ANSI standards with formats 13 cm x 18 cm (5” x 7”) to 35 cm x 43 cm (14” x 17”), vertical and horizontal Cassette loading Right Grid Pb 17/70; f0 = 150 cm or f0 = 180 cm* Object-film distance ≤ 4.0 cm Weight approx. 200 kg * Option 11 AXIOM Iconos MD Technical Data Installation data Line voltage connection 3/N/PE ~ 400 V (± 10%) at 50 Hz or 60 Hz; 440/480 V (± 10%) can be implemented via optional line voltage transformer Power consumption (system) max. 94 kVA Ceiling height without limitation 3.20 m; from 2.50 m to 3.20 m with automatic restriction of movements, collision protection Ambient conditions (operation) Temperature range: Rel. humidity: Barometric pressure: + 10°C to + 35°C 20% to 75% 700 hPa to 1060 hPa Weight Patient table, complete Remote control console POLYDOROS LX 50 generator FLUOROSPOT Compact approx. 1250 kg approx. 5 kg approx. 230 kg approx. 16 kg Remote Service* Preparation for Siemens Remote Service (SRS): Allowed hardware and software remote diagnosis Allowed remote system configuration, e.g., adding a DICOM node Early warning system to help ensure system operation (Guardian) 12 * Option AXIOM Iconos MD Technical Data Accessories Standard accessories 2) The following standard accessories are included in the delivery volume of AXIOM Iconos MD: Footrest Handgrip, angled Handgrip, rail Protection strip Shoulder supports, one pair Footswitch for fluoroscopy and exposure 2) See Accessories for Fluoroscopy Brochure for a complete listing of accessories options 13 AXIOM Iconos MD Technical Data Cassette program for AXIOM Iconos M Format 18 cm x 24 cm 8” x 10” 20 cm x 40 cm 24 cm x 30 cm 10” x 12” 9.5” x 9.5” 30 cm x 35 cm 11” x 14” 35 cm x 35 cm 14” x 14” 40 cm x 40 cm 35 cm x 43 cm 14” x 17” 14 Vertical Horizontal AXIOM Iconos MD Technical Data Room plan for AXIOM Iconos MD (measured in mm) min. 500 min. 4100 800 175 860 1475 5225 2100 1475 2350 800 175 *1 60 *1 *2 1720 *1 Service area must be kept open. *2 Outward movement of the footrest taken into consideration when tilting down. 15 On account of certain regional limitations of sales rights and service availability, we cannot guarantee that all products included in this brochure are available through the Siemens sales organization worldwide. Availability and packaging may vary by country and are subject to change without prior notice. Some/All of the features and products described herein may not be available in the United States or other countries. The information in this document contains general technical descriptions of specifications and options as well as standard and optional features that do not always have to be present in individual cases. Siemens reserves the right to modify the design, packaging, specifications and options described herein without prior notice. Please contact your local Siemens sales representative for the most current information. In the interest of complying with legal requirements concerning the environmental compatibility of our products (protection of natural resources and waste conservation), we recycle certain components. Using the same extensive quality assurance measures as for factory-new components, we guarantee the quality of these recycled components. Note: Any technical data contained in this document may vary within defined tolerances. Original images always lose a certain amount of detail when reproduced. Global Business Unit Address Siemens AG Medical Solutions Angiography, Fluoroscopic and Radiographic Systems Siemensstrasse 1 DE-91301 Forchheim Germany Phone +49 9191 18-0 www.siemens.com/healthcare Global Siemens Headquarters Global Siemens Healthcare Headquarters Legal Manufacturer Siemens AG Wittelsbacherplatz 2 80333 Muenchen Germany Siemens AG Healthcare Sector Henkestrasse 127 91052 Erlangen Germany Phone +49 9131 84-0 www.siemens.com/healthcare Siemens Shanghai Medical Equipment Ltd. 278 Zhou Zhu Road 201318 Shanghai P. R. China www.siemens.com/healthcare Order No. A91AX-40703-11T3-7600 | Printed in Germany | H IM AX CRM MC 09092 | © 09.2009 Siemens AG AXIOM Luminos dRF La solution 2 en 1 – Système de radioscopie et de radiographie télécommandé avec détecteur plat Caractéristiques techniques s www.siemens.com/medical medical AXIOM Luminos dRF Système de radioscopie et de radiographie télécommandé avec détecteur plat L‘AXIOM Luminos dRF est un système de radioscopie et de radiographie extrêmement polyvalent doté d‘un détecteur plat dynamique. La conception des systèmes AXIOM repose sur quatre fondements : • Manipulation facile • Qualité d‘image exceptionnelle • Réduction maximale des rayonnements • Mise en réseau optimisée Le détecteur plat intégré fait de ce système la solution numérique universelle idéale pour un meilleur déroulement des opérations durant les examens radioscopiques et radiographiques, et pour une mise en réseau optimisée pour la documentation et l‘intégration dans l‘environnement clinique. La conception innovante de l‘AXIOM Luminos dRF permet de régler la hauteur de la table et d‘accéder très facilement au patient, même depuis l‘arrière du système, afin d‘améliorer le confort de l‘utilisateur et du patient. La capacité de charge élevée de la table, la puissance du tube radiogène, le champ de vue étendu du détecteur plat et les fonctions performantes de réduction de dose permettent d‘utiliser le système pour de nombreux types de patient. Pour une meilleure exploitation du système de radioscopie, le détecteur plat permet de réaliser des examens radioscopiques et radiographiques entièrement numériques dans une même salle. Points forts du système Table d‘examen : Architecture modulaire adaptable à vos besoins spécifiques : • Plage de basculement en position tête vers le bas – jusqu‘à 45° avec hauteur réglable de la table – jusqu‘à 90° avec hauteur réglable de la table* • Détecteur plat – Système entièrement numérique avec grand détecteur plat de 43 x 43 cm • Console de télécommande pour le contrôle du système • Commande de proximité dans la salle d‘examen Options de la table d‘examen : • Collimateur universel avec cinq filtres en coin semi-transparents télécommandés • Télécompression avec position de repos à l‘extérieur du faisceau de rayonnement • Tomographie avec six programmes de coupe • Interface injecteur avec synchronisation de l‘émission du rayonnement • Interphone entre la salle d‘examen et la salle de commande • Console de télécommande mobile dans la salle d‘examen • Table pour console de télécommande • Technologie de balayage pour la visualisation d‘images composées sur l‘espace de travail syngo Workplace * Option Système d‘acquisition des images : • Détecteur plat dynamique avec excellente résolution du contraste et spatiale – Surface du détecteur de 43 x 43 cm – Trois niveaux de zoom pour une meilleure visualisation des détails – Contraste élevé des images avec résolution optimale Système de traitement des images : • Système de radiographie numérique haute résolution FLUOROSPOT Compact avec matrice jusqu‘à 2 840 x 2 880/12 bits • Modes de fonctionnement standard, du cliché individuel à la série, à une fréquence comprise entre 0,5 et 8 images/seconde avec matrice jusqu‘à 1 440 x 1 440/12 bits • Radioscopie par impulsions* (CAREVISION) et applications CARE étendues • Fonctionnalité DICOM 3 complète pour l‘acquisition des données patient* ainsi que pour la documentation et l‘archivage* • Harmonisation (DDO) • DiamondView améliore le contraste des détails afférents aux organes Équipement radiogène : • Générateurs haute fréquence avec régulation entièrement automatique du débit de dose CAREMATIC – Choix entre 65 kW et 80 kW* – Eposition automatique • Tube radiogène haute performance à double foyer avec refroidissement par air dans l‘enveloppe – Foyer haute performance pour une qualité d‘image optimale – Anode composite en graphite pour un refroidissement rapide du tube et un traitement efficace des patients Moniteur : • Moniteur monochrome de 48 cm Porte-moniteurs* : • Chariot moniteur pour 1 ou 2 moniteurs • Suspension plafonnière pour 1 ou 2 moniteurs avec déplacement longitudinal, vertical et rotation AXIOM Luminos dRF Caractéristiques techniques Table et plateau d‘examen Basculement de la table Motorisé de + 90° à – 45° ou de + 90° à – 90°* ; deux vitesses de basculement de 3°/s et 6°/s ; temps de basculement de 90° à – 0° : 17 s (y compris démarrage et freinage doux) Arrêt automatique en position horizontale (0°) sélectionnable, affichage numérique de l‘angle sur la console de télécommande et la commande de proximité Hauteur de la table 50 à 100 cm réglable en continu, env. 4 cm/s 48 à 98 cm pour une installation au sol Plateau d‘examen Dimensions : 210 x 80 cm ; champ radiotransparent : 193 x 53,5 cm ; surface lisse inaltérable, glissières porte-accessoires lisses ; Équivalent aluminium : 0,65 mm (± 0,1) Al à 100 kV/3,7 mm Al HLV Poids du patient Jusqu‘à 150 kg sans restrictions, de 151 à 180 kg à vitesse réduite avec déplacement longitudinal limité à ± 40 cm ; de 181 à 230 kg avec table centrée, basculement autorisé ; en raison des exigences de la RCP, les examens thérapeutiques sont limités à un poids du patient de 180 kg (avec 50 kg supplémentaires d‘équipement RCP sur table centrée) Déplacement longitudinal 160 cm motorisé, 80 cm côté tête et côté pieds ; vitesse env. 6 cm/s (50 Hz) ou env. 7,2 cm/s (60 Hz) Déplacement transversal 35 cm motorisé, 17,5 cm à gauche et à droite ; vitesse env. 4,5 cm/s Marchepied Peut être fixé côté pieds ou côté tête, réglable en hauteur (3 positions), peut être abaissé jusqu‘à 4 cm du sol avec la table en position verticale Statif porte-tube 4 DSI 115 cm, 150 cm, réglage motorisé à env. 5 cm/s Incidence oblique Max. ± 40° ; réglage motorisé de la hauteur du point de pivot de 10 à 300 mm au-dessus du plateau d‘examen (= correction de parallaxe de l‘objet) ; affichage numérique de l‘angle sur la console de télécommande et la commande de proximité Rotation du tube radiogène Motorisé de + 90° à – 180° Distance entre le plateau et le détecteur Min. 7,0 cm Grille anti-diffusion Fixe, Pb 15:1, 80 lignes/cm, f0 = 125 cm, distance confortable entre la grille et l‘avant de la table Déplacement du sélecteur AB Max. 113 cm (console de télécommande et commande de proximité), réglable avec précision jusqu‘à 7 cm/s Hauteur du faisceau central au-dessus du sol 77 à 182 cm avec système en position verticale (+ 90°) ; 57 à 162 cm à – 90° max. (seulement avec version ± 90°) Distance faisceau central – extrémité de la table Min. 38 cm (côté tête) avec direction orthogonale du faisceau * Option Détecteur plat de 43 cm x 43 cm Détecteur plat à silicone amorphe basé sur la technologie de conversion indirecte Matrice de 2 840 x 2 880 haute résolution avec taille de pixel de 148 �m et profondeur de numérisation de 16 bits Liaison haute performance par fibre optique avec le système d‘imagerie numérique Grille amovible Champs d‘entrée (champ actif) Aperçu 42,0 cm x 42,6 cm Zoom 1 30 cm x 30 cm Matériau aSi avec scintillateur CsI Taille des pixels 148 �m Résolution spatiale (fréquence de Nyquist) 3,4 PL/mm Vitesse maximale d‘acquisition Jusqu‘à 8 i/s (15 i/s en radioscopie) Matrice Jusqu‘à 2 840 x 2 880 pixels Profondeur de numérisation 16 bits DQE (Detector Quantum Efficiency) > 65 % (à 0 PL/mm) Profondeur de modulation > 63 % (à 1 PL/mm) Profondeur de modulation à la fréquence de Nyquist Env. 13 % Poids 25 kg Zoom 2 22 cm x 22 cm Zoom 3 15 cm x 15 cm Cinq champs de mesure à semi-conducteurs sélectionnables ; champs de mesure réglés selon la collimation en fonction du format de zoom sélectionné Compresseur* Compresseur Cône localisateur télécommandé, radiotransparent et escamotable, position de repos en dehors du champ de rayonnement Interrupteur de sécurité automatique pour les déplacements à partir de 50 N Compression > 50 N Déplacements du système limités et contrôlés Force de compression 5 à 155 N max. (80 N pour le Japon), réglable en continu Affichage de la force de compression Affichage numérique (cristaux liquides) par incréments de 1 à 15 (1 incrément = env. 10 N) Collimateur primaire Filtration inhérente 1 mm Al à 80 kV Distance de la source à la bride du collimateur 80 mm Préfiltre Cu (1 HLV mm Al) 0,1 mm (3,5 mm), 0,2 mm (7,1 mm), 0,3 mm (10,8 mm), motorisé et positionnable, filtre de cuivre pour la radioscopie numérique configurable dans le programme anatomique, affichage sur le moniteur et sur le collimateur (cristaux liquides) Rotation du collimateur Jusqu‘à ± 45°, position d‘arrêt à 0° Glissières Profile Deux niveaux pour l‘introduction de filtres, de cônes localisateurs ou de collimateurs supplémentaires Collimateur avec filtres en coin* Deux doubles filtres en coin semi-transparents asymétriques 6° et 14° ; un double filtre en coin semi-transparent symétrique 8° ; positionnement motorisé libre dans le champ de rayonnement * Option 5 AXIOM Luminos dRF Caractéristiques techniques Mesure du produit dose-surface / CAREMAX* Chambre de mesure Chambre d‘ionisation intégrée au collimateur primaire Affichage des valeurs de mesure a) sur la console ; b) sur le moniteur d‘images en direct (CAREWATCH). Valeurs de mesure a) et b) produit dose-surface b) dose cutanée normalisée à 30 cm de la table, peut être affichée en mGy ou sous forme de pourcentage d‘une valeur de dose limite configurable ou du débit de dose incident durant la radioscopie selon la norme CEI Tomographie* Principe Tomographie linéaire (planigraphie) avec 6 programmes dans toutes les positions du système avec détecteur ; positionnement automatique de l‘objet et du récepteur d‘image dans la zone de travail du statif Angle planigraphique Temps de balayage Zone de travail Plage de balayage du statif de l‘objet 8° 0,4 s / 0,8 s 62,5 cm 198,0 cm 20° 0,6 s / 1,2 s 48,0 cm 192,5 cm 40° 1,2 s / 2,5 s 17,0 cm 177,0 cm Angle de coupe pour hauteur de coupe de 300 mm DSI 115 cm Hauteur de coupe 10 à 300 mm au-dessus du plateau d‘examen, réglable en mm (vitesse de 5 cm/s) et sélectionnable en mm via la console de télécommande ou la commande de proximité, affichage en mm sur le moniteur principal de la console de télécommande Utilisation Console de commande Panneau de commande de proximité au niveau du système 6 * Option Commande du système depuis la salle de commande et possibilité d’avoir une seconde console de commande en salle d‘examen, peut être installée sur un chariot (en option) Commande complète via des éléments de commande modulaires pour les déplacements de la table d‘examen et du statif porte-tube, ainsi que pour la compression Panneau de commande à écran tactile intégré pour la commande du générateur et du système d‘imagerie, ainsi que pour l‘affichage de l‘état actuel du système Pédale pour la radioscopie et l‘acquisition, seconde pédale en option pour la salle d‘examen Avec éléments de commande pour le déplacement de la table et du statif porte-tube, ainsi que pour le réglage du collimateur Système de fluorographie numérique FLUOROSPOT Compact Système d‘acquisition des images Microprocesseur compatible Intel® avec architecture de bus PCI cadencé à 2 GHz minimum, 1 Go de mémoire RAM, disque dur SCSI, cartes USB 2.0 et d‘interface pour l‘ensemble détecteur/tube radiogène, basé sur le système d‘exploitation Windows XP® Mémoire d‘acquisition 10 000 images sur le disque dur en matrice 1 000 x 1 000 et 2 000 images en matrice 2 840 x 2 880 Fréquence d‘images Radioscopie : Par impulsions : 15 i/s matrice de 1 000 x 1 000/12 bits Par impulsions* (CAREVISION) : 7,5 ou 3 i/s : matrice de 1 000 x 1 000/12 bits Séries et angiographie numérisée soustraite* : Matrice de 1 000 x 1 000 ou 1 440 x 1 440 : 0,5, 1, 2, 4 ou 8 i/s Radiographie numérique Images radiographiques numériques jusqu‘à 2 840 x 2 880 pixels/12 bits Affichage des images Rapport des côtés 5:4 correspondant à une matrice de 1 280 x 1 024, contenu de l‘image de 1 000 x 1 000 Traitement des images Filtre de renforcement des contours, affichage positif/négatif des images, fenêtrage pour contraste/luminosité, obturation électronique, décalage des images (roaming), inversion verticale et horizontale des images, zoom x 2 (taille réelle), loupe électronique x 2 (EMG), indication droite/gauche, soustraction numérique des images (SDS) avec décalage des pixels Harmonisation (DDO) Optimisation numérique de la densité (DDO) préprogrammée et/ou lors du post-traitement pour compenser les différences de densité indésirables de l‘image, avec DDO en ligne pour la radioscopie DiamondView (uniquement en mode radiographie) DiamondView est une méthode à échelles multiples, ce qui signifie que la taille et la force du filtre sont évaluées différemment et sont adaptées au contenu général de l‘image DiamondView* étend les fonctions de traitement du signal de la plage dynamique et améliore le contraste des détails afférents aux organes (tissus mous ou os) Quantification Mesure d‘angle/de distance, étalonnage automatique ou manuel de la distance Fonctions texte et fonctions graphiques Texte : marquage, annotation, commentaires concernant l‘image, marquage D/G Fonctions graphiques : quantification avec mesure d‘angle/de distance Programmes anatomiques Peuvent être définis : Paramètres radiologiques : par ex. kV automatiques ou fixes, dose, fréquence d‘images, réduction de la fréquence d‘images, foyer, foyer du tube, préfiltrage automatique, programme scopie, exposition automatique avec sélection de la chambre de mesure Paramètres de traitement des images : par ex. valeurs de fenêtre, renforcement des contours, affichage positif/négatif des images, facteur d‘harmonisation (DDO), DiamondView Fonctions automatiques : oui/non : par ex. fenêtrage automatique, obturation automatique, filtrage Cu automatique Fonctions en arrière-plan Les fonctions d‘imagerie telles qu‘envoi/impression DICOM, gravure sur CD-R ou DVD-R/DVD+R* sont exécutées en mode « arrière-plan » Liste patient Saisie des informations suivantes : nom, numéro d‘identification et date de naissance du patient, numéro de l‘examen, numéro d‘ordre, médecin traitant, organe à examiner. Saisie via le clavier ou directement depuis DICOM Worklist* * Option 7 AXIOM Luminos dRF Caractéristiques techniques Options pour FLUOROSPOT Compact Affichage des images de référence Fonctionnalité angiographie numérique (DSA) Fluoro Loop avec extension de la mémoire jusqu‘à 30 000 images Détermination du degré de sténose Matrice de 1 000 x 1 000 : mémorisation et appel direct de 16 images de référence au maximum sur le deuxième moniteur DSA en ligne avec décalage des pixels, remasquage, cartographie artérielle, opacification maximale pour contraste de l‘iode (MaxOP) et contraste du CO2 (MinOP), affichage de l‘arrière-plan anatomique (Landmark) de 0 à 100 %, sommation des masques et des images de remplissage pour le renforcement du contraste Mémorisation et affichage de séquences radioscopiques dynamiques ; la durée maximale mémorisable dépend de la fréquence des impulsions, par ex. 15 i/s env. 30 s, 7,5 i/s env. 60 s et 3 i/s env. 150 s Programme de quantification pour des valeurs géométriques et densitométriques Technologie de balayage pour l‘affichage d‘images longues Kit de sécurité Pour une meilleure gestion des utilisateurs du système ; prend en charge l‘authentification des utilisateurs et la protection des données Archivage Graveur de DVD pour l‘enregistrement de la radioscopie 8 Envoi direct de la radioscopie et des séries d‘acquisition vers le graveur de DVD Graveur de CD/DVD Lecteur de DVD pour la sauvegarde des images numériques sur CD-R, DVD+R ou DVD-R pour l‘échange en différé des données aux formats DICOM 3, TIFF et AVI Connexion à l‘imprimante Pour images papier obtenues sur l‘imprimante Postscript niveau 2 ; ces tirages ne conviennent pas à un usage diagnostique Interfaces réseau DICOM 3 DICOM Send/Storage Commitment (configuration de base) Interface réseau selon la norme DICOM 3 pour réseau de communication des images compatibles DICOM 3 Confirmation d‘archivage reçue de l‘unité de stockage des images (St C = Storage Commitment) DICOM Print Pour la liaison avec un reprographe laser ou une imprimante réseau DICOM Query/Retrieve* Pour la récupération des images patients en provenance d‘un PACS (système d‘archivage et de gestion des images médicales) DICOM Get Worklist/MPPS* Get Worklist : pour l‘importation des données de patients à partir d‘un système de gestion des données (SIR/SIH) Modality Performed Procedure Step (MPPS) : pour l‘envoi des statistiques d‘examen et des données de dose à un système de gestion des données patient Care CAREMATIC CAREMATIC Système de régulation automatique du rayonnement pour un calcul et une optimisation entièrement automatiques des données d‘exposition sur la base des valeurs de radioscopie CAREFILTER Préfiltrage-Cu adaptatif à 3 niveaux (CAREFILTER) pour réduire la dose cutanée, programmation anatomique, sélection contrôlée automatiquement par les programmes anatomiques selon l‘absorption du patient Niveau de filtre 0 ; 0,1 ; 0,2 ; 0,3 mm Cu CAREVISION* Radioscopie par impulsions avec en plus fréquences d‘impulsions réduites de 3 ; 7,5 ; 15 imp/s Adaptation de la fréquence des impulsions aux besoins spécifiques de chaque application pour réduire de façon significative l‘exposition au rayonnement, en particulier lors des procédures interventionnelles de longue durée CAREPROFILE* Positionnement sans rayonnement du collimateur primaire et des filtres en coin semi-transparents sur l‘image LIH (Last Image Hold, dernière image mémorisée) par affichage graphique sur le moniteur du système d‘imagerie Sélection automatique des affichages graphiques pendant le contrôle du collimateur primaire et des filtres CAREPOSITION* Positionnement sans rayonnement de l‘objet et/ou du SFD par affichage graphique du faisceau central et des contours de l‘image dans l‘image LIH (Last Image Hold, dernière image mémorisée) sur le moniteur du système d‘imagerie sous forme de points d‘orientation (uniquement en cas d‘utilisation avec CAREPROFILE) CAREMAX Dispositif électronique avec chambre de mesure KermaX intégrée dans l‘enveloppe du collimateur pour l‘acquisition du produit dose x surface et/ou dose cutanée normalisée du patient L‘affichage se fait sur le moniteur du générateur et sur le moniteur du système d‘imagerie (CAREWATCH) Des affichages différents peuvent être configurés pour la radioscopie et la pause de radioscopie : Pendant la radioscopie : Dose cutanée Pendant la pause de radioscopie : Dose cutanée accumulée ou produit dose x surface ou pourcentage de la dose limite configurable (radioscopie et radiographie) ** Option ** Obligatoire dans les pays CEI 9 AXIOM Luminos dRF Caractéristiques techniques Moniteur monochrome 48 cm DSB 1906 Diagonale de l‘écran Moniteur de 48 cm Matrice 1 280 x 1 024 pixels Luminosité Standard, 450 cd/m2, max. 600 cd/m2, capteur de lumière pour adaptation automatique, angle de visualisation standard ± 80 Dimensions (enveloppe) 464 x 425 x 113 mm (H x L x P), sans l‘adaptateur de fixation Puissance absorbée 55 W Poids 6,5 kg (avec l‘adaptateur de fixation) Chariot moniteur* Peut accueillir un ou deux moniteurs avec écran de 46 cm en diagonale ; deux témoins lumineux de rayonnement Plage d‘inclinaison des moniteurs + 15°/– 10° Poids avec deux moniteurs Env. 50 kg Suspension plafonnière pour moniteurs DCS-F* Suspension plafonnière pour un ou deux moniteurs avec écran de 48 cm en diagonale ; deux témoins lumineux de rayonnement et boutons pour freins électromécaniques Longueur des glissières de déplacement longitudinal 425 cm Course du chariot plafonnier 325 cm Course verticale (réglage en hauteur) 96,5 cm (pour les salles présentant une hauteur sous plafond entre 3,00 et 3,56 m) Plage de pivotement du support plafonnier par rapport à l‘axe des glissières 10 Maximum 300° ± 10° ; limitable lors de l‘installation par incréments de ± 30° sans restrictions Plage de pivotement des moniteurs Maximum 330° ± 10°, limitable lors de l‘installation par incréments de ± 30° sans restrictions Poids avec glissières Avec deux moniteurs 48 cm : Env. 200 kg * Option Tube radiogène OPTITOP 150/40/80 HC-100 Tension nominale 150 kV (CEI 613) Foyer 0,6 1,0 (CEI 60336) Puissance nominale 40 kW 80 kW (CEI 60613) Sortie nominale 52 kW 103 kW Angle de l‘anode 12° Capacité calorifique de l‘anode 580 000 J (783 000 UH) (CEI 613) Entraînement de l‘anode 180 Hz/9 000 U/min (fréquence secteur de 50 Hz) Filtration totale ≥ 2,5 mm Al (CEI 60601-1-3) Poids Env. 26 kg Générateur POLYDOROS F POLYDOROS F Générateur HF avec régulation de la radioscopie et posemètre automatique IONTOMAT PN Puissance 65 kW (650 mA à 100 kV) ou 80 kW* (800 mA à 100 kV) selon CEI 60601-2-7 Tension d‘exposition 40 à 150 kV Versions du générateur 65 kW avec raccordement pour 1 tube ; en option : 80 kW ; en option : raccordement pour 2 tubes * Option 11 AXIOM Luminos dRF Caractéristiques techniques Données d‘installation 12 Connexion secteur à l‘axe des glissières 3/N/PE 400/440/480 V ± 10 % à 50 Hz ou 60 Hz ; connexion secteur 440/480 V (± 10 %) en option disponible Résistance interne conformément aux guides de planification (GP) Puissance consommée (système) Max. 145 kVA en radiographie avec POLYDOROS 80 Hauteur sous plafond Sans suspension plafonnière : min. 3,2 m Avec suspension plafonnière : min. 3,3 m (sans limitation des déplacements du système) ; de 2,5 m à 3,2 ou 3,3 m avec limitation automatique des déplacements par calculateur de collision Conditions ambiantes (en fonctionnement) Plage de température : + 10 à + 35 °C Humidité relative : 15 à 7 % sans condensation Pression atmosphérique : 700 à 1 060 kPa Poids Table d‘examen complète : Console de télécommande : Armoire générateur : Enveloppe FLUOROSPOT : Console de commande mobile* : * Option env. 1 600 kg env. 5 kg env. 290 kg env. 80 kg env. 40 kg Accessoires standard Description Pédale pour radioscopie et radiographie dans la salle de commande Main courante latérale (arrière) Marchepied amovible et réglable en hauteur (3 positions) Poignée oblique (avant) Appuis-épaules (1 paire) Main courante côté tête Remarque : voir la brochure Accessoires de radioscopie pour obtenir la liste complète des accessoires en option 13 AXIOM Luminos dRF Caractéristiques techniques Extension du système : Suspension plafonnière* VERTIX Solitaire Suspension plafonnière sans automatisme de format Tube radiogène OPTITOP 150/40/80 HC-100 Foyer 0,6 kW 40 kW Foyer 1,0 kW 80 kW Capacité calorifique de l‘anode 580 kJ (783 kHU) POLYDOROS IT80 Générateur haute fréquence avec posemètre automatique Puissance du générateur 80 kW (650 mA à 100 kV) selon CEI 60601-2-7 Tension d‘exposition 40 à 150 kV Durée d‘exposition la plus courte 1 ms Course verticale 150 cm (manuel) mAs area (mAs) 0,5 à 800 (selon le mode d‘acquisition) Plage de déplacement 354 cm en direction longitudinale, 222 cm en diagonale (manuel) ± 1 cm Rotation du tube radiogène autour de l‘axe vertical : autour de l‘axe horizontal : Collimateur Centreur lumineux plein champ, filtres réglables manuellement (0 ; 0,1 ; 0,2 ; 0,3 mm Cu), rotation ± 45° _avec position d‘arrêt à 0° Protection anti-collision Libération des déplacements de la table uniquement en position de repos du 3D TOP Extension* Pour les salles présentant une hauteur sous plafond supérieure à 3,3 m + 154°, – 182°, position d‘arrêt tous les 90° ± 120°, position d‘arrêt à 0°, ± 90° Statif de Bucky mural : VERTIX PRO / TOP* 14 VERTIX PRO Statif de Bucky mural, manuel ou avec automatisme de format (ACSS)* avec le premier tube radiogène plat à + 90° (= système à la verticale) ; plateau de Bucky amovible VERTIX TOP Statif de Bucky mural, manuel, plateau de Bucky* inclinable* + 90° ; – 20° Course verticale 152 cm Hauteur du faisceau central 38 à 190 cm ± 2 cm au-dessus du sol Cassettes Cassettes normalisées DIH et ANSI dans les formats suivants : 13 x 18 cm à 35 x 43 cm, portrait et paysage Chargement des cassettes À droite ou à gauche (à indiquer à la commande) Grille Pb 13/70 ; f0 180 cm ou f0 150 cm ou f0 115 cm, oscillante Distance film-objet ≤ 4,0 cm Poids VERTIX PRO : env. 160 kg ; VERTIX TOP : env. 205 kg * Option Plans d‘installation type (mm) 5250 Plan de salle avec radioprotection haut du corps 3700 5400 Plan de salle avec VERTIX Solitaire Hauteur de la salle 2,5 m sans restrictions Hauteur de la salle 3,2 m avec restrictions 15 Ce document contient des informations concernant les descriptions générales des options techniques disponibles, lesquelles sont susceptibles de ne pas s’appliquer à des cas particuliers. Les caractéristiques particulières souhaitées doivent donc être fixées à l’issue du contrat. Siemens se réserve le droit de modifier sans préavis la conception et les spécifications définies dans ce document. Veuillez contacter votre agence Siemens locale pour obtenir les informations les plus récentes. Les images originales perdent obligatoirement un certain niveau de détail lors de leur reproduction. Dans un souci de respect des exigences légales concernant la compatibilité environnementale de nos produits (protection des ressources naturelles et récupération), nous recyclons certains des composants. En utilisant les mêmes mesures approfondies d’assurance de la qualité que pour les nouveaux composants, nous garantissons la qualité de ces composants recyclés. Adresse de contact Siemens AG, Medical Solutions Angiography, Fluoroscopic and Radiographic Systems Siemensstr. 1, D-91301 Forchheim Allemagne Téléphone ++49 9191 18-0 © 08.2007, Siemens AG N° de référence A91AX-40004-11T2-7700 Imprimé en Allemagne AX CRM MC 0807.5 Siemens AG Wittelsbacherplatz 2 D-80333 Munich Allemagne www.siemens.com/medical Siège social Siemens AG, Medical Solutions Henkestr. 127, D-91052 Erlangen Allemagne Téléphone ++49 9131 84-0 www.siemens.com/medical Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? o positiva o negativa o altro .xndifferente 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? o no o altro 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell' esame ... ) ..... _ ••....• •••••••••••••••••• q~, ~\f\ pre ~,. G0l·tG' _...___- , e~ t-t..: _.-.J.,.~~~. J.." , (\__... 0.0 •• 0 •••••• O" - '," /.1\ o" 0.0 0.- o" ( • /. 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D D negativa A indifferente D positiva altro 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? D no ~si altro D 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell' esame ... ) k ............................ h'~Q ••••• Y.! _ ••••••• _ •••••••• 0.0 0.0 ._. o, ••••••••••••••••••••••• , ••••••••••• _ ••••••••••••••• 4. Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? ~molto D poco D sufficientemente _ Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? o negativa '19ndifferente o altro o positiva 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? o no o altro 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell'esame ... ) .......tYf':0~~~I'(} ..(~fu0~J , 4. Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? "i.molto o poco o sufficientemente . Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? o altro o positiva o negativa ~differente 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? o altro o no 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell'esame ... ) '-.J ................................................... V1.iç:\ \~..~ •• 0 ••••••••••••••• O" o" ••••••••• ••••••••••••••••• 0 •••••••••••••••••••• 0 , •••••• "0 ••••• 0 ••••••••• . 0.0 •••••• "0 ••••• 0 ••••• 4. Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? o poco ~Ito D sufficientemente 0 Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? D negativa D altro D positiva )\indifferente 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? D altro D no 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? 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Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? ~ molto D poco D sufficientemente 0 /0 Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell' apparecch io? D negativa D positiva ~ndifferente D altro 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? D altro D si 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell' esame ... ) I . ...Il.~.0-: . .. .. . .. . ... . . .. . . .. ... ...~U .. ••• O" .. .. .. . .. .. •••••••••••••••••••••••••••••• o ••••••• , . ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 4. Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? ~fnOlto D poco D sufficientemente Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? o negativa D ~ndifferente D altro positiva 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? D no ~i __D altro 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell'esame ... ) ,,-) ul(O~ ••• _ ......... •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• ..•............ ~ ••••••••••••••••••••••••••••• _ •••••••• _ ••••••••••••• ·0 ••••••••• - - •••••• 7 ••.• - - •••••••••••••••••••••••••• - - o·· ......................•............•................••...........•.......•......•...............•......... 4. Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? D poco D sufficientemente •• - - •••••• Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? o altro D negativa D indifferente 2. È stato facile salire/scendere "'-{ positiva dal lettino? o no _o altro ~Si è stata la cosa che l'ha impressionata dell'esame ... ) 3. Quale •• _ a •••••••••• •••••••••••••••••••••••• 4. _ ~ \ :LOIì+~ .l\J.. ~L ...\-< •••• . di più? 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Quando è entratola in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? o negativa ~differente o altro o positiva 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? _o altro o no 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell'esame ... ) '--./ .u uCbHteflT. u .•.. u ••••.•..• u.··.· .-- •• u u. u···· u ••.•......•.. u.,' u •....•.. uu u. u -- 4. Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? \i molto o poco o sufficientemente . . s Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? o negativa o indifferente 9d' positiva o altro 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? o no _ o altro 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, ~elocità del!' esame ... ) ~ 4. Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? I molto o poco o sufficientemente Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? negativa D 2. È stato facile salire/scendere D positiva D ~ndifferente altro dal lettino? D no 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell' esame ... ) 'cy/!1/V/ 7ir?~ •••• o" _ .••• ••• 0 •••••••••••• 0.0 •••••• "0 0'0 O" ••••••••••• 0.0 o" 0.0 0'0 0 ••••• ••• 0.0 0 ••••••••••••••••••••••••••••••••• •••••••••••• .o 0'0 0.0 0.0 "0 o-o 0.0 •• 0 0.0 •• o •• O" o 0'0 0'0 ••••••• - 0.0 ••• •• , o-o •••••• -- "0 •• 0 0.0 •• 0.0 ••• 0.0 •• 0'0 0.0 0·0 ••• 0 4. Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? ~o D poco D sufficientemente •••••• 0.0 0·0 Questionario per pazienti: 1. Quando è entratola in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? . o negativa /' o altro o positiva )é~. indifferente 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? o no _ o altro A"\ SI . 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell' esame ... ) •••••••••••••••••••••••••••• " •••••••••••••••• ' ••••••• /:U n n ••••••• "---""" ~/~n n n •• n ••••• n. n •••• n.n n. n un 4. Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? X molto o poco o sufficientemente . Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? o negativa o altro o positiva ~differente 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? o si _o altro 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell' esame ... ) ...uu./[{Pu0uC~..u< . ....... - - -- , .• -- - -.- 4. Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? o poco ~to o sufficientemente . Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? o negativa 2. È stato facile salire/scendere o altro o positiva ~indifferente dal lettino? o no _ D altro 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell' esame __.) ............................................. 4. 1/ ~ - -.- , - tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? o poco ~olto o sufficientemente . Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? )(indifferente D negativa o altro o positiva .- 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? o no ~i _ o altro 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell'esame ... ) •.•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• ~ ' •••••••••••••••••••••••••••• • •• • •• ••• •••• • ••.•••••••.• • •••••••• •• •••• • •• • .• 7 •• • •••••••• ••• •••••• • •••••••••••••• - ••••••••••••• 4. Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? o poco o sufficientemente Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? o negativa )<.indifferente o altro o positiva 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? o o altro SI 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell'esame ... ) P H H H H H H p.. H P P. P H •• pg ..... H •••• p ....p .. H P • U P P H H •• H H H •••• p... H H. H. ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••.•••••••••••••••••••••••••••• o ••••• 4. Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? ')&( molto H o poco o sufficientemente P Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? D negativa D indifferente ')r positiva D altro 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? )(si D no D altro 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell'esame ... ) 4. Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? ')< molto D poco D sufficientemente n Il) Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? X D indifferente D negativa D altro positiva 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? D altro D no 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell'esame ... ) .......................... ••• ••• •••••• ••• ••• ••• ••• ~ ...../fL~ •••••• ••• ••••••••• ••• O" ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• ••• ••• ••• . ••• ••• ••• ••• ••• ••• ••• •••••• ••• •••••• ••• ••• •••••• ••• ••••••••• •••••• 4. Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? D "'-" molto D poco D sufficientemente o •• Questionario per pazienti: 1. Quando è entrato/a in sala quale impressione le ha fatto la visione dell'apparecchio? D negativa D indifferente D altro ~ pos~iva 2. È stato facile salire/scendere dal lettino? D no D altro 3. Quale è stata la cosa che l'ha impressionata di più? (rumore, comfort, buio, velocità dell'esame ... ) •••••• o •• "0 };) ULL À •••••••••• , •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 0'0 ••• o •••••••••••••••••••• 4. Il tecnico che l'ha accolta, l'ha seguita in modo adeguato durante tutto l'esame? 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